Art Nouveau




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – "Liberty" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Liberty (disambigua).




Alfons Mucha, Frutta, 1897


L'Art Nouveau, noto in Italia anche come stile floreale, stile Liberty o arte nuova, fu un movimento artistico e filosofico che si sviluppò tra la fine dell'800 e il primo decennio del 1900 e che influenzò le arti figurative, l'architettura e le arti applicate[1][2].


Il nome Art Nouveau ("arte nuova") fu coniato in Belgio, in Francia il movimento era noto anche come Style Guimard, Style 1900 o École de Nancy (per gli oggetti d'arte); anche in Gran Bretagna fu noto come Art Nouveau insieme alle definizioni in lingua di Modern Style o Studio Style, mentre in Germania prese il nome di Jugendstil, in Austria Sezessionstil, nei Paesi Bassi Nieuwe Kunst (traduzione di Art Nouveau in olandese), in Polonia Secesja, in Svizzera Style sapin o Jugendstil, in Serbia e Croazia Secesija, in Russia Modern e, in Spagna, Modernismo.


Il nome Stile Liberty che si diffuse in Italia deriva dai magazzini londinesi di Arthur Liberty, che esponevano regolarmente oggetti d'arte e tessuti disegnati in stile Art Nouveau alla fine del XIX secolo.




Indice






  • 1 Storia


  • 2 Caratteristiche generali del movimento


  • 3 Pittura


  • 4 Architettura


  • 5 Design e artigianato


  • 6 Letteratura e musica


  • 7 Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO


  • 8 Riviste


  • 9 Principali esponenti dell'Art Nouveau


    • 9.1 Architettura


    • 9.2 Pittura, illustrazione, grafica, pubblicità


    • 9.3 Mobili, arredamento, interni


    • 9.4 Lavorazione del vetro


    • 9.5 Murali e mosaici


    • 9.6 Altre arti decorative




  • 10 Galleria d'immagini


  • 11 Note


  • 12 Bibliografia


  • 13 Voci correlate


  • 14 Altri progetti


  • 15 Collegamenti esterni





Storia |


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«L'opera di tutti e quattro fu messa assieme, giudicata e studiata attraverso la sola qualità ovviamente comune a tutti: la novità; così ebbe origine il nome Art Nouveau[3]»


(Henry van de Velde)

L'espressione «Art nouveau» fu utilizzata per la prima volta da Edmond Picard nel 1894 nella rivista belga L'Art moderne per qualificare la produzione artistica di Henry van de Velde[4]. Tuttavia il nome era stato coniato dallo stesso Henry van de Velde insieme ai suoi connazionali Victor Horta, Paul Hankar e Gustave Serrurier-Bovy[3]. L'Art Nouveau si configurò come stile ad ampio raggio, che abbracciava i più disparati campi: architettura, decorazione d'interni e urbana, gioielleria, mobilio e tessuti, utensili e oggettistica, illuminazione, arte funeraria.


Il movimento trae le sue origini dall'ideologia estetica anglosassone delle Arts and Crafts, che aveva posto l'accento sulla libera creazione dell'artigiano come unica alternativa alla meccanizzazione e alla produzione in serie di oggetti di dubbio valore estetico[5]. L'Art Nouveau, rielaborando questi assunti, aprì la strada al moderno design e all'architettura moderna.


Un punto importante per la diffusione di quest'arte fu l'Esposizione svoltasi a Parigi nel 1900, nella quale il nuovo stile trionfò in ogni campo. Ma il movimento si diffuse anche attraverso altri canali: la pubblicazione di nuove riviste, come L'art pour tous, e l'istituzione di scuole e laboratori artigianali. Lo stile raggiunse probabilmente il suo apogeo durante l'Esposizione internazionale d'arte decorativa moderna di Torino nel 1902, in cui furono esposti i progetti di designer provenienti dai maggiori paesi europei, tra cui gli oggetti e le stampe dei famosi magazzini londinesi di Arthur Lasenby Liberty.


L'Art Nouveau, con le grandi esposizioni, si affermò nelle grandi capitali come Parigi, dove l'architetto Hector Guimard progettò le stazioni per la metropolitana, Berlino, dove nel 1898 nacque la secessione attorno alla figura di Munch, e Vienna, dove gli artisti della secessione diedero un nuovo aspetto alla città. Il nuovo stile[6] si affermò tuttavia anche nelle città di provincia più dinamiche, dove assunse un carattere più spiccatamente antiaccademico con elementi di ribellione e provocazione. A Monaco, Darmstadt e Weimar in Germania le secessioni spesso assunsero una sfumatura antiprussiana, in contrapposizione anche allo scenografico e pomposo stile "guglielmino"; a Bruxelles, dove si ebbero le prime manifestazioni mature del nuovo movimento, ebbero un ruolo importante l'ambiente socialista e l'esigenza di uscire dall'ombra della grande e lontana Parigi.


Il caso di città come Nancy, Glasgow e Chicago è leggermente differente: sono città di secondo piano che ambiscono a un ruolo più importante nel paese dal punto di vista economico e industriale. Conobbero infatti tutte e tre verso la fine del XIX secolo un intenso sviluppo e registrarono un vertiginoso aumento demografico. Stessa situazione per una città come Barcellona, a cui però si aggiunse il fattore nazionalistico che in un certo senso accomunò il modernismo catalano alle espressioni dello Jugendstil in Finlandia.
Inoltre, benché il movimento dell'Art Nouveau si ponesse in rottura con la tradizione, non furono estranei i motivi dell'arte tradizionale del posto, che furono accolti più o meno ovunque, soprattutto a Barcellona, Monaco e in Finlandia.



Caratteristiche generali del movimento |


L'Art Nouveau, con le sue linee ornamentali e dinamiche, costituì un autentico tentativo di riforma di vita. Questo movimento si rafforzò attorno al 1900 sulla scia di altri movimenti precedenti, primo fra tutti l'Arts and Crafts inglese, la corrente riformista volle proporsi come risposta alle conseguenze negative dell'industrializzazione, proponendo un ritorno alla natura e l'adesione ad uno stile di vita sano. I movimenti riformisti trovarono fondamento ai loro princìpi in teorie biologiche, concezioni filosofiche della vita così come in dottrine spirituali occultiste. Da queste basi nacque il Modernismo artistico.


Nuove pubblicazioni (manifesti di mostre d'arte, periodici del settore) - come ad esempio Ver Sacrum, la rivista della Secessione Viennese, e Volné Směry (Libere Direzioni) legata all'associazione Spolek Mánes di Praga - divennero l'espressione di una trasformazione di criteri estetici. L'Art Nouveau trovò la fonte primaria dell'ispirazione nella natura, di cui gli artisti ammiravano la perfezione formale, l'aspetto sfuggente e la forza dinamica e vitale. Motivi floreali e zoomorfici si diffusero così in tutte le arti applicate: mobili, manufatti in metallo, vetri e ceramiche. Le linee sinuose e dinamiche incarnano una visione vitalistica del mondo inteso come fenomeno creativo eterno e naturale nell'àmbito di una continua rigenerazione organica. Inoltre gli artisti poterono avere un approccio scientifico alla natura grazie anche al microscopio, alla microfotografia e ai raggi X.


Nei circoli artistici si diffuse un vivo interesse per la teosofia, dottrina che fonda la cognizione dei poteri spirituali occulti su uno studio comparativo dei sistemi religiosi del mondo (ispirati dalle teorie dell'occultista Helena Petrovna Blavatsky). Tra i seguaci delle dottrine occultiste incontriamo il ceco Alfons Mucha e gli artisti Simbolisti del gruppo Sursum. Attraverso le scienze esoteriche e le sedute spiritiche si tentava di svelare i più reconditi misteri dell'esistenza.


In questo nuovo contesto culturale, nacque anche un nuovo senso dell'indipendenza e dell'emancipazione femminile, una femminilità al di fuori dei cànoni, sfida al vecchio conservatorismo morale. Immagini dalla carica erotica più o meno esplicita venivano proiettate su rappresentazioni idealizzate e eroicizzanti di cantanti d'opera o attrici famose come Sarah Bernhardt o anche cantanti e ballerine di cabaret,
incarnanti l'immagine della "femme fatale".[7]



Pittura |




Albero della Vita, 1905-1906, Gustav Klimt


Una delle caratteristiche più importanti dello stile è l'ispirazione alla natura, di cui studia gli elementi strutturali, traducendoli in una linea dinamica e ondulata, con tratto «a frusta». Semplici figure sembravano prendere vita ed evolversi naturalmente in forme simili a piante o fiori.


Come movimento artistico l'Art Nouveau possiede alcune affinità con i pittori Preraffaelliti e Simbolisti, e alcune figure come Aubrey Beardsley, Alfons Mucha, Edward Burne-Jones, Gustav Klimt e Jan Toorop possono essere collocate in più di uno di questi stili. Diversamente dai pittori simbolisti, tuttavia, l'Art Nouveau possedeva un determinato stile visivo; e al contrario dei Preraffaelliti che prediligevano rivolgere lo sguardo al passato, l'Art Nouveau si formalizzava nell'adoperare nuovi materiali, superfici lavorate, e per l'astrazione al servizio del puro design.



Architettura |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Architettura modernista.

L'Art Nouveau in architettura e design degli interni superò lo storicismo eclettico che permeava l'età vittoriana. Gli artisti dell'Art Nouveau selezionarono e modernizzarono alcuni tra gli elementi del Rococò[8][9][10], come le decorazioni a fiamma e a conchiglia, al posto dei classici ornamenti naturalistici vittoriani. Prediligevano invece la Natura per fonte di ispirazione ma ne stilizzarono evidentemente gli elementi e ampliarono tale repertorio con l'aggiunta di alghe, fili d'erba, insetti[11]. In definitiva il carattere più rivoluzionario della ricerca architettonica fu la completa rinuncia all'ordine architettonico che nonostante alcuni sperimentalismi aveva conservato per tutto il XIX secolo un proprio ruolo in tutto il panorama architettonico, non soltanto accademico. Tale rinuncia ebbe un carattere permanente e continuerà nel protorazionalismo e nel razionalismo.



Design e artigianato |




Particolare della porta d'ingresso del villino Florio a Palermo


Caratteristiche le forme organiche, le linee curve, con ornamenti a predilezione vegetale o floreale. Le immagini orientali, soprattutto le stampe giapponesi, con forme altrettanto curvilinee, superfici illustrate, vuoti contrastanti, e l'assoluta piattezza di alcune stampe, furono un'importante fonte di ispirazione. Alcuni tipi di linee e curve divennero dei cliché, poi adoperati dagli artisti di tutto il mondo. Altro fattore di grande importanza è che l'Art Nouveau non rinnegò l'uso dei macchinari come accadde in altri movimenti contemporanei, come quello di Arts and Crafts, ma vennero usati e integrati nella creazione dell'opera. In termini di materiali adoperati la fonte primaria furono certamente il vetro e il ferro battuto, portando a una vera e propria forma di scultura e architettura.


Nel settore dell'arredo e della produzione di mobili si distinsero i francesi Eugène Vallin, Hector Guimard, Louis Majorelle, l'austriaco Josef Hoffmann, l'italiano Carlo Bugatti, il britannico Charles Rennie Mackintosh, lo spagnolo Antoni Gaudí, unitamente ai già citati belgi Victor Horta, Paul Hankar, Gustave Serrurier-Bovy, Henry van de Velde le cui opere influenzarono una più vasta platea di ebanisti attivi a livello locale (Auguste Metgé, ecc.).




Decorazione. Privat-Livemont, graffito su un edificio di Bruxelles, c. 1900


La lavorazione del vetro fu un campo in cui questo stile trovò una libera e grandiosa forma espressiva— per esempio, i lavori di Louis Comfort Tiffany a New York o di Émile Gallé e i fratelli Daum a Nancy in Francia.




Un vaso di Daum c. 1900


In gioielleria l'Art Nouveau ne rivitalizzò l'arte, con la natura come principale fonte di ispirazione, arricchita dai nuovi livelli di virtuosismo nella smaltatura e nell'introduzione di nuovi materiali, come opali o pietre semipreziose. L'aperto interesse per l'arte giapponese e l'ancora più specializzato entusiasmo per la loro abilità nella lavorazione dei metalli, promosse nuove tematiche e approcci agli ornamenti. Per i primi due secoli l'accento fu posto sulle gemme, specialmente sul diamante, e il gioielliere o l'orafo si occupavano principalmente di incastonare pietre, per un loro vantaggio puramente economico. Ma ora stava nascendo un tipo di gioielleria completamente differente, motivato più da un artista-designer che da un gioielliere in sola qualità di incastonatore di pietre preziose.


Furono i gioiellieri di Parigi e Bruxelles che crearono e definirono l'Art Nouveau in gioielleria, e fu in queste città che vennero creati gli esempi più rinomati. La critica francese dell'epoca fu concorde nell'affermare che la gioielleria stava attraversando una fase di trasformazione radicale, e che il disegnatore di gioielli francese René Lalique ne era il fulcro. Lalique glorificò la natura nella sua arte, estendendone il repertorio per includere nuovi aspetti— libellule o erba—, ispirati dall'incontro tra la sua intelligenza e l'arte giapponese.


I gioiellieri si dimostrarono molto acuti nel richiamarsi con il nuovo stile a una nobile tradizione guardando indietro, al Rinascimento, con i suoi monili in oro lavorato e smaltato, e la visione del gioielliere come artista prima che artigiano. Nella maggior parte delle opere di quel periodo le pietre preziose retrocessero in un secondo piano. I diamanti furono per lo più utilizzati con un ruolo secondario, accostati a materiali meno noti come il vetro, l'avorio e il corno.



Letteratura e musica |


Nel campo letterario, i caratteri più importanti sono: il preziosismo, l'esotismo, l'allusione a mondi del passato ormai scomparsi (il Medioevo cavalleresco, le corti dei re Luigi in Francia, le monarchie cinesi e giapponesi), l'opposizione al positivismo e l'interesse verso la teosofia. Nella narrativa, rigetta il realismo optando per la novella storica e il racconto di esperienze di allucinazioni e pazzia, per la descrizione di raffinati ambienti di Boemia, introducendo il personaggio della donna fatale che conduce gli uomini al piacere e alla morte.


In questa direzione si colloca anche l'esperienza musicale wagneriana, che soprattutto nel dramma mistico Parsifal preannuncia i caratteri dell'Arte Nuova, sia come linguaggio musicale, sia come soggetto, sia come scenografia. Alcuni critici quali Rubens Tedeschi e alcuni libri come il Dizionario dell'Opera di Piero Gelli affermano che la suggestione scenografica del secondo atto (il giardino di Klingsor) influenzò in qualche modo la nascita del cosiddetto “stile floreale”. Come scrisse Claude Debussy - che pochi anni più tardi si distinse come protagonista sulla scena musicale dell'Art Nouveau e dell'Impressionismo - “il Parsifal è uno dei più bei monumenti sonori che siano stati elevati alla gloria della musica”.



Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO |


Vari monumenti Liberty, grazie al loro valore culturale, sono stati riconosciuti dall'UNESCO nell'elenco dei patrimoni dell'umanità: il centro storico di Riga, con “la più bella collezione di edifici Art Nouveau in Europa”, nella lista per la “qualità e quantità della sua architettura Art Nouveau/Jugendstil”[12]; quattro delle case di Bruxelles progettate da Victor Horta come “opere del genio creativo umano”, “esempi eccezionali di arte e architettura liberty che brillantemente illustrano il passaggio dal XIX al XX secolo di arte, pensiero e società”[13]; e i lavori di Antoni Gaudí[14]. Alcune testimonianze, anche notevoli, di arte e architettura floreale, sono presenti in altri beni mondiali inclusi dall'UNESCO, tra i numerosi centri storici di Istanbul, Venezia, Napoli, Roma, Firenze, Siracusa[15], Rio de Janeiro, Città del Messico, Praga, Graz, Salisburgo, L'Avana, Oporto, Tbilisi, Salamanca, Valparaíso e San Pietroburgo.




Copertina della rivista berlinese Pan



Riviste |




  • L'art moderne, Bruxelles, dal 1881;


  • La revue blanche, Parigi, 1889-1903;


  • Jugend, Monaco di Baviera, 1892-1940;


  • The Studio, Londra, dal 1893;


  • Van Nu en Straks, Bruxelles, 1893-1901;


  • The Chap-Book, Chicago, 1894-1898;


  • Pan, Berlino, 1895-1900;


  • Emporium, Bergamo, 1895-1964;


  • Simplicissimus, Monaco di Baviera, 1896-1944;


  • Ver Sacrum, Vienna, 1898-1903;


  • Mir iskusstva, San Pietroburgo, 1899-1904;


  • Joventut, Barcellona, 1900-1906;


  • Novissima, albo d'arti et lettere, Milano, 1901-1910;


  • L'Assiette au Beurre, Parigi, 1901-1912;


  • La Sicile illustrée, Palermo, 1904-1911.



Principali esponenti dell'Art Nouveau |




Grafica. Théophile-Alexandre Steinlen, Tournée du Chat Noir, 1896.




Architettura. Charles Rennie Mackintosh, Scuola d'Arte di Glasgow, 1897-1909.




Architettura. Pietro Fenoglio, Casa Fenoglio-Lafleur (1902) a Torino, 1902.


Tra i protagonisti dell'Art Nouveau è possibile citare:



Architettura |




  • Pietro Fenoglio (1865-1927)


  • Ernesto Basile (1857-1932)


  • Giovanni Battista Bossi (1864-1924)


  • Raimondo D'Aronco (1857-1932)


  • Émile André (1871-1933)


  • Jules Brunfaut (1852-1942)


  • August Endell (1871-1925)


  • Antoni Gaudí (1852-1926)


  • Hector Guimard (1867-1942)


  • Josef Hoffmann (1870-1956)


  • Victor Horta (1861-1947)


  • Charles Rennie Mackintosh (1868-1928)


  • Giuseppe Sommaruga (1868-1928)


  • Gino Coppedè (1866-1927)


  • Louis Sullivan (1857-1917)


  • Otto Wagner (1841-1918)


  • Joseph Maria Olbrich (1867-1908)


  • Michail Osipovič Ėjzenštejn (1867-1921)


  • Silvio Gambini (1877-1948)


  • Jean-Émile Resplandy (1866-1928)


  • Vladislav Gorodetsky (1863-1930)


  • Henry van de Velde (1863–1957)


  • Gavriil Baranovskiy (1860-1920)


  • Virginio Colombo (1885–1927)


  • Josef Fanta (1856-1954)


  • Waldemar Wilenius (1868–1940)


  • Ödön Lechner (1845–1914)



Pittura, illustrazione, grafica, pubblicità |




  • Aubrey Beardsley (1872-1898)


  • Pierre Bonnard (1867-1947)


  • Mario Borgoni (1869-1936 circa)


  • William Bradley (1868-1962)


  • Walter Crane (1845-1915)


  • Adolfo De Carolis (1874-1928)


  • Ettore De Maria Bergler (1850-1938)


  • Eugène Grasset (1841-1917)


  • Ferdinand Hodler (1853-1918)


  • Adolf Hohenstein (1854-1928)


  • Gustav Klimt (1862-1918)


  • Fernand Khnopff (1858-1921)


  • Karl Wilhelm Diefenbach (1851–1913)

  • Melchior Lechter


  • Privat-Livemont (1861-1936)


  • Giovanni Maria Mataloni (1869-1944)


  • Frances MacDonald (1873-1921)

  • Margaret MacDonald (1865-1933)


  • Alfons Mucha (1860-1939)


  • Théophile Alexandre Steinlen (1859-1923)


  • Aleardo Terzi (1870-1943)


  • Jan Toorop (1858-1928)


  • Eliseu Visconti (1866–1944)


  • Edmund Dulac (1882-1953)


  • Marcello Dudovich (1878-1962)


  • Leopoldo Metlicovitz (1868-1944)


  • Archibald Knox (1864-1933)


  • Salvatore Gregorietti (1870-1952)



Mobili, arredamento, interni |




  • Ernesto Basile (1857-1932)


  • Vittorio Ducrot (1867-1942)


  • Carlo Bugatti (1856-1940)


  • Eugène Gaillard (1862-1933)


  • Louis Majorelle (1859-1926)

  • Charles Plumet (1861-1928)


  • Michael Thonet (1796-1871)


  • Henry van de Velde (1863-1957)


  • Richard Riemerschmid (1868-1957)


  • Archibald Knox (1864-1933)


  • Salvatore Gregorietti (1870-1952)



Lavorazione del vetro |



  • Daum - famiglia di artisti vetrai (Auguste, Antonin, Jean e Paul)

  • François Décorchemont (1880-1971)


  • Émile Gallé (1846-1904)


  • René Lalique (1860-1945)


  • Louis Comfort Tiffany (1848-1933)

  • Almaric Walter (1870-1959)


  • Archibald Knox (1864-1933)


  • Salvatore Gregorietti (1870-1952)



Murali e mosaici |




  • Gustav Klimt (1862-1918)


  • Privat-Livemont (1861-1936)


  • Gabriele van Dievoet (1875-1934)



Altre arti decorative |



  • Charles Robert Ashbee (1863-1942) - argentiere, scrittore, architetto


  • Samuel Bing (1838-1905) - mercante e critico d'arte


  • Galileo Chini (1873-1956) - pittore, grafico, architetto, scenografo e ceramista

  • Albert Dammouse (1848-1926) - scultore, decoratore e ceramista


  • Alessandro Mazzucotelli (1865-1938) - artista del ferro battuto


  • Hermann Obrist (1863-1927) - ceramista e disegnatore


  • Philippe Wolfers (1858-1929) - scultore, argentiere e orafo


  • Archibald Knox (1864–1933) - argentiere, orafo, pittore, decoratore, grafico e ideatore di caratteri



Galleria d'immagini |




Note |




  1. ^ Duncan (1994), p. 7


  2. ^ Sterner (1982), p. 6.


  3. ^ ab (DE) Henry van de Velde, Die Renaissance im modern Kunstgewerbe, Lipsia, 1903.


  4. ^ (FR) L'Art nouveau, in Wall Street International - Art, 11 febbraio 2015. URL consultato il 9 dicembre 2015.


  5. ^ Andrea Speziali, Italian Liberty. Il sogno europeo della grande bellezza, Forlì, Cartacanta, 2016, ISBN 978-88-96629-74-1.


  6. ^ Il Liberty in Italia, su italialiberty.it.


  7. ^ Il Liberty e la rivoluzione europea delle arti. Museo storico del Castello di Miramare, Trieste; 23 giugno 2017-7 gennaio 2018.


  8. ^ (EN) Rococo to Art Nouveau 1720 - 1900 13/14, Victoria and Albert Museum. URL consultato il 6 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2014).


  9. ^ (EN) Art Nouveau, Metropolitan Museum of Art. URL consultato il 6 giugno 2014.


  10. ^ (EN) Art Nouveau, su ArtQuid.com. URL consultato il 6 giugno 2014.


  11. ^ Andrea Speziali, Italian Liberty. Una nuova stagione dell'Art Nouveau, Forlì, Cartacanta, 2015, ISBN 978-88-96629-65-9.


  12. ^ (EN) Historic Centre of Riga, UNESCO World Heritage List, 1997. URL consultato il 13 gennaio 2014.


  13. ^ (EN) Major Town Houses of the Architect Victor Horta (Brussels), UNESCO World Heritage List, 2000. URL consultato il 13 gennaio 2014.


  14. ^ (EN) Works of Antoni Gaudí, UNESCO World Heritage List, 2005. URL consultato l'8 aprile 2014.


  15. ^ Eugenio Rizzo, Maria Cristina Sirchia e Paolo Portoghesi (prefazione), Sicilia Liberty, Palermo, Dario Flaccovio Editore, 2007, ISBN 978-88-7758-771-8.



Bibliografia |



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  • (EN) William Craft Brumfield, The Origins of Modernism in Russian Architecture, Berkeley, University of California Press, 1991, ISBN 0-520-06929-3.

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Voci correlate |



  • Art Nouveau a Riga

  • Liberty a Messina

  • Liberty a Milano

  • Liberty a Napoli

  • Liberty a Torino

  • Secessione viennese

  • Secessione di Berlino

  • Secessione di Monaco

  • Jugendstil

  • Modernismo catalano

  • Giovane Polonia



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  • Art Nouveau, su Treccani.it, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata


  • Art Nouveau, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata

  • LIBERTY, stile, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 maggio 2018.

  • Art nouveau, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011.

  • Andrea Speziali (a cura di), Italia Liberty, su italialiberty.it. URL consultato il 25 novembre 2016.

  • (EN) Pagina sull'Art Nouveau sul sito ufficiale del Victoria and Albert Museum.


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