Chitarra
































Chitarra

My Mates 3 (2082240480).jpg
Diversi tipi di chitarre (da sinistra: resofonica, classica, elettrica, folk). Ci sono anche: al centro un dulcimer e, poggiati in orizzontale, una Keytar e un mandolino
Informazioni generali
Origine

Europa
Invenzione
evoluta dal 1500 circa al XVIII secolo
Classificazione

321.322
Cordofoni composti, con corde parallele alla cassa armonica, a pizzico
Famiglia

Liuti a manico lungo
Uso

Musica medievale
Musica rinascimentale
Musica barocca
Musica galante e classica
Musica europea dell'Ottocento
Musica contemporanea
Musica pop e rock
Musica folk
Musica jazz e black music

Estensione

Chitarra – estensione dello strumento
Genealogia










 Antecedenti
Discendenti 
Chitarra barocca Chitarra elettrica
Ascolto


(info file)

La chitarra è uno strumento musicale cordofono a pizzico, che può essere suonato con i polpastrelli, con le unghie o con un plettro.




Indice






  • 1 Storia


    • 1.1 Le prime chitarre a sei corde


    • 1.2 L'innovazione di Antonio de Torres Jurado


    • 1.3 Christian Frederik Martin e la Chitarra Folk


    • 1.4 La nascita della chitarra elettrica




  • 2 La struttura e le sue parti


    • 2.1 Paletta


    • 2.2 Manico


    • 2.3 Capotasto


    • 2.4 Tastiera


      • 2.4.1 Tasti




    • 2.5 Corde


    • 2.6 Cassa armonica


      • 2.6.1 Fasce e fondo


      • 2.6.2 Tavola armonica




    • 2.7 Ponte


      • 2.7.1 Osso






  • 3 Accordatura


  • 4 Diapason


  • 5 Tipi di chitarre


    • 5.1 Chitarre acustiche


      • 5.1.1 Chitarra classica


      • 5.1.2 Chitarra folk


      • 5.1.3 Chitarre multicorde


      • 5.1.4 Chitarra a 12 corde


      • 5.1.5 Chitarra resofonica




    • 5.2 Chitarra elettrica


      • 5.2.1 Solid body


      • 5.2.2 Chitarre "semiacustiche"


      • 5.2.3 Chitarre acustiche elettrificate


      • 5.2.4 Chitarre elettriche "a piezo"






  • 6 Le tecniche


    • 6.1 Slide Guitar


    • 6.2 Fingerstyle


    • 6.3 Flatpicking


    • 6.4 Shred


    • 6.5 Altre tecniche utilizzate




  • 7 Chitarra ritmica


  • 8 Chitarra solista


  • 9 Note


    • 9.1 Note esplicative


    • 9.2 Note bibliografiche




  • 10 Bibliografia


  • 11 Voci correlate


  • 12 Altri progetti


  • 13 Collegamenti esterni





Storia |


.mw-parser-output .avviso .mbox-text-div>div,.mw-parser-output .avviso .mbox-text-full-div>div{font-size:90%}.mw-parser-output .avviso .mbox-image div{width:52px}.mw-parser-output .avviso .mbox-text-full-div .hide-when-compact{display:block}







chitarra sei corde di Gian Battista Fabricatore del 1795. Esposta al Museo degli strumenti musicali di Milano.


La chitarra moderna ha origine dalla chitarra barocca che a sua volta deriva dallo strumento medievale a cinque corde chiamato quinterna (dal latino "quinque" = cinque e dal persiano "tar" = corda).


I primi liuti arabi erano montati con sole 4 corde di fili di seta da qui la parola "Chahar" quattro e "Tar" corde da cui la parola araba Qîtâra. Le prime chitarre medievali avevano quattro corde come pure il liuto: dal greco kithára, e poi dal latino cithara derivano i termini guiterne (quinterna), Gittern, citola e chitarra.


Lo strumento più antico ritrovato simile ad una chitarra ha 3500 anni ed è stato scoperto nella tomba egizia di Har-Mose Sen-Mut[1].
A sua volta le radici vanno trovate nel setar persiano (Iran) e nella citara.


Dalla seconda metà del XVII secolo fino alla metà del XIX secolo, con i progetti e le innovazioni apportate in Spagna da Antonio de Torres, si ha la nascita del prototipo della chitarra classica moderna[2]


La conseguente diminuzione della sonorità, data dal fatto che si passa a sei corde semplici dalle dieci (cioè 5 corde doppie chiamate cori) o dodici corde (6 corde doppie) in uso sulla chitarra barocca, fu compensata dall'allargamento della cassa e dall'apertura completa della buca in mezzo alla tavola armonica[3]


La chitarra a sei corde sostituì la chitarra barocca perché più facile da maneggiare e suonare e con una struttura più robusta.
Questo passaggio dalla chitarra barocca a quella moderna può essere paragonato alla sostituzione della viola da gamba con il violoncello[4]



Le prime chitarre a sei corde |


Alla fine del XVIII secolo i liutai napoletani furono i primi a produrre chitarre a sei corde: erano di dimensioni piuttosto ridotte, costruite in acero o legni da frutto.
La chitarra napoletana più antica che conosciamo è del 1764 di Antonio Vinaccia, appartenente ad una longeva famiglia di liutai napoletani. Lo strumento è interessante perché presenta quasi tutte le caratteristiche della chitarra moderna.[Nota 1]


.mw-parser-output .citazione-table{margin-bottom:.5em;font-size:95%}.mw-parser-output .citazione-table td{padding:0 1.2em 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang{vertical-align:top}.mw-parser-output .citazione-lang td{width:50%}.mw-parser-output .citazione-lang td:first-child{padding:0 0 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang td:nth-child(2){padding:0 1.2em}






«Nell'Ottocento, l'arte della liuteria chitarristica aveva raggiunto, in Italia, un altissimo grado di raffinatezza: i Fabricatore [Giovanni Battista e Gennaro Fabricatore ][Nota 2] avevano autorevolmente guidato a Napoli la transizione tra gli strumenti settecenteschi e quelli nuovi, a sei corde semplici, e i Guadagnini avevano acquisito, con la loro dinastia, in quel di Torino, un meritato prestigio[5]»


(Angelo Gilardino)



Subito dopo anche in Spagna la chitarra a 6 corde cominciò ad affermarsi soprattutto a Malaga e Siviglia.[Nota 3] Anche in Francia, verso il 1820, fiorisce questa caratteristica grazie al liutaio Renѐ François Lacôte molto apprezzato da famosi chitarristi del suo tempo: Fernando Sor e Ferdinando Carulli. A Cremona, Carlo Bergonzi, attivo dal 1780-1820, costruisce alcune interessanti chitarre a 6 corde.[6][Nota 4]




Ritratto di Antonio de Torres



L'innovazione di Antonio de Torres Jurado |


I primi strumenti costruiti da Antonio de Torres arrivati a noi sono del 1854 e hanno già tutte le caratteristiche della chitarra classica moderna. De Torres fu il primo a concentrare la propria attenzione sulla tavola armonica, aumentandone la superficie e disponendo il ponticello nel punto di massima larghezza. Dispose tre catene trasversali, due sopra e una sotto la buca; nella parte sotto il ponte si trovano sette raggi simmetrici disposti a ventaglio. Nel 1862 costruì una chitarra con fasce e fondo di cartone per dimostrare le sue tesi sull'importanza della tavola armonica e dall'incatenatura. Torres fissò le misure moderne del manico e della tastiera e la forma del ponte[7]



Christian Frederik Martin e la Chitarra Folk |




Una chitarra Martin in stile Staufer(c.1838), New York


Christian Frederik Martin, liutaio tedesco, dopo aver imparato l'arte della liuteria presso la bottega della grande famiglia di liutai Staufer a Vienna, nel 1833 si trasferì a New York da Mark Neukirchen e affitta un negozio (precisamente a Hudson Street 196) per la sua attività di rivenditore, grossista e importatore di strumenti[8] Qui si dedica alla riparazione di vari strumenti in legno e alla creazione di sue chitarre acustiche, strutturate secondo il modello Legnani di Staufer e con corde di budello[9]


Nel 1920 la liuteria Martin (con la nuova azienda a Nazareth, Pennsylvania nel 1838) cominciò a costruire chitarre con corde in acciaio, grazie alla forte richiesta dei musicisti Country. Questo aumento di tensione, dato dalle corde in acciaio, portò forti adeguamenti alla struttura della cassa, adattando la speciale incatenatura della tavola ad "X" (già sviluppata verso il 1850). Questa incatenatura è ancora utilizzata nella maggior parte delle chitarre folk adesso in uso[10]



La nascita della chitarra elettrica |




Gibson L-5


La storia della chitarra elettrica inizia quando si avvertì l'esigenza di uno strumento che avesse alcune caratteristiche proprie della chitarra (specialmente per quanto attiene alle modalità di esecuzione), ma che potesse suonare insieme agli altri senza esserne sovrastato dal volume di suono. Orville Gibson (Chateaugay, New York, 1856) era un abile liutaio specializzato in mandolini e chitarre. Sperimentò dei mandolini basandosi sulle progettazioni dei violini e dal 1890 applicó questa tecnica anche sulle chitarre, producendo strumenti a cassa arcuata e a buca ovale utilizzando corde d'acciaio al posto di quelle di budello per ottenere una maggiore potenza sonora, così che la chitarra non venisse sovrastata dagli altri strumenti nei complessi masse blues. Creò così l'odierna chitarra archtop.


Lloyd Loar, progettista alla Gibson dal 1920 al 1924, condusse i primi esperimenti mediante l'adozione di rilevatori in prossimità delle corde. Il concetto di chitarra elettrica deve però molto alle intuizioni di Adolph Rickenbacker, che nel 1931 realizzò il primo pick-up elettromagnetico (un dispositivo elettronico in grado di trasformare le vibrazioni delle corde in impulsi di tipo elettrico) e iniziò ad applicarlo ai normali strumenti acustici, creando una chitarra lap steel chiamata frying pan guitar, in due modelli (A22 e A25)[11]


Nel 1935 la Gibson iniziò la produzione del modello ES 150, una chitarra semiacustica con cassa di risonanza, aperture a "f" sulla tavola e un unico pick-up. Il modello riscosse un grande successo. Finalmente la chitarra, grazie all'amplificazione, poteva inserirsi meglio nelle formazioni del tempo, senza essere sovrastata dal volume degli altri strumenti.


Molti si cimentarono nella costruzione di chitarre elettriche, limitandosi di fatto ad amplificare il suono di strumenti acustici. Se da una parte la presenza di una cassa armonica combinata ad un pick-up produceva un suono pastoso e ricco di armoniche, dall'altra presentava una serie di svantaggi, tra cui il più fastidioso era l'effetto noto come feedback acustico. La cassa dello strumento entrava in risonanza (effetto Larsen) con il suono emesso dall'amplificatore, creando echi, armonici e fischi di difficile gestione, col risultato di un suono sgradevole di difficile definizione.


Nel 1941 Les Paul, chitarrista e inventore, crea nei laboratori Epiphone un prototipo, detto The Log, ideato per ovviare al problema del feedback. Esso consisteva in un manico di chitarra acustica attaccato a un blocco di legno massiccio su cui erano installate le parti elettriche, e ai cui lati erano fissati le due "ali" di una chitarra acustica a forma di otto. Les Paul propose l'idea alla Gibson che la rifiutò.


Nel 1948 Leo Fender, tecnico progettista di amplificatori, dà una svolta definitiva e crea la Broadcaster, una chitarra con due pick-up single coil miscelabili e con il corpo pieno in legno massiccio che annulla completamente le risonanze indesiderate e aumenta il sustain delle corde, sviluppando il concetto di chitarra solid body. Inoltre lo strumento di Leo Fender presenta un vantaggio fondamentale: le fasi di costruzione e assemblaggio delle parti che compongono lo strumento sono molto semplificate. Questo si traduce nella possibilità di automatizzare il processo di produzione e di conseguenza produrre gli strumenti in serie, con costi notevolmente più contenuti. Il successo è enorme, tanto che la Broadcaster, divenuta poi Telecaster, viene prodotta dalla Fender ancor oggi.



La struttura e le sue parti |




Fondo chitarra Taylor in Ovangkol dell'Africa tropicale


Nella chitarra ci sono due sistemi che concorrono al funzionamento dello strumento: un sistema di produzione e amplificazione del suono e un sistema del sostegno.
Una buona chitarra deve avere un ottimo equilibrio fra questi due sistemi, deve essere elastica e deformarsi in modo controllato e nelle sezioni utili[12]
Descriveremo le varie parti partendo dall'alto:



Paletta |


La paletta è la parte finale del manico e sostiene la meccanica dell'accordatura. Si unisce al manico in diversi modi: incollata con incastro a V o con giuntura obliqua invertita, oppure la paletta e il manico sono ricavate da un solo pezzo di legno (questo ultimo metodo è ormai poco utilizzato perché rende molto fragile il manico nel punto attacco con la paletta, dove le fibre sono inclinate). Nelle chitarre fino all'inizio del XIX secolo le corde della chitarra venivano accordate tramite Piroli conici inseriti verticalmente nella paletta poi sostituiti con meccaniche a chiavi, che consentono un'accordatura più agevole e stabile[12].



Manico |


Il manico supporta la tastiera e termina con un tacco fissato alla cassa armonica. I legni utilizzati nel manico e nella paletta sono gli stessi: Cedro di Cuba (Cederla Odorata con peso specifico 0,45 - 0,55), il Mogano dell'Honduras (Swietenia macrophilla con peso specifico 0,58 - 0,75) e più' raramente di acero[13].



Capotasto |


Si trova nella parte estrema della tastiera e rappresenta il punto iniziale della parte vibrante della corda. Nelle chitarre più' pregiate il materiale del capotasto è di avorio oppure di osso, nelle chitarre più' economiche solitamente è di plastica[14].



Tastiera |




Vari modelli di tastiere di palissandro e ebano


La Tastiera è il supporto dei tasti e solitamente è di legno duro come palissandro o ebano per sopportare lo strofinamento continuo delle dita e delle corde. Dopo che il manico è stato unito a livello della cassa, il liutaio incolla la tastiera che percorre la parte del manico e parte della tavola armonica fino alla buca. La larghezza della tastiera varia da chitarra a chitarra. Generalmente nella chitarra classica si ha una tastiera molto larga e si stringe nelle chitarra folk ed elettriche[15].



Tasti |


I tasti sono composti da una lamina inserita nel legno e la parte esterna con la sezione a semicerchio. Il materiale dei tasti è L'Alpacca (una lega costituita da rame, zinco e nichel) molto resistente alla corrosione[13]. La posizione dei tasti si può' ottenere matematicamente con la "Regola del diciotto" (più' precisamente 17,835). Questa formula si applica nel seguente modo: Si divide la lunghezza del diapason della chitarra per 17.835, in questo modo troviamo la larghezza del primo tasto cioè, la distanza tra il capotasto e la prima lamina inserita nel manico. Per calcolare la distanza tra il primo tasto e il secondo, si divide la lunghezza rimasta (dall'osso al primo tasto) e la si divide per 17,835. Si continua così per ogni tasto, ottenendo tasti in proporzione sempre più' piccoli[16].


Qui sotto una tabella che rappresenta la tastiera e le note che possiamo trovare su ogni singola corda, come possiamo notare su ogni corda troviamo tutte le note della scala cromatica:












































































































Corda 1º tasto 2º tasto 3º tasto 4º tasto 5º tasto 6º tasto 7º tasto 8º tasto 9º tasto 10º tasto 11º tasto 12º tasto
1 Mi
Fa Fa# Sol Sol# La La# Si Do Do# Re Re#
Mi
2 Si
Do Do# Re Re# Mi Fa Fa# Sol Sol# La La#
Si
3 Sol
Sol# La La# Si Do Do# Re Re# Mi Fa Fa#
Sol
4 Re
Re# Mi Fa Fa# Sol Sol# La La# Si Do Do#
Re
5 La
La# Si Do Do# Re Re# Mi Fa Fa# Sol Sol#
La
6 Mi
Fa Fa# Sol Sol# La La# Si Do Do# Re Re#
Mi


Corde |




Corde della chitarra


Nel passato le corde erano di Minugia (budella di ovini) o di metallo. Nella seconda metà degli anni 40 con l'avvento del nylon la minugia è stata quasi interamente sostituita anche perché, con il nylon, si poteva aumentare la tensione e quindi potenziare il suono della chitarra[17] Questa ricerca di maggior volume ha riguardato tutti gli strumenti alla fine del XVIII secolo in poi, e ha portato alla nascita della chitarra classica in Europa, della chitarra folk in America (grazie a Christian F. Martin) con le corde in acciaio, fino a dare origine alla chitarra elettrica.[18]


Nella chitarra classica si hanno le prime tre corde (MI, SI, SOL) in plastica e le altre tre (RE, LA, MI) hanno un'anima in nylon multifilamento o seta, avvolta da un filo di rame argentato.



Cassa armonica |




Particolare vista interno della cassa armonica con incatenatura a "X" della tavola armonica


La cassa armonica è la parte della chitarra che ha la funzione di sostenere e amplificare il suono delle corde. È composta dalle fasce dal fondo e dalla tavola armonica.



Fasce e fondo |


Le fasce e il fondo sostengono la tavola armonica e riflettono il suono. Le fasce sono composte da due asticelle di legno dallo spessore di circa 2 mm piegate a caldo per seguire la forma della tavola armonica; sono incollate al manico ad una estremità e dalla parte opposta a un blocchetto di legno. Il fondo è costituito da due assicelle di legno dallo spessore di circa 3 mm aperte a libro e incollate tra di loro. È rinforzato da 3 o 4 catene di abete trasversali. I legni utilizzati per queste parti sono generalmente duri: Palissandro Brasiliano o indiano, Mogano, Ovangkol, Koa, Sapele, Acero e Ebano tra i più' utilizzati.



Tavola armonica |


La tavola armonica è composta da due assicelle di legno morbido dalla spessore di circa 2,5 mm aperte a libro e incollate tra di loro. Il suono della chitarra dipende soprattutto dalla qualità del legno utilizzato per la tavola: abete maschiato il più' utilizzato delle chitarre da concerto e il Cedro rosso[19] Nella parte che sta all'interno della cassa vi sono applicate delle catene, formate da listelli di abete intagliati, che hanno la funzione di sostenere strutturalmente la sottile e fragile tavola armonica e di distribuire l'energia trasmessa dal ponte a tutta la parte inferiore della tavola stessa. L'incatenatura, cioè la disposizione delle catena, influisce in modo importante sulla qualità del suono e ogni costruttore, secondo la propria esperienza e gusto, sceglie il proprio disegno e disposizione[20]



Ponte |




Ponte e osso di una chitarra classica


Il ponte, o ponticello, è incollato sulla tavola armonica; la sua funzione è di trasmettere le vibrazioni delle corde alla cassa armonica.
Il diapason e l'altezza delle corde sulla tastiera dipendono da dove è posizionato il ponte[20].
Il materiale migliore per il ponte è l'ebano perché' con la sua densità prolunga il suono dato dalle vibrazioni della corda. Altri legni utilizzati sono: Palissandro e mogano[16].



Osso |


L'osso è una sbarretta, solitamente di colore bianco, e può essere di diversi materiali: avorio, osso o plastica.
Incastrato nella parte anteriore del ponte, è mobile ed è tenuto fermo dalla pressione delle corde. Permette di regolare facilmente l'altezza delle corde sulla tastiera[21]



Accordatura |


.mw-parser-output .vedi-anche{border:1px solid #CCC;font-size:95%;margin-bottom:.5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:first-child{padding:0 .5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:last-child{width:100%}



Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Accordatura.



Accordatura Standard




Suono corde a vuoto (dalla prima alla sesta e viceversa)


La chitarra di tipo spagnolo o andaluso ha sei corde, ma spesso esistono delle variazioni; ad esempio in Brasile è diffuso un tipo di chitarra a sette corde. Un'altra variazione comune è la chitarra a dodici corde, che però porta la medesima accordatura replicata in ottava da corde accoppiate più sottili.


L'accordatura più comune, nota come accordatura spagnola o accordatura standard, è Mi-Si-Sol-Re-La-Mi, dalla corda più acuta alla più grave o, nell'uso anglosassone, E-B-G-D-A-E.[Nota 5]


Questa accordatura, in cui l'intervallo tra due corde adiacenti è di una quarta giusta (tranne che tra seconda e terza corda, che distano di una terza maggiore), si è imposta per ragioni storiche e perché forniva un buon compromesso nelle posizioni per formare accordi. Esistono anche accordature aperte, ad esempio l'accordatura sarda, in cui le corde a vuoto suonano un Do maggiore, e le accordature alternative. Queste accordature vengono usate in alcuni particolari generi musicali e sono spesso prescritte dai compositori per l'esecuzione di singoli brani.



Diapason |




Diapason 645 mm della chitarra Martin 00-15




Chitarre 1/2, 3/4, 4/4.


Il diapason è la lunghezza totale della corda vibrante a vuoto e si misura dal lato interno del capotasto al punto in cui la prima corda (Mi cantino) entra in contatto con l'osso del ponte[16].


Una prima divisione tra le chitarre riguarda proprio il diapason [Nota 6], vi sono infatti tipi di chitarre dette 1/2, 3/4, 4/4, baritono, tenore, ecc.


Va, in ogni caso, tenuto presente che anche tra le chitarre di taglia normale (4/4) il diapason presenta una certa variabilità: ad esempio, nell'ambito delle chitarre classiche di attuale produzione il diapason standard misura 650 mm, ma spesso i modelli di livello medio-alto o alto si possono ottenere, in alternativa, con diapason più lungo o più corto: 664 mm[Nota 7]; 660, 640, 630 mm[Nota 8]; 660 o 640[Nota 9]; 655 mm.


Nelle chitarre acustiche il diapason varia da 610 mm a 660 mm. La tensione aumenta proporzionalmente rispetto alla lunghezza dalla corda[16].


Le chitarre possono essere suddivise innanzitutto in due grandi categorie, a seconda del modo in cui viene amplificato il suono delle corde in vibrazione: tramite la cassa armonica (chitarre acustiche); oppure tramite microfoni o pickup magnetici che convertono le vibrazioni delle corde in segnali trasmessi a un amplificatore (chitarre elettriche):



Tipi di chitarre |



Chitarre acustiche |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Chitarra acustica.

Le chitarre acustiche presentano un corpo vuoto chiamato cassa armonica. L'energia delle corde viene trasmessa dal ponte alla cassa. La tavola armonica vibra per simpatia con le vibrazioni delle corde e la cassa armonica ne amplifica il suono.[22]


Qui di seguito vedremo le varie tipologie di chitarre acustiche:



Chitarra classica |




Una chitarra classica






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Chitarra classica.

Le tre corde più sottili sono in plastica; le tre più grosse sono di nylon rivestito di metallo, o talvolta di seta rivestita di metallo. In passato, le corde erano di budello di agnello. L'amplificazione è ottenuta per risonanza dal corpo vuoto a forma di otto (la cassa armonica), mentre la tavola superiore è responsabile dello spostamento d'aria. Il cavigliere (o paletta) è leggermente inclinato all'indietro. Secondo la posizione tradizionale usata per la musica classica, questo tipo di chitarra si suona da seduti, con le dita, poggiando lo strumento sulla gamba sinistra, leggermente rialzata tramite un apposito poggiapiede.


Si possono anche trovare chitarre classiche a spalla mancante per facilitare lo spostamento nelle zone più alte della tastiera, e amplificate. Le chitarre flamenco sono molto simili per costruzione; hanno una protezione di plastica trasparente sopra e sotto la buca (detta golpero) per garantire l'integrità del sottile legno della tavola armonica dai colpi con le dita caratteristici di questo stile (vedi golpe e rasgueado).



Chitarra folk |




Una chitarra folk con spalla mancante






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Chitarra folk.

Le chitarre folk o chitarre acustiche hanno solitamente sei corde. A volte sono "a spalla mancante" (in inglese cutaway), cioè è presente una rientranza sul margine inferiore della cassa armonica, per consentire di raggiungere i tasti più alti.
Possono essere amplificate o elettrificate, ovvero munite di un sistema per amplificarne fedelmente il suono che comprende generalmente pickup solitamente piezoelettrici o magnetici ed eventualmente microfoni, con attacco jack per collegare direttamente lo strumento a un impianto PA o a un amplificatore.


La chitarra folk ha vari formati di cassa armonica: dai modelli piccoli detti "parlor" ai più grandi come la "Dreadnought".
Ha un manico rinforzato con un'asta di ferro all'interno (detta truss rod) per resistere alla maggiore tensione dovuta alle corde metalliche; essa è di solito regolabile e consente così di modificare la curvatura del manico a seconda delle preferenze di chi suona. La si può trovare in tutti i generi moderni, come il folk, il blues, il rock, la fusion, nei balli tradizionali (es.: country), eccetera.


Le corde metalliche conferiscono un suono brillante e pulito e vengono suonate con il plettro, con le dita (fingerstyle), o anche con dita e plettro contemporaneamente. Esistono versioni con spalla mancante (cutaway) per consentire un migliore accesso ai tasti delle note più alte, e versioni elettrificate per amplificare il suono direttamente senza l'ausilio di microfono esterno.
Appartiene a questo tipo la chitarra battente (o chitarra italiana)[23]
La Gibson cominciò a produrre chitarre folk dagli anni trenta, con cassa grande detta "Jumbo" in concorrenza alle famose Martin Dreadnought[11]
I maggiori costruttori di chitarre folk sono Martin, Taylor, Gibson, Ovation ecc.




Vari modelli e formati di chitarre Folk



Chitarre multicorde |




Chitarra a 10 corde






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Chitarra multicorde.

Una delle prime chitarre a 10 corde fu pensata dal chitarrista Ferdinando Carulli assieme al liutaio francese René Lacôte nei primi dell'Ottocento. Le cinque corde più acute avevano la possibilità di essere tastate, mentre le altre cinque venivano usate come corde a vuoto per i bassi. Con l'aiuto di una macchinetta applicata sulla paletta si poteva alterare di un semitono l'accordatura di alcune corde a vuoto (precisamente DO, FA e SOL; decima, settima e sesta corda) avendo la possibilità di più bassi[24]




Accordatura della chitarra decacorde di Carulli e Lacôte


Fra le possibili variazioni vi è il violão 7 cordas brasiliano, dove la settima corda, più grave del mi basso, si accorda Si oppure Do. Esistono le chitarre a otto corde utilizzate negli anni quaranta, usate in ambito jazz e, in tempi più recenti, utilizzate massicciamente da chitarristi di generi più aggressivi come hard rock e metal. Vi sono chitarre classiche a dieci, undici, dodici o quattordici corde (corde non doppie).



Chitarra a 12 corde |




Chitarra a 12 corde






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Chitarra a 12 corde.

La chitarra a 12 corde (da non confondersi con la chitarra multicorde a dodici corde singole), ha sei coppie di corde montate a due a due, con le corde di ogni coppia molto vicine. Viene usata molto nel folk (es. nel fado), nel rock and roll, nella fusion, ma anche in tutti gli altri generi moderni, poiché il suo suono è molto intenso.


Le due coppie di corde più acute vengono accordate all'unisono, le restanti con un'ottava di intervallo.
Si suona come una normale chitarra a sei corde, con la differenza che si premono due corde alla volta con un dito; data l'intensità del suono si presta molto bene all'accompagnamento ma un po' meno all'uso solista.


Può essere di tipo folk o elettrico, esclusivamente a corde metalliche; come nei corrispondenti modelli a sei corde è provvista di truss rod, spesso doppio per sopportare la maggiore tensione delle corde.



Chitarra resofonica |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Chitarra resofonica.

Le chitarre a risonatore metallico, conosciute anche come National o Dobro, furono costruite negli anni venti dai fratelli Dopyera, fondatori della National Guitar Company e successivamente della Dobro Company (nel 1934 avvenne la fusione di queste due società).


Queste chitarre hanno un suono molto forte dall'inconfondibile timbro tagliente e metallico. Le vibrazioni delle corde sono trasmesse dal ponte a un piatto di metallo che si comparta da risonatore e amplifica il suono. Possono essere con la cassa armonica interamente di metallo con il risonatore a cono, come le prime chitarre National, oppure come le prime chitarre Dobro con la cassa in legno e il risonatore a forma di ciotola in metallo.[25]



Chitarra elettrica |




Una chitarra elettrica Solid Body






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Chitarra elettrica.

La chitarra elettrica è un tipo di chitarra in cui la vibrazione delle corde viene rilevata da uno o più pick-up magnetici che la trasformano in un segnale che viene convogliato in un amplificatore acustico, il quale rende udibile il suono dello strumento.
La tipologia delle chitarre elettriche vede quelle a corpo solido (solid body), senza cassa acustica, e le semiacustiche hollow body (corpo cavo), o semi-hollow body.



Solid body |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Chitarra elettrica.

Nella chitarra solid body il suono è prodotto da pickup magnetici che convertono le vibrazioni delle corde in segnali trasmessi a un amplificatore che funziona a corrente elettrica. La cassa armonica non è quindi necessaria e infatti le chitarre elettriche hanno nella maggioranza dei casi un corpo pieno e rigido; il suono acustico in questo caso è molto debole e poco percepibile. Le corde sono necessariamente metalliche e il manico è quindi rinforzato da truss rod. È usata massicciamente nel blues, nel rock and roll, nel country, nel jazz, nel jazz-rock, nella fusion e nel metal.



Chitarre "semiacustiche" |




Chitarra Semiacustica Gibson CS-336






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Semiacustica.

Le chitarre dette "semiacustiche" sono chitarre elettriche, amplificate quindi tramite pick-up magnetici, ma con cassa di risonanza e con due buche laterali a "f", simili a quelle degli strumenti ad arco: il suono è principalmente elettrico, ma con dinamiche che ricordano quelle di una chitarra acustica; storicamente è il primo tipo di chitarra elettrica, derivata dalle archtop acustiche degli anni venti; è il tipo di chitarra elettrica di solito preferita nel jazz e nel rhythm and blues.



Chitarre acustiche elettrificate |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Chitarra acustica amplificabile.

Le chitarre acustiche elettrificate sono chitarre acustiche che montano sistemi elettronici (di solito trasduttori piezoelettrici e/o microfoni) per riprodurre il loro suono, generato acusticamente, anche attraverso un impianto audio o un amplificatore e consentire quindi di rendere il suono chiaro e udibile anche in grandi ambienti occupati da molte persone.



Chitarre elettriche "a piezo" |


Le chitarre elettriche "a piezo" sono chitarre elettriche che oltre ai pickup magnetici, o al posto di questi, hanno anche trasduttori piezoelettrici per riprodurre un suono che assuma certe caratteristiche tipiche della chitarra folk.



Le tecniche |


Di solito, la mano destra pizzica le corde, in corrispondenza della buca, facendole vibrare, mentre la sinistra preme le corde sul manico. Fra i chitarristi mancini, alcuni usano uno strumento che è l'immagine speculare di un corrispondente destrorso (e quindi con le corde ribaltate rispetto a un destrorso), altri usano uno strumento destrorso ma rovesciato (e quindi senza mutare l'ordine delle corde), altri ancora usano uno strumento destrorso rovesciato ma con le corde ribaltate; ma vi è anche chi usa strumenti destrorsi al modo dei destrorsi.


Esistono diversi modi o tecniche per suonare la chitarra. Un breve excursus fra le più famose e utilizzate vede le seguenti. Per una trattazione più vasta e approfondita si può consultare la categoria tecnica chitarristica.



Slide Guitar |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Slide guitar.





Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Bottleneck (strumento).

Con slide guitar si intende in primo luogo un modo di suonare la chitarra, vale a dire l'utilizzo di un pezzo di materiale sufficientemente pesante e liscio (ai tempi del blues delle origini, spesso un collo di bottiglia, in inglese bottleneck, o il manico di un coltello a serramanico) che viene fatto strisciare sulle corde senza premerle contro i tasti per ottenere un suono glissato. Il collo di bottiglia viene infilato su un dito della mano sinistra (anulare o mignolo) e fatto scorrere sulle corde, le dita rimaste libere suonano sui tasti nel modo usuale, anche se con minore libertà di movimento.


A causa di questo fatto, spesso per questa tecnica sono preferite le accordature aperte, che evitano corde vuote accordate su note non appartenenti all'accordo di tonica e facilitano il modo di suonare, specialmente se si tratta di musica modale come fondamentalmente è il blues stesso.


Un'altra tecnica consiste nell'appoggiare la chitarra in grembo (lap style), con la tavola armonica verso l'alto, e usare la mano sinistra unicamente con la tecnica slide: le dita afferrano l'oggetto liscio e pesante e non premono più sui tasti. In questo caso l'accordatura aperta è quasi obbligatoria. Sono quindi state realizzate chitarre apposite per essere suonate con questa tecnica: prive di tasti metallici e con le corde più rialzate rispetto ad una normale chitarra, usate ad esempio nel blues e nel country.


Un importante sviluppo di questo tipo di chitarra è la chitarra indiana, usata in India e ricavata da una chitarra occidentale suonata in lap style, ma con un diverso tipo di accordatura: le corde per la melodia (fondamentalmente non si usano accordi) sono tre o quattro (accordate su tonica-quinta-ottava o tonica-quinta-ottava-quarta), e vengono affiancate da una dozzina di sottili corde di risonanza accordate sulle note della scala usata. Ci sono poi due corde di bordone accordate sulla tonica, suonate spesso per ribadire il punto di riferimento fondamentale (la tonica stessa). Questa chitarra è usata esclusivamente per la musica modale.



Fingerstyle |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Fingerstyle.

Il fingerstyle (letteralmente "stile delle dita"), fingerpicking (lett. "pizzicare con le dita") o diteggiato è una tecnica usata per suonare, oltre alla chitarra, il basso e altri strumenti a corda. Viene eseguita usando le punte delle dita e le unghie al posto del plettro.


Ciò che nello specifico lo differenzia dallo stile classico è l'uso del pollice della mano destra che suona il "basso alternato". Il pollice marca cioè ogni quarto della battuta suonando una nota bassa sulle due/tre corde più gravi, mentre le altre dita (indice, eventualmente accompagnato dal medio e anche dall'anulare) suonano le altre corde e sviluppano quindi, a seconda dell'arrangiamento, sia l'armonia sia la melodia. È caratteristico dei generi folk, country-jazz e blues. Viene anche usato da esponenti noti del rock and roll, come Mark Knopfler e Jeff Beck, sebbene resti una pratica poco diffusa sulla chitarra elettrica. In Italia un esponente noto di questo stile è Alex Britti.



Flatpicking |


Il flatpicking è la tecnica di suonare la chitarra con l'utilizzo di una penna (o anche plettro). Questo è sicuramente il sistema più comunemente utilizzato da tutti, anche se comunque presenta una grande diversità di approcci.


Esistono tanti modelli di plettro, differenti principalmente per dimensioni e durezza. Comunemente si utilizzano plettri morbidi per la chitarra folk e plettri duri per la chitarra elettrica, ma questa regola è naturalmente piena di eccezioni.


Fra le eccezioni più note si cita il chitarrista dei Queen, Brian May, che ha trovato il suo suono ideale
suonando con l'ausilio di una monetina da sei pence britannici.



Shred |


Lo shred è una tecnica mista che privilegia la velocità di esecuzione per mezzo di tecniche come legato, alternate picking, sweep-picking ed economy picking. Prevalentemente utilizzata nella musica metal, è legata a chitarristi quali John Petrucci, Yngwie Malmsteen, Steve Vai, Joe Satriani, Michael Angelo Batio, Kee Marcello, Paul Gilbert e Jeff Loomis.



Altre tecniche utilizzate |




  • Bending

  • Chicken picking

  • Hammer-on

  • Palm mute

  • Pennata alternata

  • Pizzicato

  • Pull-off

  • Rasgueado

  • Sweep-picking

  • Tapping

  • Tecnica della tambora

  • Tocco appoggiato

  • Tremolo





Chitarre esposte al Museo della musica di Barcellona



Chitarra ritmica |


La chitarra ritmica (o chitarra di accompagnamento), specialmente nel rock, è la chitarra che si suona per accompagnare armonicamente e dare ritmo a un brano: in questo senso il suono non risalta in maniera particolare.


Più in generale, la chitarra ritmica viene contrapposta alla chitarra solista, ma può indicare anche solo la funzione ricoperta da uno strumento: spesso infatti, in realtà, i due ruoli all'interno di un gruppo vengono ricoperti da una sola. Nel caso che nel gruppo ci siano invece due chitarristi, spesso uno dei due esegue solamente la sezione ritmica, mentre l'altro si concentra sia su quest'ultima sia sugli assolo.


Molte band presentano una sola chitarra, quali Led Zeppelin, Nirvana, U2, Bon Jovi, Queen, Pink Floyd, Pooh, Red Hot Chili Peppers, Blink-182 solo per citarne alcuni. Presentano (o presentavano) invece nella formazione più di una chitarra gruppi come Scorpions, Aerosmith, The Beatles, AC/DC, Guns N' Roses, Slipknot, Linkin Park, Litfiba, Avenged Sevenfold, Kiss, The Clash, Metallica o The Rolling Stones e gli Iron Maiden, che presentano addirittura tre chitarre simultanee.


Va inoltre sottolineato che, il più delle volte, il ritmo della chitarra differisce sia da quello della melodia sia da quello dato dalle percussioni.



Chitarra solista |


La chitarra solista è invece la chitarra che ha la funzione di sostituire, anziché accompagnare, la voce per la durata di una strofa (il cosiddetto assolo); potendo andare oltre l'estensione vocale viene utilizzata quindi per variarne e arricchirne la melodia.


È utilizzata in alcuni gruppi in aggiunta alla chitarra di accompagnamento: infatti se la chitarra d'accompagnamento dovesse interrompere un giro di accordi per iniziare un assolo, sarebbe difficile non notare un istante di stacco; tuttavia in alcuni gruppi con molta esperienza ciò non accade, ovvero il chitarrista di accompagnamento esegue anche assoli, lasciando temporaneamente la parte ritmica al basso e/o al pianoforte.


Capita sovente (soprattutto nell'hard rock e nell'heavy metal) che i chitarristi, quando ve ne sia più di uno, non abbiano un ruolo fisso e che si alternino suonando ciascuno le proprie parti ritmiche e il proprio assolo durante l'esecuzione di un brano. In alcuni casi, entrambe le chitarre possono eseguire un assolo in contemporanea (suonando insieme le stesse note e accordi simili), lasciando al solo basso la parte ritmica.



Note |



Note esplicative |




  1. ^ In questa pagina si può vedere la Chitarra di Vinaccia: http://www.gettyimages.it/detail/foto/transitional-guitar-by-antonio-vinaccia-italy-18th-fotografie-stock/556422705.


  2. ^ In questa pagina possiamo vedere uno degli strumenti più antichi di Giovanni Battista Fabricatore e uno dei primi esempi di chitarra a sei corde semplici. Copia archiviata, su frignanilorenzo.com. URL consultato il 22 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2016)..


  3. ^ In questa pagina si può vedere una Chitarra Spagnola del 1804: http://www.gettyimages.it/detail/foto/spanish-six-course-guitar-made-by-pages-c-1804-front-fotografie-stock/87854320.


  4. ^ In questa pagina si può vedere la Chitarra di Bergonzi: http://www.gettyimages.it/detail/foto/guitar-attributed-to-carlo-bergonzi-italy-18th-fotografie-stock/162279397.


  5. ^ Dette note, nella loro denominazione completa (cioè con gli indici di ottava italiani e inglesi), sono: mi3, si2, sol2, re2, la1, mi1; e secondo il citato uso anglosassone: E4, B3, G3, D3, A2, E2.


  6. ^ In spagnolo: tiro o escala (e, commercialmente, perfino distancia entre huesos), in ingl.: scale.

    Va tenuto presente che il termine spagnolo diapasón designa, invece, la tastiera della chitarra.



  7. ^ per esempio come questa José Ramirez "la C664" http://www.guitarsalon.com/store/p4083-2010-jose-ramirez-quot1a-c664quot-cdin.html; detta a tiro largo, in opposizione a tiro corto che corrisponde al diapason standard di 650 mm.


  8. ^ per esempio come Manuel Contreras II.


  9. ^ per esempio come Kohno/Sakurai.



Note bibliografiche |




  1. ^ Har-Mose e Sen-Mut


  2. ^ Allorto 1990, pag. 5.


  3. ^ Radole 1997, pag. 127.


  4. ^ Sachs 1996, pag. 445.


  5. ^ Gilardino Grimaldi 2013, p. 9.


  6. ^ Allorto 1990, p. 10.


  7. ^ Allorto 1990, pag 11.


  8. ^ Osborne 2012, p. 204.


  9. ^ Allorto 1990, p. 9.


  10. ^ Carta 2011, p. 20.


  11. ^ ab Denyer 2000, pp. 46-47.


  12. ^ ab Denyer 2000, p. 18.


  13. ^ ab Denyer 2000, p. 19.


  14. ^ Denyer 2000, p. 38.


  15. ^ Denyer 2000, p. 39.


  16. ^ abcd Denyer 2000, p. 40.


  17. ^ Denyer 2000, p. 162.


  18. ^ Allorto 1990, p. 15.


  19. ^ Allorto 1990, p. 20.


  20. ^ ab Denyer 2000, p. 21.


  21. ^ Allorto 1990, p. 22.


  22. ^ Denyer 2000, p.34.


  23. ^ Denyer 2000.


  24. ^ Allorto 1990.


  25. ^ Denyer 2000,  p. 48.



Bibliografia |




  • Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti, diretto da Alberto Basso – Il Lessico, vol. I, Torino, UTET, 1983, pagg. 543-546 [voce a firma Ruggero Chiesa]


  • The New Grove Dictionary of Musical Instruments, diretto da Stanley Sadie, London, MacMillan, 1984, vol. 2, ISBN 0-333-37878-4, pagg. 87-109 [voce redatta da Harvey Turnbull, James Tyler, Tony Bacon, Thomas F. Heck]

  • Giampiero Tintori, Gli strumenti musicali, Torino, UTET, 1973, Tomo II, pagg. 668-677

  • Francisco Herrera, Mariel Weber, Vincenzo Pocci, Enciclopedia de la Guitarra. Biografías, Danzas, Historia, Organología, Técnica, 3ª ed. (4 voll. o CD-ROM), Valencia, Piles, 2006; Suplemento de la tercera edición, Valencia, Piles, 2011 (2 voll. o CD-ROM)

  • Enrico Allorto, Ruggero Chiesa, Mario Dell'Ara, Angelo Gilardino, La Chitarra, Torino, EDT, 1990, ISBN 978-88-7063-081-7.

  • Ralph Denyer, Chitarra moderna. Tecniche e stili, amplificazione, registrazione, grandi interpreti, Milano, Mondadori, 2000, ISBN 978-88-04-48090-7.

  • Angelo Gilardino, Mario Grimaldi, Il legno che canta. La liuteria chitarristica italiana nel Novecento, Milano, Curci, 2013, ISBN 978-88-6395-159-2.

  • Curt Sachs, Storia degli strumenti musicali, Milano, Mondadori, 1996, ISBN 978-88-04-40744-7.

  • Riccardo Carta, Le sorgenti della chitarra, Lampi di Stampa, 2011, ISBN 978-88-488-1249-8.

  • Nigel Osborne, 2000 guitars - the ultimate collection, Milano, RCS, 2012, ISBN 978-88-17-05814-8.

  • Mario Dell'Ara, Manuale di storia della chitarra – volume 1º: La chitarra antica, classica e romantica, Ancona, Bèrben, 1988

  • Angelo Gilardino, Manuale di storia della chitarra – vol. 2: La chitarra moderna e contemporanea, Ancona, Bèrben, 1988

  • Gianni Nuti, Manuale di storia della chitarra – volume 2º: La chitarra nel ventesimo secolo, Ancona, Bèrben, 2009 [con contributi di Sergio Sorrentino]

  • Harvey Turnbull, The Guitar: from the Renaissance to the Present Day, London, Batsford, 1976; trad. it. (Francesco Rizzoli): La chitarra dal Rinascimento ai nostri giorni, Milano, Curci, 1982

  • José L. Romanillos, Antonio de Torres / Guitar Maker: His Life and Work [con prefazione di Julian Bream], 2nd revised edition, Westport, CT, The Bold Strummer, 2006, ISBN 0-933224-93-1, ISBN 978-0-933224-93-3

  • Hannu Annala, Heiki Mätlik, Handbook of Guitar and Lute Composers, trad. ingl. (Katarina Backman), Pacific, MO, Mel Bay, 2007, ISBN 0-7866-5844-4, ISBN 978-0-7866-5844-2


  • Carlo Carfagna, Michele Greci, Chitarra. Storia e immagini dalle origini ad oggi: classica, flamenco, blues, rock, Roma, Palombi, 2000


  • Carlo Carfagna, Roberto Fabbri, Michele Greci, La storia della chitarra, Milano, Carisch, 2007


  • Stefano Grondona, Luca Waldner, La chitarra di liuteria. Masterpieces of guitar making, 2ª ed., Sondrio, L'Officina del Libro, 2002, ISBN 88-86949-18-9, ISBN 978-88-86949-18-7

  • John Morrish, The Classical Guitar Book. A Complete History, 2nd ed., London, Backbeat Books, 2002, ISBN 0-87930-725-0, ISBN 978-0-87930-725-7

  • Sheldon Urlik, A Collection of Fine Spanish Guitars from Torres to the Present, Commerce, CA, Sunny Knoll, 1997, ISBN 0-9660771-0-5, ISBN 978-0-9660771-0-0

  • Maurice J. Summerfield, The Classical Guitar: Its Evolution, Players and Personalities Since 1800, 5ª ed., Blaydon on Tyne, Ashley Mark, 2002, ISBN 1-872639-46-1, ISBN 978-1-872639-46-8

  • Giovanni Accornero, Ivan Epicoco, Eraldo Guerci, La chitarra. Quattro secoli di capolavori, Torino, Edizioni Il Salabue [catalogo della mostra: Alessandria, Palazzo di Monferrato, 20.9-19.10.2008]

  • Roy Courtnall, Making Master Guitars, London, Robert Hale, 1993, ISBN 0-7090-4809-2, ISBN 978-0-7090-4809-1

  • Roy Courtnall, La fabrication des guitares classiques, Dourdan, H. Vial, 2004, ISBN 2-85101-033-6, ISBN 978-2-85101-033-9

  • Irving Sloane, Guitar repair: A manual of repair for guitars and fretted instruments, London, Omnibus Press, 1976, OCLC 475454161; trad. it.: La riparazione della chitarra. Manuale sulla riparazione delle chitarre e degli strumenti tastati, Cremona, Cremonabooks, 2006, ISBN 88-8359-090-2, ISBN 978-88-8359-090-0

  • Francesco Rizzoli, Conoscere la chitarra (con una appendice sul liuto). Osservazioni e consigli sull'uso e sulla manutenzione, Milano, Curci, 1984

  • Jürgen Meyer, Akustik der Gitarre in Einzeldarstellung, Frankfurt am Main, Bochinsky, 1985; trad. it. (Sauro Malagoli): Acustica della Chitarra, 2ª ed., Modena, LF, 2009, ISBN 88-96202-05-1, ISBN 978-88-96202-05-0

  • AA. VV., Dizionario dei chitarristi e liutai italiani – con un'appendice d'aggiornamento su chitarristi, liutisti, mandolinisti e liutai italiani dal 1937 al 2008 a cura di Giacomo Parimbelli, Villa di Serio (BG), Edizioni Villadiseriane, 2008

  • Giovanni Antonioni, Dizionario dei costruttori di strumenti a pizzico in Italia dal XV al XX secolo, Cremona, Turris, 1996, ISBN 88-7929-149-1, ISBN 978-88-7929-149-1

  • Stefano Toffolo, Antichi strumenti veneziani. 1500-1800: quattro secoli di liuteria e cembalaria, Venezia, Arsenale, 1987, ISBN 88-7743-007-9, pagg. 41-43

  • Stefano Toffolo, Strumenti musicali a Venezia nella storia e nell'arte dal XIV al XVIII secolo, Cremona, Turris, 1995, pagg. 115-120 e 153

  • Luigi Sisto, I liutai tedeschi a Napoli tra Cinque e Seicento. Storia di una migrazione in senso contrario [con presentazione di Renato Meucci], Roma, Istituto Italiano per la Storia della Musica, 2010 ISBN 978-88-95349-08-4

  • James Tyler, Paul Sparks, The Guitar and Its Music from the Renaissance to the Classical Era, Oxford, Oxford University Press, 2002

  • James Tyler, The Early Guitar: A History and Handbook, Oxford, Oxford University Press, 1980

  • José L. Romanillos Vega, Marian Harris Winspear, The Vihuela de Mano and the Spanish Guitar. A Dictionary of the Makers of Plucked and Bowed Musical Instruments of Spain (1200-2002). String Makers, Shops, Dealers & Factories, Guijosa, Sanguino, 2002, ISBN 84-607-6141-X, ISBN 978-84-607-6141-9

  • Giuseppe Radole, Liuto, chitarra e vihuela. Storia e letteratura, Milano, Suvini Zerboni, 1997.


  • Bruno Tonazzi, Liuto, vihuela, chitarra e strumenti similari nelle loro intavolature, con cenni sulle loro letterature, Ancona, Bèrben, 1992


  • Andrés Segovia, Diatonic Major and Minor Scales, rev. ed., Washington, D.C., Columbia Music, 1953, ISBN 1-59806-059-7, ISBN 978-1-59806-059-1

  • Ruggero Chiesa, Guitar Gradus – Metodo elementare per chitarra, Milano, Suvini Zerboni, 1982

  • Ruggero Chiesa, Tecnica fondamentale della chitarra, (vol. I – Le scale, vol. II – Le legature, vol. III – Gli accordi), Milano, Suvini Zerboni, 1966-1982-1988

  • Angelo Gilardino, Nuovo trattato di tecnica chitarristica – Principi fondamentali, Ancona, Bèrben, 1993

  • Mauro Storti, Trattato di chitarra, Milano, Carisch, 1994

  • Angelo Gilardino, La chitarra. Guida all'ascolto del repertorio da concerto, con CD, Milano, Curci, 2010

  • Maria Rita Brondi, Il liuto e la Chitarra, Torino, Fratelli Bocca, 1926



Voci correlate |




  • Accordo (musica)

  • Cetra (antichità classica)

  • Chitarrista

  • Chitarra multicorde

  • Cordofoni

  • Chitarra barocca

  • Chitarra folk

  • Chitarra elettrica

  • Chitarra preparata

  • Categoria:Tecnica chitarristica

  • Moodswinger

  • Chitarra battente

  • Chitarra decacorde

  • Arpeggione

  • Fender

  • Gibson Guitar Corporation

  • Ibanez

  • Basso elettrico




Altri progetti |



Altri progetti



  • Wikiquote

  • Wikibooks

  • Wikiversità

  • Wikimedia Commons





  • Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni sulla chitarra


  • Collabora a Wikibooks Wikibooks contiene un corso di chitarra


  • Collabora a Wikiversità Wikiversità contiene lezioni sulla chitarra


  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chitarra



Collegamenti esterni |






  • Chitarra, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


  • (EN) Chitarra, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata

  • (EN) Tablature per chitarra dal famoso sito 911Tabs, su 911tabs.com.

  • (EN) Tablature gratis internazionali, su ultimate-guitar.com.


.mw-parser-output .navbox{border:1px solid #aaa;clear:both;margin:auto;padding:2px;width:100%}.mw-parser-output .navbox th{padding-left:1em;padding-right:1em;text-align:center}.mw-parser-output .navbox>tbody>tr:first-child>th{background:#ccf;font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_navbar{float:left;margin:0;padding:0 10px 0 0;text-align:left;width:6em}.mw-parser-output .navbox_title{font-size:110%}.mw-parser-output .navbox_abovebelow{background:#ddf;font-size:90%;font-weight:normal}.mw-parser-output .navbox_group{background:#ddf;font-size:90%;padding:0 10px;white-space:nowrap}.mw-parser-output .navbox_list{font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_odd{background:#fdfdfd}.mw-parser-output .navbox_even{background:#f7f7f7}.mw-parser-output .navbox_center{text-align:center}.mw-parser-output .navbox .navbox_image{padding-left:7px;vertical-align:middle;width:0}.mw-parser-output .navbox+.navbox{margin-top:-1px}.mw-parser-output .navbox .mw-collapsible-toggle{font-weight:normal;text-align:right;width:7em}.mw-parser-output .subnavbox{margin:-3px;width:100%}.mw-parser-output .subnavbox_group{background:#ddf;padding:0 10px}




























.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}



Controllo di autorità
LCCN (EN) sh85057803 · GND (DE) 4124933-1


MusicaPortale Musica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di musica



Popular posts from this blog

浄心駅

カンタス航空