Equazione di campo di Einstein




L'equazione di campo di Einstein è l'equazione fondamentale della teoria della relatività generale.


Essa descrive la curvatura dello spaziotempo in funzione della densità di materia, dell'energia e della pressione, rappresentate tramite il tensore stress-energia.[1]


L'equazione di campo è stata al centro di una polemica di priorità tra Einstein e il matematico David Hilbert, risolta dopo parecchio tempo a favore di Einstein.[2]




Indice






  • 1 Equazione


  • 2 Altre equazioni di campo


  • 3 Contrazione o espansione dell'universo


  • 4 Soluzioni delle equazioni di campo


  • 5 Note


  • 6 Voci correlate


  • 7 Collegamenti esterni





Equazione |


L'equazione di campo originale è


ν12gμνR=8πGc4Tμν{displaystyle R_{mu nu }-{1 over 2}g_{mu nu }R={frac {8pi G}{c^{4}}}T_{mu nu }}{displaystyle R_{mu nu }-{1 over 2}g_{mu nu }R={frac {8pi G}{c^{4}}}T_{mu nu }}

Ma successivamente Einstein la modificò aggiungendo la costante cosmologica in modo da ottenere un modello di universo statico.
Nella forma con la costante cosmologica, l'equazione di campo è


ν12gμνR+Λν=8πGc4Tμν{displaystyle R_{mu nu }-{1 over 2}g_{mu nu }R+Lambda g_{mu nu }={frac {8pi G}{c^{4}}}T_{mu nu }}R_{{mu nu }}-{1 over 2}g_{{mu nu }}R+Lambda g_{{mu nu }}={frac  {8pi G}{c^{4}}}T_{{mu nu }}

dove:




  • ν{displaystyle R_{mu nu }}R_{{mu nu }} è il tensore di curvatura di Ricci;


  • R{displaystyle R}R la curvatura scalare, ossia la traccia di ν{displaystyle R_{mu nu }}R_{{mu nu }};


  • ν{displaystyle g_{mu nu }}g_{mu nu} il tensore metrico;


  • Λ{displaystyle Lambda }Lambda la costante cosmologica;


  • ν{displaystyle T_{mu nu }}T_{{mu nu }} il tensore stress-energia;


  • c{displaystyle c}c la velocità della luce nel vuoto;


  • G{displaystyle G}G la costante di gravitazione universale.


Il tensore ν{displaystyle g_{mu nu }}g_{mu nu} descrive la metrica dello spazio-tempo ed è un tensore simmetrico 4x4, che quindi ha 10 componenti indipendenti; date le identità di Bianchi, le equazioni indipendenti si riducono a 6. Definendo il tensore di Einstein ν{displaystyle {mathcal {G}}_{mu nu }}{displaystyle {mathcal {G}}_{mu nu }} come segue :


ν=Rμν12gμνR{displaystyle {mathcal {G}}_{mu nu }=R_{mu nu }-{1 over 2}g_{mu nu }R}{displaystyle {mathcal {G}}_{mu nu }=R_{mu nu }-{1 over 2}g_{mu nu }R}


possiamo riscrivere l'equazione di campo come


νν=8πGc4Tμν{displaystyle {mathcal {G}}_{mu nu }+Lambda g_{mu nu }={frac {8pi G}{c^{4}}}T_{mu nu }}{displaystyle {mathcal {G}}_{mu nu }+Lambda g_{mu nu }={frac {8pi G}{c^{4}}}T_{mu nu }}



Altre equazioni di campo |


L'equazione di campo indicata da Einstein non è l'unica possibile, ma si distingue per la semplicità dell'accoppiamento tra materia/energia e curvatura.


I modelli di universo in cui è presente una costante cosmologica sono generalizzazioni del modello precedente, la cui metrica è detta di Friedmann - Lemaître - Robertson - Walker, o FLRW. L'assunto che l'universo sia isotropo ed omogeneo a grande scala è noto come principio cosmologico.



Contrazione o espansione dell'universo |


Trascurando temporaneamente la costante cosmologica Λ{displaystyle Lambda }Lambda e utilizzando unità di misura per cui c sia pari ad uno, se supponiamo che l'universo a grande scala sia isotropo ed omogeneo, è possibile ridurre l'equazione tensoriale all'equazione differenziale:


(R˙R)2+kR2=8πG3ρ{displaystyle left({frac {dot {R}}{R}}right)^{2}+{frac {k}{R^{2}}}={frac {8pi G}{3}}rho }{displaystyle left({frac {dot {R}}{R}}right)^{2}+{frac {k}{R^{2}}}={frac {8pi G}{3}}rho }

dove R{displaystyle R}R è il fattore di scala (che se l'universo è chiuso ne rappresenta il raggio), {displaystyle {dot {R}}}{displaystyle {dot {R}}} la sua velocità di variazione, ρ{displaystyle rho }rho la densità media dell'universo e k{displaystyle k}k la curvatura (positiva, negativa o nulla). Risulta dunque facile, ponendo k=0{displaystyle k=0}k=0, calcolare la densità critica dell'universo, per cui risulta:


ρc=3H28πG{displaystyle rho _{c}={frac {3H^{2}}{8pi G}}}{displaystyle rho _{c}={frac {3H^{2}}{8pi G}}}

dove si è fatto utilizzo della relazione R=H{displaystyle {frac {dot {R}}{R}}=H}{displaystyle {frac {dot {R}}{R}}=H} che lega il parametro di Hubble al fattore di scala.
Naturalmente la debolezza di questa formula è che le condizioni non autorizzano a considerare k=0{displaystyle k=0}k=0, la curvatura dell'universo potrebbe essere diversa da 0. Se la curvatura è maggiore di 0, l'universo si ricontrarrà, se pari o inferiore si espanderà per sempre. In questo tipo di universo la distanza tra due punti è data dalla metrica di Robertson - Walker. Sempre con k=0{displaystyle k=0}{displaystyle k=0}, l'equazione , che assume la forma


(R˙R)2=8πG3ρ{displaystyle left({frac {dot {R}}{R}}right)^{2}={frac {8pi G}{3}}rho }{displaystyle left({frac {dot {R}}{R}}right)^{2}={frac {8pi G}{3}}rho }

può essere risolta ponendo ρ=MR3{displaystyle rho ={dfrac {M}{R^{3}}}}{displaystyle rho ={dfrac {M}{R^{3}}}}, e ha come soluzione :


R(t)=Ct2/3{displaystyle R(t)=Ct^{2/3}}{displaystyle R(t)=Ct^{2/3}}

dove C{displaystyle C}{displaystyle C} è una costante. Questa soluzione ci dice che, per un universo spazialmente piatto e con costante cosmologica nulla, il fattore di scala è proporzionale al tempo alla due terzi R∝t2/3{displaystyle Rpropto t^{2/3}}{displaystyle Rpropto t^{2/3}}.


Reintroducendo la costante cosmologica, essa si comporta a tutti gli effetti come una densità di energia negativa che permea tutto lo spazio, di conseguenza è possibile riconsiderare la densità critica come somma di due quantità: l'una rappresentata dalla materia, osservabile ed oscura; l'altra da una forma di energia "non visibile", identificabile con la costante cosmologica. Infatti in tal caso l'equazione diventa


(R˙R)2+kR2=8πG3(ρΛ){displaystyle left({frac {dot {R}}{R}}right)^{2}+{frac {k}{R^{2}}}={frac {8pi G}{3}}left(rho +rho _{Lambda }right)}{displaystyle left({frac {dot {R}}{R}}right)^{2}+{frac {k}{R^{2}}}={frac {8pi G}{3}}left(rho +rho _{Lambda }right)}

Dove ρ{displaystyle rho } rho è densità della materia, mentre ρΛ{displaystyle rho _{Lambda }}{displaystyle rho _{Lambda }} la densità di energia associata alla costante cosmologica, e definita come ρΛc48πG{displaystyle rho _{Lambda }={dfrac {Lambda c^{4}}{8pi G}}}{displaystyle rho _{Lambda }={dfrac {Lambda c^{4}}{8pi G}}}, che ha proprio le dimensioni di una densità energetica.


Il termine Λ{displaystyle Lambda }Lambda venne introdotto ad hoc da Einstein per permettere un universo statico, in quanto la sua teoria prevedeva un universo dinamico (o in contrazione o in espansione), inconcepibile per quei tempi. Nei dieci anni successivi, le osservazioni di Edwin Hubble confermarono l'espansione dell'universo, ed il termine Λ{displaystyle Lambda }Lambdavenne omesso (lo stesso Einstein ne giudicò l'introduzione il suo più grande errore).[3] Sembra però che egli fosse "condannato" ad avere in qualche modo ragione. Infatti, così come per la teoria dei quanti, che contribuì a fondare, ma ritenne sempre non soddisfacente, anche la costante cosmologica si è riaffermata: nel 1998 l'osservazione dello spostamento verso il rosso di supernovæ lontane ha spinto gli astronomi a introdurre l'idea di una costante cosmologica per spiegare l'accelerazione dell'espansione dell'universo.[4][5] Come quella individuata da Einstein, anche la versione aggiornata svolge il ruolo di forza antigravitazionale su larga scala, rappresentata dall'energia oscura, per la quale le ipotesi più accreditate sono l'energia del vuoto e la quintessenza.


Dal momento che le più recenti osservazioni[6] indicano che la densità dell'universo è molto vicina alla densità critica e che la densità di energia della materia globalmente intesa è stimata essere soltanto il 30% circa di tale valore, la costante cosmologica, qualora dimostrata e quantificata, permetterà di prevedere il destino ultimo dell'universo. Trovare pertanto conferme della sua esistenza, identificarne la natura e quantificarla con esattezza sono importanti campi d'indagine per la cosmologia.



Soluzioni delle equazioni di campo |


Le soluzioni particolari dell'equazione di campo hanno dato origine ai vari modelli cosmologici, tra le quali:



  • l'universo di de Sitter, che postulava un universo vuoto, in cui le forze gravitazionali fossero trascurabili.

  • il modello di Friedmann, direttamente legato alla densità di materia presente nell'universo ed ancora oggi il modello comunemente accettato.

  • la soluzione di Lemaitre, una prima rozza formulazione della teoria del Big Bang, in cui le galassie sono frammenti eiettati dall'esplosione di un "atomo primordiale" da cui ha avuto origine l'universo.



Note |




  1. ^ Charles W. Misner, Kip S. Thorne e John Archibald Wheeler, Gravitation, San Francisco, W. H. Freeman, 1973, ISBN 978-0-7167-0344-0. Chapter 34, p. 916.


  2. ^ L. Corry, J. Renn, J. Stachel, Belated Decision in the Hilbert-Einstein Priority Dispute, Science n. 278, 14 novembre 1997


  3. ^ George Gamow, My World Line : An Informal Autobiography, Viking Adult, 28 aprile 1970, ISBN 0-670-50376-2. URL consultato il 14 marzo 2007.


  4. ^ Nicolle Wahl, Was Einstein's 'biggest blunder' a stellar success?, 22 novembre 2005. URL consultato il 14 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2007).


  5. ^ Michael S. Turner, Making Sense of the New Cosmology, in Int.J.Mod.Phys. A17S1, vol. 17, maggio 2001, pp. 180–196, Bibcode:2002IJMPA..17S.180T, DOI:10.1142/S0217751X02013113, arXiv:astro-ph/0202008.


  6. ^ In particolare misurazioni della radiazione cosmica di fondo effettuate dal satellite WMAP, lanciato nel 2001, indicano che l'universo è molto vicino ad una curvatura nulla.



Voci correlate |



  • Big Bang

  • Calcolo di Regge

  • Modello di Friedmann

  • Relatività generale

  • Soluzione di Lemaitre

  • Spazio-tempo di Schwarzschild

  • Universo di de Sitter



Collegamenti esterni |






  • Equazione di campo di Einstein, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


  • (EN) Equazione di campo di Einstein, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata



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