Charles de Gaulle




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando altre voci omonime, vedi Charles de Gaulle (disambigua).

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(FR)

«Il y a un pacte vingt fois séculaire entre la grandeur de la France et la liberté du monde.»


(IT)

«C'è un patto di duemila anni tra la grandezza della Francia e la libertà del mondo»


(Charles de Gaulle, Frase pronunciata durante il Discorso pronunciato alla "Réunion des Français de Grande Bretagne", alla Kingsway Hall a Londra il 1º marzo 1941 e riportata inoltre sulla statua di de Gaulle sull'avenue des Champs-Élysées (place Clemenceau) a Parigi)


































































































































































































































Charles de Gaulle

Bundesarchiv B 145 Bild-F010324-0002, Flughafen Köln-Bonn, Adenauer, de Gaulle-cropped.jpg
Charles de Gaulle nel 1961


Francia Membro del Conseil constitutionnel
Durata mandato
28 aprile 1969 –
9 novembre 1970
Predecessore

ruolo istituito
Tipo nomina
membro di diritto in qualità di ex Presidente della Repubblica francese, ma non vi siederà


Francia 18º Presidente della Repubblica francese
1º Presidente della V Repubblica francese
Durata mandato
8 gennaio 1959 –
28 aprile 1969
Capo del governo

Michel Debré
Georges Pompidou
Maurice Couve de Murville
Predecessore

René Coty (IV Repubblica)
Successore

Georges Pompidou


Presidente del Consiglio dei ministri della Francia
Governo de Gaulle III
Durata mandato
1º giugno 1958 –
8 gennaio 1959
Presidente

René Coty
Capo del governo
Lui stesso
Predecessore

Pierre Pflimlin
Successore

Michel Debré
Legislature

III della IV Repubblica


Ministro della difesa nazionale
Governo de Gaulle III
Durata mandato
1º giugno 1958 –
8 gennaio 1959
Presidente

René Coty
Capo del governo
Lui stesso
Predecessore

Pierre de Chevigné
Successore

Pierre Guillaumat
Legislature

III della IV Repubblica

Presidente del Governo provvisorio della Repubblica francese
Capo di Stato de facto a partire dal 25 agosto 1944  · Governo de Gaulle II  · Governo de Gaulle I
Durata mandato
3 giugno 1944 –
20 gennaio 1946
Capo di Stato
Lui stesso
Predecessore

Philippe Pétain / Pierre Laval (Governo di Vichy)
Lui stesso (CFNL)
Successore

Félix Gouin
Legislature

Assemblée constituante de 1945
Assemblée consultative provisoire


Presidente del Comitato francese di Liberazione nazionale
Durata mandato
3 giugno 1943 –
3 giugno 1944
Capo di Stato
Lui stesso
Predecessore

Henri Giraud (Commandement en chef français civil et militaire)
Lui stesso (France combattante / CND)
Successore
Lui stesso (GPRF)

Presidente del Comitato nazionale francese
Durata mandato
24 settembre 1941 –
3 giugno 1943
Capo di Stato
Lui stesso
Predecessore
Lui stesso (CDI)
Successore
Lui stesso (CFLN)

Capo del Consiglio di difesa dell'Impero
Durata mandato
11 luglio 1940 –
24 settembre 1941
Capo di Stato
Lui stesso
Predecessore

Albert Lebrun / Philippe Pétain (III Repubblica)
Successore
Lui stesso (CND)

Capo della France libre / France combattante
Durata mandato
18 giugno 1940 –
3 giugno 1943
Predecessore

ruolo istituito
Successore
Lui stesso (CFLN)


Sottosegretario di Stato alla Guerra e alla Difesa nazionale
Governo Reynaud
Durata mandato
6 giugno 1940 –
16 giugno 1940
Presidente

Albert Lebrun
Capo del governo

Paul Reynaud
Predecessore

Hippolyte Ducos
Successore

posto soppresso
Legislature

XVI della III Repubblica

Dati generali
Partito politico

RPF (1947-1955)[1]
Tendenza politica

Gollismo
Università

ESM Saint-Cyr (1909-1912)
Professione
Militare, Generale di brigata
Firma

Firma di Charles de Gaulle





































































































Charles de Gaulle

De Gaulle-OWI.jpg
Charles de Gaulle nel 1942
22 novembre 1890 – 9 novembre 1970 (79)
Soprannome
Cyrano, le paon, le dindon, la grande asperge, double mètre, sot-en hauteur, melon-kilomètre[2], l'homme du destin, le connétable de la France[3]
Nato a Lilla
Morto a Colombey-les-deux-Églises
Cause della morte Cause naturali (rottura di un aneurisma)
Luogo di sepoltura Colombey-les-deux-Églises
Religione cattolica
Dati militari
Paese servito
Francia Francia
Forza armata
Armoiries république française.svg Armée française
Arma
Armee de terre 4.jpg Armée de terre
Corpo
Fanteria / Cavalleria / Artiglieria
Specialità
Fanteria / Cavalleria corazzata / Artiglieria d'assalto
Unità 33e régiment d'infanterie
104e régiment d'infanterie
19e bataillon de chasseurs
507e régiment de chars de combat
4e division cuirassée de réserve
Anni di servizio
1908[4] / 1912[5]
1940[6] / 1944[7]
Grado Generale di brigata
Ferite Al ginocchio a Dinant, 15 agosto 1914.
Alla mano sinistra a Mesnil-lès-Hurlus, 10 marzo 1915.
Alla coscia sinistra a Douaumont, 2 marzo 1916
Guerre
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Campagne
Fronte occidentale (1914-1918)
Campagna di Francia
Teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale
Battaglie
Dinant (1914)
Verdun (1916)
Montcornet (1940)
Abbeville (1940)
Dakar (1940)
Comandante di 19e bataillon de chasseurs
507e régiment de chars de combat
4e division cuirassée de réserve
Decorazioni vedi #Onorificenze
Studi militari
ESM Saint-Cyr (1909-1912)
École supérieure de Guerre (1922-1924)
Pubblicazioni vedi #Opere di Charles de Gaulle
Altre cariche Statista, scrittore
(FR) Les grandes dates de la vie du général de Gaulle, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2017).

voci di militari presenti su Wikipedia

Charles André Joseph Marie de Gaulle, comunemente chiamato il generale de Gaulle ((audio[?·info]) /ʃaʁl ɑ̃'dʁe ʒɔ'zɛf ma'ʁi də gol/; Lilla, 22 novembre 1890 – Colombey-les-Deux-Églises, 9 novembre 1970), è stato un generale, politico e scrittore francese; capo della Francia libera, poi dirigente del Comitato francese di Liberazione nazionale durante la seconda guerra mondiale, presidente del Governo provvisorio della Repubblica francese dal 1944 al 1946, Presidente del Consiglio dei ministri francese dal 1958 al 1959, creatore della V Repubblica fondata nel 1958, Presidente della Repubblica francese dal 8 gennaio 1959 al 28 aprile 1969. È il 1º Presidente della quinta Repubblica francese.


Cresciuto in una cultura di grandezza nazionale, Charles de Gaulle scelse la carriera d'ufficiale. È fatto prigioniero durante la prima guerra mondiale. Collabora e scrive nell'entourage di Philippe Pétain, spingendo verso l'uso delle divisioni di blindati nella guerra contemporanea presso diverse personalità politiche. Nel maggio 1940, è a capo di una divisione blindata e conduce diversi contrattacchi durante la battaglia di Francia; è promosso generale di brigata a titolo temporaneo il 25 maggio 1940. È nominato Sottosegretario di Stato alla Difesa nazionale e alla Guerra nel governo Reynaud, durante l'esodo del 1940.


Egli rifiuta l'armistizio chiesto da Pétain alla Germania nazista. Da Londra, lancia, attraverso la BBC, l'appello del 18 giugno al popolo francese alla resistenza e a raggiungerlo nelle Forze francesi libere. Condannato a morte e privato della nazionalità francese dal regime di Vichy, lui vuole incarnare la legittimità della Francia e essere riconosciuto come tale degli alleati. Controllando solamente qualche colonia ma riconosciuto dalla Resistenza francese, egli unisce, nel 1943, la Francia libera all'interno del Comitato francese di Liberazione nazionale, de quale prende la direzione e conduce il paese alla Liberazione. Favorevole ad un potere esecutivo forte, egli si oppose ai progetti parlamentari dei partiti e si dimette nel 1946. Fonda il Rassemblement du peuple français (RPF), ma il suo rifiuto di ogni compromesso con il «regime dei partiti» lo isola in una «traversata del deserto» lontano da ogni responsabilità.


De Gaulle è richiamato al potere durante la crisi del 13 maggio 1958, durante la guerra d'Algeria. Nominato presidente del Consiglio dei ministri, fa approvare la quinta Repubblica francese con un referendum. Eletto presidente della Repubblica, egli vuole una «politica di grandezza» della Francia. Egli consolida del istituzioni, la moneta (nuovo franco) e dà un ruolo di terza via economica ad uno Stato pianificatore e modernizzatore dell'industria. Egli rinuncia progressivamente all'Algeria francese, malgrado l'opposizione dei pieds-noirs (cittadini Francesi nati in Nordafrica) e dei militari, che avevano favorito il suo ritorno. Egli decolonizza anche l'Africa nera, e vi mantiene l'influenza francese. De Gaulle è per l'«indipendenza nazionale» in rottura con il federalismo europeo e la divisione di Jalta: egli immagina dunque una «Europa delle nazioni» basata sulla reconciliazione franco-tedesca e che andrebbe «dall'Atlantico agli Urali», realizza la forza di dissuasione nucleare francese, ritira la Francia dal comando militare della NATO, pone un veto all'ingresso del Regno Unito nella Comunità Europea, sostiene il «Québec libero», condanna la guerra del Vietnam e riconosce la Cina comunista.


La sua visione del potere, cioè di un capo approvato direttamente dalla Nazione, lo oppone ai partiti comunisti, socialisti, centristi pro-europei e di estrema destra. Essi criticano uno stile di governo troppo personale, quasi un «colpo di Stato permanente», secondo la formula di François Mitterrand[8] contro il quale de Gaulle è rieletto nel 1965 al suffragio universale diretto. Egli supera la crisi del maggio 1968 dopo aver dato l'impressione di volersi ritirare, sciogliendo l'Assemblée nationale e convocando delle elezioni anticipate, i partiti gollisti e di sostegno a de Gaulle ottengono una maggioranza schiacciante: 394 seggi su 487. Ma nel 1969 egli sottomette il suo mandato al risultato del referendum sulla riforma del Senato e la regionalizzazione e si dimette dopo la vittoria del «no». Si ritira nella sua proprietà à Colombey-les-Deux-Églises, dove muore 18 mesi più tardi.


Charles de Gaulle, considerato come uno dei dirigenti francesi più influenti del suo secolo, fu anche uno scrittore di talento. In particolare lascia le sue Mémoires de guerre[9], nelle quali afferma essersi sempre «fatto una certa idea della Francia», giudicando che «la Francia non può essere la Francia senza la grandezza».




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 Formazione (1890-1939)


      • 1.1.1 Famiglia


      • 1.1.2 Carriera militare




    • 1.2 La seconda guerra mondiale (1939-1945)


      • 1.2.1 L'Appello e la France libre


      • 1.2.2 La Liberazione




    • 1.3 La politica durante la IV Repubblica (1946-1958)


    • 1.4 Presidente della Quinta Repubblica (1959-1969)


      • 1.4.1 La riforma del 1962


      • 1.4.2 Il secondo mandato presidenziale




    • 1.5 Dopo la presidenza (1969-1970)




  • 2 Posterità


    • 2.1 Omaggi


    • 2.2 Lascito storico




  • 3 Onorificenze


    • 3.1 Onorificenze francesi


    • 3.2 Onorificenze straniere




  • 4 Titoli e privilegi religiosi


  • 5 Bibliografia


    • 5.1 Opere di Charles de Gaulle


    • 5.2 Opere su Charles de Gaulle


    • 5.3 Opere su Charles de Gaulle in italiano




  • 6 Media


    • 6.1 Documentari


    • 6.2 Docudrama


    • 6.3 Film




  • 7 Note


  • 8 Voci correlate


  • 9 Altri progetti


  • 10 Collegamenti esterni





Biografia |



Formazione (1890-1939) |



Famiglia |


Nato a Lilla in una famiglia cattolica e fortemente nazionalista, de Gaulle era figlio di un professore di storia e letteratura (Henry de Gaulle), che gli fece scoprire il nazionalismo, e di Jeanne Maillot. Charles de Gaulle era il terzo figlio, aveva tre fratelli e una sorella:




  • Xavier de Gaulle (1887-1955), ingegnere, prigioniero di guerra e resistente durante la seconda guerra mondiale, è il padre di Geneviève de Gaulle-Anthonioz;


  • Marie-Agnès de Gaulle (1889-1982), prigioniera di guerra, resistente durante la seconda guerra mondiale, nominata a titolo onorifico colonnello nell'armata russa nel 1950;


  • Jacques de Gaulle (1893-1946), disabile nel 1926 a causa di una encefalite, padre di quattro figli;


  • Pierre de Gaulle (1897-1959), resistente, politico e amministratore di società.


Il 7 aprile 1921 sposa Yvonne Charlotte Anne Marie Vendroux, da cui avrà tre figli:




  • Philippe de Gaulle (1921-vivente), ammiraglio e senatore, sposato con Henriette de Montalembert de Cers (1929-2014), da cui avrà quattro figli: Charles de Gaulle (1948-vivente), Yves de Gaulle (1951-vivente), Jean de Gaulle (1953-vivente) e Pierre de Gaulle (1963-vivente);


  • Élisabeth de Gaulle (1924-2013), moglie del generale Alain de Boissieu[10] (1914-2006), da cui avrà una figlia:Anne de Boissieu (1959-vivente);


  • Anne de Gaulle (1928-1948), affetta da trisomia 21 a cui è dedicata la Fondation Anne-de-Gaulle[11].



Carriera militare |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Prima guerra mondiale, Guerra sovietico-polacca e Periodo interbellico.

Terminati gli studi secondari presso un collegio dei gesuiti stabilitosi al Castello di Antoing, nel 1909 entrò alla scuola militare di Saint-Cyr; nell'ottobre 1912 fu promosso sottotenente e assegnato al 33º reggimento di fanteria, allora comandato dal colonnello Philippe Pétain.


Combatté nella prima guerra mondiale con il grado di tenente nella 11ª compagnia del 33º reggimento di fanteria di Arras. Il 15 agosto 1914 è ferito durante la battaglia di Dinant, il 15 ottobre 1914 ottiene il comando della 8ª compagnia ed ad inizio dicembre è al comando del 33º reggimento.


Il 18 gennaio 1915 riceve la Croix de guerre e il 10 febbraio è promosso capitano (a titolo temporaneo). Il 6 marzo è ferito superficialmente ad un orecchio ed il 10 marzo è ferito ad una mano a Mesnil-les-Hurlus, viene quindi ospedalizzato. All'inizio di agosto prende il comando della 10ª compagnia e il 3 settembre il grado di capitano diventa definitivo.


Il 26 febbraio 1916 il 33º reggimento di fanteria è a Verdun e partecipa alla battaglia. La 10ª compagnia è circondata dal nemico nei pressi del fort Douaumont, il 2 marzo è ferito ad una coscia e dato per disperso. Fatto prigioniero è curato all'ospedale di Magonza. Restò prigioniero fino al termine del conflitto, durante i due anni di prigionia tenterà per ben 5 volte di evadere, rientrerà in Francia nel dicembre 1918.


Nel 1919 e 1920 partecipò alla campagna di Polonia con il generale Weygand e prende parte alle operazioni militari condotte dal generale polacco Edward Rydz-Śmigły. Questa esperienza gli valse una citazione da parte del Ministero della Guerra francese e la
Virtuti militari polacca.


Nel 1921 ottenne l'incarico di professore di storia militare alla scuola militare di Saint-Cyr.


Tra le due guerre la sua carriera militare conosce alti e bassi, ma si rivela comunque piuttosto rapida. Diviene piuttosto famoso (e controverso) per due proposte: la formazione di un esercito professionale, al posto della leva, e la sua passione per il carro armato, arma di cui diviene uno dei maggiori teorici francesi[12].



  • 30 settembre 1909 : ingresso a École spéciale militaire de Saint-Cyr (119° su 221)

  • 1º settembre 1912 : esce da École spéciale militaire de Saint-Cyr (13° su 221, promotion de Fès)

  • 1º ottobre 1913 : tenente

  • 10 febbraio 1915 : capitano

  • 2 maggio 1922 : ammesso all'École supérieure de Guerre

  • 31 ottobre 1924 : esce dall'École supérieure de Guerre

  • 25 settembre 1927 : chef de bataillon (commandant)

  • 25 dicembre 1933 : tenente colonnello

  • 25 dicembre 1937 : colonnello

  • 1º giugno 1940 : generale di brigata (a titolo temporaneo e con effetto retroattivo)

  • 22 giugno 1940 : retrogradato a colonnello (dal governo di Vichy)

  • 23 giugno 1940 : messo in pensione d'ufficio (dal governo di Vichy)



La seconda guerra mondiale (1939-1945) |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Seconda guerra mondiale e Campagna di Francia.



Manifesto del Proclama "A tutti i Francesi!" del 3 agosto 1940 a firma di de Gaulle, pubblicato a Londra.[13]




20 agosto 1944. Il generale de Gaulle parla alla gente dal balcone del municipio di Cherbourg.


Al momento dello scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939, alla vigilia dell'entrata in guerra della Francia, sottolinea l'insufficienza della difesa, ma non viene preso in considerazione. Promosso generale di brigata a titolo provvisorio, il 6 giugno 1940 entra nel governo di Paul Reynaud come sottosegretario di Stato alla Difesa nazionale. De Gaulle si oppone all'armistizio con i tedeschi e lascia la Francia per la Gran Bretagna il 15 giugno 1940.



L'Appello e la France libre |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Appello del 18 giugno e France libre.

In Inghilterra, Churchill sostiene de Gaulle come voce della Francia anti-nazista, contro il parere del suo governo che preferirebbe personaggi più di spicco. Alla fine passa la scelta di de Gaulle, e la BBC trasmette l'appello del 18 giugno ai francesi, da Londra, perché resistano ai tedeschi e alla richiesta di armistizio avanzata dal governo Pétain: è il segnale d'inizio della resistenza francese ai nazisti.


Mentre in Francia il Regime di Vichy lo condanna a morte in contumacia per tradimento, in luglio de Gaulle al sicuro in Gran Bretagna comincia ad organizzare France libre (Francia libera). All'inizio si tratta di suscitare la resistenza ai tedeschi a partire dai possedimenti coloniali, che la madrepatria ha più difficoltà a controllare; queste forze vengono poi collegate alle forze di resistenza francesi, e France libre diventa France combattante.


In quegli anni de Gaulle è imposto come rappresentante della Francia libera di fronte al mondo in generale e all'Inghilterra in particolare anche grazie alla preziosa collaborazione del Capitano Teyssot, suo "assistente" dal 1942 al 1944. La sua preoccupazione è salvaguardare fin dall'inizio gli interessi e l'immagine della Francia sconfitta durante e dopo il conflitto, a partire dalla garanzia del mantenimento dei possedimenti coloniali, senza perdere di vista un momento l'onore e la grandeur francesi. Per garantire l'indipendenza della propria organizzazione, de Gaulle volle che gli stessi aiuti finanziari che il Regno Unito forniva a France Libre fossero rimborsabili - e furono effettivamente rimborsati molto prima della fine della guerra.



La Liberazione |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Comitato francese di Liberazione nazionale e Governo provvisorio della Repubblica francese.



Charles de Gaulle discende l'avenue des Champs-Élysées il 25 agosto 1944 in occasione della Liberazione di Parigi.




Charles de Gaulle, il 25 agosto 1944, sulla Place de l'Hôtel-de-Ville mentre pronuncia la sua famosa frase: «Paris, Paris outragé ! Paris brisé ! Paris martyrisé ! mais Paris libéré !».[14]


I rapporti di de Gaulle con Churchill sono spesso conflittuali e competitivi, ma sempre sostenuti da un forte rispetto reciproco. Altra è la situazione con Roosevelt: i due, provenienti da due diverse tradizioni politiche, si detestano, e una battuta di de Gaulle con Churchill spiega in parte l'atteggiamento francese di fronte all'arroganza dell'americano: "Sono troppo povero per inchinarmi".


Malgrado la scarsa collaborazione degli americani, de Gaulle riuscì a sbarcare ad Algeri nel maggio 1943. Lì crea con il generale Henri Giraud il Comitato francese di Liberazione nazionale (CFLN), per unificare la direzione dell'Impero liberato, e ne fu presto al comando. Nel giugno 1944 il CFLN prende il nome di "Governo provvisorio della Repubblica francese" (GPRF) ed arriva a Parigi liberata il 25 agosto 1944.


Il 21 aprile 1944 con una ordinanza, del Comitato francese di Liberazione nazionale, de Gaulle accorda il diritto di voto alle donne; questo diritto è confermato in seguito da un'altra ordinanza del 5 ottobre del Governo provvisorio della Repubblica francese; le donne voteranno per la prima volta in occasione delle elezioni municipali il 23 aprile 1945.


Con la Liberazione de Gaulle avvia varie riforme, dalle nazionalizzazioni all'istituzione di un sistema di sicurezza sociale moderno. Dal 3 giugno 1944 al 2 novembre 1945 è capo del governo provvisorio, e dal 2 novembre 1945 al 20 gennaio 1946 è presidente del consiglio. Ma la politica riprende il suo spazio e i suoi tempi, e l'uomo è impaziente, e non approva la costituzione della Quarta repubblica.



La politica durante la IV Repubblica (1946-1958) |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Quarta Repubblica francese.

Così nel gennaio 1946 de Gaulle si dimette, e nel 1947 fonda il suo movimento politico, il Rassemblement du Peuple Français (RPF), con l'obiettivo di trasformare la politica francese. Esso raccoglie grandi consensi elettorali tra il 1947 e il 1948 (35% dei voti alle municipali, 42% tra i senatori eletti), tuttavia rigettando in blocco il sistema della Quarta Repubblica, viene a sua volta emarginato dagli altri partiti politici. Progressivamente perde quindi importanza, diversi suoi deputati abbandonano il partito e alle elezioni municipali del 1953 l'RPF perde metà dei propri voti.


Scontento dei risultati, de Gaulle si ritira dalla vita politica nel 1953 rimanendo appartato a Colombey-les-deux-Eglises. Gli restano accanto i sostenitori più fedeli come Jacques Chaban-Delmas, Michel Debré, Jacques Foccart[15], Roger Frey, Olivier Guichard e André Malraux, i cosiddetti "baroni del gollismo" che avranno un ruolo eminente negli anni successivi.


Rientra in scena allorché la crisi delle dominazioni coloniali successiva alla fine della guerra bussa anche alle porte della Francia. I fallimenti in Indocina e in Algeria travolgono la Quarta Repubblica, in particolare la vicenda algerina, gestita in modo maldestro dai governi di coalizione e causa principale della crisi costituzionale del 13 maggio 1958. Il 1º giugno 1958 de Gaulle è nominato Presidente del Consiglio, con poteri quasi equivalenti a quelli della prima Costituente.


Come aveva annunciato, utilizza questo potere per far redigere una nuova Costituzione sulla base delle idee enunciate nel "Discorso di Bayeux". Questa Costituzione mira ad esautorare la dialettica parlamentare, che egli stesso definiva la "dittatura parlamentare" (cioè quell'assetto istituzionale per il quale il potere di veto delle minoranze parlamentari, in un'Assemblea estremamente frazionata e rissosa, finisce per paralizzare le possibilità di azione dell'esecutivo, condanna i governi all'instabilità e genera una politica caotica), prevedendo una notevole concentrazione di poteri nelle mani dell'esecutivo (Presidente della Repubblica e governo da lui nominato) a discapito del Parlamento. Il presidente della Repubblica, in base agli articoli 6 e 7 della Costituzione, è eletto da un collegio di grandi elettori.


La nuova Costituzione, approvata con il 79,25% di voti favorevoli nella Francia metropolitana al referendum del 28 settembre, segna il passaggio della Francia alla Quinta Repubblica con i poteri dell'esecutivo fortemente rafforzati. Le elezioni dell'Assemblea nazionale del 23 e 30 novembre (rispettivamente, primo e secondo turno elettorale) accordano una larga maggioranza ai partiti gaullisti. Il 21 dicembre de Gaulle è eletto Presidente della Repubblica con oltre il 78% dei voti dei grandi elettori. L'8 gennaio 1959 all'Eliseo avviene il passaggio delle consegne con René Coty, l'ultimo presidente della Quarta Repubblica.


Nel 1958 de Gaulle è nominato Persona dell'anno dalla rivista statunitense Time, secondo e sinora ultimo francese a essere nominato dalla rivista.



Presidente della Quinta Repubblica (1959-1969) |




Charles de Gaulle nel 1963.




De Gaulle e Konrad Adenauer il 4 luglio 1963.




De Gaulle, Heinrich Lübke e Lyndon B. Johnson il 25 aprile 1967.




De Gaulle e la moglie Yvonne il 3 febbraio 1968.




De Gaulle e Richard Nixon il 3 febbraio 1969.






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Lo stesso argomento in dettaglio: Quinta Repubblica francese, Elezioni presidenziali in Francia del 1958, Guerra d'Algeria e Decolonizzazione.

Assunta la presidenza, de Gaulle persegue quelli che considera gli obiettivi strategici della Francia:



  • misure economiche di sostegno all'economia (con l'introduzione del nuovo franco);

  • forte affermazione, nel pieno della guerra fredda, dell'indipendenza della Francia sia dal blocco sovietico (de Gaulle è profondamente e radicalmente anticomunista), sia dal dominio statunitense sull'Europa (e a questo scopo dota la Francia di proprie risorse nucleari – la force de frappe – e pone il veto (per due volte) all'ingresso del Regno Unito nella CEE, considerato la longa manus degli USA in Europa), nel 1964 la Francia riconosce la Repubblica Popolare Cinese;

  • concessione dell'indipendenza all'Algeria (nel 1962, sulla base di due referendum popolari: sugli accordi di Évian e d'autodeterminazione dell'Algeria[16]), nella forte consapevolezza che la guerra d'Algeria non può essere vinta, nonostante la forte e violenta opposizione di una parte dei francesi: le rivolte dei pieds-noirs, il terrorismo dell'OAS, il tentativo di putsch dei generali di Algeri (nell'aprile del 1961[17]) e gli attentati alla stessa persona di de Gaulle, in particolare il 22 agosto 1962, quando il generale sfugge a un attentato a Clamart insieme alla moglie, al genero (all'epoca colonnello) Alain de Boissieu[10] e all'autista, perpetrato dall'OAS e organizzato da Jean-Marie Bastien-Thiry, che per questo motivo fu l'ultimo condannato a morte per fucilazione (la pena di morte in Francia avveniva unicamente tramite la ghigliottina, tranne nei casi di crimini contro la sovranità dello stato nei quali era prevista la fucilazione).



La riforma del 1962 |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Referendum sull'elezione a suffragio universale del presidente della Repubblica francese.

Nel 1962 de Gaulle propone un emendamento agli articoli 6 e 7 della Costituzione per consentire l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, nonostante la forte opposizione di quasi tutte le forze politiche rappresentate all'Assemblea nazionale. Di fronte a ciò, la procedura di riforma costituzionale (che, regolata dall'articolo 89 della Costituzione, richiedeva - e tuttora richiede - almeno un'approvazione a maggioranza di entrambe le camere) si rivela irta di ostacoli. Charles de Gaulle decide allora di ricorrere al potere presidenziale - previsto dall'articolo 11 della Costituzione - di indire un referendum popolare su proposta del governo concernente, tra l'altro, un progetto di legge riguardante l'organizzazione dei pubblici poteri.


L'Assemblea nazionale, per reazione al "colpo di mano" del presidente, sfiducia il governo di Georges Pompidou (5 ottobre) e de Gaulle decide di indire nuove elezioni. Anche se la forzatura della norma costituzionale è abbastanza evidente (l'articolo 11 si riferisce a leggi ordinarie, mentre le riforme della costituzione richiedono la procedura "rinforzata" di cui all'articolo 89), il 28 ottobre l'emendamento viene approvato dal corpo elettorale, con il 62,25% dei voti. Le successive elezioni politiche del 18 e 25 novembre vedono una notevole affermazione gollista.


Adito dal Presidente del Senato il Conseil Constitutionnel (6 novembre 1962) contro tale "forzatura" costituzionale, questo risponde che non è competente a giudicare questa questione perché il suo compito di giudicare in conformità della Costituzione le leggi organiche e le leggi ordinarie si "ferma" davanti alle leggi adottate dal popolo mediante Referendum. Ciò risulta dallo spirito della Costituzione che ha fatto del Conseil Constitutionnel un organo regolatore dei pubblici poteri che visiona unicamente le leggi votate dal Parlamento e non anche quelle adottate dal popolo con Referendum, le quali costituiscono l'espressione diretta della sovranità nazionale.[18]


Nel 1963 è uno dei candidati per il Premio Nobel per la letteratura[19].



Il secondo mandato presidenziale |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni presidenziali in Francia del 1965, Maggio francese e Referendum sulla riforma del Senato e la regionalizzazione.

Nel 1965 si conclude il primo mandato presidenziale di de Gaulle e si svolgono le prime elezioni presidenziali a suffragio universale diretto. Al primo turno de Gaulle si ferma al 44,65% dei voti ed è costretto al turno di ballottaggio da François Mitterrand, secondo con il 31,72% dei voti, anche a causa della candidatura del centrista Jean Lecanuet, terzo con il 15,57% dei voti. Al secondo turno de Gaulle ottiene un nuovo mandato settennale, con il 55,20% dei voti.


Continua a promuovere energicamente l'indipendenza e un forte ruolo della Francia in politica estera:



  • mantiene il rifiuto all'entrata della Gran Bretagna nella CEE e sostiene l'Europa delle nazioni contro ogni modello di Europa sovranazionale, immaginandola imperniata sull'asse franco-tedesco ed estesa, in prospettiva, dall'Atlantico agli Urali;

  • condanna l'intervento statunitense contro i comunisti in Vietnam (in questa chiave, nel 1966 ritira la Francia dal comando militare integrato della NATO ed espelle tutte le basi statunitensi dal territorio francese, pur continuando a partecipare all'Alleanza atlantica)[20];

  • nel 1967 dichiara l'embargo contro Israele per la guerra dei sei giorni fulmineamente condotta (e vinta) contro l'Egitto, la Siria e la Giordania;

  • nel 1967, durante un viaggio ufficiale in Canada, pronuncia dal balcone del municipio di Montréal – nel Québec francofono, nel Canada francese – la celebre frase «Vive le Québec libre !» (Viva il Québec libero!)[21].


La fase di forte inquietudine sociale culminata nel Maggio francese pare riportare de Gaulle ai tempi dell'appello del 18 giugno o della guerra d'Algeria; inizialmente sceglie di allontanarsi da Parigi per incontrarsi a Baden Baden con il generale Jacques Massu, comandante delle forze francesi in Germania. In sua assenza, il primo ministro Georges Pompidou riesce a padroneggiare la situazione, e al rientro di de Gaulle, un milione di sostenitori del gollismo sfila per Parigi. Il Presidente scioglie l'Assemblea nazionale[22] e stravince le elezioni del giugno 1968, con il partito gollista che ottiene 294 seggi su 487 e una maggioranza presidenziale di 394 deputati.


Ma l'anno dopo il Presidente perde, e con uno scarto minimo, il referendum sulla riforma del Senato e la regionalizzazione, che prevedeva la costituzionalizzazione delle Regioni come collettività territoriali[23] e la riforma del Senato[24]. Ma dissentono con lui perfino alcuni autorevoli ex membri del governo come Valéry Giscard d'Estaing, e nell'indire il referendum, de Gaulle preannuncia che, in caso di esito negativo, ne trarrà tutte le conseguenze.[25]



Dopo la presidenza (1969-1970) |




La tomba di de Gaulle Colombey-les-Deux-Églises.


Charles de Gaulle, a quasi ottant'anni, è entrato gloriosamente nella storia della Repubblica francese e sceglie egli stesso quando e come uscirne. Preso atto dei risultati del referendum, alle ore 0:11 del 28 aprile 1969 annuncia le proprie dimissioni con effetto immediato da mezzogiorno.

Per evitare di essere implicato nella campagna elettorale per la sua successione, parte per un soggiorno di un mese (dal 10 maggio al 19 giugno, da dove vota per procurazione per il nuovo Presidente) in Irlanda, a Sneem (10-23/05), a Cashel (24/05-03/06), a Killarney (04-17/06) e infine a Dublino (17-19/07), dove è ricevuto il 17 giugno dal Presidente della Repubblica d'Irlanda Éamon de Valera all'Áras an Uachtaráin. Dal 3 al 27 giugno 1970 effettua un viaggio privato in Spagna, ed è ricevuto dal generale Franco, l'8 giugno a Madrid.


De Gaulle in seguito passa la maggiore parte del tempo nella sua residenza de La Boisserie a Colombey-les-Deux-Églises, dove lavora al séguito delle sue Mémoires de guerre, il 18 settembre è pubblicato il 5° (e ultimo) volume di Discours et messages e il 12 ottobre il 1° volume di Mémoires d'espoir, la morte gli impedirà di completare il 2° volume (solo i primi due capitoli erano pronti per la stampa) e di redigerne il 3°.


Il 9 novembre 1970, come era sua abitudine, il Generale comincia una partita a solitario nella biblioteca della Boisserie, verso le 19:00 ha un malore causato dalla rottura di un aneurisma e muore alle 19:30. Nell'annunciare la sua morte in televisione, il nuovo presidente della Repubblica Georges Pompidou pronuncia la frase: «Françaises, Français, le général de Gaulle est mort. La France est veuve» ("Francesi, Francesi, il generale de Gaulle è morto. La Francia è vedova")[26][27].


I funerali furono celebrati il 12 novembre 1970 in forma privata a Colombey-les-Deux-Églises, il feretro fu trasportato su un engin blindé de reconnaissance dalla Boisserie verso la chiesa del villaggio, in presenza di una grande folla, di una delegazione dell'Armée française e dei compagni dell'Ordine della Liberazione. Una messa in memoria, in presenza di numerosi capi di stato stranieri (tra cui Gustav Heinemann, Richard Nixon, Baldovino del Belgio, Carlo, principe di Galles, Giuseppe Saragat e Nikolaj Viktorovič Podgornyj)[28], si tenne nella cattedrale di Notre-Dame.


De Gaulle è sepolto nel cimitero di Colombey-les-Deux-Églises, accanto alla figlia Anne e insieme alla moglie Yvonne (morta 9 anni dopo); a qualche metro riposano il genero Alain de Boissieu (1914-2006), la figlia Elisabeth (1924-2013) e la nuora Henriette (1929-2014)[29].



Posterità |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Gollismo.



L'imponente Croce di Lorena del Mémorial Charles de Gaulle, a Colombey-les-Deux-Églises.




La statua del generale de Gaulle sull'avenue des Champs-Élysées (place Clemenceau) a Parigi (la frase riportata nell incipit della pagina è iscritta sull'altro lato del basamento).




La statua del Generale de Gaulle a Carlton House Terrace a Londra, davanti al suo QG del 1940.




La statua del Generale de Gaulle sul Cours du Général-De Montcalm a Québec, accanto all'Hôtel Le Concorde Québec.




La statua del Generale de Gaulle sulla Piazza Charles de Gaulle a Mosca, davanti l'Hotel Cosmos.




Yvonne de Gaulle battezza il primo Caravelle «Lorraine» dell'Air France il 23 marzo 1959.




Con il lancio di Astérix, nel 1965, la Francia diventa la quarta potenza spaziale dopo l'URSS, l'USA e l'Italia.



Omaggi |


Alcune settimane dopo la morte di de Gaulle, il 23 dicembre 1970, è adottata la legge n° 70-1206 sull'«esonerazione dei diritti di mutazione sulla successione del generale de Gaulle» per «servizi eccezionali resi alla Nazione». La legge è presentata al Parlamento dal segretario di Stato all'Economia e alle Finanze, Jacques Chirac.


Nel 1972, è inaugurato sulle colline di Colombey-les-Deux-Églises, il mémorial Général de Gaulle, segnalato da una grande croce di Lorena in granito. Il nuovo mémorial Général de Gaulle è inaugurato l'11 ottobre 2008 dal Presidente francese Nicolas Sarkozy e dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel.


Inaugurato nel febbraio 2008 nel sottosuolo dell'Hôtel des Invalides, l'historial Charles de Gaulle è una della componenti del Musée de l'Armée.


Il nome di Charles de Gaulle è stato dato a numerose arterie, ponti o immobili importanti dei comuni francesi: nel 2007, la Fondation Charles-de-Gaulle contava 3 634 comuni che avevano una o più vie «de Gaulle»[30], le municipalià di destra o di centro sceglievano generalmente la forma militare «Général-de-Gaulle», mentre quelle di sinistra più generalmente la forma civile « Charles-de-Gaulle ». Si possono citare in particolare la place Charles-de-Gaulle (ex place de l'Étoile) e il pont Charles-de-Gaulle a Parigi o l'Aéroport Charles-de-Gaulle (ex Aéroport de Roissy).


Il 4 aprile 2005, durante un'emissione di France 2 diffusa in diretta dal Sénat, egli è designato dai telespettatori come «il più grande francese di tutti i tempi», superando anche Louis Pasteur, l'Abbé Pierre, Marie Curie, Coluche, Victor Hugo. Una parte dei centristi, ma anche della sinistra, come Régis Debray, dichiara oggi di trovare in lui una fonte di ispirazione.


Secondo un sondaggio effettuato nel 2005, nel contesto del 10º anniversario della morte di François Mitterrand, quest'ultimo, all'epoca solo presidente di sinistra della V Repubblica, è considerato come il miglior presidente dal 35%, seguito da Charles de Gaulle (30%) e Jacques Chirac (12%), che si rivendica gollista.


Un altro sondaggio realizzato da BVA nel 2009 indica che l'87% dei francesi giudicano positivamente la presidenza di de Gaulle, classificandolo così in prima posizione tra i presidenti della V Repubblica. Un altro sondaggio di BVA nel 2013 va nella stessa direzione: con 89% di opinioni positive de Gaulle appare come il presidente preferito dei francesi, mentre Mitterrand non è che in quinta posizione con 55%, dietro Pompidou (83%), Chirac (58%) e Giscard d'Estaing (57%).


Nel novembre 2010, in occasione del 40º anniversario della sua scomparsa, un sondaggio di TNS Sofres qualifica de Gaulle di «personaggio il più importante della storia di Francia» per il 44%, davanti a Napoleone (14%), Carlo Magno (14%), Jean Jaurès (12%), Luis XIV (7%) e Léon Blum (4%). Un'inchiesta realizzata dall'Ifop nell'aprile 2011 indica che il 45% dei francesi considerano il generale de Gaulle come colui che ha maggiormente cambiato la Francia, superando tutti gli altri presidenti della V Repubblica [Mitterrand (29%), Sarkozy (11%), Chirac (8%), Giscard d'Estaing (3%) e Pompidou (3%)].


Delle statue sono state erette in sua memoria anche all'estero: a Québec, Londra, Varsavia o Mosca. La Repubblica Popolare Cinese gli è molto pubblicamente riconoscente perché de Gaulle l'aveva riconosciuta diplomaticamente nel 1964. Israele invece riteneva più duramente le sue dichiarazioni sensazionali del 1967 che il culto popolare che era voluto all'«uomo del 18 giugno», che si poteva confrontare fino a quel momento, come ricordato da Éric Roussel, a quello di «Padre della Nazione» di David Ben Gurion. Il mondo arabo si ricorda di lui per le sue critiche contro l'occupazione di Gaza e della Cisgiordania. Ben Bella rese omaggio a de Gaulle come al più valoroso degli avversari del FLN: «Capo militare, è lui che ha portato contro di noi i colpi più duri», ma che finì per accettare l'indipendenza algerina; in effetti, per Ben Bella: «De Gaulle guardava più lontano» e «De Gaulle non era un politicante. Aveva quella dimensione internazionale che manca troppo spesso ai dirigenti attuali». A coloro che gli rimproveravano di essere rimasto un cliente della Francia gollista (Françafrique) Léopold Sédar Senghor replicava che pochi capi di Stato occidentali potevano vantarsi di aver rischiato personalmente la propria vita per realizzare l'indipendenza delle colonie. Il Líder Máximo Fidel Castro aveva dichiarato davanti a delle telecamere di aver trovato in de Gaulle un modello dopo la lettura delle sue Mémoires de guerre. L'America Latina o il Vietnam apprezzano ancor'oggi l'uomo che si opponeva alla dominazione statunitense, il Québec colui che rifiutava la predominanza anglofona.


Luoghi gaulliens[31]



  • Association Charles de Gaulle e Institut Charles de Gaulle - Liban (dal 2016) a Beirut[32];

  • "Boisserie", la dimora ufficiale della famiglia de Gaulle a Colombey-les-Deux-Églises;

  • "Croix de Lorraine" a Colombey-les-Deux-Églises;


  • Historial Charles-de-Gaulle (dal 2008) presso il Musée de l'Armée all'Hôtel des Invalides a Parigi;


  • Institut Charles-de-Gaulle (1971-2006) e Fondation Charles-de-Gaulle (dal 1991)[33];

  • "Maison natale" di Charles de Gaulle a Lilla;


  • Mémorial Charles-de-Gaulle (dal 1972) a Colombey-les-Deux-Églises;


Altri luoghi intitolati a de Gaulle



  • Aeroporto di Parigi Charles de Gaulle (dal 1974);


  • Charles de Gaulle - Étoile (dal 1970) stazione della metropolitana di Parigi;


  • Charles de Gaulle (R 91) (dal 2001) portaerei nucleare della Marine nationale;


  • Place Charles-de-Gaulle (dal 1970) a Parigi;


  • Place Charles-de-Gaulle (Bayeux) (dal 1946) a Bayeux;


  • Place du Général-de-Gaulle (Lilla) (dal 1944) a Lilla;


  • Place du Général-de-Gaulle (Marsisglia) (dal 1970) a Marsiglia;


  • Place du Général-de-Gaulle (Rouen) (dal 1944) a Rouen;


  • Piața Charles de Gaulle (dal 1990) a Bucarest;


  • Ploŝadʹ Šarlâ de Gollâ (dal 1990) a Mosca;


  • Pont Charles-de-Gaulle (dal 1998) a Parigi;


  • Pont Charles-De Gaulle (Montréal) (dal 1985) a Montréal;


  • Stade Charles-de-Gaulle a Porto-Novo in Benin;

  • Numerose strade, avenue, boulevard, piazze, spianate, statue, stazioni e ponti sono intitolati a Charles-de-Gaulle o al Général-de-Gaulle in Francia e all'estero.



Lascito storico |


La Costituzione francese del 1958 dura ormai da più di mezzo secolo, con alcune modifiche. «L'uomo di Londra» (o «L'uomo del 18 giugno») è entrato in un passato mitico nel quale, per i francesi, lui incarna, e lui solo, l'opposizione al Governo di Vichy.


Gli anni che l'economista Jean Fourastié ha chiamato i Trenta Gloriosi (1945-1975)[34] hanno lasciato ai francesi il ricordo di un'epoca, se non felice (due guerre coloniali), almeno di crescita e prosperità. «Noi non siamo i più ricchi, noi non siamo i più potenti, ma io vi garantisco che noi siamo fra i più felici», affermava Georges Pompidou durante i consueti auguri di fine anno ai francesi. Ora, la fine di questo periodo felice corrisponde approssimativamente a quello di de Gaulle: difficile quindi in queste condizioni separare oggettivamente quello che è dovuto all'uomo e al suo delfino designato (Georges Pompidou) da quello che è dovuto al contesto economico.


Il primo presidente della quinta Repubblica francese appare invece oggi come uno degli ultimi grandi uomini capaci di fare la storia, lui che ha saputo spesso muovere gli eventi invece di lasciarsi muovere da essi; "protagonista della storia politica europea del Novecento, Charles de Gaulle è stato anche un pioniere nel ricorso ai mass media"[35]. In maniera più aneddotica, molti tratti della sua personalità avevano generato una simpatia dei francesi verso la sua persona: innanzitutto il suo vocabolario non convenzionale per un uomo politico della sua epoca e della sua età («culbute», «chienlit»), le sue battute spiritose[36] («Perché volete voi che a 67 anni, io cominci una carriera di dittatore?»[37]), o il suo senso della replica (durante una conferenza stampa, egli risponde a un giornalista la cui domanda era semplicemente «Come state?» con «Non sto male, ma rassicuratevi: un giorno non mancherò di morire»[38]); a Louis Vallon che avrebbe urlato «Morte agli stupidi!» durante una riunione, ai tempi del RPF, de Gaulle rispose: «Vasto programma!»[39]. Noti sono anche il suo disprezzo esibito per i partiti politici e, infine, la sua sfiducia verso una destra che non lo amava (e che glielo fece vedere nel 1969), così come verso una sinistra che non aveva mai veramente sostenuto il progetto di partecipazione dei salariati ai benefici della loro impresa, che gli era caro (conformemente alla sua politica direttamente ispirata dal cattolicesimo sociale[40]). De Gaulle era, in uno spirito molto «Asterix», uno di quei «piccoli che non si lasciano sopraffare dai grandi».[41] Non ci si sorprende quindi della sua dichiarazione secondo la quale il suo libro preferito sarebbe Cyrano de Bergerac. Egli fece un giorno questa constatazione ironica: «In fondo, voi sapete, il mio solo rivale internazionale è Tintin».


Il generale de Gaulle ha pianificato e modernizzato la ricerca e l'industria con l'impulso dello Stato. È durante il suo periodo che datano gli inizi dei grandi programmi che hanno fatto la forza dell'industria francese e che trovano il loro risultato oggi nelle grandi imprese francesi o europee:



  • nell'aeronautica, la creazione di Sud Aviation e poi Nord Aviation (che diventeranno l'Aérospatiale), il Caravelle e il Concorde[42] hanno dato nascita in seguito ad Airbus Industrie;

  • nell'aerospaziale, la creazione del Centre national d'études spatiales (CNES) nel 1961, il programma spaziale francese delle «Pierres Précieuses» e il lanciatore Diamant – il primo lanciatore costruito al di fuori degli USA e dell'URSS – hanno condotto alla nascita di Arianespace e dell'Agenzia Spaziale Europea (senza dimenticare che il Centre spatial guyanais prima di essere europeo fu realizzato per i bisogni dell'industria aerospaziale francese);

  • nel nucleare, la creazione del Commissariat à l'énergie atomique (CEA) nel 1945 ha permesso alla Francia di controllare l'insieme della filiera nucleare con la società Areva (e di dotarsi di una autonoma forza di dissuasione nucleare);

  • nell'informatica, gli obiettivi del Plan Calcul (del 1966) non furono raggiunti, ma, grazie in particolare alla creazione del CII (nel 1966) e dell'IRIA (in seguito INRIA) (nel 1967), la Francia è il solo Paese europeo che sia riuscito a conservare un costruttore informatico puramente francese, Bull – che produce oggi dei supercomputers – e che, insieme con Atos, è oggi un leader europeo dell'informatica;

  • nel settore petrolifero, creazione di Elf Aquitaine (in seguito Total); bancario, creazione della Banque nationale de Paris (in seguito BNP Paribas); televisivo, creazione dell'ORTF (in seguito Radio France, France Télévisions, TDF, SFP e INA); o ancora Alstom, Safran e Thales, che, anche se create successivamente, risultano della politica di integrazione industriale degli anni 60;

  • più in generale nella tecnologia, come ad esempio lo standard SÉCAM (adottato anche dall'URSS) o il turbotreno (da cui discende il TGV);[43]

  • e nella pianificazione del territorio: creazione dell'IAURP[44] (nel 1960), del CIAT[45] (nel 1960) e della DATAR[46][47] (nel 1963), che porteranno alla creazione di 9 villes nouvelles, di 13 métropoles d'équilibre e dello SDAURP [48]; istituzione di 21 circonscriptions d'action régionale (nel 1964) e riorganizzazione della Région parisienne (nel 1964), da 3 ad 8 dipartimenti.



Onorificenze |




Charles de Gaulle nel 1968.




Charles de Gaulle, Cavaliere dell'Ordine dei Serafini


Charles de Gaulle ha ricevuto almeno 80 tra onorificenze, distinzioni e decorazioni:[49][50]



Onorificenze francesi |












Gran Maestro dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine della Legion d'Onore
— 3 giugno 1944 – 20 gennaio 1946, come Presidente del governo provvisorio della Repubblica francese, Capo di Stato de facto della Francia Libera dal 25 agosto 1944; 8 gennaio 1959 – 28 aprile 1969, come Presidente della Repubblica francese, poi Gran Croce










Gran Maestro dell'Ordine della Liberazione (primo ed unico) e Compagno della Liberazione - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine della Liberazione (primo ed unico) e Compagno della Liberazione
— Gran Maestro dal 31 agosto 1947 a vita; Compagno della Liberazione, "Liberatore di Francia", dal 16 novembre 1940










immagine del nastrino non ancora presente Gran Croce dell'Ordine della Francia d'Oltremare
— 8 gennaio 1959 – 3 dicembre 1963, soppresso [51]










Gran Maestro dell'Ordine Nazionale al Merito - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine Nazionale al Merito
— 3 dicembre 1963 – 28 aprile 1969










Croce di guerra (1914-1918) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di guerra (1914-1918)
— 1915










Croce di guerra (1939-1945) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di guerra (1939-1945)
— 1939










Croce di Combattente (1930) - nastrino per uniforme ordinaria Croce di Combattente (1930)
— 28 luglio 1930










Medaglia degli evasi - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia degli evasi
— 1920










Medaglia interalleata francese della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata francese della vittoria
— 20 luglio 1922










Medaglia commemorativa della guerra 1914-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra 1914-1918
— 23 giugno 1920










Medaglia d'onore degli Zappatori-Pompieri - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'onore degli Zappatori-Pompieri











Medaglia commemorativa della battaglia di Verdun - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della battaglia di Verdun
«20 novembre 1916»



Onorificenze straniere |












Gran Cordone dell'Ordine del Dragone di Annam (Annam) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Cordone dell'Ordine del Dragone di Annam (Annam)











Gran Croce dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce dell'Ordine di Leopoldo (Belgio)
— 1945










Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale della Cambogia (Cambogia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale della Cambogia (Cambogia)











Cavaliere dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca)
— 5 aprile 1965[52]










Gran Croce con Collare dell'Ordine della Rosa Bianca di Finlandia (Finlandia) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce con Collare dell'Ordine della Rosa Bianca di Finlandia (Finlandia)
— 1962










Classe speciale della Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania (Repubblica Federale di Germania) - nastrino per uniforme ordinaria
Classe speciale della Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania (Repubblica Federale di Germania)











Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana (Italia) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana (Italia)
— Roma, 16 giugno 1959[53]










Gran Collare dell'Ordine nazionale del Cedro (Libano) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Collare dell'Ordine nazionale del Cedro (Libano)











Gran Croce dell'Ordine del Milione di Elefanti e del Parasole Bianco (Laos) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce dell'Ordine del Milione di Elefanti e del Parasole Bianco (Laos)











Collare dell'Ordine dell'Aquila azteca (Messico) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine dell'Aquila azteca (Messico)











Gran Croce dell'Ordine di San Carlo (Monaco) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce dell'Ordine di San Carlo (Monaco)











Membro dell'Ordine di Ojaswi Rajanya (Nepal) - nastrino per uniforme ordinaria
Membro dell'Ordine di Ojaswi Rajanya (Nepal)











Gran Croce dell'Ordine Reale Norvegese di Sant'Olav (Norvegia) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce dell'Ordine Reale Norvegese di Sant'Olav (Norvegia)











Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Virtuti militari (Polonia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Virtuti militari (Polonia)











Croce d'Argento dell'Ordine Virtuti militari (Polonia) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce d'Argento dell'Ordine Virtuti militari (Polonia)
— 1920[54]










Gran Croce onorario dell'Ordine Reale Vittoriano (G.C.V.O., hon., Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce onorario dell'Ordine Reale Vittoriano (G.C.V.O., hon., Regno Unito)











decorato di Royal Victorian Chain (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria
decorato di Royal Victorian Chain (Regno Unito)
— 1960










Cavaliere dell'Ordine supremo del Cristo (Santa Sede) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine supremo del Cristo (Santa Sede)
— 1959










Cavaliere del Reale Ordine dei Serafini (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere del Reale Ordine dei Serafini (Svezia)
— 8 maggio 1963[55]










Comandante della Legion del Merito (Stati Uniti d'America) - nastrino per uniforme ordinaria
Comandante della Legion del Merito (Stati Uniti d'America)











Cavaliere dell'Ordine della Casata Reale di Chakri (Thailandia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Casata Reale di Chakri (Thailandia)




Titoli e privilegi religiosi |


Quale Presidente della Repubblica:



  • Primo e unico canonico d'onore della basilica di San Giovanni in Laterano (Santa Sede)

  • Proto-canonico della cattedrale di Notre-Dame d'Embrun

  • Proto-canonico della basilica di Notre-Dame di Cléry

  • Canonico onorario delle cattedrali di Saint Jean-Baptiste di Saint-Jean-de-Maurienne, di Saint-Julien di Mans, di Saint-Maurice d'Angers, di Saint-Jean di Lione, di Saint-Étienne di Cahors e di Saint-Étienne di Châlons

  • Canonico onorario delle chiese di Saint-Hilaire di Poitiers, di Saint-Martin di Tours e di Saint-Germain-des-Prés a Parigi



Bibliografia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Gollismo § Bibliografia e Philippe de Gaulle § Bibliografia.


Opere di Charles de Gaulle |



  • (FR) Charles de Gaulle, La discorde chez l'ennemi, 1ª ed., Paris, Berger-Levrault, 1924.

  • (FR) Charles de Gaulle, Le Fil de l'épée, 1ª ed., Paris, Berger-Levrault, 1932.

  • (FR) Charles de Gaulle, Vers l'armée de métier, 1ª ed., Paris, Berger-Levrault, 1934.

  • (FR) Charles de Gaulle, La France et son armée, 1ª ed., Paris, Plon, 1938.

  • (FR) Charles de Gaulle, Trois études, 1ª ed., Paris, Berger-Levrault, 1945.


  • (FR) Charles de Gaulle, Mémoires de guerre, 3 volumi, 1ª ed., Paris, Plon, 1954-1959.[56]

    • (FR) Charles de Gaulle, L'Appel 1940-1942, in Mémoires de guerre, vol. 1, 1ª ed., Paris, Plon, 1954.

    • (FR) Charles de Gaulle, L'Unité 1942-1944, in Mémoires de guerre, vol. 2, 1ª ed., Paris, Plon, 1956.

    • (FR) Charles de Gaulle, Le Salut 1944-1946, in Mémoires de guerre, vol. 3, 1ª ed., Paris, Plon, 1959.




  • (FR) Charles de Gaulle, Discours et messages, 5 volumi, 1ª ed., Paris, Plon, 1970.[57]


  • (FR) Charles de Gaulle, Mémoires d'espoir, 2 volumi, 1ª ed., Paris, Plon, 1970-1971.[58]


  • (FR) Charles de Gaulle, Lettres, Notes et Carnets, a cura di Philippe de Gaulle, 13 volumi, 1ª ed., Paris, Plon, 1980-1997.[59]


  • (FR) Charles de Gaulle, Le Fil de l'épée et autres écrits, Paris, Plon, 1999, ISBN 9782259191395.[60]


  • (FR) Charles de Gaulle, Mémoires de guerre et mémoires d'espoir, Paris, Plon, 2016, ISBN 9782259249362.[61]



Opere su Charles de Gaulle |



  • (FR) AA.VV., Archives de la présidence de la République. Archives du général de Gaulle, 1945-1958. La France libre, la France combattante, le Gouvernement provisoire de la République française. Les années 1946-1958., Paris, Centre historique des Archives nationales, 2003, ISBN 2-86000-305-3.

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  • (FR) Yves de Gaulle, Un autre regard sur mon grand-père Charles de Gaulle, Paris, Plon, 2016, ISBN 9782259249119.



Opere su Charles de Gaulle in italiano |



  • Charles Williams, De Gaulle, Mondadori, 1997, ISBN 978-88-04-42731-5.

  • Daniele Caviglia, De Gaulle e il tentativo di spostare l'asse politico europeo: il piano Fouchet, CEDAM, 2000, ISBN 978-88-13-22791-3.

  • Don Cook, De Gaulle, tradotto da Loipo Maggio M., Dall'Oglio, 1987, ISBN 978-88-7718-625-6.

  • Donatella Campus, L'antipolitica al governo. De Gaulle, Reagan, Berlusconi, Il Mulino, 2007, ISBN 978-8815115133.

  • Edoardo Sogno, De Gaulle: la spada appesa al filo, Bietti, 1998, ISBN 978-88-8248-005-9.

  • Gaetano Quagliariello, De Gaulle, Rubbettino, 2012, ISBN 978-88-15-09445-2.

  • Gaetano Quagliariello, De Gaulle e il gollismo, Il Mulino, 2003, ISBN 978-88-4983-515-1.

  • Giancarlo Governi e Giorgio Sini, Un gallo per de Gaulle, Editrice Donchisciotte, 2004, ISBN 978-88-88889-06-1.

  • Ivano Russo, Politica estera e «diplomazia personale». Fanfani, de Gaulle e le relazioni italo-francesi negli anni Cinquanta, Franco Angeli, 2009, ISBN 978-88-568-0290-0.

  • Piera Bagnato, Pier Luigi Ballini, Jean-Dominique Durand e Alain Larcan, Giorgio La Pira e la Francia. Temi e percorsi di ricerca. Da Maritain a de Gaulle, a cura di Pier Luigi Ballini, Giunti Editore, 2005, ISBN 978-88-09-03905-6, SBN ITICCUUBO2731222.

  • Pietro Lugaro, De Gaulle : L'uomo che non conosciamo, Milano, Edizioni Paoline, 1992, ISBN 978-8831506793.

  • Régis Debray, A domani, presidente. De Gaulle, la sinistra, la Francia, Marsilio, 1991, ISBN 978-88-7718-625-6.

  • Riccardo Brizzi e Michele Marchi, Charles de Gaulle, Il Mulino, 2008, ISBN 978-8815125699.

  • Riccardo Brizzi, L'uomo dello schermo. De Gaulle e i media, Il Mulino, 2011, ISBN 978-8815147288.

  • Sara Gentile, Capo carismatico e democrazia: il caso de Gaulle, Franco Angeli, 1998, ISBN 978-88-464-0663-7.

  • Umberto Coldagelli, La quinta Repubblica. Da de Gaulle a Sarkozy. L'evoluzione di un presidenzialismo extra-costituzionale, Donzelli, 2009, ISBN 978-88-6036-304-6.

  • Valentina Sommella, Un'alleanza difficile. Churchill, de Gaulle e Roosevelt negli anni della guerra, Aracne, 2005, ISBN 978-88-548-0265-0.



Media |



Documentari |




  • Le Général de Gaulle et les hommes du 18 juin

  • La naissance de la Vème République

  • 1987 - (EN) De Gaulle ou l'eternel défi, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 1995 - C'était de Gaulle (1995)

  • 2001 - Charles de Gaulle, le devoir de combattre

  • 2005 - Charles de Gaulle, un destin français

  • 2005 - (EN) De Gaulle intime, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2005 - De Gaulle le retour, 13 mai 1958

  • 2006 - (EN) Yvonne de Gaulle, le rendez-vous de novembre, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2006 - (EN) Les derniers jours de Charles de Gaulle, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2007 - (EN) De Gaulle - Naissance d'un mythe?, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2009 - De Gaulle, la fin d'un règne

  • 2010 - Mémoires de Guerre du général de Gaulle

  • 2011 - (EN) De Gaulle, notre president, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2012 - (EN) De Gaulle, le géant aux pieds d'argile, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2012 - (EN) De Gaulle, le dernier des géants, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2015 - (EN) Charles avant De Gaulle, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2015 - (EN) De Gaulle 1940-1944, l'homme du destin, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2017 - (EN) De Gaulle, le dernier roi de France, su Internet Movie Database, IMDb.com.




Docudrama |




  • 1983 - (EN) Le général a disparu, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 1990 - (EN) Moi, général de Gaulle, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2006 - (EN) Ils voulaient tuer de Gaulle, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2006 - (EN) Le grand Charles, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2009 - (EN) Adieu de Gaulle, adieu, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2010 - (EN) Ce jour-là, tout a changé - L'Appel du 18 Juin, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2010 - (EN) Je vous ai compris : de Gaulle, 1958-1962, su Internet Movie Database, IMDb.com.

  • 2015 - (EN) La case du siècle - Le jour où De Gaulle a choisi la guerre, su Internet Movie Database, IMDb.com.




Film |



  • 1973 - Il giorno dello sciacallo (tratto dall'omonimo romanzo)



Note |




  1. ^ Solo RPF fu fondato e diretto da de Gaulle, in seguito altri partiti gollisti ne appoggiarono la sua azione di governo, ma de Gaulle non era membro di questi partiti: UNR (1958-1967), UDT (1959-1967), UDR (1968), UDR (1968-1976).


  2. ^ (FR) De Gaulle, Saint-Cyrien, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2016).


  3. ^ (FR) De Gaulle, la Grande-Bretagne et la France-libre 1940-1943, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2016).


  4. ^ Ingresso all'ESM Saint-Cyr.


  5. ^ Diplomato dell'ESM Saint-Cyr.


  6. ^ Messo in pensione come misura disciplinare all'Appello del 18 giugno.


  7. ^ Liberazione di Parigi e della Francia.


  8. ^ Mitterrand però una volta arrivato al potere (dal 1981 al 1995) non farà nulla per modificare il regime semipresidenziale francese, anzi farà ampio uso del sistema per ben 14 anni.


  9. ^ Le Mémoires de guerre gli valsero una candidatura per il Premio Nobel per la letteratura del 1963, l'ingresso nella celebre Bibliothèque de la Pléiade nel 2000 e furono iscritte al programma del baccalaureato di letteratura nel 2010-2011 e nel 2012-2013.


  10. ^ ab Alain de Boissieu fu Compagnon de la Libération e Grand chancelier de la Légion d'honneur (1975-1981); si dimette da questa funzione nel 1981 per non dover consegnare il collier di Gran Maestro dell'Ordine al neoeletto presidente Mitterrand, che nel 1964 aveva scritto – contro de Gaulle – il libro "Le Coup d'État permanent"; nel 1962 è in macchina insieme al Generale e alla moglie Yvonne durante l'attentato del Petit-Clamart e in questa occasione probabilmente salva la vita del Generale intimandogli di mettersi al riparo.


  11. ^ (FR) Fondation Anne de Gaulle, su fondation-anne-de-gaulle.org.


  12. ^ De Gaulle, Vers l'armée de métier.


  13. ^ Traduzione:
    A TUTTI I FRANCESI !
    La Francia ha perduto una battaglia !
    Ma la Francia non ha perduto la guerra !
    Dei governanti d'occasione si sono permessi di capitolare, cedendo al panico, dimenticando l'onore, consegnando il paese alla schiavitù. Tuttavia, niente è perduto.
    Niente è perduto, perché questa guerra è una guerra mondiale. Nel mondo libero, forze immense non si sono ancora espresse. Un giorno, queste forze schiacceranno il nemico. È necessario che la Francia, quel giorno, sia partecipe della vittoria. Allora, essa ritroverà la sua libertà e la sua grandezza. Tale è il mio scopo, il mio unico scopo !
    Ecco perché io chiamo i Francesi, ovunque essi si trovino, a unirsi a me nell'azione, nel sacrificio e nella speranza.
    La nostra patria è in pericolo di morte, lottiamo per salvarla !
    VIVA LA FRANCIA !
    Generale DE GAULLE
    Quartier Generale, 4 Carlton Gardens, Londra.



  14. ^ (FR) Charles de Gaulle, INA, 25 agosto 1944.
    «Paris, Paris outragé, Paris brisé, Paris martyrisé mais Paris libéré ! Libéré par lui-même, libéré par son peuple avec le concours des armées de la France, avec l'appui et le concours de la France tout entière : c'est-à-dire de la France qui se bat. C'est-à-dire de la seule France, de la vraie France, de la France éternelle.».



  15. ^ Jacques Foccart (1913-1997) è stato dal 1958 al 1974 segretario generale dell'Eliseo per gli affari africani, in pratica il reale ispiratore della politica francese nel "continente nero" (Françafrique) sotto de Gaulle e Pompidou. Oltre a rivestire ruoli di primo piano all'interno del movimento gollista, è stato uno dei capi del Service d'action civique (SAC), guardia pretoriana al servizio del partito gollista.


  16. ^ Nel 1961 viene indetto il Referendum sull'autodeterminazione in Algeria con il quale tutto il popolo francese (della Métropole, dell'Outre-mer e dell'Algeria francese) approva che l'autodeterminazione dell'Algeria sarà decisa dagli algerini. Quindi, in seguito agli Accordi di Évian (1962), i francesi della Métropole approvano tramite referendum questi accordi e poi gli algerini dell'Algeria francese approvano tramite referendum gli accordi e accedono all'indipendenza.


  17. ^ Filmato audio (FR) Allocution du Grl de Gaulle : "quarteron de généraux", INA, 23 aprile 1961.
    «Ce pouvoir a une apparence : un quarteron de généraux en retraite. Il a une réalité : un groupe d'officiers, partisans, ambitieux et fanatiques.».



  18. ^ (FR) Conseil Constitutionnel, Décision n° 62-20 DC du 6 novembre 1962, su conseil-constitutionnel.fr, 7 novembre 1962 (archiviato il 31 agosto 2017).


  19. ^ (EN) Candidates for the 1963 Nobel Prize in Literature, su nobelprize.org, 2 gennaio 2014 (archiviato il 23 agosto 2016).


  20. ^ Erin Mahan, Kennedy, de Gaulle, and Western Europe, 9780333984574, 0333984579, Palgrave Macmillan, 2002.


  21. ^ Filmato audio (FR) Charle de Gaulle «Vive le Québec libre !», INA, 24 luglio 1967.
    «Vive Montréal ! Vive le Québec ! Vive le Québec... libre ! Vive le Canada français ! Et vive la France !».



  22. ^ Filmato audio (FR) Allocution radiodiffusée du 30 mai 1968, INA, 30 maggio 1968.
    «Françaises, Français. Étant le détenteur de la légitimité nationale et républicaine, j'ai envisagé, depuis vingt quatre heures, toutes les éventualités, sans exception, qui me permettraient de la maintenir. J'ai pris mes résolutions. Dans les circonstances présentes, je ne me retirerai pas. J'ai un mandat du peuple, je le remplirai. Je ne changerai pas le Premier ministre, dont la valeur, la solidité, la capacité, méritent l'hommage de tous. Il me proposera les changements qui lui paraîtront utiles dans la composition du gouvernement. Je dissous aujourd'hui l'Assemblée nationale.».



  23. ^ La regionalizzazione sarà poi realizzata, con la Loi Defferre, nel 1982.


  24. ^ Il sistema politico francese è bicamerale; ma poiché il Senato è eletto in maniera indiretta (a differenza dell'Assemblea nazionale che è eletta direttamente dai francesi), esso non ha influenza sul governo – il governo non ha bisogno della maggioranza (e della fiducia) del Senato per governare, ma solo della maggioranza (e della fiducia) dell'Assemblea nazionale – e inoltre è l'Assemblea nazionale che ha l'ultima parola nel processo legislativo in caso di bloccaggio tra le due camere (bicameralismo imperfetto). Il nuovo Senato sarebbe stato il risultato della fusione del vecchio Senato con il CESE (l'omologo francese del CNEL) e avrebbe avuto un ruolo unicamente consultativo (non più legislativo).


  25. ^ (FR) Allocution du général de Gaulle, président de la République, INA, 25 aprile 1969.
    «Votre réponse va engager le destin de la France, parce que si je suis désavoué par une majorité d'entre vous, solennellement, sur ce sujet capital et quels que puissent être le nombre, l'ardeur, le dévouement de l'armée de ceux qui me soutiennent et qui de toute façon, détiennent l'avenir de la patrie, ma tâche actuelle de Chef de l'Etat deviendra évidemment impossible et JE CESSERAI AUSSITÔT D'EXERCER MES FONCTIONS.».



  26. ^ (FR) 9 novembre 1970 : «Le général de Gaulle est mort. La France est veuve», su leparisien.fr, 9 novembre 2010.


  27. ^ Filmato audio (FR) Déclaration de Georges Pompidou, INA, 10 novembre 1970.


  28. ^ (FR) Délégations officielles étrangères présentes à Notre-Dame-de-Paris le 12 novembre 1970 - charles-de-gaulle.org, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2015).


  29. ^ (FR) Qui repose à Colombey-les-Deux-Églises ?, su bertrandbeyern.fr. URL consultato il 23 marzo 2016 (archiviato il 23 marzo 2016).


  30. ^ (FR) Les voies de Gaulle, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2017).;
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  31. ^ (FR) Les Lieux Gaulliens, su charles-de-gaulle.org (archiviato il 30 agosto 2017).


  32. ^ (FR) L'Institut Charles de Gaulle - Liban, su charles-de-gaulle.org (archiviato il 30 agosto 2017).


  33. ^ (FR) Les présidents de l'Institut et de la Fondation Charles de Gaulle, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2016).


  34. ^ In Italia questo medesimo periodo di crescita economica del dopoguerra è chiamato il miracolo economico italiano.


  35. ^ R. Brizzi, L'uomo dello schermo. De Gaulle e i media, Bologna, Il Mulino, 2011.


  36. ^ (FR) Aude Vassallo, Les "petites phrases" du Général, INA, 13 novembre 2017 (archiviato il 13 novembre 2016).


  37. ^ Filmato audio (FR) Charles de Gaulle et la carrière de dictateur, INA, 19 maggio 1958.
    «Est-ce que j'ai jamais attenté aux libertés publiques fondamentales ? Je les ai rétablies. Et y ai-je une seconde attenté jamais ? Pourquoi voulez-vous qu'à 67 ans, je commence une carrière de dictateur ?».



  38. ^ Filmato audio (FR) Charles de Gaulle et "Je ne vais pas mal", INA, 4 febbraio 1965.
    «Je vais vous répondre tout de suite. Je ne vais pas mal mais rassurez-vous un jour je ne manquerai pas de mourir.».



  39. ^ (FR) Marcel Jullian, De Gaulle, pensées répliques et anecdotes, Parigi, France loisirs, 1995 [1994], p. 198, ISBN 978-2724284621.


  40. ^ (FR) Gérard Bardy, Charles le catholique - De Gaulle et l'Église, Parigi, Plon, 2011, ISBN 978-2259212571.


  41. ^ Bardy, p. 15


  42. ^ Filmato audio (FR) Allocution du 27 avril 1965, INA, 27 aprile 1965.
    «Nous nous unissons à l'Angleterre pour construire le premier avion de transport supersonique du monde. Nous sommes prêts à étendre à d'autres types d'appareils, civils ou militaires, cette collaboration franco-britannique.».



  43. ^ (FR) Charles de Gaulle, De Gaulle et la technologie, in Gilles Marchandon e Patrice Noailles (a cura di), Politiques & technologies, prefazione di Stanley Hoffmann e introduzione di Jacques Chirac, Paris, Seillans, 1994, ISBN 9782950712011, OCLC 464958810.


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  56. ^ Inserite nel 2000 nella Bibliothèque de la Pléiade (n. 465).


  57. ^ Discours et messages comprende 5 volumi:

    • Tome I. Pendant la Guerre (juin 1940-janvier 1946),

    • Tome II. Dans l'Attente (février 1946-avril 1958),

    • Tome III. Avec le Renouveau (mai 1958-juillet 1962),

    • Tome IV. Pour l'Effort (août 1962 - décembre 1965),

    • Tome V. Vers le Terme (janvier 1966-avril 1969).




  58. ^ Mémoires d'espoir comprende 2 volumi:

    • Tome I. Le Renouveau 1958-1962 Plon, 1970,

    • Tome II. L'Effort 1962-, Plon, 1971.




  59. ^ Lettres, Notes et Carnets comprende 13 volumi pubblicati tra il 1980 e il 1997:

    • Tome 1 : 1905-1918, Plon, 1980,

    • Tome 2 : 1919-juin 1940, Plon, 1980,

    • Tome 3 : juin 1940-juillet 1941, Plon, 1981,

    • Tome 4 : juillet 1941-mai 1943, Plon, 1982,

    • Tome 5 : juin 1943-mai 1945, Plon, 1983,

    • Tome 6 : mai 1945-juin 1951, Plon, 1984,

    • Tome 7 : juin 1951-mai 1958, Plon, 1985,

    • Tome 8 : juin 1958-décembre 1960, Plon, 1985,

    • Tome 9 : janvier 1961-décembre 1963, Plon, 1986,

    • Tome 10 : janvier 1964-juin 1966, Plon, 1986,

    • Tome 11 : juillet 1966-avril 1969, Plon, 1987,

    • Tome 12 : mai 1969-novembre 1970, Plon, 1988,

    • Tome 13 : compléments de 1924 à 1970, Plon, 1997.




  60. ^ Le Fil de l'épée et autres écrits è una raccolta dei primi scritti di de Gaulle e comprende :


    • La Discorde chez l'ennemi,


    • Le fil de l'épée,


    • Vers l'armée de métier,


    • La France et son armée,


    • Trois études,


    • Articles et écrits,


    • Mémorandum.




  61. ^ Mémoires de guerre et mémoires d'espoir è una raccolta che comprende i 3 volumi delle Mémoires de guerre e i 2 volumi delle Mémoires d'espoir.


  62. ^ France-Soir, Jean-Pierre Thiollet, 14 X 2011



Voci correlate |




  • Accordo tripartito

  • Appello del 18 giugno

  • Crisi tra Francia e Monaco

  • Croce di Lorena

  • Force de frappe

  • Françafrique

  • France libre


  • Gollismo, RPF e UNR

  • Le plus grand français de tous les temps

  • Repubblica semipresidenziale

  • Resistenza francese


  • Unione e Comunità francese




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Collegamenti esterni |




  • Gaulle, Charles-André-Joseph-Marie de, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011.

  • (FR) Les présidents depuis 1848 : Charles de Gaulle, su elysee.fr.


  • (FR) Fondation et Institut Charles de Gaulle, su charles-de-gaulle.org.

    • (FR) Historial Charles de Gaulle, su musee-armee.fr.

    • (FR) Mémorial Charles de Gaulle, su memorial-charlesdegaulle.fr.

    • (FR) Charles de Gaulle – paroles publiques, su fresques.ina.fr.



  • (FR) Cercle d'Études Charles de Gaulle, su charlesdegaulle.be.

  • (FR) 2 juillet 1940: première apparition filmée du général de Gaulle depuis son arrivée à Londres, su ecpad.fr.

  • (EN) Charles de Gaulle (Character), su Internet Movie Database, IMDb.com.



























































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