Louis Aragon
Louis Aragon (Parigi, 3 ottobre 1897 – Parigi, 24 dicembre 1982) è stato un poeta e scrittore francese, sostenitore del Partito comunista francese e membro dell'Académie Goncourt.
Indice
1 Biografia
2 La politica
2.1 Il giornalista
2.2 L'intellettuale impegnato
3 La letteratura
4 Opere
4.1 Romanzi e racconti
4.2 Poesia
4.3 Saggi
4.4 Opere complete
4.5 Citazioni
5 Onorificenze
6 Note
7 Bibliografia
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Biografia |
Scrittore e poeta, nacque e visse a Parigi. Allo scoppiare della guerra conobbe André Breton, a cui lo unì una comune passione letteraria per i "poètes maudits".
Nel 1917, avviatosi agli studi di medicina, venne richiamato come medico ausiliario. Insieme a Breton e a Philippe Soupault iniziò a scrivere per alcune riviste d'avanguardia interessandosi alla stampa socialista d'opposizione alla guerra.
Nel 1919 Aragon, conscient d'appartenir à une génération nouvelle[1], si riconobbe nel movimento Dada e, con Breton e Soupault, pubblicò la rivista "Littérature".
Nel 1924 fu uno dei fondatori del movimento surrealista insieme ad André Breton e Soupault. Dal 1925 al 1927 collaborò alla rivista "Clarté" e, insieme ai Clartéiste e al Groupe Philosophies, scrisse il manifesto La Révolution d'abord et toujours, che apparve contemporaneamente su Clarté e La Révolution Surrealiste, rivista del movimento Surrealista.
Nel 1917 aderì, insieme ad alcuni membri del gruppo surrealista, al Partito comunista francese, al quale rimase fedele fino alla morte (gli dedicò alcune poesie, tra le quali una a Maurice Thorez e l'Ode au guépeou). Assunse spesso posizioni ambigue nei confronti dell'URSS e di Breton dal quale fu per questo espulso dal gruppo surrealista; in particolare a partire dagli anni cinquanta si dimostrò più critico verso lo stalinismo. La sua poesia fu ampiamente ispirata, dopo gli anni quaranta, all'amore per sua moglie, Elsa Triolet, di origini russe, anch'ella poetessa, da lui incontrata nel 1928 e sposata nel 1939, sorella di Lilya Brik amata da Majakovskij. La sua opera riporta inoltre, in filigrana, la segreta ferita di non essere stato riconosciuto da suo padre, Louis Andrieux, diplomatico e prefetto, di trent'anni più anziano di sua madre. Quest'ultima, per preservare l'onore della sua famiglia e del suo amante, fece passare Aragon per il figlio adottivo di sua madre e Andrieux per il suo padrino. Egli evocò quello che fu il dramma segreto della sua vita in una piccola raccolta di poesie intitolata Domaine Privé. Fu inoltre, con Robert Desnos, Paul Éluard, Jean Prévost, Jean-Pierre Rosnay e alcuni altri, tra i poeti che si schierarono risolutamente, durante la Seconda guerra mondiale, a favore della resistenza contro il nazismo tedesco. Fu questo l'oggetto di un'altra profonda ferita: la rottura con il suo amico Pierre Drieu La Rochelle che, dopo aver "esitato tra comunismo e fascismo" (cfr. Une femme à sa fenêtre), si rivolse verso il nazismo: una sorta di suicidio, che lo spinse a darsi per davvero la morte alla liberazione della Francia. Tra questi due scrittori esistono alcune "opere incrociate": Gilles e Aurélien.
Aragon e sua moglie, Elsa Triolet, collaborarono con la stampa francese di sinistra prima e durante la Seconda guerra mondiale, agendo in clandestinità durante l'occupazione nazista.
Durante l'occupazione tedesca della Francia nella Seconda guerra mondiale, scrisse per la casa editrice clandestina Les Éditions de Minuit.
Una famosa poesia di Aragon è L'affiche rouge (Il manifesto rosso), nella quale omaggiò gli stranieri che morivano combattendo per la Francia. Ciò fu fatto in risposta alla propaganda nazista soprannominata «L'Affiche Rouge», che mirava a convincere il popolo francese che il movimento di resistenza era composto da stranieri, principalmente ebrei, che facevano gli interessi della Gran Bretagna e dell'Unione Sovietica.
Dopo la morte di sua moglie, nel 1970, Aragon ammise finalmente le sue preferenze omosessuali.
Morì il 24 dicembre 1982, vegliato dal compagno Jean Ristat. Fu inumato nel parco del Mulino di Villeneuve, sua proprietà a Saint-Arnoult-en-Yvelines, al fianco della sua compagna Elsa Triolet.
La politica |
Il giornalista |
Louis Aragon aderì al Partito comunista francese nel gennaio 1927. Contrariamente alla maggior parte dei suoi amici surrealisti, che se ne distaccarono negli anni seguenti (alcuni per ritornarvi più tardi, come Paul Éluard), egli restò fedele a questo impegno fino alla morte. Tra le sue attività militanti, il giornalismo e la direzione di giornali collocarono Aragon nella realtà del suo secolo. Lavorò a «L'Humanité» nel 1933, per la rubrica di cronaca. Con Paul Nizan, nel frattempo, fu segretario di redazione della rivista Commune, stampata dall'"Association des écrivains et artistes révolutionnaires". Dal 1937 entrò nel comitato di direzione, a fianco di André Gide, Romain Rolland, Henri Barbusse e Paul Vaillant-Couturier. Il programma della rivista è la difesa della cultura da ogni fascismo. Nel 1938 vi introduce in direzione un giovane scrittore, Jacques Decour, che verrà poi fucilato dai nazisti.
Intanto Aragon venne chiamato dal suo Partito a dirigere il nuovo quotidiano serale Ce Soir, che egli lanciò nel 1937. Condivise la direzione del giornale, che tentava di mettersi in concorrenza con Paris Soir, con lo scrittore Jean-Richard Bloch. La sua attività era intensa, conducendo, contemporaneamente a questo compito, la scrittura romanzesca e la partecipazione all'ampio movimento degli intellettuali contro il fascismo e per il sostegno ai repubblicani spagnoli. Ce Soir, proibito nel 1939, rinacque alla Liberazione. Aragon riprese la direzione del quotidiano, insieme a Jean-Richard Bloch, poi da solo dopo la morte di quest'ultimo avvenuta nel 1947. Il giornale cessò le pubblicazioni nel 1953. Aragon divenne direttore dell'organo di stampa letteraria Les Lettres françaises. Da questa posizione condusse, a partire dall'inizio degli anni sessanta, una battaglia sempre più aperta contro lo stalinismo e i suoi strascichi in Unione Sovietica e nei paesi dell'Est. Fece conoscere scrittori come Aleksandr Solženicyn o Milan Kundera. Les Lettres françaises, in perdita, venne privata del sostegno finanziario del Partito comunista e dovette chiudere nel 1972.
L'intellettuale impegnato |
Nel 1950 Louis Aragon, su richiesta di Maurice Thorez, venne eletto al Comitato centrale del Partito comunista francese. Prese parte, con l'autorità conferitagli da questa funzione, ai diversi dibattiti ideologici che scossero il suo partito dopo la morte di Stalin e, più ancora, dopo il XX congresso del PCUS del 1956. Nel corso degli anni le sue posizioni subirono un'evoluzione, per sfociare in una condanna vivissima delle pratiche autoritarie del comunismo sovietico. Aprì il suo giornale ai dissidenti, trovò riprovevole il processo contro gli intellettuali, in particolare nel 1966 in occasione del processo degli scrittori Andrej Donatovič Sinjavskij e Julij Markovič Daniėl', arrestati dal KGB. Nel maggio 1968, testimoniò una forte simpatia per il movimento studentesco. Al tempo della Primavera di Praga, prende ancora posizione contraria al PCUS e scrive la prefazione alla traduzione francese de Lo scherzo di Milan Kundera. Era sempre «ufficialmente» membro del Comitato centrale del PCF quando morì, nel 1982.
Aragon venne insignito del Premio Lenin per la pace nel 1956.
La letteratura |
Firmò un'opera poetica plurale, nella quale la prosa rivaleggia con la poesia su forma metrica fissa, che egli rinnovò. La sua opera romanzesca amalgama i modi di produzione del suo secolo (che egli in parte inventa): romanzo surrealista, realista, poi nouveau roman.
Tante sue poesie sono state messe in musica da autori famosi quali Georges Brassens, Jean Ferrat, Léo Ferré, Serge Reggiani. Alcune, tradotte in italiano, sono state cantate anche da autori italiani. Aimer à perdre la raison è forse una delle poesie tradotte in musica che ha avuto maggior successo.
Opere |
Romanzi e racconti |
Anicet ou le panorama, 1921
Les aventures de Télémaque, 1922
Le libertinage, 1924
Le paysan de Paris, 1926, trad. di Paolo Caruso, Il paesano di Parigi, Il Saggiatore, Milano 1960, n. ed. a cura di Franco Rella, 1982
Le con d'Irene, 1927 (con lo pseudonimo non riconosciuto dall'autore di Albert de Routisie), trad. di Lucia Omacini, Serra e Riva, Milano 1982; trad. di Franco Montesanti, Guanda, Parma 1988; trad. di Valentino De Carlo, Il sesso di Irène, La Spiga, Vimercate 1993; come Le con d'Irene, Sonzogno, Milano 1994; trad. di Adriano Spatola, ES, Milano 1995
Les cloches de Bâle, 1934 (ciclo "Le Monde réel"), trad. di Gigliola Pasquinelli, Le campane di Basilea, Einaudi, Torino 1959; Mondadori, Milano 1962
Les beaux quartiers, 1936 (ciclo "Le Monde réel"), Premio Renaudot
- Elsa au miroir
Les voyageurs de l'Impériale, 1942 (ciclo "Le Monde réel"), trad. di Ettore Capriolo, I viaggiatori dell'imperiale, Parenti, Milano 1961
Aurélien, 1944 (ciclo "Le Monde réel")
Servitude et Grandeur des Français. Scènes des années terribles, 1945
Les communistes (6 volumi), 1949-1951 e riscritto nel 1966-1967 (ciclo "Le Monde réel")
Le neveu de Monsieur Paul, 1953
La Semaine Sainte, 1958, trad. di Ettore Capriolo, La settimana santa, Parenti, Milano 1959
J'abats mon jeu, 1959
Histoire palallèle, 1962
La mise à mort, 1965, trad. di Luigi Bonino Savarino, La condanna a morte, Bompiani, Milano 1967
Blanche ou l'oubli, 1967, trad. di Giovanni Raboni, Bianca o l'oblio: romanzo, Mondadori, Milano 1969
Henri Matisse, 1971, trad. Henri Matisse, 2 voll., Rizzoli, Milano 1971
Théâtre/Roman, 1974
Le Mentir-vrai, 1980
La défense de l'infini, 1986 (postumo)
Les aventures de Jean-Foutre La Bite, 1986 (postumo)
Pour expliquer ce que j'étais, 1989 (postumo)
Poesia |
- La rose et le réséda
Feu de joie, 1919
Le Mouvement perpétuel, 1926
La Grande Gaîté, 1929
Persécuté persécuteur, 1930-1931
Hourra l'Oural, 1934
Le Crève-Cœur, 1941
Cantique à Elsa, 1942
Les Yeux d'Elsa, 1942
Brocéliande, 1942
Le Musée Grevin, 1943 (con lo pseudonimo di François la Colère)
La Diane Française, 1945
En étrange pays dans mon pays lui-même, 1945
Le Nouveau Crève-Cœur, 1948
Le Roman inachevé, 1956
Elsa, 1959
Les Poètes, 1960
Le Fou d'Elsa, 1963
Il ne m'est Paris que d'Elsa, 1964
Élégie à Pablo Neruda, 1966
Les Chambres, poème du temps qui ne passe pas, 1969
Varie poesie di Aragon sono state messe in musica da Hélène Martin, Léo Ferré, Jean Ferrat e Georges Brassens e cantate dagli stessi così come da Isabelle Aubret o Marc Ogeret. Antologie italiane sono:
L'ira e l'amore, a cura di Gilberto Finzi, Mondadori, Milano 1969, n. ed. 1999
Poesie surrealiste e dada, a cura di Claudio Rendina, Newton Compton, Roma 1979
Poesie d'amore, a cura di Francesco Bruno, Crocetti, Milano 1984, n. ed. 2000
Le più belle poesie di Louis Aragon, introduzione di Tiziana Mian, trad. di Francesco Bruno, Crocetti, Milano 1993
Saggi |
Une vague de rêves, 1924
Traité du style, 1928, trad. di Daniela Gallingani, Trattato dello stile, Alinea, Firenze 1993
Pour un réalisme socialiste, 1935
L'Homme communiste, 1953
Histoire parallele (con André Maurois, 5 voll.), tra cui:
Storia dell'URSS 1917-29, trad. di Liliana Magrini, Mondadori, Milano 1963
Storia dell'URSS dal 1929 ai giorni nostri, trad. di Liliana Magrini, Mondadori, Milano 1964
Conversazioni e resoconti (con André Maurois), trad. di Pietro Lazzaro e Giulia Veronesi, Mondadori, Milano 1964
Le Yaouanc (saggio sulla pittura di Alain Le Yaouanc), 1979
Projet d'histoire littéraire contemporaine, 1994
- Louis Aragon, Jean Paulhan, Elsa Triolet, Le temps traversé, corrispondenza 1920-64, a cura di Bernard Leuilliot, 1994
Papiers inédits (1917-1831), 2000
Opere complete |
Album Louis Aragon, Bibliothèque de la Pléiade, a cura di Jean Ristat, Gallimard, 1997
Œuvres poétiques complètes, Bibliothèque de la Pléiade, a cura di Olivier Barbarant, 2 voll., Gallimard 2007
Œuvres romanesques complètes, Bibliothèque de la Pléiade, a cura di Daniel Bougnoux, 4 voll., Gallimard 1997-2008
Citazioni |
Aragon è l'autore della famosa massima La donna è l'avvenire dell'uomo: essa proviene dalla fascetta della prima edizione di Le Fou d'Elsa, che egli ostentava come una parola d'ordine. Ne Le Fou d'Elsa si trova anche il verso seguente:
L'avvenire dell'uomo è la donna.
Nel suo articolo Prendre son bien où on le trouve ou les ennemis («Les Lettres françaises», n. 956, riportante la data dal 14 al 20 dicembre 1962), dichiarò, riferendosi alla scrittura di Le Fou d'Elsa e al mondo d'oggi:
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(FR) «[...] dans un monde d'où l'idée même de Dieu est absente, je me permets de transcrire à ma manière la formule de Marx: "L'homme est l'avenir de l'homme", sous cette forme qui ne la contredit pas: "La femme est l'avenir de l'homme".» | (IT) «...in un mondo dal quale l'idea stessa di Dio è assente, mi permetto di trascrivere alla mia maniera la formula di Marx: "L'uomo è l'avvenire dell'uomo", in questa forma che non la contraddice: "la donna è l'avvenire dell'uomo"» |
(Trad.: V.Rota) |
In un'intervista con Thérèse de Saint-Phalle, pubblicato da Le Monde il 9 novembre 1963 con il titolo "Louis Aragon commente Le Fou d'Elsa une épopée de quatre cents pages", egli disse:
(FR) «Je suis l'ennemi de ce règne de l'homme qui n'est pas encore terminé. Pour moi, la femme est l'avenir de l'homme, au sens où Marx disait que l'homme est l'avenir de l'homme.» | (IT) «Io sono il nemico di quel regno dell'uomo che non è ancora finito. Per me, la donna è l'avvenire dell'uomo, nel senso in cui Marx diceva che l'uomo è l'avvenire dell'uomo.» |
(Trad.: V.Rota) |
Fonte internet: Louis Aragon Online
Onorificenze |
Premio Lenin per la Pace | |
— Mosca, 1957 |
Note |
^ Racine Nicole in Dictionnaire biographique
Bibliografia |
Pierre Daix, Aragon, Taillandier, 2005.
Pierre Daix, Les lettres françaises, jalons pour l'histoire d'un journal, 1941-1972, Taillandier, 2004.
Jean Malaquais, Le Nommé Louis Aragon, patriote professionnel, éditions Spartacus.
Hélène Martin, Louis Aragon: Le chemin des Oiseaux, Série Plain chant: 22 émissions pour la télévision sur les poètes et écrivains.- «Les annales de la société des amis de Louis Aragon et Elsa Triolet»: sette numeri annuali pubblicati dal 1999. Numero 2: Aragon et le comité central d'Argenteuil. Numero 4: Discours d'Aragon au comité central en 1958. Numero 6: Louis Aragon et Elsa Triolet en Résistance, 1942-1944. (Vedere il sito di cui sopra)
- Giuseppe Grasso, Il poeta di Elsa o il romanticismo di Aragon, in Berenice, rivista quadrimestrale di letteratura francese diretta da Gabriel-Aldo Bertozzi, anno X, n. 22, marzo 1988, Lucarini Editore.
Enzo Giudici, Louis Aragon: fra Dadaismo e SurrealismoArticolo pubblicato sul giornale "Vita" di domenica 15 luglio 1979.- Andrea Galgano, Louis Aragon e l'amore infinito, in Mosaico, Aracne, Roma 2013, pp. 485–489.
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Collegamenti esterni |
- (FR) Il movimento di Clarté, su youscribe.com.
- (FR) Il sito degli universitari francesi dell'Équipe de Recherche Interdisciplinaire sur Elsa Triolet et Aragon, dedicato a Aragon: ERITA.
- (FR) Il sito SALAET della Société des Amis d'Aragon et Elsa Triolet. Pubblicazioni regolari.
- (FR) Il sito Maison Elsa Triolet Aragon della «Maison Elsa Triolet et Aragon» a Saint-Arnoult en Yvelines: visite, mostre, opere.
- (FR) Una biografia, une bibliografia e il rissunto di alcune opere sul sito .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
Biblioweb[collegamento interrotto]. - (FR) Un sito su Louis Aragon e Elsa Triolet, con una delle più grandi raccolte di citazioni referenziate del web e due analisi inedite dei loro volti
- (FR)
Un dossier biografico su Louis Aragon[collegamento interrotto] completissimo sul sito
InfoPlanete[collegamento interrotto]. - (EN)
J'arrive où je suis étranger[collegamento interrotto] poesia musicata, ascoltabile on-line. - Il testo dell'articolo di Enzo Giudici Louis Aragon: fra Dadaismo e Surrealismo pubblicato sul giornale "Vita" del 15 luglio 1979 è riportato integralmente su questo blog su Enzo Giudici
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