Tito Stagno
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«Parlare di un avvenimento che si sta svolgendo mentre sono al microfono, dire alla gente ciò che le immagini da sole non possono spiegare, e dirlo con chiarezza, trasmettere agli spettatori anche un po' delle mie emozioni, è una cosa che mi esalta.» |
(Tito Stagno) |
Tito Stagno (Cagliari, 4 gennaio 1930) è un giornalista, telecronista sportivo e conduttore televisivo italiano.
Indice
1 Biografia
2 Pubblicazioni
3 Note
4 Collegamenti esterni
Biografia |
Tito Stagno, primo di otto fratelli, si trasferisce giovanissimo con la famiglia prima a Parma, poi a Pola. A soli 13 anni ha una brevissima esperienza come attore cinematografico: nel 1943 partecipa al film di Francesco De Robertis Marinai senza stelle (distribuito soltanto nel 1948), nel ruolo di Murena. Comparirà di nuovo sul grande schermo nel 1959 sotto la regia di Dino Risi nel film Il vedovo a fianco di Alberto Sordi in una brevissima scena nei panni di un giornalista televisivo[1]. Nel 1946, a Cagliari, compie gli studi classici e si iscrive alla facoltà di medicina. Comincia a lavorare alla Radio nel 1949 come radiocronista, intervistatore e documentarista.
Nel 1954 vince il primo concorso nazionale per telecronisti e partecipa a un corso di specializzazione con Furio Colombo, Gianni Vattimo, Umberto Eco. Lascia l'università e inizia a Roma il nuovo lavoro. Dal 1955 è a Roma nella redazione del primo telegiornale diretto da Vittorio Veltroni. Prime telecronache nel 1956, ai Giochi olimpici invernali di Cortina. Nel 1957 commenta, in Campidoglio, la firma dei trattati del Mercato Comune Europeo. È il telecronista delle visite dei Capi di Stato in Italia, comprese quelle dei reali d'Inghilterra e di John Kennedy, e dei gravi fatti d'America del 1963 e del 1968. È l'inviato al seguito di due Papi (Giovanni XXIII e Paolo VI) e di due Presidenti della Repubblica (Segni e Saragat).
È stato uno dei più popolari conduttori del Telegiornale negli anni sessanta e nei primi anni settanta. Nel 1961 fu il telecronista che commentò il primo volo di Gagarin intorno alla Terra. Il fervore e l'esattezza con cui parlò dell'impresa ebbero tali consensi da indurre i dirigenti Rai ad affidargli le trasmissioni in diretta e i servizi del Telegiornale in occasione di tutti i lanci di sonde spaziali o astronavi pilotate.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte].
«Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!» |
(L'annuncio del 20 luglio 1969 dello sbarco sulla luna) |
Nel 1966, alla vigilia del Programma Apollo, venne inviato negli Stati Uniti per un viaggio di studio e di aggiornamento. Fu così che conobbe gli artefici principali della conquista della Luna e poté vedere nascere le macchine che avrebbero portato l'uomo sul satellite. L'evento che gli dà grande notorietà avviene nel luglio 1969 ed è l'indimenticabile diretta televisiva, una "veglia" entrata nell'immaginario collettivo di gran parte degli italiani, la missione Apollo 11 commentata insieme a Ruggero Orlando da Houston. I due giornalisti durante la diretta ebbero un battibecco[2] perché non si trovarono d'accordo sul momento preciso dell'allunaggio degli astronauti. Era la sera del 20 luglio 1969.[3][4][5][6] Da analisi successive delle registrazioni è emerso che Tito Stagno annunciò l'allunaggio con 56 secondi di anticipo e Ruggero Orlando con circa 10 secondi di ritardo.[7]
"Astronauta ad honorem", come una volta lo chiamò affettuosamente l'on. Rumor incontrandolo con altri giornalisti, Tito Stagno ha legato il suo nome anche ad altri tipi di telecronache sia dall'Italia che dall'estero. Tra le molte telecronache dirette e inchieste filmate non mancano quelle sulla Sardegna. All'isola, alla sua gente, ai suoi problemi Tito Stagno è legato con il pensiero e con l'affetto. Come inviato al seguito del Presidente della Repubblica Saragat, che scherzosamente lo chiamò "L'ombra di Banco", effettua telecronache da molti paesi (Germania, Norvegia, Svezia, Danimarca, Polonia, Gran Bretagna, Jugoslavia, Sud America, Canada, Stati Uniti, Australia). Non dimentica intanto le inchieste filmate. Indimenticabili, anche come esperienza umana, sono per lui alcuni incontri: con Kennedy e con Nehru, con papa Giovanni XXIII e con Atenagora, con Eisenhower e con Hussein, con i tre uomini che sono approdati sulla Luna.
Al seguito di Paolo VI realizza le telecronache dalla Terrasanta, dalla Colombia e da New York. Di Giovanni XXIII è assiduo cronista per tre anni, e il Pontefice parla di lui nel suo diario privato. Fu Roncalli a suggerire il nome per la sua primogenita, Brigida; una santa - disse il Papa - che fece tanto per riportare il Pontefice a Roma. «E, se avrete una seconda bambina chiamatela Caterina, un'altra santa che si batté per far tornare il Papa a Roma». Per 17 anni è poi stato responsabile dello Sport su Rai Uno. Cura la trasmissione La Domenica Sportiva (dal 1976 al 1991 con Carlo Sassi e dal 1991 al 1993 con Alfredo Pigna) oltre ad esserne anche il conduttore, insieme ad altri, dal 1979 al 1981 e nella stagione 1985-1986. Andato in pensione, continua a scrivere per L'Eco di Bergamo e La Gazzetta di Parma.
È ospite di importanti eventi legati alla sua vita professionale e viene invitato in molti programmi televisivi tra i quali Porta a Porta, Unomattina, La storia siamo noi, Quelli che... il calcio, Il senso della vita. Esperto di comunicazione, ha tenuto e tiene lezioni in varie università e corsi privati per imprenditori, dirigenti d'azienda, uomini politici, professionisti.
È chiamato a tenere lezioni di giornalismo e a moderare dibattiti. Sposato con la giornalista Edda Lavezzini, ha due figlie: Brigida Stagno (medico) e Caterina Stagno; vive tra Roma, Cagliari, Parma e Bruxelles. Il 15 dicembre 2010 è stato ospite dai giornalisti di Sky TG 24 per commentare in diretta minuto per minuto il lancio della missione spaziale Sojuz TMA-20 dal Cosmodromo di Bajkonur in Russia con a bordo l'astronauta italiano Paolo Nespoli assieme ai colleghi Dmitri Kondratyev, Catherine Coleman.
Nell'ambito del Festival di Sanremo 2014 è tra i "proclamatori" che annunciano la canzone che passa il turno. Nella sesta e ultima puntata de Il Musichione, andata in onda il 10 aprile 2014, il giornalista, ospite in studio, ha fatto la parodia di se stesso, annunciando che il concorrente «ha toccato» la campanella che dava diritto di rispondere alla domanda finale qualche istante prima che egli la toccasse veramente. Trattandosi di una trasmissione satirico-musicale condotta da Elio e le Storie Tese, che già dal titolo e dal tipo di gioco finale parodiava la più celebre Il Musichiere, lo sketch era ovviamente preparato. Il 15 dicembre 2014 viene insignito della Stella d'Oro al Merito Sportivo.[8]
Pubblicazioni |
- Tito Stagno, L'Arcipelago di Garibaldi, Touring Club Italiano, 1989
- Tito Stagno e Sergio Benoni, Mister Moonlight - Confessioni di un telecronista lunatico, Minimum fax, 2009[9].
Note |
^ Il Vedovo - The Widow
^ Trascrizione parallela dialoghi Houston / Apollo/ Tito Stagno
^ Storica diretta Rai L'uomo sulla Luna 1969
^ Diretta Rai 1969
^ Diretta Rai 1969 2
^ Noschese imita Tito Stagno
^ Perché Tito Stagno annunciò in anticipo
^ Sito CONI
^ minimum fax Archiviato il 2 novembre 2009 in Internet Archive.
Collegamenti esterni |
(EN) Tito Stagno, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- Massimo Gramellini, Un sasso nello Stagno, in La Stampa, 17 luglio 2009, p. 27. URL consultato il 05-05-2009.
- "La Storia Siamo Noi - La Luna 40 anni dopo" di Davide di Stadio, Alberto Puoti, Caterina Stagno. Faccia a faccia Minoli Stagno
[collegamento interrotto], su lastoriasiamonoi.rai.it. - Nota biografica e bibliografica su minimumfax.com, su minimumfax.com (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2010).
- Diretta Sky TG24 del 15 dicembre 2010, su tg24.sky.it.
- L'Italia di Tito Stagno, su agoravox.it.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 103090546 · ISNI (EN) 0000 0000 7888 7984 · SBN ITICCUCFIV114539 |
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