Centro commerciale




Un centro commerciale è un complesso edilizio omogeneo appositamente progettato e costruito per ospitare numerose attività commerciali: punti vendita della grande distribuzione organizzata, negozi specializzati al dettaglio, all'ingrosso o temporanei, catene commerciali in franchising, cinema, ristoranti, banche e altri servizi alla persona come parrucchieri, palestre e altro.




Indice






  • 1 Caratteristiche


  • 2 Tipologie


    • 2.1 Centro commerciale alla francese


    • 2.2 Centro commerciale multipiano


    • 2.3 Centro commerciale-direzionale




  • 3 Parco commerciale


  • 4 Centri commerciali e il concetto di "non-luogo"


  • 5 Galleria d'immagini


  • 6 Note


  • 7 Bibliografia


  • 8 Voci correlate


  • 9 Altri progetti


  • 10 Collegamenti esterni





Caratteristiche |


Il centro commerciale nasce secondo criteri che prevedono un progetto e in seguito una gestione unitaria. È solitamente di proprietà di una società immobiliare che la può concedere in gestione ad un'altra società operativa. Con questa società le diverse imprese commerciali, a parte quello solito di affitto, sottoscrivono un contratto per l'utilizzo delle aree utilizzate, degli spazi comuni e dei servizi di struttura del centro. Il contratto include solitamente altri requisiti, quali aspetti di immagine comune, giorni/orari di apertura, ecc. Chiaramente gli oneri della manutenzione e altri strutturali spettano alla società proprietaria e/o a quella gestrice.


Questi centri sorgono allo scopo di concentrare in un unico spazio un considerevole numero di attività commerciali e di intrattenimento, così da offrire al consumatore un'ampia gamma di beni e servizi cui accedere senza compiere lunghi spostamenti.



Tipologie |



Centro commerciale alla francese |




Un centro commerciale a Roques in Alta Garonna in Francia, basato su un ipermercato Leclerc, 120 negozi e dodici ristoranti





Penny Hill Centre, Hunslet, Leeds.


Il format del centro commerciale viene introdotto in Italia agli inizi degli anni settanta in alcune regioni del nord sul modello dei centri nati in Francia. Uno dei primi centri commerciali d'Italia fu il "Pratilia shopping center" di Prato, purtroppo non ebbe il successo sperato e cessò l'attività nel 2002 in seguito all'apertura del centro commerciale i Gigli di Campi Bisenzio nel 1997, all'epoca il più grande d'Italia. Il boom d'espansione della formula si ha però a partire dalla fine degli anni ottanta e prosegue sino a oggi con la presenza in ogni provincia italiana. Essi inizialmente prevedono un ipermercato (più raramente un supermercato) che funge da polo d'attrazione per altri negozi di minori dimensioni (in genere una decina/dozzina).


Solitamente queste sono attività di servizi complementari all'ipermercato (per esempio edicole, lavanderie, calzolai, sportelli bancari, gastronomie, agenzie viaggi). Oggi questo format tende a essere meno seguito, tanto che non viene più nemmeno definito "centro commerciale", bensì "ipermercato con negozi" o "ipermercato con galleria commerciale", i negozi in genere risultano essere meno, ma di dimensioni più grandi (ad esempio di abbigliamento, calzature e/o bar/caffetterie).


Negli anni il numero di negozi e la superficie commerciale sono andati via via aumentando: come riportavano le pubblicità dell'epoca, il centro commerciale Le Piramidi di Torri di Quartesolo (VI) era il più grande d'Italia con 150 negozi: oltre il doppio del più grande centro commerciale realizzato fino ad allora (il Centro Giotto di Padova che contava circa 75 negozi[1]).



Centro commerciale multipiano |


Talvolta alcuni centri commerciali vengano ospitati in aree industriali dismesse opportunamente ristrutturate, in tal caso essi sono caratterizzati dall'avere i negozi disposti su molti piani. Un esempio di questa tipologia inaugurato nel 2008, è Le officine Minganti, a Bologna, stabilimento industriale degli anni cinquanta, all'epoca periferico, oggi integrato nel centro urbano, ristrutturato come centro commerciale di vicinato, progettato come un luogo pubblico con piazze e vie interne; oggi questo centro commerciale è chiuso a causa della scarsa offerta commerciale e la poca fruibilità.


In genere in Italia è piuttosto raro che l'ancora del centro sia un discount, anche se questa situazione è abbastanza frequente nelle regioni del Nordest.



Centro commerciale-direzionale |


Il centro commerciale direzionale o polivalente si differenzia dal centro commerciale tradizionale per i servizi offerti e le attività in esso svolte. Un centro commerciale è una struttura che racchiude al suo interno un supermercato o ipermercato (GDO), contornato da una serie di negozi (galleria commerciale) e ristorazione.


Il centro commerciale direzionale è caratterizzato invece da un'offerta più ampia di servizi. Nella stessa struttura infatti, oltre alle tradizionali funzioni commerciali sopra descritte, è presente un'ampia varietà di servizi non solo di natura commerciale.
L'area riservata alle attività commerciali è affiancata da altre aree o sezioni modellate per ospitare funzioni come uffici direzionali, ambulatori, laboratori medici, sedi istituzionali pubbliche o di sindacato. In pratica il centro commerciale direzionale o polivalente unisce agli scopi commerciali tradizionali una ricca offerta di strutture di interesse pubblico e sociale. Allo stesso modo i benefici e i punti di forza dei centri commerciali (facilità di accesso e di parcheggio, aree riscaldate/climatizzate al coperto, razionalizzazione degli spazi, sicurezza, comodità) diventano un valore aggiunto anche per tali funzioni sociali e pubbliche.


Prima esperienza italiana di centro commerciale polivalente è il Centro Empoli, nato nel 2007 su progetto congiunto dell'Inres e degli architetti Adolfo Natalini e Renzo Funaro e caratterizzato dall'inserimento della struttura in un parco naturale di 7 ettari e dalla presenza di una serie di attività artigianali ospitate in circa 1500 m2.



Parco commerciale |




Il Le Befane Shopping centre di Rimini


Altro format che si è molto sviluppato negli ultimi anni, ovvero un'aggregazione di negozi di medie-grandi dimensioni (ipermercati, mercatoni, mobilifici, casalinghi, outlet, grandi magazzini, centri bricolage, ...) ciascuno con entrata indipendente (è quindi assente una galleria coperta) localizzata in aree extraurbane.



Centri commerciali e il concetto di "non-luogo" |


I centri commerciali fanno parte di quegli spazi che l'etno-antropologo francese Marc Augé definisce "non-luoghi"[2] in contrapposizione ai classici luoghi antropologici: i non-luoghi sono quegli spazi prodotti della cosiddetta società della surmodernità che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici, spazi in cui moltitudini di individui si incrociano senza entrare in relazione, spinti solo dal desiderio di consumare o di accelerare le operazioni quotidiane.


L'identificazione dei centri commerciali come non-luoghi, tuttavia, è stata oggetto di messe a fuoco distinte da quella di Marc Augé: da una ricerca del 2010 effettuata in Italia su un vasto campione di studenti delle scuole superiori[3] emerge come i centri commerciali siano uno dei punti di ritrovo d'elezione per gli adolescenti, che li pongono al terzo posto delle proprie preferenze d'incontro dopo casa e bar. Secondo Marco Lazzari[4] i cosiddetti "nativi digitali" lo sono anche rispetto ai centri commerciali, nel senso che non li percepiscono come una cosa altra da essi stessi: sfuggendo la retorica del nonluogo e ogni snobismo intellettuale, i ragazzi sentono il centro commerciale come un luogo vero e proprio, di frequentazione non casuale e non orientata soltanto all'acquisto, dove si può esprimere la socialità, incontrare gli amici e praticare con loro attività divertenti e interessanti.
Lo stesso Augé convenne in seguito che "…qualche forma di legame sociale può emergere ovunque: i giovani che si incontrano regolarmente in un ipermercato, per esempio, possono fare di esso un punto di incontro e inventarsi così un luogo"[5].



Galleria d'immagini |






Note |




  1. ^ Fonte: Largo Consumo


  2. ^ Augé


  3. ^ Lazzari, L’uso degli strumenti di comunicazione telematica fra gli adolescenti


  4. ^ Marco Lazzari, Facebook, MSN, nonluoghi, amicizia in Rete e scambio di fotografie: gli adolescenti e gli strumenti di comunicazione telematica, su unibg.it. URL consultato il 15/6/2010.


  5. ^ Marc Augé, I nuovi confini dei nonluoghi, in Corriere della Sera, 12 luglio 2010, p. 29. URL consultato il 5 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2015).



Bibliografia |



  • Marc Augé, Nonluoghi. Introduzione a un’antropologia della surmodernità, 2ª ed., Milano, Elèutera, 2009 [1993], ISBN 88-89490-66-7.

  • Marco Lazzari, Marcella Jacono Quarantino, Adolescenti tra piazze reali e piazze virtuali, Bergamo, Sestante, 2010, ISBN 88-96333-36-9.



Voci correlate |




  • Victor Gruen, architetto che negli anni '50 progettò il primo centro commerciale moderno.

  • Galleria commerciale

  • Superficie commerciale utile

  • Grande magazzino



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |






  • Centro commerciale, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


  • (EN) Centro commerciale, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata


  • Centro commerciale, su Dizionario storico della Svizzera, hls-dhs-dss.ch. Modifica su Wikidata


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