Campionato mondiale di calcio 1970
Campionato mondiale di calcio 1970 Copa Mundial de Fútbol de 1970 | |||||
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Competizione | Campionato mondiale di calcio | ||||
Sport | Calcio | ||||
Edizione | 9ª | ||||
Date | 31 maggio - 21 giugno 1970 | ||||
Luogo | Messico (5 città) | ||||
Partecipanti | 16 (71 alle qualificazioni) | ||||
Impianto/i | 5 stadi | ||||
Risultati | |||||
Vincitore | Brasile (3º titolo) | ||||
Secondo | Italia | ||||
Terzo | Germania Ovest | ||||
Quarto | Uruguay | ||||
Statistiche | |||||
Miglior marcatore | Gerd Müller (10) | ||||
Incontri disputati | 32 | ||||
Gol segnati | 95 (2,97 per incontro) | ||||
Pubblico | 1 673 975 (52 312 per incontro) | ||||
La formazione brasiliana che si aggiudicò definitivamente nel 1970 la Coppa Jules Rimet, vincendola per la terza volta. | |||||
Cronologia della competizione | |||||
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Il campionato mondiale di calcio 1970 o Coppa del mondo Jules Rimet del 1970 (noto anche come Mexico '70) è stata la nona edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili, organizzato dalla FIFA ogni quattro anni.
Si tenne in Messico dal 31 maggio al 21 giugno 1970 e fu l'ultima edizione del campionato del mondo a chiamarsi "Coppa del mondo Jules Rimet". Infatti fu vinta dal Brasile che, battendo in finale l'Italia, se la aggiudicò definitivamente, avendola vinta per 3 volte. Dall'edizione successiva (1974) il campionato del mondo prese il nome di "Coppa del mondo FIFA". Fu anche la prima edizione del campionato mondiale ad essere trasmessa dalla televisione a colori, grazie alla diffusione del satellite: 50 Stati poterono seguire l'evento.
Inoltre, per la prima volta, l'arbitro formalizzò le sanzioni disciplinari a carico dei giocatori tramite i cartellini: il giallo per l'ammonizione e il rosso per l'espulsione. E l'Adidas Telstar divenne il primo pallone ufficiale dei Mondiali: era la classica palla con 12 pentagoni neri e 20 esagoni bianchi. Presente già nell'Europeo 1968, al posto del classico pallone di cuoio scuro, fu scelto poiché il disegno e i colori ne facilitavano la visibilità nelle televisioni in bianco e nero. Fu, infine, il primo torneo mondiale in cui furono concesse due sostituzioni a partita: la prima squadra ad avvalersene fu l'Unione Sovietica nel match inaugurale.
Indice
1 Assegnazione
2 Le squadre qualificate
3 Squadre partecipanti
4 Sorteggio dei gruppi
5 Stadi
6 Formula
7 Presentazione
7.1 Introduzione
7.2 Il cammino verso il campionato del mondo
8 Fase finale
8.1 Fase a gruppi
8.1.1 Gruppo 1
8.1.2 Gruppo 2
8.1.3 Gruppo 3
8.1.4 Gruppo 4
8.2 Quarti di finale
8.3 Semifinali
8.4 Finale terzo posto
8.5 Finale
9 Convocazioni
10 Le partite
10.1 Fase a gruppi
10.1.1 Gruppo 1
10.1.1.1 Classifica
10.1.1.2 Risultati
10.1.2 Gruppo 2
10.1.2.1 Classifica
10.1.2.2 Risultati
10.1.3 Gruppo 3
10.1.3.1 Classifica
10.1.3.2 Risultati
10.1.4 Gruppo 4
10.1.4.1 Classifica
10.1.4.2 Risultati
10.2 Fase ad eliminazione diretta
10.2.1 Albero della fase ad eliminazione diretta
10.2.2 Quarti di finale
10.2.3 Semifinali
10.2.4 Finale 3º posto
10.2.5 Finale
11 Classifica marcatori
12 Note
13 Bibliografia
14 Voci correlate
15 Altri progetti
16 Collegamenti esterni
Assegnazione |
Il Messico venne scelto come Paese ospitante in seguito ad una votazione tenutasi a Tokio il giorno 8 ottobre 1964; in lizza c'era anche l'Argentina[1].
Le squadre qualificate |
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Le qualificazioni al campionato mondiale di calcio di Messico 1970 videro l'iscrizione di settantatré squadre nazionali, mentre il torneo finale ne prevedeva la partecipazione di sole sedici. Essendo già qualificate di diritto il Messico, paese organizzatore, e l'Inghilterra, campione in carica, erano disponibili solo quattordici posti. Questi sarebbero stati come al solito assegnati alle selezioni nazionali vincitrici dei vari raggruppamenti di qualificazione.
Furono assegnati nove posti alla zona UEFA, uno di questi però già occupato dai campioni in carica. Tra le squadre presenti alla manifestazione figurò l'Italia, fresca campione d'Europa ma non la Jugoslavia, finalista perdente, qui arrivata seconda nel gruppo 6 alle spalle del Belgio, che tornava invece dopo sedici anni. Non mancarono neanche la Germania Ovest e l'URSS, rispettivamente la seconda e la quarta classificata di quattro anni prima, ma lo stesso non si poté dire per il Portogallo di Eusébio, terzo in Inghilterra ma ora giunto addirittura ultimo nel gruppo 1, che fu vinto invece dalla Romania. Questa nazione ebbe nuovamente accesso alla fase finale dopo un'assenza che durava dall'edizione del 1938; tornarono dopo un'assenza più o meno lunga anche la Svezia, la cui ultima partecipazione risaliva invece al mondiale di casa, e la Cecoslovacchia, la cui ultima presenza era datata 1962 e avvenne dopo aver vinto lo spareggio con l'Ungheria; tornò invece la Bulgaria, alla terza partecipazione consecutiva.
Un'altra sorpresa arrivò dal CONMEBOL, dove il Perù, assente dal 1930, si qualificò a spese dell'Argentina, per il resto giunsero in Messico i campioni continentali dell'Uruguay ed il sempre presente Brasile. Prima partecipazione assoluta per le altre tre squadre: drammatica la qualificazione di El Salvador per il Nord e Centro America, che scatenò indirettamente una guerra dopo il confronto con l'Honduras, mentre in Asia e Oceania la rivelazione dell'edizione precedente, la Corea del Nord, si rifiutò di giocare con Israele, e alla fine fu proprio quest'ultima squadra a rappresentare i due continenti. Le squadre africane pretesero invece un girone solo per loro al posto di quello con anche Asia ed Oceania di quattro anni prima, che causò molti ritiri; dalle qualificazioni giunse quindi il Marocco.
Squadre partecipanti |
Pr. | Squadra | Data di qualificazione certa | Confederazione | Partecipante in quanto | Partecipazioni precedenti al torneo | Ultima presenza |
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1 | Messico | 8 ottobre 1964 | CONCACAF | Rappresentativa della nazione organizzatrice della fase finale | 6 (1930, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966) | Inghilterra 1966 |
2 | Inghilterra | 30 luglio 1966 | UEFA | Paese detentore del titolo | 5 (1950, 1954, 1958, 1962, 1966) | Inghilterra 1966 |
3 | Belgio | 25 giugno 1969 | UEFA | Vincitrice del Gruppo 6 (UEFA) | 4 (1930, 1934, 1938, 1954) | Svizzera 1954 |
4 | Uruguay | 10 agosto 1969 | CONMEBOL | Vincitrice del Gruppo 3 (CONMEBOL) | 5 (1930, 1950, 1954, 1962, 1966) | Inghilterra 1966 |
5 | Brasile | 31 agosto 1969 | CONMEBOL | Vincitrice del Gruppo 2 (CONMEBOL) | 8 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966) | Inghilterra 1966 |
6 | Perù | 31 agosto 1969 | CONMEBOL | Vincitrice del Gruppo 1 (CONMEBOL) | 1 (1930) | Uruguay 1930 |
7 | El Salvador | 8 ottobre 1969 | CONCACAF | Vincitrice della finale CONCACAF | − | Esordiente |
8 | Svezia | 15 ottobre 1969 | UEFA | Vincitrice del Gruppo 5 (UEFA) | 4 (1934, 1938, 1950, 1958) | Svezia 1958 |
9 | Germania Ovest | 22 ottobre 1969 | UEFA | Vincitrice del Gruppo 7 (UEFA) | 6 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1966) | Inghilterra 1966 |
10 | Marocco | 26 ottobre 1969 | CAF | Vincitrice del Terzo Turno CAF | − | Esordiente |
11 | URSS | 4 novembre 1969 | UEFA | Vincitrice del Gruppo 4 (UEFA) | 3 (1958, 1962, 1966) | Inghilterra 1966 |
12 | Romania | 16 novembre 1969 | UEFA | Vincitrice del Gruppo 1 (UEFA) | 3 (1930, 1934, 1938) | Francia 1938 |
13 | Italia | 22 novembre 1969 | UEFA | Vincitrice del Gruppo 3 (UEFA) | 6 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962, 1966) | Inghilterra 1966 |
14 | Cecoslovacchia | 3 dicembre 1969 | UEFA | Vincitrice del Gruppo 2 (UEFA) | 5 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962) | Cile 1962 |
15 | Bulgaria | 7 dicembre 1969 | UEFA | Vincitrice del Gruppo 8 (UEFA) | 2 (1962, 1966) | Inghilterra 1966 |
16 | Israele | 14 dicembre 1969 | AFC | Vincitrice della finale AFC e OFC | − | Esordiente |
Sorteggio dei gruppi |
Il sorteggio dei gironi si svolse il 10 gennaio 1970 a Città del Messico. Erano presenti quattro urne[2]:
America
- Messico
- Brasile
- Perù
- Uruguay
Europa 1
- Germania Ovest
- Inghilterra
- Italia
- Unione Sovietica
Europa 2
- Belgio
- Bulgaria
- Cecoslovacchia
- Svezia
Resto del mondo
- Romania
- Marocco
- Israele
- El Salvador
In realtà Messico e Inghilterra vennero inserite direttamente nei gruppi 1 e 3, per il resto la suddivisione si basava su criteri puramente geografici[3]: l'urna "Europa 1" raccoglieva le nazionali europee che si erano meglio piazzate nell'ultima edizione, mentre tra le altre cinque compagini continentali la Romania pagò l'assenza di trentadue anni venendo messa con il "Resto del mondo". Fu infine accolta la raccomandazione del Marocco di non essere inserito nello stesso gruppo di Israele[4]: la nazionale africana si era infatti ritirata proprio per questo motivo dal recente torneo dei giochi olimpici disputato a Città del Messico.
La composizione dei gironi che uscì dalle urne fu la seguente:
Gruppo 1 (Città del Messico): Messico, URSS, Belgio, El Salvador
Gruppo 2 (Puebla e Toluca): Uruguay, Italia, Svezia, Israele
Gruppo 3 (Guadalajara): Brasile, Inghilterra, Cecoslovacchia, Romania
Gruppo 4 (León): Perù, Germania Ovest, Bulgaria, Marocco
Stadi |
L'organizzazione selezionò cinque stadi in cinque diverse città per ospitare le partite della Coppa del Mondo, considerando anche sedi alternative nello stato di Hidalgo e nella città portuale di Veracruz. Le partite di ogni gruppo furono concentrate in una sola città, ad eccezione delle partite del gruppo 2 (quello dell'Italia), con Puebla e Toluca. A parte lo stadio Luis Dosal, tutti gli altri stadi erano di recente costruzione, in quanto il Messico si preparava ad ospitare sia la Coppa del Mondo che i Giochi olimpici estivi del 1968.
L'altitudine e l'importanza dell'acclimatamento furono fattori giustamente presi in considerazione dalle squadre partecipanti. Di conseguenza, a differenza del precedente torneo giocato in Inghilterra, la maggior parte delle squadre arrivò nella regione con largo anticipo, per prepararsi a dovere. Alcune compagini avevano già sperimentato le condizioni locali durante il torneo calcistico delle Olimpiadi estive del 1968. Ad un'altitudine superiore a 2.660 metri (8.730 piedi) sul livello del mare, Toluca era la sede di gioco più alta; Guadalajara invece la più bassa a 1.500 m (4.920 piedi).
Dei 5 stadi utilizzati per le 32 partite giocate, quello con maggiore capienza ed anche più utilizzato, fu lo stadio Azteca a Città del Messico. Sul suo terreno di gioco vennero ospitate 10 partite totali, compresa la finalissima e la finale per il terzo posto, e tutte le partite del Gruppo 1 (quelle della squadra di casa). Lo stadio Jalisco di Guadalajara ospitò 8 partite, comprese tutte le partite del Gruppo 3 e una semifinale. l'Estadio Nou Camp di León ospitò 7 partite, ossia tutte quelle del Gruppo 4 e una partita dei quarti di finale. L'Estadio Luis Dosal di Toluca ospitò 4 partite e l'Estadio Cuauhtémoc di Puebla 3 partite, unico stadio dei 5 utilizzati per il torneo a non ospitare scontri ad eliminazione diretta.
Città del Messico | ||
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Stadio Azteca | ||
19°18′10″N 99°09′02″W / 19.302778°N 99.150556°W19.302778; -99.150556 (Stadio Azteca) | ||
Capienza: 107 247 | ||
Guadalajara | Guadalajara León Città del Messico Puebla Toluca Campionato mondiale di calcio 1970 (Messico) | Puebla |
Stadio Jalisco | Estadio Cuauhtémoc | |
20°42′18″N 103°19′41.3″W / 20.705°N 103.328139°W20.705; -103.328139 (Stadio Jalisco) | 19°04′41″N 98°09′52″W / 19.078056°N 98.164444°W19.078056; -98.164444 (Estadio Cuauhtémoc) | |
Capienza: 71 100 | Capienza: 35 563 | |
León | Toluca | |
Estadio Nou Camp | Estadio Luis Dosal | |
21°06′55.96″N 101°39′27.88″W / 21.115544°N 101.657744°W21.115544; -101.657744 (Estadio Nou Camp) | 19°17′14.23″N 99°40′00.46″W / 19.287286°N 99.666794°W19.287286; -99.666794 (Estadio Luis Dosal) | |
Capienza: 23 609 | Capienza: 26 900 | |
Formula |
Nel mondiale 1970 la fase a gironi si compone di quattro gruppi: 1, 2, 3 e 4. Le prime due classificate di ciascun girone accedono alla fase seguente; in caso di parità in classifica, i criteri seguiti sono:
- Differenza reti
- Maggior numero di gol segnati
- Sorteggio
L'albero della fase a eliminazione diretta è organizzato come segue:
- Quarti di finale
- 1ª classificata girone 1 - 2ª classificata girone 2 (quarto A)
- 2ª classificata girone 1 - 1ª classificata girone 2 (quarto B)
- 1ª classificata girone 3 - 2ª classificata girone 4 (quarto C)
- 2ª classificata girone 3 - 1ª classificata girone 4 (quarto D)
- Semifinali
- Vincente quarto A - vincente quarto C
- Vincente quarto B - vincente quarto D
Le squadre vincitrici delle semifinali si contendono il titolo, mentre le perdenti disputano la finale per il 3º e 4º posto.
Presentazione |
Introduzione |
Il nono campionato mondiale di calcio, giocato in Messico dal 31 maggio al 21 giugno del 1970, presentava alcune novità: innanzitutto erano presenti tutte le squadre che lo avevano vinto almeno una volta (ciò era già accaduto nell'edizione del 1950 giocata in Brasile e in quella del 1954 che si tenne in Svizzera, dove c'erano le uniche vincitrici di allora, Uruguay e Italia; in questo momento il loro numero era però salito a cinque). Anzi, tre di queste, Brasile, Italia e Uruguay, lo avevano già vinto per due volte. Ad esse si aggiungevano i campioni uscenti dell'Inghilterra, che avevano vinto quattro anni prima in casa di fronte alla Regina Elisabetta, battendo la Germania Ovest grazie a un gol dubbio; c'erano infine gli stessi tedeschi occidentali, trionfatori nel 1954 in Svizzera. Comunque sia, in semifinale arrivavano proprio tutte le tre squadre bi-campioni del mondo, con un'alta probabilità quindi che la Coppa Rimet potesse trovare un padrone definitivo proprio qui: sarebbe stata infatti assegnata alla prima Nazionale vittoriosa per tre volte, anche non consecutive.
Altra novità fu l'introduzione dei cartellini colorati per segnalare le ammonizione e le espulsioni; tale strumento, voluto dall'arbitro della "Battaglia di Santiago", Ken Aston, non venne però mai utilizzato in questo torneo[5]. Infine ci fu l'introduzione delle sostituzioni dei "giocatori di movimento"[6]: fino all'edizione precedente era infatti possibile la sola sostituzione del portiere in caso d'infortunio.
Il cammino verso il campionato del mondo |
Come avrebbe ricordato Gigi Riva molti anni dopo, questa edizione del campionato del mondo non si distinse per particolari novità tattiche, ma solo come campo di confronto tra quattro scuole la cui tradizione si era cristallizzata nel tempo: quella sudamericana, di carattere più difensivista, rappresentata dall'Uruguay, quella brasiliana, fatta di ritmo, fantasia e tecnica, che vedeva in Pelé il suo miglior interprete, infine quella europea; c'era la versione più atletica, impersonata dagli inglesi, campioni uscenti, e dai tedeschi, che ancora non avevano digerito la sconfitta del 1966 a Wembley, e c'era infine quella più tattica del gioco all'italiana, basata su una difesa attenta e su veloci contropiede. Outsider di lusso l'URSS, che già si era ben comportata all'ultimo mondiale e che ben figurava da anni nelle manifestazioni continentali (aveva infatti già vinto il Campionato europeo del 1960; arrivò poi seconda dietro la Spagna nell'edizione 1964 e fu superata dall'Italia in semifinale all'Europeo 1968 solo per sorteggio). Pochi dubbi tuttavia sul fatto che a disputarsi il titolo sarebbero state, alla fine, le "solite note".
In particolare l'Italia guardava a questa edizione del Mondiale con rinnovata speranza: sebbene mai nel dopoguerra la Nazionale avesse passato il primo turno di qualificazione, le squadre di club italiane avevano conseguito prestigiose vittorie nelle competizioni europee e in quelle intercontinentali.[7] Da un lato quattro anni prima in Inghilterra la Nazionale azzurra era stata sorprendentemente eliminata al primo turno dei mondiali dalla Corea del Nord, dall'altro due anni dopo aveva raggiunto con merito il primato continentale. Ma nel 1958 gli azzurri erano stati addirittura esclusi dal campionato in Svezia perché nella fase di qualificazione persero a Belfast la partita decisiva contro l'Irlanda del Nord.
A dar fiducia alle speranze azzurre, oltre al recente titolo europeo, vi era una generazione di giovani calciatori già assurti alle glorie in campo continentale e mondiale con i loro club: su tutti Gianni Rivera, campione d'Europa e del mondo con il Milan nell'ultimo anno, oltre che Pallone d'oro 1969, e Sandro Mazzola, due volte campione d'Europa con l'Inter, altrettante volte vincitore della Coppa Intercontinentale. Proprio in Messico il commissario tecnico Ferruccio Valcareggi inventò la celebre "staffetta" tra i due giocatori[8]: primo tempo per Mazzola, poi sarebbe entrato Rivera. Questo almeno a partire dalla terza partita, quella pareggiata con Israele, mentre non venne utilizzata nella finale della manifestazione, che vide il milanista in campo solo negli istanti finali (i famosi "sei minuti di Rivera"). C'era infine Gigi Riva, cannoniere principe del campionato italiano, che coi suoi gol aveva sospinto il Cagliari a vincere l'ultimo torneo appena concluso. Mancino naturale (tanto che il suo allenatore al Cagliari, Manlio Scopigno, sosteneva che il suo piede destro gli fosse utile solo per salire sul tram), per la sua potenza di tiro Gianni Brera coniò per lui il soprannome di Rombo di Tuono.[7]
Fase finale |
Fase a gruppi |
La prima fase rispettò, sostanzialmente, i pronostici.
Gruppo 1 |
Nel gruppo uno, che giocava a Città del Messico, erano state inserite il Messico, l'URSS, il Belgio ed El Salvador.
Qui i padroni di casa inaugurarono la manifestazione il 31 maggio pareggiando per 0-0 contro i sovietici, e furono così entrambe superate dai belgi, vittoriosi sui salvadoregni per 3-0. Nella seconda giornata i Diavoli Rossi vennero però sonoramente battuti dall'URSS (4-1) grazie anche alla doppietta di Anatolij Byšovec, e pure il Messico vinse con ampio margine (4-0) contro i colleghi di confederazione. Si arrivò quindi all'ultimo turno con El Salvador, senza più speranze di passaggio, che perse anche contro i sovietici (2-0, con altri due gol di Byšovec), mentre i messicani, sospinti da 105.000 spettatori, ebbero ragione sui belgi ancora in corsa segnando una rete su calcio di rigore ad inizio partita.
Passarono così alla fase ad eliminazione diretta l'URSS e il Messico; le due nazionali terminarono con gli stessi punti e identica differenza reti, ma i padroni di casa finirono al secondo posto per il minor numero di gol segnati e persero quindi il diritto di giocare nella capitale.
Gruppo 2 |
Nel gruppo due, che giocava a Puebla e Toluca, erano state inserite l'Uruguay, l'Italia, la Svezia e Israele.
Nella prima giornata si registrarono le vittorie di Uruguay (2-0 su Israele) e Italia (1-0 sulla Svezia, con una "ciabattata" di Angelo Domenghini, come scrisse Gianni Brera[9]), invece i due incontri del secondo turno terminarono in pareggio. Si arrivò quindi a due partite dalla fine con tutte le squadre più o meno in lizza per la qualificazione: se però la Celeste fu battuta 1-0 dagli scandinavi, gli Azzurri portarono invece a casa un altro 0-0, stavolta contro Israele. Quest'ultimo incontro causò indirettamente le proteste dell'ambasciata etiope verso l'Italia: durante la telecronaca Nicolò Carosio fu accusato, peraltro ingiustamente, di aver pronunciato un insulto razziale nei confronti del guardalinee dello stato africano in occasione di un gol annullato alla nazionale "di casa"[10]. L'episodio, mai del tutto chiarito, portò comunque all'avvicendamento dello stesso Carosio con Nando Martellini.
In base a questi risultati l'Italia si qualificò come prima, mentre l'Uruguay passò come seconda grazie alla miglior differenza reti sulla Svezia. Questo girone, nonostante l'esiguo numero di gol segnati (appena sei in altrettante gare) si rivelò il più competitivo, avendo espresso due delle quattro semifinaliste.
Gruppo 3 |
Nel gruppo tre, che giocava a Guadalajara, erano state inserite il Brasile, l'Inghilterra, la Cecoslovacchia e la Romania.
Data l'assenza nel sorteggio di criteri di "merito" erano presenti in questo girone due big quali Brasile e Inghilterra, la cui qualificazione alla fase successiva non fu mai messa veramente in discussione. L'arrivo in Messico del capitano dei campioni in carica, Bobby Moore, fu però ritardato dall'arresto di cui fu vittima a Bogotà: il calciatore venne infatti accusato di un furto in una gioielleria, dal quale fu però in seguito completamente scagionato[11].
Le due squadre vinsero comunque all'esordio, 1-0 gli inglesi sulla Romania e 4-1 i sudamericani contro la Cecoslovacchia: la squadra europea passò addirittura in vantaggio, ma in seguito segnarono Rivelino, Pelé e due volte Jairzinho. Nella seconda giornata i brasiliani batterono gli inglesi grazie ad un'altra rete di Jairzinho, tuttavia la partita è ricordata anche oggi per lo spettacolare intervento di Gordon Banks (talvolta indicato come "parata del secolo"[12]) che negò a Pelé un gol praticamente fatto. Intanto i romeni vinsero il loro incontro per 2-1, ma vennero battuti nell'ultimo turno dal Brasile per 3-2, grazie ad una doppietta di Pelé e altro gol di Jairzinho; nuova sconfitta infine per i cecoslovacchi, che persero anche contro i campioni in carica per 1-0.
Risultato: Brasile primo a sei punti, Inghilterra seconda a quattro.
Gruppo 4 |
Nel gruppo quattro, che giocava a León, erano state inserite il Perù, la Germania Ovest, la Bulgaria ed il Marocco.
Anche qui fu chiaro fin dall'inizio quali fossero le squadre candidate al passaggio ai quarti: nella prima giornata vinsero sia il Perù (3-2 contro la Bulgaria, ma gli europei si erano portati sul 2-0 all'inizio del secondo tempo), sia la Germania Ovest (2-1 contro l'esordiente Marocco, ma anche qui avversari subito in gol e vittoria arrivata con le reti di Uwe Seeler e di Gerd Müller). Un po' più agevole il secondo turno, con le due squadre che si scambiano gli avversari: al 3-0 dei sudamericani risposero i tedeschi con un 5-2, ottenuto nuovamente in rimonta.
Si arrivò quindi alle ultime due gare, utili solo per la classifica: la Germania Ovest liquidò con una tripletta di Müller un Perù parimente qualificato, mentre l'altro incontro terminò 1-1.
Quarti di finale |
L'equilibrio del torneo continuò anche nei quarti di finale, che si giocarono il 14 giugno alle 12:00 locali: a León ci fu la riedizione dell'ultima finale mondiale, ma questa volta vinse la Germania Ovest: sotto per 2-0 fino al 68' i tedeschi ribaltarono la gara nei tempi supplementari ed eliminarono l'Inghilterra grazie alle reti di Franz Beckenbauer, di Uwe Seeler e di Gerd Müller. A Guadalajara il Brasile ebbe invece ragione, sia pure con qualche difficoltà, sul Perù, superato per 4-2: per i Verde-oro segnarono Rivelino, Tostão due volte e Jairzinho; da segnalare il quinto gol nella manifestazione per Teófilo Cubillas. Nel frattempo a Città del Messico l'Uruguay eliminò l'URSS con una rete al 116' di gioco, mentre a Toluca il Messico, passato in vantaggio in avvio di partita, venne sconfitto per 4-1 dall'Italia: gli Azzurri sbloccarono il loro attacco e batterono i padroni di casa grazie a un'autorete, a due gol di Gigi Riva e ad uno del Pallone d'oro Gianni Rivera. Quest'ultimo giocatore entrò spesso all'inizio del secondo tempo a causa della celebre "staffetta" con Sandro Mazzola (Rivera era però solo alla seconda presenza nella manifestazione).
Semifinali |
Furono le semifinali, che furono giocate il 17 giugno, a costituire il vero "clou" della manifestazione: l'incontro tra Italia e Germania Ovest, giocato nell'Estadio Azteca della capitale, fu non a caso ribattezzato "partita del secolo". La gara iniziò con il gol di Roberto Boninsegna, e il risultato si mantenne immutato fino al novantesimo, quando i tedeschi raggiunsero il pareggio con il del difensore Karl-Heinz Schnellinger; nel frattempo Franz Beckenbauer rimediò una lussazione alla spalla, e fu costretto a giocare con un braccio al collo. Ai tempi supplementari Gerd Müller portò in vantaggio i tedeschi, che vennero raggiunti grazie ad un'altra rete di un difensore, Tarcisio Burgnich. A questo punto Azzurri in vantaggio per merito di Gigi Riva, poi nuovamente Müller, infine Gianni Rivera fissò il risultato sul definitivo 4-3.
Gianni Brera, su Il Giorno del 18 giugno 1970, scrisse:
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«I tedeschi sono battuti. Beckenbauer con braccio al collo fa tenerezza ai sentimentali (a mi nanca on pò). Ben sette gol sono stati segnati. Tre soli su azione degna di questo nome: Schnellinger, Riva, Rivera. Tutti gli altri, rimediati. Due autogol italiani. Un autogol tedesco (Burgnich). Una saetta di Boninsegna ispirata da un rimpallo fortunato. |
(Gianni Brera, Il Giorno, giovedì 18 giugno 1970) |
Nell'altra semifinale il Brasile, dopo essere andato in svantaggio, sconfisse l'Uruguay per 3-1; questo grazie anche al sesto gol di Jairzinho in altrettante gare.
Finale terzo posto |
La finale per il terzo posto si disputò il 20 giugno a Città del Messico e vedeva opposte le semifinaliste perdenti, ovvero la Germania Ovest e l'Uruguay: vinsero i tedeschi grazie al gol di Wolfgang Overath al ventiseiesimo minuto di gioco.
Finale |
Avendo Italia e Brasile vinto due Coppa Rimet a testa, il trofeo sarebbe stato definitivamente assegnato domenica 21 giugno allo Stadio Azteca. Gli azzurri non partivano come favoriti a causa della stanchezza accumulata nella semifinale prolungatasi ai tempi supplementari; la situazione era anche aggravata dal grande caldo tropicale e dall'orario di inizio della partita, fissato per mezzogiorno.[13] L'avversario era inoltre considerato la più forte squadra di tutti i tempi: il Brasile di Pelé che, oltre all'asso del Santos, schierava campioni come Jairzinho, Carlos Alberto Torres e Tostão. La tifoseria locale sosteneva i brasiliani, poiché l'Italia aveva eliminato i padroni di casa nei quarti.
Nel primo tempo, al gol iniziale di Pelé (con un formidabile stacco di testa, in anticipo aereo, su Tarcisio Burgnich) l'Italia rispose trovando il pareggio al 37' con Roberto Boninsegna che, sfruttando una indecisione della difesa carioca, rimise in parità le sorti dell'incontro. Nell'occasione l'attaccante dovette anticipare con decisione anche il suo compagno di reparto Gigi Riva.
Il secondo tempo, però, premiò il calcio compassato dei brasiliani; l'altitudine, il caldo e la stanchezza accumulata bloccarono gli azzurri, incapaci di reagire al palleggio dei sudamericani, che passarono per altre tre volte con Gérson, Jairzinho e Carlos Alberto. L'ingresso in campo di Gianni Rivera a tempo quasi scaduto (i sei minuti di Rivera) servì solo a riaccendere le polemiche più che a riequilibrare una gara ormai dominata dagli avversari.
Il trofeo andò quindi al Brasile. Al ritorno in patria, a Fiumicino, i giocatori azzurri furono accolti con un'ovazione, mentre a Ferruccio Valcareggi e all'accompagnatore Walter Mandelli vennero riservati insulti e un nutrito lancio di pomodori[14].
Convocazioni |
Le partite |
Fase a gruppi |
Gruppo 1 |
Classifica |
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | URSS | 5 | 3 | 2 | 1 | 0 | 6 | 1 | +5 |
2. | Messico | 5 | 3 | 2 | 1 | 0 | 5 | 0 | +5 |
3. | Belgio | 2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 4 | 5 | -1 |
4. | El Salvador | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 0 | 9 | -9 |
Risultati |
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Città del Messico 31 maggio 1970, ore 12:00 | Messico | 0 – 0 referto | URSS | Estadio Azteca (107.000 spett.)
|
Città del Messico 3 giugno 1970, ore 16:00 | Belgio | 3 – 0 referto | El Salvador | Estadio Azteca (92.000 spett.)
| ||||||
|
Città del Messico 6 giugno 1970, ore 16:00 | URSS | 4 – 1 referto | Belgio | Estadio Azteca (59.000 spett.)
| ||||||
|
Città del Messico 7 giugno 1970, ore 12:00 | Messico | 4 – 0 referto | El Salvador | Estadio Azteca (103.000 spett.)
| ||||||
|
Città del Messico 10 giugno 1970, ore 16:00 | URSS | 2 – 0 referto | El Salvador | Estadio Azteca (89.000 spett.)
| ||||||
|
Città del Messico 11 giugno 1970, ore 16:00 | Messico | 1 – 0 referto | Belgio | Estadio Azteca (105.000 spett.)
| ||||||
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Gruppo 2 |
Classifica |
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Italia | 4 | 3 | 1 | 2 | 0 | 1 | 0 | +1 |
2. | Uruguay | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 2 | 1 | +1 |
3. | Svezia | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 2 | 2 | 0 |
4. | Israele | 2 | 3 | 0 | 2 | 1 | 1 | 3 | -2 |
Risultati |
Puebla 2 giugno 1970, ore 16:00 | Uruguay | 2 – 0 referto | Israele | Estadio Cuauhtémoc (20.000 spett.)
| ||||||
|
Toluca 3 giugno 1970, ore 16:00 | Italia | 1 – 0 referto | Svezia | Estadio Luis Dosal (14.000 spett.)
| ||||||
|
Puebla 6 giugno 1970, ore 16:00 | Uruguay | 0 – 0 referto | Italia | Estadio Cuauhtémoc (30.000 spett.)
|
Toluca 7 giugno 1970, ore 12:00 | Israele | 1 – 1 referto | Svezia | Estadio Luis Dosal (10.000 spett.)
| ||||||
|
Puebla 10 giugno 1970, ore 16:00 | Svezia | 1 – 0 referto | Uruguay | Estadio Cuauhtémoc (18.000 spett.)
| ||||||
|
Toluca 11 giugno 1970, ore 16:00 | Italia | 0 – 0 referto | Israele | Estadio Luis Dosal (10.000 spett.)
|
Gruppo 3 |
Classifica |
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Brasile | 6 | 3 | 3 | 0 | 0 | 8 | 3 | +5 |
2. | Inghilterra | 4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 2 | 1 | +1 |
3. | Romania | 2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 4 | 5 | -1 |
4. | Cecoslovacchia | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 2 | 7 | -5 |
Risultati |
Guadalajara 2 giugno 1970, ore 16:00 | Inghilterra | 1 – 0 referto | Romania | Estadio Jalisco (50.560 spett.)
| ||||||
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Guadalajara 3 giugno 1970, ore 16:00 | Brasile | 4 – 1 referto | Cecoslovacchia | Estadio Jalisco (52.897 spett.)
| ||||||
|
Guadalajara 6 giugno 1970, ore 16:00 | Romania | 2 – 1 referto | Cecoslovacchia | Estadio Jalisco (56.818 spett.)
| ||||||
|
Guadalajara 7 giugno 1970, ore 12:00 | Brasile | 1 – 0 referto | Inghilterra | Estadio Jalisco (66.834 spett.)
| ||||||
|
Guadalajara 10 giugno 1970, ore 16:00 | Brasile | 3 – 2 referto | Romania | Estadio Jalisco (50.804 spett.)
| ||||||
|
Guadalajara 11 giugno 1970, ore 16:00 | Inghilterra | 1 – 0 referto | Cecoslovacchia | Estadio Jalisco (49.262 spett.)
| ||||||
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Gruppo 4 |
Classifica |
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Germania Ovest | 6 | 3 | 3 | 0 | 0 | 10 | 4 | +6 |
2. | Perù | 4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 7 | 5 | +2 |
3. | Bulgaria | 1 | 3 | 0 | 1 | 2 | 5 | 9 | -4 |
4. | Marocco | 1 | 3 | 0 | 1 | 2 | 2 | 6 | -4 |
Risultati |
León 2 giugno 1970, ore 16:00 | Perù | 3 – 2 referto | Bulgaria | Estadio Nou Camp (13.765 spett.)
| ||||||
|
León 3 giugno 1970, ore 16:00 | Germania Ovest | 2 – 1 referto | Marocco | Estadio Nou Camp (12.942 spett.)
| ||||||
|
León 6 giugno 1970, ore 16:00 | Perù | 3 – 0 referto | Marocco | Estadio Nou Camp (13.537 spett.)
| ||||||
|
León 7 giugno 1970, ore 12:00 | Germania Ovest | 5 – 2 referto | Bulgaria | Estadio Nou Camp (12.710 spett.)
| ||||||
|
León 10 giugno 1970, ore 16:00 | Germania Ovest | 3 – 1 referto | Perù | Estadio Nou Camp (17.875 spett.)
| ||||||
|
León 11 giugno 1970, ore 16:00 | Bulgaria | 1 – 1 referto | Marocco | Estadio Nou Camp (12.299 spett.)
| ||||||
|
Fase ad eliminazione diretta |
Albero della fase ad eliminazione diretta |
Quarti di finale | Semifinali | Finale | ||||||||
14 giugno- 12:00 | ||||||||||
URSS | 0 | |||||||||
17 giugno- 16:00 | ||||||||||
Uruguay (dts) | 1 | | ||||||||
Uruguay | 1 | |||||||||
14 giugno- 12:00 | ||||||||||
| Brasile | 3 | | |||||||
Brasile | 4 | |||||||||
21 giugno- 12:00 | ||||||||||
Perù | 2 | | ||||||||
Brasile | 4 | |||||||||
14 giugno- 12:00 | ||||||||||
| Italia | 1 | ||||||||
Italia | 4 | |||||||||
17 giugno- 16:00 | ||||||||||
Messico | 1 | | ||||||||
Italia (dts) | 4 | Finale 3º posto | ||||||||
14 giugno- 12:00 | ||||||||||
| Germania Ovest | 3 | | |||||||
Germania Ovest (dts) | 3 | Germania Ovest | 1 | |||||||
Inghilterra | 2 | | Uruguay | 0 | ||||||
20 giugno- 16:00 | ||||||||||
Quarti di finale |
León 14 giugno 1970, ore 12:00 | Germania Ovest | 3 – 2 (d.t.s.) referto | Inghilterra | Estadio Nou Camp (23.357 spett.)
| ||||||
|
Guadalajara 14 giugno 1970, ore 12:00 | Brasile | 4 – 2 referto | Perù | Stadio Jalisco (54.270 spett.)
| ||||||
|
Toluca 14 giugno 1970, ore 12:00 | Italia | 4 – 1 referto | Messico | Stadio Luis Dosal (26.851 spett.)
| ||||||
|
Città del Messico 14 giugno 1970, ore 12:00 | Uruguay | 1 – 0 (d.t.s.) referto | URSS | Estadio Azteca (24.550 spett.)
| ||||||
|
Semifinali |
Guadalajara 17 giugno 1970, ore 16:00 | Brasile | 3 – 1 referto | Uruguay | Stadio Jalisco (51.261 spett.)
| ||||||
|
Città del Messico 17 giugno 1970, ore 16:00 | Italia | 4 – 3 (d.t.s.) referto | Germania Ovest | Estadio Azteca (102.444 spett.)
| ||||||
|
Finale 3º posto |
Città del Messico 20 giugno 1970, ore 16:00 | Germania Ovest | 1 – 0 referto | Uruguay | Estadio Azteca (104.403 spett.)
| ||||||
|
Finale |
Città del Messico 21 giugno 1970, ore 12:00 (UTC -6) | Brasile | 4 – 1 referto | Italia | Estadio Azteca (107.412 spett.)
| ||||||
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Classifica marcatori |
10 reti
Gerd Müller
7 reti
Jairzinho
5 reti
Teófilo Cubillas
4 reti
Pelé
Anatolij Byšovec
3 reti
Rivelino
Uwe Seeler
Gigi Riva
2 reti
Raoul Lambert
Wilfried Van Moer
Tostão
Ladislav Petráš
Roberto Boninsegna
Gianni Rivera
Javier Valdivia
Alberto Gallardo
Florea Dumitrache
1 rete
|
|
Autoreti
Gustavo Peña (1)
Note |
^ (EN) FIFA World CupTM host announcement decision (PDF), in fifa.com. URL consultato il 1º ottobre 2018.
^ Storia dei sorteggi della fase finale dei Mondiali #3 (Inghilterra 1966 - Argentina 1978), in simonesalvador.blogspot.com. URL consultato il 30 luglio 2018.
^ FIFA World Cup: seeded teams 1930-2010 (PDF), in fifa.com. URL consultato il 2 ottobre 2018.
^ Quando il sorteggio si fece nel secchiello per lo champagne, in carotenuto.blogautore.repubblica.it. URL consultato il 30 luglio 2018.
^ I cartellini gialli e rossi: una storia che risale al Mondiale del 1970, in mondiali.it. URL consultato il 29 luglio 2018.
^ Boninsegna: «Nel 70 con Rivera in campo avremmo vinto noi», in ilgiornale.it. URL consultato il 3 ottobre 2018.
^ ab Bortolotti, p. 169.
^ 1970: Pelé padrone della Rimet, l'Italia nella leggenda e nel caos-staffetta, in sportmediaset.mediaset.it. URL consultato il 3 ottobre 2018.
^ Accadde allora, fu incredibile, in repubblica.it. URL consultato il 3 ottobre 2018.
^ E Carosio non disse mai «quel negro...» al guardalinee etiope, in corriere.it. URL consultato il 3 ottobre 2018.
^ La Storia della Coppa del Mondo: 1970, in goal.com. URL consultato il 3 ottobre 2018.
^ Banks e la parata del secolo, in carotenuto.blogautore.repubblica.it. URL consultato il 5 ottobre 2018.
^ (EN) Kraba, Milile: The Story Has Been Told, p.82. Xlibris Corporation, 2010. ISBN 1453566104
^ La storia del Mondiale: il 1970 La partita del secolo, in iltirreno.gelocal.it. URL consultato il 5 ottobre 2018.
Bibliografia |
Adalberto Bortolotti, I campionati mondiali, in AA.VV., Enciclopedia dello Sport - Calcio, Roma, Treccani, 2002.
Voci correlate |
- Il mondo ai loro piedi
- Partita del secolo
Altri progetti |
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Collegamenti esterni |
- 1970 FIFA World Cup Messico - fifa.com, su fifa.com.
- Statistiche, schede e tabellini su TM.it, su transfermarkt.it.
- (EN) World Cup 1970 su RSSSF.com
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 155417390 · LCCN (EN) n2014206547 · GND (DE) 2010949-0 |
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