Aimone di Savoia-Aosta (1900-1948)







































































Aimone di Savoia

Prince Aimone of Savoy - restored.jpg
Ammiraglio della Regia Marina italiana

IV Duca d'Aosta

Stemma

In carica
3 marzo 1942 -
29 gennaio 1948
Predecessore

Amedeo di Savoia-Aosta
Successore

Amedeo di Savoia-Aosta

Re di Croazia
Tomislavo II
In carica
18 maggio 1941 -
12 ottobre 1943
Predecessore

Titolo creato
Successore

Zvonimiro II

Altri titoli
principe del sangue
Nascita

Torino, 9 marzo 1900
Morte

Buenos Aires, 29 gennaio 1948
Casa reale

Savoia Aosta
Padre

Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta
Madre

Elena d'Orléans
Consorte

Irene di Grecia
Figli

Amedeo di Savoia-Aosta
Religione

Cattolica























































Aimone di Savoia-Aosta (1900-1948)
9 marzo 1900 – 29 gennaio 1948
Nato a Torino
Morto a Buenos Aires
Cause della morte infarto
Dati militari
Paese servito
Italia Italia
Forza armata
Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg Regia Marina
Corpo Servizio Aeronautico della Regia Marina
Reparto
Dante Alighieri (nave da battaglia)
Andrea Doria (nave da battaglia 1913)
Vincenzo Giordano Orsini (cacciatorpediniere)
251ª Squadriglia
Roma (nave da battaglia 1907)
Sebastiano Caboto (cannoniera)
Anni di servizio 1916-1943
Grado Ammiraglio di Squadra
Guerre
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Comandante di
251ª Squadriglia
Quintino Sella (cacciatorpediniere)
Bettino Ricasoli (cacciatorpediniere)
Pantera (cacciatorpediniere)
Dipartimento marittimo dell'Alto Tirreno con sede a La Spezia

Decorazioni medaglia d'argento al valor militare

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Aimone Roberto Margherita Maria Giuseppe Torino di Savoia-Aosta (Torino, 9 marzo 1900 – Buenos Aires, 29 gennaio 1948) è stato un membro di Casa Savoia, appartenente al ramo Savoia-Aosta, e un ammiraglio italiano.


Fu anche re di Croazia con il nome di Tomislavo II, senza però mai prendere possesso del trono.




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 Nella Regia Marina


    • 1.2 Re di Croazia


    • 1.3 Il tentativo di pace con le forze alleate


    • 1.4 Duca d'Aosta




  • 2 Onorificenze


    • 2.1 Onorificenze del Regno di Croazia


    • 2.2 Onorificenze italiane


    • 2.3 Onorificenze straniere




  • 3 Albero genealogico


  • 4 Note


  • 5 Bibliografia


  • 6 Altri progetti


  • 7 Collegamenti esterni





Biografia |


Fratello minore di Amedeo di Savoia-Aosta, terzo duca d'Aosta, Aimone nacque a Torino il 9 marzo 1900 da Emanuele Filiberto, secondo duca d'Aosta, e da Elena di Borbone-Orléans. Suoi nonni erano il re di Spagna Amedeo I e la principessa Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna, mentre suo bisnonno era il re d'Italia Vittorio Emanuele II.


Il 22 settembre 1904 ricevette il titolo di duca di Spoleto.



Nella Regia Marina |


Uscito nel 1916 dall'Accademia Navale di Livorno con il grado di guardiamarina, Aimone divenne sottotenente di vascello l'anno successivo.
Dal 1916 è imbarcato sulle Dante Alighieri (nave da battaglia), Andrea Doria (nave da battaglia 1913) e Vincenzo Giordano Orsini (cacciatorpediniere).
Impiegato come pilota dal marzo 1918 viene assegnato all'Isola di Sant'Andrea (Venezia) nella 251ª Squadriglia di idrovolanti dotata di Macchi L.3 negli ultimi mesi della prima guerra mondiale, dal 14 giugno ne diventa comandante e fu decorato con una croce di guerra, una Medaglia d'argento al Valor Militare e due di bronzo.
Nel dopoguerra venne promosso tenente di vascello continuando a volare.


Nel 1920-1921 è sulla Roma (nave da battaglia 1907) impegnata in Sud America e nel 1922-1923 sulla Sebastiano Caboto (cannoniera) impegnata in Cina.
Nel 1925 diventa capitano di corvetta e dal 1926 al 1928 comanda il Quintino Sella (cacciatorpediniere).
Nel 1929, vent'anni dopo suo zio Luigi di Savoia, duca degli Abruzzi, Aimone organizzò una spedizione alpinisica italiana sul Karakorum tentando di scalare il K2 insieme ad Ardito Desio. Dopo il fallimento della scalata a causa delle proibitive condizioni del tempo, Aimone si concentrò su studi scientifici.
In seguito comanda il Bettino Ricasoli (cacciatorpediniere) e nel 1934 diventa capitano di vascello.
Dal 1935 al 1936 comanda il Pantera (cacciatorpediniere) in Africa Orientale Italiana.


Contrammiraglio nel 1936, fu comandante della piazza di Pola dal 1937 al 1938.
Dal 1938 al 1939 promosso ammiraglio di divisione, comandò la 4ª Divisione navale e nel 1939 fu promosso ammiraglio di squadra.
Nel 1936 Aimone di Savoia-Aosta inventa i barchini esplosivi M.T.M., mezzi d'assalto che verranno usati dagli incursori dei MAS.


Il 1º luglio 1939, in Santa Maria del Fiore a Firenze, sposò la principessa Irene di Grecia, figlia del re Costantino I e della regina Sofia. Da questo matrimonio nacque un solo figlio, Amedeo, nato a Firenze il 27 settembre 1943.


Dal marzo 1940 al maggio 1941 diventa Comandante in capo del dipartimento marittimo dell'Alto Tirreno con sede a La Spezia.


Dopo l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale, nel febbraio 1942 fu posto al comando dell'ispettorato generale delle flottiglie MAS (Generalmas), con sede prima a Livorno e poi a Lerici, fino all'8 settembre 1943.



Re di Croazia |


L'idea di un italiano sul trono di una Croazia indipendente nacque il 9 marzo 1939 quando Galeazzo Ciano ricevette Giuseppe de Bombelles, un agente segreto al servizio di Ante Pavelić. Dopo aver lamentato lo stato pietoso nel quale i serbi tenevano i croati nell'ambito del Regno di Jugoslavia dei Karađorđević, de Bombelles suggerì come "ideale per la Croazia: un regno autonomo, con un principe italiano, o, in unione personale con il Re d'Italia".[1]


Intanto si parlava anche di proposte ed intese fra alti esponenti politici ungheresi ed italiani affinché Amedeo, il fratello di Aimone, cingesse la corona d'Ungheria, rimasta vacante dopo la sconfitta degli Asburgo al termine della prima guerra mondiale (volendo mantenere la monarchia, dato che la corona rappresentava l'unità e l'indipendenza dello stato, al termine della prima guerra mondiale gli ungheresi trovarono una soluzione di compromesso eleggendo un reggente nella persona dell'ammiraglio Miklós Horthy, in attesa della futura salita al trono di un re che non fosse un Asburgo, dinastia cui le potenze vincitrici della guerra avevano posto il veto. La morte di Amedeo nel 1942, però, fece sfumare il piano di mettere un Savoia sul trono di Budapest).




Divisione della Jugoslavia dopo la sua invasione da parte delle Potenze dell'Asse.

     Aree assegnate all'Italia: l'area costituente la provincia di Lubiana, l'area accorpata alla provincia di Fiume e le aree costituenti il Governatorato di Dalmazia

     Stato Indipendente di Croazia

     Area occupate dalla Germania nazista

     Aree occupate dal Regno d'Ungheria




Intanto il ministro degli esteri Ciano stese un verbale composto da sei punti circa i piani riguardanti la Croazia:[2]



  • l'Italia finanzia con venti milioni di dinari il movimento indipendentista croato;

  • questo movimento si impegna a preparare la rivoluzione entro quattro o cinque mesi;

  • chiamerà subito le truppe italiane per assicurare l'ordine e la pace;

  • la Croazia si proclamerà uno stato indipendente federato con Roma;

  • l'Italia potrà tenere forze armate in Croazia e vi terrà un suo luogotenente generale come in Albania;

  • dopo qualche tempo si deciderà circa la possibilità di un'unione personale delle corone italiana e croata.


Il 26 marzo 1941, il Regno di Jugoslavia aveva aderito al patto tripartito, divenendo di fatto una nazione amica (e quindi non attaccabile) dell'Italia, ma il giorno seguente, il generale Dušan Simović realizzò a Belgrado un colpo di Stato che capovolgeva completamente la situazione: rinnegò l'alleanza con Italia e Germania, costituì un governo favorevole agli angloamericani e dichiarò maggiorenne il re Pietro II, sovrano sostenuto dai britannici.
Per tutta risposta, il 6 aprile 1941 l'aviazione tedesca effettuò un pesantissimo bombardamento su Belgrado, cui fece seguito l'invasione del Regno di Jugoslavia, il cui crollo e smembramento furono immediati. Il re Pietro II ed il governo furono costretti a lasciare il paese, costituendo a Londra un governo in esilio. Il 10 aprile 1941 venne proclamata l'indipendenza della Croazia. Il nuovo stato, però, non era altro che una nazione fantoccio controllata dall'asse italo-tedesca che comprendeva gran parte della Croazia e della Bosnia ed Erzegovina.


Poiché la Croazia era priva di una propria dinastia, in quanto l'antico Regno di Croazia era stato incorporato nel Regno d'Ungheria fin dal 1097, e, successivamente, era stato incluso nel nesso dell'Impero austro-ungarico, Ante Pavelić, leader degli Ustascia e capo del governo del nuovo Stato Indipendente di Croazia, rispolverò l'idea di un sovrano italiano e si recò in Italia per offrire ufficialmente la corona di capo dello stato ad un principe di Casa Savoia.






.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}Le motivazioni di questa offerta non sono mai state completamente chiarite: forse Pavelić voleva mostrare gratitudine a Benito Mussolini, che lo aveva aiutato ed ospitato fra le due guerre mondiali; forse voleva sfruttare il fatto che un sovrano italiano, proveniente da una casata antichissima come Casa Savoia, avrebbe giovato al prestigio dei rapporti internazionali del nuovo stato balcanico; o forse voleva prendere le distanze in maniera visibile dalla Germania nazista, che cercava di impadronirsi materialmente del nuovo stato.[senza fonte]
Secondo altri storici, invece, la decisione di nominare un principe italiano per il trono di Croazia partì dallo stesso Mussolini, che successivamente convinse Ante Pavelić ad accettare, in modo da dimostrare alla Germania che l'Italia contava ancora qualcosa.[3]
Vittorio Emanuele III fu preso alla sprovvista, in quanto l'offerta della corona di Croazia era generica e sarebbe spettato a lui stesso, secondo Pavelić individuare chi avrebbe dovuto portarla. All'epoca erano parecchi i principi maschi in Casa Savoia: escluso ovviamente il principe ereditario Umberto, rimanevano tutti i membri dei rami collaterali Savoia-Aosta e Savoia-Genova.


Fra gli Aosta venne scartato il conte di Torino Vittorio Emanuele, scapolo ed ormai troppo anziano, mentre fra i Genova venne scartato il duca Ferdinando per gli stessi motivi.


Rimasto incerto fra Aimone e Filiberto, duca di Pistoia,[4] Vittorio Emanuele III optò per Aimone. Sempre secondo i diari di Galeazzo Ciano, tale nomina costituì una vera e propria tegola in testa per Aimone, che doveva in questo modo congedarsi dalla Regia Marina, la sua vera passione, in quanto tale servizio non era conciliabile con la sua nuova funzione. Aimone, tra l'altro, dichiarò:


.mw-parser-output .citazione-table{margin-bottom:.5em;font-size:95%}.mw-parser-output .citazione-table td{padding:0 1.2em 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang{vertical-align:top}.mw-parser-output .citazione-lang td{width:50%}.mw-parser-output .citazione-lang td:first-child{padding:0 0 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang td:nth-child(2){padding:0 1.2em}



«Non ne voglio sapere. Non ho ambizioni politiche. Non voglio lasciare l'Italia, i miei interessi, le mie passioni. Non so nulla dei croati e della Croazia. Non desidero neppure conoscerli.»




[senza fonte]


Il 18 maggio 1941, dopo aver fermamente rifiutato il nome di Zvonimiro II, che assolutamente non gli piaceva, Aimone vinse la riluttanza iniziale, assunse il nome di Tomislavo II e fu designato re dello Stato Indipendente di Croazia.
Aimone, restò in Italia, creò nel suo studio di Firenze un "ufficio per gli affari croati" allo scopo di conoscere il paese sul quale avrebbe dovuto regnare.
Le notizie che pervennero da varie fonti (ambasciata italiana a Zagabria, servizi segreti, rapporti confidenziali e informatori fidati) descrissero lo Stato Indipendente di Croazia come una realtà incompiuta non soltanto a livello istituzionale, ma anche sociale e culturale, e descrissero come spaventosa la situazione interna dello stato, caratterizzata da continue persecuzioni ed eccidi da parte degli ustascia di Ante Pavelić, che avevano avviato una vera e propria pulizia etnica contro minoranze nazionali (serbi), avversari politici (comunisti) e minoranze religiose (ortodossi, ebrei e musulmani).


Per questi motivi e per il fatto che Pavelić intendeva servirsi di Tomislavo II come di un re fantoccio, Aimone non prese mai possesso del trono di Zagabria e fu sovrano solo titolarmente, e recandosi mai in Croazia, e abdicando formalmente alla corona, dopo l'armistizio italiano dell'8 settembre, il 12 ottobre 1943.



Il tentativo di pace con le forze alleate |


Intanto al 1942 risalgono i sondaggi effettuati da Aimone riguardanti la possibilità di una pace separata con gli alleati per rompere l'alleanza con la Germania nazista. Nella primavera di quell'anno Aimone ricevette Alessandro Marieni, viceconsole italiano a Ginevra. A questi manifestò l'idea che l'Italia dovesse uscire dalla guerra trattando con gli anglo-americani. Marieni si impegnò a tener informato Aimone degli eventuali sviluppi. A Ginevra, Marieni entrò in contatto con Victor Farrel, un colonnello inglese che operava sotto la copertura di console per la Gran Bretagna. Mediante lui le trattative entrarono nel dettaglio e ne furono informati anche statunitensi e russi.[5]


Il 18 dicembre 1942 il ministro degli esteri inglese, Anthony Eden, informò ufficialmente gli ambasciatori americano e russo a Londra che Aimone era pronto, in cambio di determinate garanzie, a guidare una rivolta per spodestare Benito Mussolini. Le garanzie richieste da Aimone erano:



  • Appoggio dell'aviazione inglese.

  • Sbarco concordato di truppe anglo-americane.

  • Nessuna richiesta di consegna della flotta italiana.

  • Mantenimento della monarchia in Italia.


Le trattative, però, si protrassero più a lungo del previsto, fin quasi alle soglie del 25 luglio 1943, senza giungere mai a conclusione poiché il governo britannico non voleva assumersi impegni precisi.[6]




Aimone a Firenze nel 1946, poco prima della partenza per Buenos Aires.



Duca d'Aosta |


Aimone divenne duca d'Aosta il 3 marzo 1942 a seguito della morte del fratello Amedeo in un campo di prigionia inglese a Nairobi, in Kenya.


Nel settembre 1943, ammiraglio della Regia Marina, seguì Vittorio Emanuele III a Brindisi sulla Indomito (torpediniera 1943) perdendo i contatti con la moglie, che, pochi giorni dopo, avrebbe partorito l'unico figlio, Amedeo.


Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale Aimone, con il Regno del Sud, fu comandante della base navale di Taranto e dell'Ispettorato generale MAS (Mariassalto) e ricevette il grado di ammiraglio di squadra.


Dopo il referendum istituzionale del giugno 1946, abbandonò l'Italia e si trasferì in Sudamerica, morendo diciotto mesi dopo a Buenos Aires, colpito da un infarto.


La sua salma è stata riportata in Italia su interessamento del figlio Amedeo. Inizialmente inumato presso Arezzo, in seguito Aimone venne definitivamente traslato insieme alla moglie Irene (morta nel 1974) nella cripta reale della basilica di Superga, a Torino.



Onorificenze |



Onorificenze del Regno di Croazia |











Sovrano dell'Ordine della Corona del re Zvonimiro - nastrino per uniforme ordinaria
Sovrano dell'Ordine della Corona del re Zvonimiro











Sovrano dell'Ordine al merito di Croazia - nastrino per uniforme ordinaria
Sovrano dell'Ordine al merito di Croazia











Sovrano dell'Ordine militare del Trifoglio di ferro - nastrino per uniforme ordinaria
Sovrano dell'Ordine militare del Trifoglio di ferro



Onorificenze italiane |











Cavaliere dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata
— 1921










Cavaliere di gran croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
— 1921










Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia
— 1921










Cavaliere dell'Ordine al merito civile di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine al merito civile di Savoia











Medaglia d'argento al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valore militare











2 Medaglie di bronzo al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria
2 Medaglie di bronzo al valore militare











Croce di guerra al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di guerra al valore militare











Medaglia commemorativa della vittoria (1918) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della vittoria (1918)











Medaglia d'onore per lunga navigazione marittima (20 anni) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'onore per lunga navigazione marittima (20 anni)



Onorificenze straniere |











Cavaliere d'onore e devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere d'onore e devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta











Gran Cordone dell'Ordine dei Pahlavi - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Cordone dell'Ordine dei Pahlavi
— 1939[7]










Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Salvatore - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Salvatore
— 1º luglio 1939


Albero genealogico |



















































Aimone di Savoia, re di Croazia

Padre:
Emanuele Filiberto di Savoia, duca d'Aosta

Nonno paterno:
Amedeo I di Spagna

Bisnonno paterno:
Vittorio Emanuele II, re d'Italia

Trisnonno paterno:
Carlo Alberto di Savoia

Trisnonna paterna:
Maria Teresa d'Asburgo-Lorena

Bisnonna paterna
Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena

Trisnonno paterno:
Ranieri Giuseppe d'Asburgo-Lorena

Trisnonna paterna:
Maria Elisabetta di Savoia-Carignano

Nonna paterna:
Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna

Bisnonno paterno:
Carlo Emanuele dal Pozzo della Cisterna

Trisnonno paterno:
Giuseppe Alfonso dal Pozzo della Cisterna

Trisnonna paterna:
Maria Anna Balbo Bertone

Bisnonna paterna:
Luisa Carolina Ghislaine di Merode

Trisnonno paterno:
Werner di Merode-Westerloo

Trisnonna paterna:
Victoire de Spangen d'Uyternesse

Madre:
Elena di Francia

Nonno materno:
Filippo d'Orléans

Bisnonno materno:
Ferdinando Filippo d'Orléans

Trisnonno materno:
Luigi Filippo I di Francia

Trisnonna materna:
Maria Amalia di Borbone-Napoli

Bisnonna materna:
Elena di Meclemburgo-Schwerin

Trisnonno materno:
Federico Ludovico di Meclemburgo-Schwerin

Trisnonna materna:
Carolina Luisa di Sassonia-Weimar-Eisenach

Nonna materna:
Maria Isabella d'Orléans

Bisnonno materno:
Antonio d'Orléans, duca di Montpensier

Trisnonno materno:
Luigi Filippo I di Francia

Trisnonna materna:
Maria Amalia di Borbone-Napoli

Bisnonna materna:
Luisa Ferdinanda di Spagna

Trisnonno materno:
Ferdinando VII di Spagna

Trisnonna materna:
Maria Cristina di Borbone-Due Sicilie


Note |




  1. ^ Galeazzo Ciano, Diario, Rizzoli, Milano, 1963, annotazione del 9 marzo 1939.


  2. ^ Galeazzo Ciano, Diario, Rizzoli, Milano, 1963, pagina 199.


  3. ^ L'impubblicabile intervista al Duca nominato Re (ultimissima riga)


  4. ^ Dopo l'invasione della Francia del 1940 si pensò di ricostruire l'antica Contea di Nizza, sulla quale avrebbe dovuto regnare proprio Filiberto di Savoia Genova. Il progetto, però, non ebbe alcun seguito.


  5. ^ Giulio Vignoli, Il Sovrano Sconosciuto, Tomislavo II Re di Croazia, Mursia Editore.


  6. ^ Francesco Perfetti, 1942, le inutili carte degli Aosta, da Il Giornale del 14 ottobre 2009, pagina 29.


  7. ^ Live Journal



Bibliografia |



  • Giulio Vignoli, Il Sovrano Sconosciuto, Tomislavo II Re di Croazia, Milano, Mursia Editore, 2006, ISBN 88-425-3583-4.

  • I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentili e Paolo Varriale, 1999.



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |



  • Cinegiornale d'epoca in italiano: Aimone viene proclamato Re di Croazia, su youtube.com.

  • difesa.it


























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