Cabaret
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Il cabaret, o ugualmente cabarè[1][2], è storicamente una forma di spettacolo che combina teatro, canzone, commedia e danza.
Nato sul finire del XIX secolo in Francia, si differenzia subito dal café-chantant, orientato maggiormente verso l'intrattenimento e non la sperimentazione di nuovi linguaggi. È infatti all'interno dei primi cabaret che fioriscono le correnti di dadaismo prima, e surrealismo poi, che avrebbero estremamente influenzato tutta l'arte di là da venire.
Con il cambio delle modalità di spettacolo e con l'avvento della TV, anche la parola "cabaret" ha mutato, a livello colloquiale, il proprio significato. In spagnolo, per esempio, connota spettacoli di danza dallo spiccato erotismo. In Italia, invece, il "cabaret" viene associato alla recitazione comica, per cui "cabarettista" è diventato sinonimo di attore comico che si esibisce in locali.
Indice
1 Cabaret francese
2 Cabaret tedesco
3 Cabaret italiano
4 Cabarettisti celebri
5 Note
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Cabaret francese |
I cabaret esistevano a Parigi sin dal sedicesimo secolo; sono gli antenati dei ristoranti moderni. Al contrario delle taverne, vendevano il vino unicamente se si acquistava anche un pasto.
La clientela poteva cantare, se aveva bevuto abbastanza vino, ma all'inizio, i primi cabaret non avevano un vero e proprio schema per quanto riguardava l'intrattenimento degli ospiti.
Erano ritrovi frequenti per artisti e scrittori. Nel sedicesimo secolo gli scrittori La Fontaine, Moliere e Jean Racine frequentavano un cabaret chiamato il Mouton Blanc, nella rue du Vieux-Colombier, e, più tardi, il Croix de Lorraine, nella moderna rue Bourg-Tibourg.
Nel 1773, poeti, pittori, musicisti e scrittori francesi iniziarono a incontrarsi in un cabaret chiamato Le Caveau nella rue de Buci, dove componevano e cantavano canzoni.
Il Caveau chiuse nel 1816, perché alcuni clienti scrivevano canzoni dove deridevano il governo.
Un altro cabaret fu fondato nel 1881 a Montmartre (un quartiere parigino): Le cabaret artistique de Rodolphe Salis, subito dopo rinominato Le Chat Noir (Il Gatto Nero). Tra gli spettatori di questo primo cabaret si annoverano anche personalità molto importanti dell'epoca, quali ad esempio Alphonse Allais, Jean Richepin, Aristide Bruant, ma anche persone provenienti da ogni strato sociale. Altri cabaret del periodo: il Cabaret des Quat'z'Arts, La Lune rousse e Les Pantins[3].
Altri famosi cabaret parigini sono il Folies-Bergère e il Moulin Rouge, costruito nel 1889 nel quartiere a luci rosse di Pigalle, famoso per la riproduzione di un mulino rosso sul tetto.
Cabaret tedesco |
Nel 1900 viene fondato da Ernst von Wolzogen il primo cabaret tedesco, che al tempo era chiamato Buntes Theater (teatro colorato). Ma il vero cabaret Tedesco fiorì tra gli anni venti e gli anni trenta del Novecento portando al successo artisti come Werner Finck al Kathakombe e Karl Valentin al Wien-München.
Cabaret italiano |
In Italia, dove peraltro manca una vera e propria tradizione cabarettistica, il cabaret gode di una definizione alla fine degli anni cinquanta con il trio de' "i Gobbi" (Vittorio Caprioli, Alberto Bonucci e Franca Valeri) con le musiche ironiche di Franco Nebbia. Tuttavia, si può considerare cabaret, ai più alti livelli, anche la precedente opera di Ettore Petrolini (1886 - 1936) che operava nei circuiti di avanspettacolo (prima) e di teatro (poi).
Il cabaret si afferma prima con l'impronta pionieristica di Franco Nebbia al Nebbia Club di Milano, provocatorio e politicamente impegnato, ispirato alla lezione tedesca, poi col gruppo de' I Gufi (Gianni Magni, Lino Patruno, Roberto Brivio, Nanni Svampa) e al Derby Club di Milano, straordinaria fucina, assimilabile ad una vera e propria corrente artistica per merito di attori-autori innovativi quali Enzo Jannacci, Felice Andreasi, Cochi e Renato, Lino Toffolo, già dal 1964, costituitisi in "Gruppo Motore". È l'affermazione stilistica del genere.
Successivamente, al Derby, si produrranno nuove leve come Massimo Boldi, Teo Teocoli, Walter Valdi, Ernest Thole, Mauro Di Francesco, I Gatti di Vicolo Miracoli, Giorgio Porcaro, Diego Abatantuono, Francesco Salvi, Paolo Rossi, Claudio Bisio, Enzo Iacchetti, Alberto Tovaglia, Alessandro Bergonzoni, Antonio Ricci, Giobbe Covatta, Aldo e Giovanni (Giacomo si unì al gruppo qualche anno più tardi al Caffe' Teatro di Samarate), la Carovana, Marco Milano, Roberto De Marchi. Un contributo decisivo è da attribuire anche al locale "7 x 8" in Roma, dove, tra gli altri, si esibisce l'attore Paolo Villaggio.
Nel 1965, a Roma, ottenne un clamoroso successo il “Bagaglino”, fondato dai giornalisti Luciano Cirri, Mario Castellacci, Pierfrancesco Pingitore, Gianfranco Finaldi e Piero Palumbo; e dal musicista Dimitri Gribanovski.
Nato in una cantina di vicolo della Campanella 2, la compagnia all’inizio ebbe il nome “Bragaglino” in onore di Anton Giulio Bragaglia, ma un'ingiunzione degli eredi impose il cambio in "Bagaglino". Il primo spettacolo messo in scena, il 23 novembre 1965, fu I tabù con Oreste Lionello, Pino Caruso, Gabriella Gazzolo e Claudia Caminito. Lionello era attore già di buon nome. Per Pino Caruso si trattò della prima affermazione, che l’avrebbe portato nel 1968 in tv e alla notorietà.
A Roma fu celebre il locale "La Chanson" che lanciò il gruppo di cabaret "La Smorfia" composto allora da Lello Arena, Enzo Decaro e Massimo Troisi.
Oggi sono pochi, in Italia, gli artisti collocabili nella tradizione del cabaret all'italiana: alcuni vengono dalla tradizione del Derby, altri sono di ispirazione petroliniana, altri ancora l'hanno aggiornata innestandovi moduli della stand up comedy anglosassone: Maurizio Battista, Giorgio Bracardi, Enrico Brignano, Gennaro Cannavacciuolo, Maurizio Milani, Corrado Guzzanti, Daniele Luttazzi, Paolo Rossi, Antonio Rezza.
Cabarettisti celebri |
- Andy Kaufman
- Liza Minnelli
- Felice Andreasi
- Jane Avril
- Charles Aznavour
- Joséphine Baker
- Gennaro Cannavacciuolo
- Sidney Bechet
- La Bella Otero
- Jack Benny
- Georges Brassens
- Jacques Bxrel
- Aristide Bruant
- Barbara Carroll
- Paolo Brancati
- Charlie Chaplin
- Maurice Chevalier
- Cochi e Renato
- Colette
- Coluche
- Noël Coward
- Marlene Dietrich
- Giustino Durano
- Norma Duval
- Karl Farkas
- Gabriella Ferri
- Werner Finck
- Pippo Franco
- Loïe Fuller
- Gianfranco Funari
- Serge Gainsbourg
- Dora Gerson
- Gianni Giannini
- Susana Giménez
- La Golue
- Juliette Gréco
- i Gobbi
- i Gufi
- Mabel Mercer
- Adelaide Hall
- Dieter Hildebrandt
- Harry Houdini
- Enzo Jannacci
- Betty Johnson
- Élie Kakou
- Ute Lemper
- Mata Hari
- Enrico Montesano
- Mona Mour
- Gertrude Lawrence
- Phoebe Legere
- Nélida Lobato
- Daniele Luttazzi
- Klaus Mann
- Mabel Mercer
- Lova Moor
- Mistinguett
- Tita Merello
- Cléo de Mérode
- José Padilla Sánchez
- Ettore Petrolini
- Édith Piaf
- Jean-Louis Pisuisse
- Alf Poier
- Gerhard Polt
- Django Reinhardt
- Paolo Rossi
- Jean Sablon
- Annette Sanders
- Bobby Short
- Jura Soyfer
- Berthe Sylva
- Sylvia Syms
- The Swingle Singers
- Dita Von Teese
- Teo Teocoli
- Kurt Tucholsky
- Jérôme Savary
- Karl Valentin
- Walter Valdi
- Boris Vian
Note |
^ CABARÈ, in Dizionario Italiano online Hoepli. URL consultato il 10 dicembre 2017. Più di un parametro tra
specificato (aiuto)sito
epubblicazione
^ cabaret/cabarè La parola del giorno, in Vocabolario di italiano Zingarelli, 19 gennaio 2013. URL consultato il 10 dicembre 2017. Più di un parametro tra
specificato (aiuto)sito
epubblicazione
^ Lisa Appignanesi, The Cabaret, Yale University Press, 2004, p. 22.
Altri progetti |
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Collegamenti esterni |
(EN) Cabaret, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Kabarett.it sito dedicato al cabaret tedesco