Galeazzo II Visconti
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Galeazzo II Visconti | |
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Incisione di Galeazzo II Visconti nel libro “Grande illustrazione del Lombardo-Veneto: ossia storia delle città, dei borghi, comuni, castelli, ecc. fino ai tempi moderni” di Cesare Cantù (1858) | |
Co-Signore di Milano con Matteo II[1] e Bernabò Visconti[2] | |
In carica | 5 ottobre 1354 – 4 agosto 1378 |
Predecessore | Giovanni Visconti |
Successore | Bernabò Visconti |
Nome completo | Galeazzo Visconti |
Altri titoli | Signore di Alessandria, Alba, Asti, Como, Tortona, Novara, Pavia, Vercelli e Vigevano |
Nascita | Milano, 14 marzo 1320 |
Morte | Pavia, 4 agosto 1378 |
Dinastia | Visconti |
Padre | Stefano Visconti |
Madre | Valentina Doria |
Consorte | Bianca di Savoia |
Figli | Gian Galeazzo Maria Violante e due figli prima del matrimonio, Cesare e Beatrice |
Galeazzo II Visconti (Milano, 14 marzo 1320 – Pavia, 4 agosto 1378) fu Signore di Alessandria, Alba, Asti, Como, Tortona, Novara, Pavia, Vercelli, Vigevano e, insieme ai fratelli Matteo II e Bernabò, co-Signore di Milano.
Congiuntamente al fratello Bernabò, seppur non di comune accordo, estese i domini della famiglia spianando la strada per il grande "Stato Visconteo" che sarebbe stato definitivamente plasmato da suo figlio Gian Galeazzo Visconti. Fu patrono delle arti e delle lettere e mecenate di Petrarca, da lui invitato a Pavia.
Indice
1 Biografia
1.1 Le origini
1.2 La conquista del potere
1.3 Le guerre
1.4 Pavia capitale
2 Lascito
3 Discendenza
4 Ascendenza
5 Note
6 Bibliografia
7 Altri progetti
Biografia |
Le origini |
Galeazzo nacque a Milano, figlio di Stefano Visconti e di Valentina Doria (figlia di Bernabò Doria, figlio a sua volta di Branca Doria). I dati relativi alla sua infanzia sono scarsi. Nel 1340, con i fratelli Matteo e Bernabò, si unì alla congiura di Francesco Pusterla contro lo zio Luchino Visconti, allora signore di Milano: la congiura venne sventata e Pusterla eliminato ma Luchino non trovò prove contro i nipoti. Nel 1343 si recò a Gerusalemme in pellegrinaggio. Rientrato a Milano, una nuova congiura (1346) gli costò questa volta l'esilio insieme ai fratelli, scacciati da Luchino e dall'arcivescovo Giovanni Visconti, fratello di Luchino. Galeazzo era inoltre sospettato di essere amante della moglie di Luchino, la genovese Isabella Fieschi.
La conquista del potere |
Galeazzo rientrò a Milano alla morte di Luchino (1349), richiamato dallo zio arcivescovo Giovanni insieme agli altri fratelli. Galeazzo venne allora incaricato di governare Bologna per conto della famiglia.
Nel 1350 sposò Bianca di Savoia, figlia del conte Aimone di Savoia. Il matrimonio, quasi certamente organizzato dall'arcivescovo Giovanni, che contemporaneamente accasava Bernabò con una rampolla dei potenti Scaligeri di Verona, mirava chiaramente a garantire uno stabile confine occidentale al dominio visconteo, ormai tangente i confini dei domini sabaudi.
Nel 1354, alla morte dell'arcivescovo Giovanni, il potere su Milano passò ai tre figli di Stefano Visconti. Mentre Matteo II occupava la parte subpadana del dominio milanese, a Bernabò spettarono i domini più orientali, limitrofi alle terre degli Scaligeri, ed a Galeazzo spettarono le terre occidentali, vicine al dominio sabaudo: Pavia, Como, Novara, Vercelli, Asti, Alba, Tortona, Alessandria e Vigevano. La città di Milano era gestita congiuntamente dai tre fratelli, che eleggevano a turno il podestà. Soltanto la città di Genova e il relativo contado rimase possesso comune.
Il 26 settembre 1355 Matteo II morì, si presume avvelenato dai due fratelli che si spartirono poi il dominio.
Le guerre |
Nel 1356, causa un'offesa recata all'imperatore Carlo IV durante il suo passaggio in Italia (1354-55), Bernabò Visconti dovette fronteggiare un attacco degli imperiali contro Milano. Galeazzo muoveva nel frattempo guerra agli Estensi ed a Mantova, retta allora dal Capitano del Popolo Guido Gonzaga. Il condottiero pontificio Gil de Albornoz assoldò allora la Grande Compagnia del Conte Lando contro i Visconti ma, grazie alla condotta militare del cugino Lodrisio Visconti, Galeazzo II ottenne una schiacciante vittoria a Casorate e poté estendere il suo dominio.
Nel 1360 Galeazzo II affidava a Luchino Dal Verme la riconquista di Pavia e la guerra contro il Marchesato del Monferrato. Il Visconti sposava nel frattempo suo figlio Gian Galeazzo con Isabella di Valois, figlia del re Giovanni II di Francia, a quel tempo bisognoso del denaro visconteo per rimpinguare le casse francesi prosciugate dai costi della Guerra dei Cent'anni.
Proseguiva nel frattempo la lotta dei Visconti contro il papa e l'imperatore. Il 26 luglio 1361, nella Battaglia di San Ruffillo, le truppe viscontee vennero pesantemente sconfitte dagli imperiali guidati da Galeotto I Malatesta. Bernabò non si scoraggiò, partendo all'attacco dei Gonzaga (1362) ma alla fine, quasi certamente per intercessione di Galeazzo II, accettò di trattare la pace (mediatore fu il re di Francia). Mentre Galeazzo prendeva corte in pianta stabile a Pavia, città da lui ritenuta ideale per contrastare al meglio l'artrite reumatoide che l'aveva colpito, i negoziati di pace vennero mandati a monte da Bernabò (1363) e costarono la scomunica sia a lui che a Galeazzo. Il conflitto venne ufficialmente chiuso il 13 marzo 1364.
Pavia capitale |
Dal suo castello di Pavia, vero centro politico del dominio visconteo che Bernabò andava allargando con i suoi continui conflitti, Galeazzo II ordì una complessa trama di alleanze diplomatiche per garantire stabilità allo Stato. Già alleatosi con i francesi grazie al matrimonio del figlio Gian Galeazzo, diede la figlia Violante Visconti (1354-1386) in sposa a Lionello di Anversa, figlio del re Edoardo III d'Inghilterra il 25 aprile 1368. Anche questa volta, il matrimonio regale venne pagato dai Visconti con una ricca dote: Violante portò al suo sposo 200.000 fiorini.
Nel 1371 Bernabò Visconti mosse guerra agli Estensi, signori di Modena e Ferrara, strappando loro territori che appartenevano, formalmente, alla Chiesa, ed attirando così su di sé le ire di Papa Gregorio XI. Il conte Amedeo VI di Savoia si unì alla Lega Pontificia e mosse guerra ai Visconti (1372), liberando Asti dall'assedio. Strettamente legato da vincoli famigliari ad Amedeo, fratello della moglie Bianca, Galeazzo II concluse già nel 1373 una tregua privata con il Savoia, impegnandosi a non osteggiarlo ed a convogliare i suoi sforzi militari in soccorso di Bernabò contro gli altri membri della Lega Pontificia. Il nuovo conflitto con la Chiesa si concluse con un nulla di fatto nel 1374. Ormai gravemente malato, Galeazzo II non aveva partecipato ai combattimenti, affidando la guida dell'esercito al figlio Gian Galeazzo Visconti.
Stando ai cronisti dell'epoca, Galeazzo II dovette domare parecchie ribellioni dei suoi sudditi nel corso del suo regno.
Galeazzo II Visconti morì a Pavia nel 1378.
Lascito |
Galeazzo II viene descritto dagli storici dell'epoca come uomo di bell'aspetto, intelligente, colto, fine politico e abile giurista ma decisamente vano. Fu patrono del Petrarca, che chiamò a Pavia come precettore per suo figlio Gian Galeazzo e come diplomatico. Abbellì Milano ed il Milanese di molti edifici, avviò la costruzione della rocca di Porta Giovia che divenne in seguito il castello sforzesco, mentre il suo castello di Pavia deveniva un cantiere aperto di artisti provenienti dall'Europa francofona che diffusero in Italia gli ultimi sviluppi dell'arte tardo gotica. Nel 1361, fondò l'Università di Pavia.
Galeazzo II è però anche tristemente noto per aver inventato la Quaresima, una pratica sadica che prevedeva l'alternanza, per i condannati al supplizio della ruota, di un giorno di atroci torture ad un giorno di riposo. I condannati morivano spesso prima di poter essere suppliziati con la ruota.
Discendenza |
Galeazzo II Visconti ebbe:
- Prima del matrimonio
- Cesare e Beatrice
- dal matrimonio (28 settembre 1350) con Bianca di Savoia
Gian Galeazzo Visconti (1351 – 1402)- Maria (n. 1352)
Violante Visconti (1354 – 1382), andata sposa il 25 aprile 1368 a Lionello di Anversa, I duca di Clarence, figlio del re Edoardo III d'Inghilterra, quindi nel 1377 ad Ottone III del Monferrato ed infine nel 1381 a Ludovico Visconti (1355 – 1404), figlio di Bernabò Visconti.
Ascendenza |
Galeazzo II | Padre: Stefano Visconti | Nonno paterno: Matteo I Visconti | Bisnonno paterno: Teobaldo Visconti | Trisnonno paterno: Obizzo Visconti |
Trisnonna paterna: Fiorina Mandelli | ||||
Bisnonna paterna: Anastasia Pirovano | Trisnonno paterno: ? | |||
Trisnonna paterna: ? | ||||
Nonna paterna: Bonacossa Borri | Bisnonno paterno: Squarcino Borri | Trisnonno paterno: Lanfranco Borri | ||
Trisnonna paterna: ? | ||||
Bisnonna paterna: Antonia ? | Trisnonno paterno: ? | |||
Trisnonna paterna: ? | ||||
Madre: Valentina Doria | Nonno materno: Bernabò Doria | Bisnonno materno: Branca Doria | Trisnonno materno: Niccolò Doria | |
Trisnonna materna: Preziosa de Torres | ||||
Bisnonna materna: Caterina Zanca | Trisnonno materno: Michele Zanca | |||
Trisnonna materna: Simona Doria | ||||
Nonna materna: Eliana Fieschi | Bisnonno materno: Federico Fieschi | Trisnonno materno: Tedisio III Fieschi | ||
Trisnonna materna: Simona della Volta | ||||
Bisnonna materna: Chiara ? | Trisnonno materno: ? | |||
Trisnonna materna: ? |
Note |
^ Matteo II co-governò Milano dal 5 ottobre 1354 al 29 settembre 1355.
^ Bernabò co-governò Milano dal 5 ottobre 1354 al 4 agosto 1378 e poi, morti entrambi i fratelli, fu unico Signore dal 4 agosto 1378 al 6 maggio 1385.
Bibliografia |
- T. Calchi, Genealogia dei Viscondi, Napoli, 1737.
- G. Volpi, Dell'istoria dei Visconti, Napoli, 1748.
Glorie dehgli eroi Visconti, Milano, 1784.
Altri progetti |
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