Guazzo







Per Brahe il Giovane, bozzetto a guazzo del pittore finlandese Albert Edelfelt.


Il guazzo, noto anche nella forma francese gouache, è un tipo di colore a tempera reso più pesante e opaco con l'aggiunta di un pigmento bianco (per esempio biacca o gesso) mescolato con la gomma arabica (un tempo era preferita la gomma adragante). Il risultato è appunto un colore più coprente e più luminoso rispetto al normale colore a tempera.


Il termine può anche indicare sia la tecnica di pittura che i dipinti eseguiti con questo tipo di colore.




Indice






  • 1 Etimologia


  • 2 Storia


  • 3 Tecnica


  • 4 Note


  • 5 Voci correlate


  • 6 Altri progetti


  • 7 Collegamenti esterni





Etimologia |


Guazzo deriva dal latino volgare *aquatia, astratto di aquātus[1] oppure da aquātio, -onis "provvisto di acqua", incrociatosi forse con guado[2] (dal latino vadum, incrociato con il franco *wad)[1].



Storia |


Si diffuse in Francia nel XVIII secolo, anche se di origine più antica essendo già in uso nell'Europa del XVI secolo, ed era utilizzato soprattutto per i bozzetti preparatori dei lavori a olio. Il guazzo infatti, visto ad una certa distanza, somiglia alla pittura a olio e asciugandosi prende un tono perlaceo per il bianco che contiene. Nel XIX secolo si diffuse maggiormente per via dell'impiego nella produzione dei cartelloni pubblicitari.



Tecnica |


Con il guazzo è difficile trovare la giusta tonalità perché, quando si asciuga, i colori subiscono variazioni sensibili (in genere le sfumature scure tendono a diventare più chiare e quelle chiare a scurirsi); le difficoltà si accentuano ulteriormente se il lavoro viene eseguito in più riprese. Un altro problema è il rischio della microfessurazione se il pigmento viene steso in strati troppo spessi; l'inconveniente può essere alleviato usando mezzi di ispessimento come l'acquapasto. Può risultare invece molto efficace se applicato alla carta colorata, come per esempio nelle opere di William Turner.


Il guazzo è il primo tipo di colore ed ancora il più utilizzato per la produzione di decalcomanie e per le scenografie.



Note |




  1. ^ ab Giacomo Devoto, Avviamento all'etimologia italiana, Milano, Mondadori, 1979.


  2. ^ Carlo Battisti, Giovanni Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera, 1950-57.



Voci correlate |



  • Acquerello

  • Gioacchino La Pira



Altri progetti |



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  • Wikimedia Commons



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Collegamenti esterni |



  • Definizione su Encarta, Microsoft, 1993-2009. URL consultato il 18 maggio 2009, ma ora non più attivo.

  • Definizione su Il dizionario della lingua italiana De Mauro, Pearson Paravia Bruno Mondadori, 1999-2008. URL consultato il 18 maggio 2009, ma ora non più attivo.

  • Bruno Pierozzi, Manuale della tempera, inforestauro. URL consultato il 23 marzo 2012.


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