Addis Abeba




























































Addis Abeba
città autonoma
አዲስ አበባ
Āddīs Ābabā

Addis Abeba – Veduta
Foto con i principali monumenti di Addis Abeba (da sinistra a destra)
In alto: municipio di Addis Abeba, monumento al Leone di Giuda, monumento Tiglachin
Medio: cattedrale di San Giorgio, monumento allo Yekatit 12, stazione di Addis Abeba
In basso: monumento al Meyazia 27, vista di Addis Abeba da Entoto, piazza Meskel.
Localizzazione
Stato
Etiopia Etiopia
Amministrazione
Amministratore locale
Diriba Kuma (FDRE)
Data di istituzione 1886
Territorio
Coordinate
9°01′38″N 38°44′13″E / 9.027222°N 38.736944°E9.027222; 38.736944 (Addis Abeba)Coordinate: 9°01′38″N 38°44′13″E / 9.027222°N 38.736944°E9.027222; 38.736944 (Addis Abeba)
Altitudine 2 355 m s.l.m.
Superficie 2 360[2]km²
Abitanti 3 273 000[4](stima 2015)
Densità 1 386,86 ab./km²
Altre informazioni
Prefisso 11
Fuso orario UTC+3
ISO 3166-2 ET-AA
Cartografia
Addis Abeba – Localizzazione
Sito istituzionale

Addis Abeba (amarico: አዲስ አበባ, Āddīs Ābabā ascolta[?·info], con significato di "nuovo fiore"; oromo: Finfinne) è la capitale dell'Etiopia e sede centrale dell'Unione Africana con 3 273 000 abitanti stimati a luglio 2015[3].




Indice






  • 1 Geografia fisica


    • 1.1 Territorio


    • 1.2 Clima




  • 2 Storia


    • 2.1 Menelik II e la fondazione di Addis Abeba


    • 2.2 Il periodo coloniale italiano (1936 - 1941)


    • 2.3 Dall'indipendenza alla fine del secolo XX




  • 3 Monumenti e luoghi d'interesse


    • 3.1 Architetture religiose


    • 3.2 Palazzi reali


    • 3.3 Edifici governativi


    • 3.4 Monumenti


    • 3.5 Teatri


    • 3.6 Altri edifici




  • 4 Società


    • 4.1 Evoluzione demografica


    • 4.2 Etnie


    • 4.3 Religione


    • 4.4 Qualità della vita




  • 5 Cultura


    • 5.1 Istruzione


      • 5.1.1 Università




    • 5.2 Musei


    • 5.3 Media


      • 5.3.1 La stampa


      • 5.3.2 La radio e la televisione




    • 5.4 Letteratura




  • 6 Geografia antropica


    • 6.1 Suddivisioni amministrative




  • 7 Infrastrutture e Trasporti


    • 7.1 Mobilità urbana


    • 7.2 Rete tranviaria




  • 8 Amministrazione


    • 8.1 Governo


    • 8.2 Gemellaggi




  • 9 Note


  • 10 Bibliografia


  • 11 Voci correlate


  • 12 Altri progetti


  • 13 Collegamenti esterni





Geografia fisica |




Addis Abeba vista dal satellite



Territorio |


Addis Abeba si trova ad un'altitudine di 2.407 metri su un altopiano dominato da lande ai piedi delle montagne di Entoto, poste sullo spartiacque del bacino dell'Auasc. La città presenta una notevole escursione altimetrica: nel punto più basso, ove è situato l'aeroporto internazionale di Bole, l'altitudine è di 2.326 metri sul livello del mare; nel punto più alto, nella periferia a sud della città, situato a oltre 3.000 metri di quota, sorge il sistema montuoso di Entoto.



Clima |




L'immagine satellitare tratta di una striscia di urbanizzazione che collega Addis Abeba e la città di Debre Zeyit (angolo in basso a destra dell'immagine)


Addis Abeba ha un clima temperato e umido, caratterizzato da precipitazioni abbondanti, anche nei mesi più secchi (Classificazione di Koppen, Cfb). La temperatura media annua è di 16.3 °C e la piovosità media è di 1143 mm.[5] Data la notevole escursione altimetrica, la città presenta in alcune zone un clima alpino (Classificazione di Koppen, E), che hanno tra di loro un'escursione termica anche di 10 °C. L'elevata altitudine mitiga le temperature, che rimangono pressoché costanti durante tutto l'anno, data la vicinanza all'Equatore.


Il periodo secco va dalla metà di novembre a gennaio. Durante questa stagione la temperatura massima giornaliera solitamente non supera i 23 °C, mentre la temperatura minima notturna non supera i 10 °C. Da febbraio a maggio si verifica un aumento delle precipitazioni, che si attesta tra i 40 mm di febbraio e gli 80 mm di maggio; le temperature massime giornaliere non superano i 25 °C, mentre le minime notturne si attestano tra i 10 e i 15 °C, con una significativa diminuzione dell'escursione termica tra giorno e notte rispetto al periodo secco.


La stagione delle piogge va da giugno a settembre. Sebbene il periodo coincida con l'estate, l'abbondanza di precipitazioni mitiga la temperatura massima giornaliera, che di rado supera i 23 °C, mentre la minima notturna non subisce significative variazioni rispetto al periodo febbraio-maggio. Il periodo autunnale che va da ottobre alla prima metà di novembre è un periodo di transizione dalla stagione piovosa a quella secca.






































































































































Mese[6][7]
Mesi Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
T. max. media (°C) 23 24 25 25 25 23 21 20 22 23 23 22 23
T. media (°C) 16 17 18 19 19 18 17 16 17 17 16 15 17,1
T. min. media (°C) 9 9 11 12 13 12 12 12 12 10 8 8 10,7
Precipitazioni (mm) 13 30 58 82 84 138 280 290 149 27 7 7 1 165
Giorni di pioggia 3 5 7 10 10 20 27 26 18 4 1 1 132
Umidità relativa media (%) 47 51,5 47,5 54,5 53,0 67,5 79,5 79,0 71,5 47,5 48,0 45,5 57,7
Eliofania assoluta (ore al giorno) 9 9 8 7 8 6 3 3 5 8 9 9 7


Storia |



Menelik II e la fondazione di Addis Abeba |





Monumento che commemora la vittoria degli etiopici nella battaglia di Adua dedicato a Menelik II imperatore d'Etiopia 1º marzo 1896


Addis Abeba venne fondata dall'imperatore Menelik II, come sua nuova capitale. Prima della fondazione di Addis Abeba, numerosi siti nelle vicinanze funsero da capitali temporanee del regno di Scioa: Wechecha, Yerrer, Entoto e soprattutto Ankober: quest'ultima, posta a 160 km a nord di Addis Abeba e capitale durante la seconda metà del XVIII secolo, presenta ancora le rovine del palazzo reale, poste sul ciglio di una grande scarpata famosa per il suo panorama. Menelik, Negus dello Scioa, riteneva il monte Entoto un'importante base strategica per condurre operazioni militari nella parte meridionale del suo regno e, nel 1879, visitò le rovine di una città medievale e di una chiesa rupestre incompiuta, testimonianze di attività precedenti alle campagne di Ahmad Gragn.


L'interesse dell'imperatore crebbe quando sua moglie Taitù avviò il restauro di una chiesa sul monte Entoto e Menelik stesso decretò la costruzione di un'altra chiesa nella zona. L'area tuttavia non incoraggiava la fondazione di una città a causa della scarsità di legna e acqua: infatti uno stanziamento effettivo cominciò nella vallata a sud della montagna solo nel 1886. Inizialmente Taitù fece costruire una casa vicino alle sorgenti termali di Filwoha, conosciute dalla popolazione locale oromo come Finfinne, dove i membri della corte reale trascorrevano le vacanze; il resto della nobiltà e il personale di servizio si stabilirono nelle vicinanze. Menelik ampliò la casa della moglie trasformandola nel Palazzo Imperiale, ancora oggi sede del governo nella città.[8]


Addis Abeba divenne la capitale dell'Etiopia quando Menelik II divenne imperatore d'Etiopia nel 1889. A causa della costante penuria di legna da ardere, cui dovette fare fronte la popolazione di Addis Abeba in rapida espansione, Menelik II decise di trasferire la capitale in un'altra città di nuova fondazione: nel 1896 iniziò quindi la costruzione di Addis Alem, a circa 40 km a ovest di Addis Abeba. Nel 1903 vennero avviati i lavori per la realizzazione della prima strada pavimentata d'Etiopia tra Addis Abeba e la nuova capitale. Menelik introdusse inoltre l'eucalipto, una pianta a crescita rapida. I numerosi alberi di eucalipto voluti da Menelik, lungo le principali strade della città, sono ancora oggi ben visibili.



Il periodo coloniale italiano (1936 - 1941) |




Il cinema Italia ad Addis Abeba, poi reintitolato cinema Ethiopia (1937)


Il 5 maggio del 1936, al termine della guerra d'Etiopia, Addis Abeba fu conquistata dalle truppe italiane guidate dal generale Pietro Badoglio e quattro giorni dopo l'impero d'Etiopia fu aggregato all'Africa Orientale Italiana insieme a Eritrea e Somalia italiana;[9] il 1º giugno la città, nominata capitale dei possedimenti coloniali italiani nel Corno d'Africa, entrò a fare parte del Governatorato di Addis Abeba, dall'11 novembre del 1938 inglobato nel nuovo Governatorato dello Scioa.[10]


Il 19 febbraio del 1937, nel corso di una cerimonia per celebrare la nascita di Vittorio Emanuele di Savoia, il Piccolo Ghebì imperiale, residenza del viceré d'Etiopia, fu teatro di un attentato ai danni del governatore Rodolfo Graziani, che fu ferito insieme a cinquanta persone, mentre ne morirono altre sette;[11] nei tre giorni successivi gli italiani misero in atto una violenta e indiscriminata repressione ai danni degli abitanti della capitale, nota come strage di Addis Abeba, durante la quale furono uccisi migliaia di cittadini.[12]


Nel 1938 il governo italiano predispose un ambizioso piano regolatore per la città, prevedendo la realizzazione di nuovi quartieri; i lavori furono avviati con la costruzione di una serie di strade ed edifici, che modernizzarono in parte il volto della capitale, raggiunta in cinque anni da oltre 43 000 coloni italiani.[13][14] Tuttavia, l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale il 10 giugno del 1940 causò una brusca interruzione di molti cantieri, molti dei quali non furono nemmeno avviati.[15]



Dall'indipendenza alla fine del secolo XX |




Soldati etiopi ad Addis Abeba mentre ascoltano il proclama che annuncia il ritorno nella capitale dell'imperatore Hailé Selassié (maggio 1941)


Durante la campagna dell'Africa Orientale Italiana, nel marzo del 1941 il fronte sud della Somalia britannica, conquistata dagli italiani l'anno precedente, non resistette alle forze britanniche,[16] che, unitamente ai combattenti etiopi arbegnuoc, raggiunsero alla fine di aprile Addis Abeba;[17][18] la città, ormai indifendibile, fu abbandonata per decisione del viceré Amedeo di Savoia, che raggiunse un accordo con le forze inglesi per evitare rappresaglie contro i numerosi civili italiani;[16] Hailé Selassié rientrò quindi trionfalmente ad Addis Abeba il 5 maggio del 1941, esattamente dopo 5 anni di occupazione.[19]


L'Imperatore negli anni seguenti operò una serie di interventi urbanistici ad Addis Abeba, in parte riprendendo il piano regolatore italiano del 1938.[20] Nel 1944 completò i lavori della cattedrale della Santissima Trinità di rito copto, da lui iniziata nel 1931, e la destinò, oltre che a mausoleo della famiglia imperiale, a memoriale e luogo di sepoltura dei patrioti che combatterono contro l'occupazione italiana.[21] Dal punto di vista culturale, sotto il regno di Hailé Selassié vennero fondate la biblioteca pubblica (1944), l'Università (1950), il Teatro nazionale (1955) e il Museo nazionale (1958).[22] Sempre durante il regno di Selassié, Addis Abeba venne dotata di nuove infrastrutture, come il servizio di trasporti pubblici (1945) e l'aeroporto di Bole (1961).


In ambito politico internazionale, l'imperatore incoraggiò la fondazione dell'Organizzazione dell'unità africana nel 1963, invitando il nuovo organismo a mantenere il suo quartier generale nella città. La OUA venne dissolta nel 2002 e sostituita dall'Unione Africana, sempre con sede ad Addis Abeba. La Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Africa (UNECA) ha anch'essa sede in città.[23] Nel 1965 si tenne ad Addis Abeba il Concilio delle Chiese Ortodosse Orientali.



Monumenti e luoghi d'interesse |



Architetture religiose |





Cattedrale della Santissima Trinità


Numerose sono le strutture architettoniche di natura religiosa della città:



  • la cattedrale della Santissima Trinità, uno dei più importanti edifici sacri in Etiopia di rito ortodosso copto, luogo di sepoltura dell'imperatore Hailé Selassié e della famiglia imperiale, oltre che delle vittime della strage di Addis Abeba, dei patrioti che combatterono contro l'occupazione italiana e degli ufficiali governativi uccisi dal regime comunista del Derg;[21]

  • la cattedrale di San Giorgio, posta all'estremità settentrionale di Churchill Road, costruita nel 1896 per commemorare la vittoria sugli italiani; l'edificio di pianta ottagonale, presenta al suo interno numerosi dipinti e mosaici, oltre a un museo;[24]

  • la moschea di Grand Anwar, nel distretto di Mercato, il più grande edificio dedicato al culto islamico ad Addis Abeba, costruito durante l'occupazione italiana;[25][26]

  • la cattedrale della Natività, di rito cattolico romano, sempre nel distretto di Mercato;[27]

  • la chiesa di Santa Rachele, lontana dalla precedente pochi metri in direzione sud-ovest, voluta dalla imperatrice Menen dopo la liberazione;

  • la cattedrale ortodossa di Medhane Alem ("Salvatore del mondo"), vicina all'aeroporto internazionale di Bole.[28]



Palazzi reali |





Palazzo Guenete Leul


Addis Abeba presenta inoltre vari importanti edifici storici, legati alle varie fasi politiche vissute dall'Etiopia nell'ultimo secolo e mezzo:



  • il Palazzo di Menelik II, attualmente sede del governo cittadino;[29]

  • il Palazzo Guenete Leul è stata la residenza principale dell'imperatore Haile Selassie, poi divenne parte del complesso dell'Università Haile Selassie che venne ribattezzata Università di Addis Abeba nel 1974;[30]

  • il Palazzo Nazionale, conosciuto anche come Palazzo del Giubileo, edificato dall'imperatore Selassié per i 25 anni di regno e attualmente sede del presidente della Repubblica d'Etiopia.[29]



Edifici governativi |





Palazzo dell'Unione africana


I principali edifici governativi sono:



  • l'Africa Hall, presso la Menelik II Avenue, sede centrale della Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Africa e di molti uffici dell'ONU;

  • il palazzo dell'Unione africana, nella parte sud-occidentale della città, sede dell'Organizzazione dell'unità africana (OAU), oggi Unione africana;[31]

  • il palazzo del Parlamento, posto vicino alla cattedrale della Santissima Trinità, costruito durante il regno di Hailé Selassié assieme alla contigua torre dell'orologio;[32]

  • la sala Shengo del palazzo di Menelik II, costruita durante il regime di Menghistu Hailè Mariàm quale nuova sede del parlamento e successivamente adibita a sala convegni e conferenze.[33]



Monumenti |





Monumento al Meyazia 27


In città sorgono vari monumenti:[34]



  • il monumento al Leone di Giuda, che simboleggia l'imperatore dell'Etiopia;

  • il monumento al Meyazia 27, che onora la liberazione dell'Etiopia dall'occupazione italiana;

  • il monumento allo Yekatit 12, che commemora le vittime della strage di Addis Abeba;

  • la statua equestre di Menelik II, che celebra la vittoriosa battaglia di Adua.



Teatri |





Teatro Hager Fikir


I principali teatri di Addis Abeba sono:



  • il teatro Hager Fikir, il più antico teatro della città, nel quartiere di Piazza;[35]

  • il Teatro nazionale etiope, principale teatro cittadino.



Altri edifici |


Nella città sono presenti altri edifici di rilievo:



  • l'Itegue Taitu Hotel, costruito alla fine del XIX secolo, il più antico albergo della città;

  • l'Addis Merkato;

  • l'ippodromo di Jan Meda;

  • l'Addis Ababa Stadium, sede nel 2008 dei Campionati africani di atletica leggera;

  • il Nyala Stadium.


Addis Abeba è circondata da una serie di sobborghi: a nord Shiro Meda ed Entoto; a est Urael e Bole; a sud-est Nifa Silk; a sud Mekanisa; a ovest Keraniyo e Kolfe. Kolfe è menzionata nell'autobiografia di Nelson Mandela, in quanto qui ricevette l'addestramento militare.[36]



Società |



Evoluzione demografica |


In base al censimento del 2007, la popolazione di Addis Abeba è di 2 739 551 abitanti, con una densità di 1 160,83 ab./km².



Etnie |


Tutti i gruppi etnici etiopi sono presenti ad Addis Abeba, ripartiti così: amhara (47,04%), oromo (19,51%), guraghé (16,34%), tigrè (6,18%), silt'e (2,94%), gamo (1,68%).



Religione |


La religione professata dalla maggioranza degli abitanti di Addis Abeba è il cristianesimo ortodosso etiope (74,7%), seguito dalla religione musulmana (16,2%), dai cristiani protestanti (7,77%) e cattolici (0,48%).


Addis Abeba è la città "sacra" per i rastafariani nel mondo, la religione fondata da Marcus Garvey, in quanto qui ras Tafari, l'imperatore etiopico Hailé Selassié I, salì sul trono d'Etiopia nel 1930.



Qualità della vita |


Sempre secondo il censimento del 2007, il 98,64% delle unità abitative ha accesso all'acqua potabile, ma solo il 14,9% presenta adeguati servizi igienici. Nell'indagine condotta nel 2005 sulla qualità della vita in Addis Abeba lo 0,1% degli abitanti vive in una situazione di assoluta indigenza; il 93,6% degli uomini e il 79,95% delle donne ha ricevuto un'istruzione; la mortalità infantile è di 45 su 1000 nascite, e la metà dei decessi avviene entro il primo mese di vita; il dato è comunque minore rispetto alla media nazionale (77 su 1000).[37]



Cultura |



Istruzione |



Università |





Università Addis Abeba


L'Università di Addis Abeba venne fondata nel 1950: dall'anno di fondazione al 1962 venne chiamata Collegio universitario di Addis Abeba, mentre dal 1962 al 1975 fu intitolata all'imperatore Hailé Selassié; nel 1975, dopo la deposizione dell'imperatore, ha assunto il nome attuale. L'Università è formata da sette campus, di cui sei ad Addis Abeba, ed è inoltre sede dell'Istituto di Studi Etiopici e del Museo Etnografico.[38] In città sono presenti altre università pubbliche e private, come la Ethiopian Civil Service University[39], la Admas University College[40] e la Unity University[41].



Musei |


Addis Abeba è sede di numerosi musei:



  • Il Museo nazionale dell'Etiopia, situato tra Arat Kilo Avenue e l'Università, sede di numerosi reperti della civiltà etiope e in particolare dei resti originali dell'ominide Lucy, è collegato anche all'Archivio nazionale etiope.[42][43]





  • Museo nazionale dell'Etiopia

    Il Museo etnografico di Addis Abeba è dedicato ai vari gruppi etnici del paese ed è situato nell'edificio della casa imperiale di Hailé Selassié..[44][45]

  • Il Museo memoriale dei martiri del Terrore rosso, accanto a piazza Meskel, contiene numerosi reperti del periodo della dittatura.[46]

  • Il Museo di storia naturale etiope, il Museo delle ferrovie e il Museo delle poste.[47]





Museo memoriale dei martiri del Terrore rosso



Media |



La stampa |


Il primo giornale di Addis Abeba fu il settimanale Aemiro, del greco Andreas Kavadias, fondato nel 1911 e totalmente in lingua amarica. Il giornale, oltre alla pubblicazione di decreti governativi e di articoli di natura politica, si legò in particolar modo all'iniziativa condotta dal negus Hailé Selassié e la Chiesa ortodossa etiope per l'autocefalia dal patriarcato copto di Alessandria, dalla quale era congregata.[8][48] La prima casa editrice etiope, la Berhanena Selam (Luce e Pace), venne fondata nel 1921 su iniziativa di Hailé Selassié, non ancora negus d'Etiopia, e la sua sede fu il Palazzo Guenete Leul, attualmente sede principale dell'Università; nel 1924 iniziarono le pubblicazioni del giornale che portava lo stesso nome della casa editrice. Questo settimanale e l'Aemiro continuarono a essere pubblicati fino all'invasione fascista.[8]


Dopo la liberazione (1941) iniziarono ad uscire il Bandirachin (La nostra bandiera), l'Addis Zemen (Nuova Era), e, dal 1943, l'Ethiopian Herald, in lingua inglese. Dal 1960 in poi uscirono il Mennen e il The Voice of Ethiopia.[8] Il Derg, salito al potere nel 1974, confiscò quasi tutte le case editrici private e limitò fortemente la libertà di stampa, ristabilita solamente nel 1992. Gli anni Novanta sono caratterizzati da un notevole incremento dell'industria della stampa: circa 385 pubblicazioni circolavano nel paese, in gran parte stampate ad Addis Abeba.[8]



La radio e la televisione |


La prima stazione radiofonica venne fondata nel 1935 nel distretto di Akaki e fu mezzo di propaganda fascista durante l'occupazione italiana. Tra il 1948 e il 1958 la Ethiopian Telecommunications Board realizzò la copertura dell'intero paese, estesa anche ad Asmara, e accanto all'amarico, vennero prodotti programmi in lingua oromo, tigrino, somalo e in inglese, francese e arabo per le comunità etiopi all'estero. La prima trasmissione televisiva in Etiopia andò in onda nel 1963.[8]


Il sistema radiofonico e televisivo furono caratterizzati da una notevole fedeltà nei confronti del regime monarchico, e continuarono a essere mezzi di propaganda anche dopo il colpo di stato del Derg, attraverso la diffusione della dottrina marxista-leninista e, negli ultimi anni del regime, in concomitanza con la guerra contro l'Eritrea, l'esaltazione del nazionalismo etiope. Con la fine del regime militare, nel 1991 la radio e la televisione pubblica si aprirono a un maggiore pluralismo; nel 1995 venne fondata la Ethiopian Radio and Television Agency, posta sotto il controllo del Parlamento, e nel 2007 sono nate le prime stazioni radiofoniche private.[8]



Letteratura |


Dall'inizio del Novecento viene prodotta in Etiopia una letteratura per l'infanzia. Il primo libro pubblicato ad Addis Abeba è del 1924, Yefikir Melikt Leitopia Lijoch (Messaggi d'amore ai bambini d'Etiopia), di Bekele Haile Mariam, ed era destinato all'uso scolastico.Gran parte delle opere per l'infanzia di quel periodo erano di carattere religioso e allegorico.[8]



Geografia antropica |



Suddivisioni amministrative |




Ripartizione amministrativa di Addis Abeba





Addis Abeba da Entoto


La città di Addis Abeba è divisa in 10 distretti o sub-città ( amarico : ክፍለ ከተማ) e 99 reparti ( amarico : ቀበሌ). Le 10 sub-città sono:[49]




























































































Sub-città

Area (Km²)

Popolazione

Densità (Ab/Km²)
Mappa
1

Addis Ketema[50]
7,41

255 372

34 463,16

Addis Ketema (Addis Ababa Map).png
2

Akaky Kaliti[51]
118,08

181 270

1 535,15

Akaky Kaliti (Addis Ababa Map).png
3

Arada[52]
9,91

211 501

21 342,18

Arada (Addis Ababa Map).png
4

Bole[53]
122,08

308 995

2 531,09

Bole (Addis Ababa Map).png
5

Gullele[54]
30,18

267 624

8 867,59

Gullele (Addis Ababa Map).png
6

Kirkos[55]
14,62

221 234

15 132,28

Kirkos (Addis Ababa Map).png
7

Kolfe Keraniyo[56]
61,25

428 895

7 002,37

Kolfe Keranio (Addis Ababa Map).png
8

Lideta[57]
9,18

201 713

21 973,09

Lideta (Addis Ababa Map).png
9

Nifas Silk-Lafto[58]
68,30

316 283

4 630,79

Nifas Silk-Lafto (Addis Ababa Map).png
10

Yeka[59]
85,46

346 664

4 056,45

Yeka (Addis Ababa Map).png


Infrastrutture e Trasporti |



Mobilità urbana |




Taxi ad Addis Abeba





Rete tranviaria di Addis Abeba


I trasporti sono assicurati da una rete di autobus pubblici gestiti da Anbessa City Bus Service Enterprise (con automezzi gialli) e da una di taxi collettivi privati (soprattutto van bianchi e blu). Questi ultimi sono gestiti da un autista e un weyala, sorta di bigliettaio a bordo che comunica all'autista la destinazione desiderata e riceve dai passaggeri il prezzo della corsa.


La città è servita dall'Aeroporto internazionale di Bole, dove un nuovo terminal è stato aperto nel 2003. Addis Abeba ha inoltre una connessione ferroviaria con Gibuti via Debra Zeyit e Dire Daua. La Ferrovia Addis Abeba-Gibuti fu commissionata dagli etiopi ai francesi agli inizi del Novecento, e per questo la stazione fu chiamata lagaar all'epoca ed è in stile art nouveau.



Rete tranviaria |


L'etiope Railways Corporation ha costruito in questi anni la rete tranviaria di Addis Abeba[60], entrata in funzione nel 2015 e costituita da due linee.



Amministrazione |



Governo |


Secondo la Costituzione emanata nel 1995, Addis Abeba è una delle due città autonome all'interno del Governo federale etiope. L'altra città con lo stesso status è Dire Daua, nell'est del paese, ed entrambe le città sono all'interno dello Stato di Oromia. Inizialmente, secondo le disposizioni transitorie del 1991, Addis Abeba doveva essere uno dei 14 stati federali d'Etiopia; tale condizione è stata tuttavia modificata nella carta del 1995, che non conferisce ad Addis Abeba lo status di regione federale.[61][62]


Il governo cittadino è composto da un sindaco, che possiede il potere esecutivo, e dal consiglio della città, che rappresenta il potere legislativo. Essendo inoltre parte del Governo federale, la città è vincolata alle leggi federali. I membri del consiglio cittadino sono eletti direttamente dai residenti; a sua volta il consiglio elegge il sindaco tra i propri membri. La durata del mandato del sindaco e del consiglio è di cinque anni. Il Governo federale, qualora lo ritenga necessario, ha facoltà di sciogliere il consiglio, commissariando l'amministrazione della città fino a nuove elezioni. I cittadini di Addis Abeba hanno i propri rappresentanti nella camera bassa federale, ma non nella camera alta, costituita dai rappresentanti degli stati federali.[8]


Attualmente il primo cittadino di Addis Abeba è Diriba Kuma, appartenente alla Oromo People Democratic Organisation (OPDO), eletto nel 2013.[63][64] Suo predecessore è stato Kuma Demeksa, esponente dello stesso partito, dal 2008 al 2013, eletto dopo due anni di commissariamento del governo cittadino da parte di quello federale. Altri noti sindaci di Addis Abeba sono stati Arkabe Oqubay (2003–06), Zewde Teklu (1985–89), Alemu Abebe (1977–85) e Zewde Gebrehiwot (1960–69).[8]



Gemellaggi |










  • Stati Uniti San Francisco


  • Israele Be'er Sheva, dal 2004[65]


  • Germania Lipsia, dal 2004


  • Cina Pechino


  • Corea del Sud Chuncheon


  • Israele Tel Aviv


  • Sudafrica Johannesburg, dal 2002


  • Cuba L'Avana, dal 2003


  • Regno Unito Londra







  • Egitto Il Cairo


  • Emirati Arabi Uniti Dubai


  • India Nuova Delhi, dal 2004


  • Brasile San Paolo, dal 2010


  • Turchia Istanbul


  • Arabia Saudita Gedda


  • Svezia Stoccolma


  • Stati Uniti Washington, dal 2013


  • Cina Chongqing[66]






Note |




  1. ^ http://www.csa.gov.et/pdf/Cen2007_prelimineray.pdf


  2. ^ [1]


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Bibliografia |



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  • pag 674 Siegbert Uhlig, Otto Harrassowitz, Encyclopaedia Aethiopica: D-Ha, Verlag, 2003

  • Vincenzo Meleca, Paolo Romeo, primo ed ultimo questore di Addis Abeba, in http://www.ilcornodafrica.it/st-melecaquestore.pdf



Voci correlate |



  • Etiopia

  • Chiesa ortodossa etiope

  • Impero d'Etiopia

  • Monte Entoto

  • Ethiopian Airlines

  • Abuna (titolo)

  • Arcidiocesi di Addis Abeba

  • Cattedrale di San Giorgio (Addis Abeba)

  • Strage di Addis Abeba

  • Ferrovia Addis Abeba-Gibuti (scartamento normale)



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Collegamenti esterni |


  • http://www.csa.gov.et/pdf/Cen2007_prelimineray.pdf

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