Kaijō Jieitai
海上自衛隊 Kaijō Jieitai Forza di Autodifesa Marittima | |
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Descrizione generale | |
Attiva | 1 luglio 1954 - oggi |
Nazione | Giappone |
Servizio | Forza armata |
Tipo | Marina militare |
Dimensione | 50.800 uomini |
Stato Maggiore | Tokyo |
Colori | Blu e bianco |
Simboli | |
Bandiera | |
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La Forza di Autodifesa Marittima (in caratteri Shinjitai: 海上自衛隊 - Kaijō Jieitai), anche nota internazionalmente con l'acronimo inglese JMSDF (Japan Maritime Self Defence Force - Forza di autodifesa marittima giapponese) è la componente navale della Forze di autodifesa giapponesi, ed ha il compito della difesa delle acque territoriali e delle comunicazioni navali del Giappone. Essa è stata formata dopo la fine della seconda guerra mondiale in seguito alla dissoluzione della Marina imperiale giapponese, ed è una marina d'altura con significative capacità operative che la rendono una delle prime forze navali al mondo come tonnellaggio e tecnologia. Ha partecipato ad operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite e ad operazioni di interdizione marittima, Maritime Interdiction Operations (MIO).
Ultimamente la JMSDF sta acquisendo una nuova classe di navi, ufficialmente classificate come cacciatorpediniere, ma in realtà portaerei leggere da 20 000 tonnellate, conosciute originariamente come DD-21 ed infine come classe Hyuga, dalle quali far operare i futuri velivoli F-35 JSF.
La JMSDF ha una forza ufficiale di 46 000 uomini, con 119 navi da guerra, tra i quali 20 sottomarini, rappresentati dalla Classe Harushio, 53 cacciatorpediniere (per la marina giapponese le unità sono classificate tutte come cacciatorpediniere) 29 unità cacciamine, 9 navi pattuglia e 9 unità anfibie, per un dislocamento complessivo di 432.000 tonnellate[1].
Il prefisso per le navi è JDS (Japanese Defense Ship) per tutte le navi entrate in servizio prima del 2008. Le navi entrate in servizio successivamente usano il prefisso JS (Japanese Ship) per riflettere l'evoluzione della Agenzia di Difesa giapponese in Ministero della Difesa.
La Marina giapponese ha anche una aviazione di marina (Japan Maritime Self-Defense Force aviation), erede della Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu, dotata di 200 velivoli ad ala fissa, di 150 elicotteri, quest'ultimi hanno soprattutto impieghi antisommergibile e di caccia alle mine navali[2].
Indice
1 Storia della JMSDF
1.1 Il secondo dopoguerra
1.2 Dopo la Guerra fredda
2 Flotta
2.1 Portaelicotteri
2.2 Cacciatorpediniere
2.3 Fregate
2.4 Fregate Leggere
2.5 Sottomarini
2.6 Cacciamine
2.7 Pattugliatori
2.8 Navi da guerra anfibia
3 Mezzi Aerei
3.1 Aeromobili radiati
4 Gradi militari
4.1 Ufficiale
4.2 Arruolati
5 Note
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Storia della JMSDF |
Il secondo dopoguerra |
In seguito alla sconfitta del Giappone nella Seconda guerra mondiale, la Marina Imperiale fu disciolta in forza all'accettazione della Dichiarazione di Potsdam. Le navi furono disarmate, e alcune di esse, come la nave da battaglia Nagato, furono requisite dagli Alleati come riparazione dei danni di guerra. Le navi rimanenti furono utilizzate per il rimpatrio dei soldati giapponesi dai fronti lontani dalla madrepatria e per la pulizia delle mine nell'area attorno alle isole del Giappone.
La flotta dragamine fu poi trasferita alla neonata Agenzia di Sicurezza Marittima, che aiutò a mantenere e conservare l'esperienza e le risorse della Marina imperiale.
La Costituzione del Giappone, scritta nel 1947 dopo la conclusione della guerra, all'articolo 9 specifica che "Il popolo giapponese rinuncia per sempre alla guerra come diritto sovrano della nazione e la minaccia o l'utilizzo della forza come mezzo di risoluzione delle dispute internazionali". La visione prevalente dell'articolo in Giappone è che esso permetta il mantenimento di forze militari per scopi di autodifesa, infatti a causa delle necessità della Guerra fredda, anche gli Stati Uniti furono favorevoli all'istituzione da parte del Giappone di una propria forza di difesa.
Nel 1952, la Forza di Sicurezza Costiera fu costituita nell'ambito dell'Agenzia di Sicurezza Marittima, incorporando la flotta dragamine e altri vascelli militari, soprattutto corvette, fornite dagli Stati Uniti.
Nel 1954, la Forza di Sicurezza Costiera fu separata e la Forza di autodifesa marittima Giapponese fu formalmente creata come la branca navale della Forza di autodifesa giapponese, secondo il passaggio della legge contemporanea sulle Forze di autodifesa.
Le prime navi della JMSDF furono delle corvette provenienti dalla US Navy, trasferite sotto controllo giapponese nel 1954. Nel 1956 la JMSDF ricevette la prima corvetta prodotta in Giappone dalla fine della Seconda guerra mondiale, la Harukaze. A causa della minaccia costituita dalla vasta e potente flotta sottomarina della Marina Sovietica, la JMSDF assolse soprattutto un ruolo antisommergibile.
Dopo la Guerra fredda |
In seguito alla fine della Guerra fredda, il ruolo della JMSDF cambiò sensibilmente. Cominciando con una missione in Cambogia nel 1993, è stata attivamente impiegata in numerose missioni di mantenimento della pace a guida ONU in tutta l'Asia. Nel 1993, la JMSDF mise in servizio il suo primo cacciatorpediniere Aegis, il Kongō. È stata attiva anche in esercitazioni navali congiunte con altre nazioni, come gli Stati Uniti.
La JMSDF ha dispiegato numerose sue corvette a rotazione nell'Oceano Indiano in ruoli di scorta per vascelli alleati come parte dell'Operazione Enduring Freedom a guida USA.
A seguito di un aumento nelle tensioni con la Corea del Nord derivate dalla sperimentazione del 1993 del missile Nodong-1 e da quella del 1998 del missile Taepodong-1 sopra il Giappone settentrionale, la JMSDF ha rafforzato le sue mansioni e la sua presenza nell'ambito della difesa aerea del Giappone.
Un sistema anti missili balistici basato sulle navi ed utilizzante missili Standard SM-3[3] è stato sperimentato con successo il 18 dicembre 2007 ed è stato installato sulle navi della classe Kongō.
Navi giapponesi partecipano alla formazione internazionale CTF-150, in funzione di contrasto alla pirateria nelle acque somale; nello specifico, nel 2009 il cacciatorpediniere Ariake (DD-109) e la nave rifornimenti Towada (AOE-422) hanno fatto parte della formazione[4].
A tutto il 2017, la squadra d'altura è composta da 38 veri cacciatorpediniere[5], anche se la consistenza formale è maggiore. Tutte le unità di superficie sono classificate come cacciatorpediniere, in quanto il loro nome le classifica come unità difensive, e pertanto anche le unità tuttoponte della classe Izumo e della classe Hyuga sono classificate come DDH (Destroyer Helicopter). le unità minori, che per altre marine sono classificate come fregate, per la JMSDF sono DE (Destroyer Escort, caccia di scorta). A questa flotta sempre nel 2017 si aggiungono anche 18 sommergibili diesel-elettrici (17 in servizio ma uno recente ritirato e temporaneamente in disarmo)[5].
La squadra è articolata in quattro flottiglie, nelle storiche basi di Yokosuka, Sasebo, Kure e Maizuru; ogni flottiglia è articolata su due escort squadron comprendenti anche un DDH (al 2017 i due Hyuga e i due Izumo, ma in precedenza altri cacciatorpediniere con ponte elicotteri in grado di portare fino a cinque mezzi) con un gruppo imbarcato che può essere composto da oltre 20 velivoli ad ala rotante.[5]
Flotta |
- Flotta navi di sicurezza al 2018
Portaelicotteri |
Helicopter Destroyers-(DDH) - una espressione usata in questo caso per non utilizzare la parola portaeromobili ma cacciatorpediniere portaelicotteri; in realtà si tratta di navi tuttoponte da 20 000 tsl.
classe Izumo (2 in servizio)
classe Hyuga (2 in servizio)
Cacciatorpediniere |
Cacciatorpediniere - Destroyers Guided (sottinteso Missile, cacciatorpediniere lanciamisili)-(DDG)
classe Maya (2 in costruzione)
classe Atago (2 in servizio)
classe Kongō (4 in servizio)
classe Hatakaze (2 in servizio)
Fregate |
La Kaijō Jieitai non usa il termine fregata perché il nome implica una capacità di offesa. Così alcune piccole imbarcazioni di tipo escort (cioè nave scorta) nella Kaijō Jieitai sono classificate come destroyers (contrazione dell'espressione torpedo boat destroyer, espressione inglese che indica il cacciatorpediniere), quando in realtà, a livello internazionale queste imbarcazioni sono classificate come fregate, in modo da sottolineare i loro compiti strettamente difensivi poiché danno la caccia ad armi offensive come le siluranti.
Navi classificate come Cacciatorpediniere - Destroyers-(DD) (Fregate)
classe Asashi (1 in servizio, 1 in costruzione)
classe Akizuki (4 in servizio)
classe Takanami (5 in servizio)
classe Murasame (9 in servizio)
classe Asagiri (8 in servizio)
classe Hatsuyuki (5 in servizio)
Fregate Leggere |
Navi classificate come Destroyer Escorts-(DE) (Fregate leggere)
classe Abukuma (6 in servizio)
Sottomarini |
Sottomarini d'attacco (SSK)
classe Soryu (11 in servizio, 3 in costruzione)
classe Oyashio (11 in servizio)
Cacciamine |
Cacciamine oceanici - Minesweeper Ocean-MSO
classe Awaji (2 in servizio)
Cacciamine costieri - Minesweeper Coastal-MSC
classe Sugashima (12 in servizio)
classe Hirashima (3 in servizio)
classe Enoshima (3 in servizio)
Controllore cacciamine - Minesweeper Controller-MCL
classe Uwajima (2 in servizio)
Nave appoggio cacciamine - Minesweeper Tender-MST
classe Uraga (2 in servizio)
Pattugliatori |
Missile Patrol craft
classe Hayabusa (PG:Guided Missile Patrol Boat) (6 in servizio)
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LST - classe Osumi (3 in servizio)
LCU - classe LCU-2001 (2 in servizio)- LCAC - Landing Craft Air Cushion (6 in servizio)
Mezzi Aerei |
Aeromobile | Origine | Tipo | Versione (denominazione locale) | In servizio (2018)[6] | Note | Immagine | |
Aerei per impieghi speciali | |||||||
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Lockheed P-3 Orion | Stati Uniti | aereo da pattugliamento marittimo ELINT aereo da ricognizione aereo da addestramento EW | P-3C EP-3C OP-3C UP-3C/D | 65[6] 4[6] 4[6] 2[6] | La produzione su licenza ha riguardato sia macchine appartenenti alla variante Update II.5 sia Update III, per un totale di 101 esemplari destinati alla lotta antisom (l'ultimo dei quali consegnato nel settembre 1997), 5 EP-3C per missioni ELINT/SIGINT (l'ultimo dei quali consegnato nel 1998), un esemplare per sperimentazioni e valutazioni UP-3C e 3 esemplari UP-3D per l'addestramento EW (l'ultimo dei quali consegnato nel 2000).[7] | ||
Kawasaki P-1 | Giappone | aereo da pattugliamento marittimo | P-1A | 17[7][8][6] | |||
Learjet 36 | Stati Uniti | aereo da ricognizione | U-36A | 4[6] | |||
ShinMaywa US-2 | Giappone | idrovolante SAR | US-2 | 5[6] | 14 esemplari ordinati, al dicembre 2017 risultano in servizio 5 US-2.[9] | ||
Aerei da trasporto | |||||||
Lockheed C-130 Hercules | Stati Uniti | aereo da trasporto | C-130R | 6[10][6] | 6 KC-130H ex US Navy ricevuti dopo essere stati riconvertiti in cargo.[10] | ||
Beechcraft King Air 90 | Stati Uniti | aereo da trasporto aereo da addestramento | C-90 TC-90 | 5[6] 13[6] | |||
Aerei da addestramento | |||||||
Fuji T-3 | Giappone | aereo da addestramento | T-3 | 32[6] | |||
Elicotteri | |||||||
Sikorsky SH-60 Seahawk | Stati Uniti | elicottero ASW | S-70 SH-60J SH-60K UH-60J | 112[6] | |||
AgustaWestland AW101 | Italia | elicottero da trasporto | MCH-101 | 12[6] | |||
MD Helicopters MD 500 | Stati Uniti | elicottero da addestramento | MD500 | 7[6] | |||
Eurocopter EC 135 | Francia | elicottero utility | TH-135 | 15[6] |
Aeromobili radiati |
ShinMaywa US-1A - Radiati ad aprile 2018 gli ultimi 2 US-1A ancora in organico.[11]
Gradi militari |
Ufficiale |
Codice NATO | OF-9 | OF-8 | OF-7 | OF-5 | OF-4 | OF-3 | OF-2 | OF-1 | |
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Grado | 海将 (統合幕僚長および海上幕僚長) | 海将 | 海将補 | 1等海佐 | 2等海佐 | 3等海佐 | 1等海尉 | 2等海尉 | 3等海尉 |
Traduzione italiana | Ammiraglio (Viceammiraglio serve come capo di stato maggiore) | Viceammiraglio | Retroammiraglio | Capitano di vascello | Capitano di fregata | Capitano di corvetta | Tenente di vascello | Sottotenente di vascello | Alfiere di vascello |
TypeA (甲階級章) | |||||||||
TypeB (乙階級章) | |||||||||
TypeC (丙階級章) | |||||||||
Miniature (略章) |
Arruolati |
Codice Nato | OR-9 | OR-8 | OR-7 | OR-6 | OR-5 | OR-3 | OR-2 | OR-1 | OR-D |
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Grado | 准海尉 | 海曹長 | 1等海曹 | 2等海曹 | 3等海曹 | 海士長 | 1等海士 | 2等海士 | 自衛官候補生 |
Traduzione italiana | Ufficiale associato | Capo scelto | Primo capo | Secondo capo | Terzo capo | Marinaio scelto | Primo marinaio | Secondo marinaio | Autodifesa cadetto ufficiale |
TypeA (甲階級章) | |||||||||
TypeB (乙階級章) | |||||||||
TypeC (丙階級章) | |||||||||
Miniature (略章) | Nessun'insignia |
Note |
^ Japan Ministry of Defense, Defense of Japan (PDF), Japan Ministry of Defense, 2007. URL consultato l'11 febbraio 2008.
^ Japan Maritime Self Defense Force, Globalsecurity.org. URL consultato il 12 aprile 2006.
^ http://www.globalsecurity.org/space/systems/sm3.htm RIM-161 SM-3 (AEGIS Ballistic Missile Defense).
^ Operation Enduring Freedom - Order of Battle.
^ abc .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
http://www.analisidifesa.it/2017/03/i-cacciatorpediniere-spina-dorsale-della-marina-giapponese/[collegamento interrotto]
^ abcdefghijklmnop (EN) World Air Force 2019 (PDF), su Flightglobal.com, p. 20. URL consultato il 30 dicembre 2018.
^ ab "Il Kawasaki P-1" - "Rivista italiana difesa" N. 3 - 03/2018 pp. 72-79
^ "Giappone. Kawasaki consegna i primi P-1" - "Aeronautica & Difesa" N. 362 - 12/2016 pag. 70
^ "Dal PS-1 all'US-2: il difficile ritorno dell'idrovolante" - RID Rivista italiana difesa N. 12 - 12/2016 pp. 66-71
^ ab "Harvest Hawk, una aerocisterna d'assalto" - "Aeronautica & Difesa" N. 389 - 03/2019 pp. 36-37
^ "La marina giapponese ha radiato l'ultimo US-1A" - "Aeronautica & Difesa" N. 378 - 04/2018 pag. 76
Voci correlate |
- Armada de México
- South African Navy
- Marina militare birmana
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Forza marittima di autodifesa giapponese
Collegamenti esterni |
- (EN) Japan Maritime Self Defence Force - Nihon Kaijyo Jieitai, su globalsecurity.org.
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Controllo di autorità | ISNI (EN) 0000 0004 0641 8192 |
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