Khmer rossi
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Khmer rossi Khmaey Kraham ខ្មែរក្រហម | |
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bandiera della Kampuchea Democratica, questa bandiera è stata utilizzata dai guerriglieri khmer sin dagli anni '50 con leggere variazioni. | |
Attiva | 1960-1999 |
Nazione | Cambogia |
Contesto | Guerra del Vietnam Guerra fredda |
Ideologia | Autarchia Nazionalismo khmer Ruralismo Maoismo |
Alleanze | Vietnam del Nord (fino al 1975) Cina (1960-1991) |
Affinità politiche | Viet Cong, Pathet Lao |
Componenti | |
Componenti principali | Pol Pot Nuon Chea Khieu Samphan Ieng Sary Ta Mok Son Sen Yun Yat |
Simboli | |
Bandiera della Kampuchea Democratica | |
Attività | |
Azioni principali | Guerra civile in Cambogia Guerra cambogiana-vietnamita Battaglia di Kampot Operazione Freedom Deal Operazione Chenla I Operazione Chenla II |
"fonti nel testo" | |
Voci sulla guerriglia in Wikipedia |
Gli khmer rossi (in lingua khmer khmer krohom) erano i seguaci del Partito Comunista di Kampuchea in Cambogia.
Indice
1 Storia
2 Genocidio cambogiano
3 Condanne ai leader politici
4 Note
5 Voci correlate
6 Altri progetti
Storia |
Il gruppo è stato costituito nel 1960 come costola dell'esercito popolare vietnamita nel Vietnam del Nord. Il gruppo è stato un partito rurale attivo in Cambogia dal 1975 al 1979 e guidato da Pol Pot, Nuon Chea, Ieng Sary, Son Sen e Khieu Samphan. Si alleò con il Vietnam del Nord, i Viet Cong, il Pathet Lao durante la Guerra del Vietnam contro le forze anti-comuniste, da ultimo stringendo alleanza anche con Sihanouk.[1] Dopo la conquista del potere conseguente al ritiro statunitense, gli khmer rossi (Khmer Krohom), si dedicarono alla "purificazione della Cambogia", massacrando qualunque appartenente alle classi più colte (l'uso degli occhiali era segno di acculturamento sufficiente per essere eliminato), distruggendo ogni legame familiare in quanto incompatibile con la creazione della nuova società cambogiana, e sopprimendo, nel volgere di mezzo decennio, quasi un quarto della popolazione cambogiana. Il nome dello Stato controllato dal governo degli khmer rossi dal 1975 al 1979 era Kampuchea Democratica.
Nel 1979 gli khmer rossi lasciarono il Paese e fu così stabilita la Repubblica Popolare di Kampuchea. Il governo di coalizione della Kampuchea Democratica salì al potere nel 1993 con la mediazione delle Nazioni Unite e quindi si instaurò nuovamente un governo multipartitico e monarchico. Un anno dopo migliaia di guerriglieri si arresero e nel 1996 un nuovo partito, il DNUM, venne fondato da Ieng Sary. L'organizzazione degli khmer rossi è stata in gran parte sciolta nella seconda metà degli anni '90, fino a che non si arrese completamente nel 1999.
Genocidio cambogiano |
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L'organizzazione è ricordata soprattutto per aver orchestrato il genocidio cambogiano. I suoi tentativi di riforma agraria portarono ad una diffusa carestia, mentre l'insistenza sull'assoluta autosufficienza, anche nella fornitura di medicinali, determinò la morte di migliaia di persone a causa di malattie curabili come la malaria. In particolare fu spietato l'accanimento contro gli abitanti della capitale, che il nuovo regime svuotò completamente, e contro i presunti "intellettuali" (portare gli occhiali era sufficiente per essere eliminati), nonché la distruzione dei nuclei familiari con la separazione tra uomini e donne e l'educazione dei bambini alla delazione a danno degli stessi genitori. Le esecuzioni arbitrarie e le torture eseguite contro elementi sovversivi (accusa per la quale bastava essersi lamentati per la mancanza di cibo o avere omesso di partecipare a una qualche riunione di condizionamento ideologico) sono stati considerati come esempio di genocidio; le esecuzioni erano frequentemente plurime ed effettuate dagli stessi condannati, che venivano allineati mettendo in mano al secondo della linea un martello o un badile con cui era obbligato a uccidere il primo, per poi passare l'arma al terzo della linea ed essere a propria volta ucciso da costui.
Complessivamente furono massacrati dagli khmer rossi 1,6 milioni di Cambogiani, equivalenti a quasi un quarto dell'intera popolazione.
Condanne ai leader politici |
Nel 2014 due leader degli khmer rossi, Nuon Chea e Khieu Samphan, sono stati condannati da un tribunale sostenuto dalle Nazioni Unite al carcere a vita, essendo stati ritenuti colpevoli di crimini contro l'umanità e responsabili della morte di circa 1,6 milioni di cambogiani, quasi un quarto dell'intera popolazione del Paese ai tempi del genocidio, cioè dal 1975 al 1979. Nel 2018, lo stesso tribunale li condanna per la prima volta anche per il reato di genocidio.[2]
Note |
^ Karl R.DeRouen, Cambodia (1970-1975 and 1979-1991, in Civil Wars of the World: Major Conflicts Since World War II, Volume 1, ABC-CLIO, pp. 222-223. Parametro sconosciutoano
ignorato (aiuto)
^ (EN) Khmer Rouge leaders guilty of genocide, in BBC News, 16 novembre 2018. URL consultato il 16 novembre 2018.
Voci correlate |
- Cambogia
- Genocidio cambogiano
- Negazionismo del genocidio cambogiano
- Chăm
- Choeung Ek Memorial
- Guerra civile cambogiana
- Guerra del Vietnam
- Killing fields
- Tribunale speciale della Cambogia
- Dap Prampi Mesa Chokchey
- Kampuchea Democratica
- Tuol Sleng Genocide Museum
Altri progetti |
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- Wikimedia Commons
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