Eugene Wigner






Eugene Wigner

Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la fisica 1963


Eugene Paul Wigner, nato Jenő Pál Wigner (Budapest, 17 novembre 1902 – Princeton, 1º gennaio 1995), è stato un fisico e matematico ungherese naturalizzato statunitense, vincitore del Premio Nobel per la fisica nel 1963.




Eugene Wigner (a sinistra) con Alvin Weinberg


Appartiene al gruppo di studiosi che negli anni venti ha rifondato il mondo della fisica. I primi di questa generazione (Werner Karl Heisenberg, Erwin Schrödinger, Paul Dirac e Max Born, per citarne solo alcuni) hanno creato la meccanica quantistica. Egli ha fatto parte della seconda ondata di questi fisici ed ha proposto e risolto alcune delle questioni più profonde della fisica del XX secolo. Ha posto le fondamenta della teoria delle simmetrie nella meccanica quantistica e, sul finire degli anni trenta, ha esteso al nucleo atomico le sue ricerche, per le quali ha vinto il Premio Nobel nel 1963.


Ha avuto un importante ruolo anche nel gruppo che, tra il 1939 e il 1945, si è impegnato in un'altra impresa che ha cambiato la storia dei popoli: la costruzione della prima bomba atomica.


Fu un esponente della scuola di famosi scienziati ungheresi, cresciuta a Budapest all'inizio del XX secolo, comprendente Paul Erdős, Edward Teller, John von Neumann e Leó Szilárd.




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 I primi anni


    • 1.2 La carriera scientifica




  • 2 Riconoscimenti


  • 3 Bibliografia


  • 4 Voci correlate


  • 5 Altri progetti


  • 6 Collegamenti esterni





Biografia |



I primi anni |




Werner Heisenberg e Eugene Wigner (1928)


Wigner nacque il 17 novembre 1902 a Budapest, allora appartenente all'Impero austro-ungarico (ora Ungheria), da una famiglia ebraica. Crebbe in un mondo in cui la classe media non possedeva automobili, radio, gas o elettricità e non ne sentiva la mancanza. Quando venne in contatto con queste cose Wigner ne fu spaventato, ma gli piacquero con l'età avanzata.


Nel 1902, i più grandi scienziati del mondo erano soddisfatti pur senza la teoria atomica, quella quantistica o la relatività. Molti dei migliori scienziati sentivano che tutti i fatti fondamentali della vita erano stati già scoperti; in questa visione rimanevano semplicemente da completare i dettagli marginali dello schema esistente.


A undici anni Wigner contrasse la tubercolosi e per sei mesi rimase in sanatorio tra le montagne austria con sua madre. La sua infanzia, comunque, fu sostanzialmente felice. I suoi genitori erano ben affiatati ed egli stesso amava intensamente le sue due sorelle. La sua cultura familiare era seria e stabile, con quell'amore per il divertimento tipicamente ungherese. Da ragazzo amava camminare.


Frequentò il Ginnasio Luterano, dove ebbe il privilegio di imparare la matematica da László Rátz, insegnante che ebbe tra i suoi allievi anche von Neumann. Nel 1921, dopo la conclusione del Ginnasio, studiò alla Technische Hochschule di Berlino (oggi Technische Universität Berlin).


Ancora più importanti furono le sue frequentazioni degli incontri del giovedì della Società Tedesca di Fisica. A questi colloqui partecipavano luminari come Max Planck, Max von Laue, Rudolf Ladenburg, Werner Karl Heisenberg, Walther Nernst, Wolfgang Pauli e Albert Einstein. A questi colloqui Wigner incontrò anche Leó Szilárd che divenne il suo amico più stretto.


A Berlino Wigner lavorò al Istituto Kaiser Wilhelm e qui incontrò Michael Polanyi che divenne, dopo László Rátz, il suo più grande insegnante.



La carriera scientifica |


Sul finire degli anni venti, Wigner esplorò in profondità il campo della meccanica quantistica, che a quel tempo stava muovendo i primi passi grazie all'impegno di personalità quali Heisenberg, Schrödinger e Dirac, e nonostante le perplessità di Einstein. Nel 1927 fu a Gottinga come assistente del grande matematico David Hilbert, che in quel periodo sentiva la necessità di collaborare con un fisico per ampliare la propria esperienza. Wigner produsse significativi articoli, come ad esempio On the conservation laws of quantum mechanics, del 1927, con il quale introdusse il nuovo concetto di parità, ma la collaborazione fu poco soddisfacente: i due, infatti, si incontrarono appena cinque volte. Wigner, comunque, approfondì la sua conoscenza della fisica, passando molto tempo nella biblioteca di Gottinga, ponendo così le basi per la costruzione della teoria delle simmetrie in meccanica quantistica.


Sul finire degli anni trenta estese il proprio interesse al nucleo atomico: sviluppò una teoria generale sulle reazioni nucleari. Egli riuscì a diventare un brillante teorico (v. il teorema di Wigner-Eckart), ad essere abile anche in laboratorio e ad avere una profonda comprensione delle materie ingegneristiche.


Dal 1929 i suoi articoli cominciarono a riscuotere attenzione nel mondo della fisica. Nel 1930 la Princeton University chiamò Wigner e von Neumann. Quando nel 1933 Adolf Hitler giunse al potere in Germania, Wigner e von Neumann trovarono un porto sicuro a Princeton (New Jersey), anche se impiegarono metà del tempo in Europa, viaggiando, studiando e insegnando. Anche se era una persona pacifica e modesta, Wigner sentì le azioni di Hitler come un affronto e capì subito quanto era pericoloso. In anni successivi, quando la gente lo ringraziava per la sua pronta percezione di quanto poteva accadere, egli protestava dicendo che non serviva alcuna particolare percezione per rendersi conto della natura pericolosa e malvagia di Hitler; ci voleva invece una speciale percezione per non vederla.


A Princeton nel 1934 Wigner presentò la sorella Manci a Paul Dirac; si sposarono e i legami fra Wigner e Dirac si strinsero maggiormente. Wigner trascorse molto tempo anche con Albert Einstein, anch'egli stabilitosi a Princeton per far parte dell'Institute for Advanced Study.


Nel 1936 Princeton non rinnovò il contratto a Wigner e questi si trasferì all'Università del Wisconsin a Madison. Qui incontrò la sua prima moglie, Amelia Frank, una amabile studentessa di fisica. Ma ella morì nel 1937 e Wigner per il dolore lasciò Madison. L'8 gennaio 1937 Wigner divenne cittadino naturalizzato degli Stati Uniti. Princeton effettuò un'accurata ricerca di un giovane fisico e si orientò su di lui: rientrò nella facoltà di Princeton nell'autunno del 1938.


Sebbene moderatamente interessato alla politica, nel 1939 e nel 1940 Wigner fu tra i più impegnati a sostenere il progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica per difendere il mondo dalla minaccia di Hitler. Egli quindi si dispiacque molto quando due bombe vennero lanciate su Hiroshima e Nagasaki. Nonostante ciò continuò a sostenere i militari statunitensi, con spirito patriottico verso il suo Paese di adozione. Wigner aveva sempre considerato il suo lavoro per la bomba atomica come un'azione essenzialmente difensiva, e più tardi divenne una delle personalità più impegnate nel campo della difesa civile.


Nel 1946 Wigner accettò il posto di direttore della ricerca e dello sviluppo del Clinton Laboratory (diventato poi l'Oak Ridge National Laboratory) ad Oak Ridge, Tennessee. Non essendo un amministratore per formazione e per temperamento, dopo un anno egli lasciò l'incarico e tornò ad insegnare a far ricerca alla Princeton University.


Negli anni cinquanta soffrì le morti di Enrico Fermi, Einstein e von Neumann. Nel 1954 fu toccato anche dal caso di Robert Oppenheimer che perse la sua security clearance. Uno dei maggiori testimoni a carico di Oppenheimer era un vecchio amico di Wigner, Edward Teller.


Nel 1960, già noto come uno dei più profondi pensatori nel campo della fisica matematica, Wigner compì una incursione provocatoria nel campo della filosofia della matematica con il suo saggio più famoso tra quelli non riguardanti la fisica, ora un articolo classico, dal titolo La irragionevole efficacia della matematica nelle scienze naturali (The Unreasonable Effectiveness of Mathematics in the Natural Sciences). In esso egli sosteneva come la biologia e la cognizione potrebbero essere all'origine dei concetti fisici, come gli umani li percepiscono, e che la felice coincidenza secondo la quale la matematica e la fisica si accoppiano tanto bene appare "irragionevole" e difficile da spiegare.


Nel 1963 Wigner ricevette il Premio Nobel per la fisica. Egli affermò di non aver mai pensato ad una tale possibilità, aggiungendo: "Non mi sarei mai aspettato di leggere il mio nome sui giornali senza aver commesso qualche crimine."


Wigner era famoso per la sua gentilezza e per la sua elaborata cortesia verso gli altri. Durante il suo soggiorno giovanile a Gottinga un giorno egli stava sdraiato sopra un prato presso la piscina municipale con un astronomo tedesco chiamato Heckman. Questi notò una schiera di formiche che attraversava la gamba destra di Wigner e lo pizzicava. Heckman chiese a Wigner perché non schiacciava le formiche. "Perché non so quali di esse mi morsicano", fu la risposta.


Un giorno, seguendo una lezione di Wigner, uno degli ascoltatori si alzò per porgli una domanda. Wigner dopo aver ascoltato disse "Io sono Mr. Wigner". Il richiedente, confuso, pose ancora la domanda. Ancora ebbe in risposta "Io sono Mr. Wigner." Alla fine qualcuno risolse la scena imbarazzante segnalando che Wigner aveva la sensazione che mancasse qualcosa, perché non conosceva il nome dell'interlocutore. Troppo cortese per chiederglielo direttamente, si era presentato per indurlo a presentarsi.


Negli incontri scientifici, sia formali che informali, quando qualcuno avanzava una proposta, spesso Wigner ribatteva semplicemente "Io non capisco". Non era mai pretenzioso e non si preoccupava di sembrare sciocco.


Per essere un uomo di scienza Wigner si mostrava incredibilmente superstizioso, odiando di avere tredici biglietti in tasca, pronto a battere un pezzo di legno quando riceveva una buona notizia.


Nel 1992, a novant'anni, pubblicò una elegante memoria, The Recollections of Eugene P. Wigner (assistito da Andrew Szanton). Wigner morì a Princeton tre anni dopo.


Verso la fine della sua vita i suoi interessi si rivolsero a questioni più filosofiche. Nella sua memoria Wigner dice: «Il pieno significato della vita, il significato collettivo di tutti i desideri umani, è fondamentalmente un mistero al di là della nostra comprensione. Da giovane mi irritavo per questo stato di cose. Ma ora mi sono rappacificato con esso. Provo anche un certo onore ad essere associato ad un tale mistero.»



Riconoscimenti |


Nel 1958 ha ricevuto il Premio Enrico Fermi.



Bibliografia |



  • Eugene Paul Wigner. Symmetries and Reflections: Scientific Essays of Eugene P. Wigner.

  • Alvin M. Weinberg, Eugene P. Wigner Physical Theory of Neutron Chain Reactors

  • Eugene Paul Wigner, et al. Philosophical Reflections and Syntheses

  • Eugene P. Wigner, L'irragionevole efficacia della matematica nelle scienze naturali, a cura di Mauro Sellitto, Milano, Adelphi, 2017. Collana Biblioteca minima. n.71.



Voci correlate |



  • Distribuzione di Wigner

  • Paradosso dell'amico di Wigner

  • Teorema di Wigner-Eckart

  • Teorema di Wigner

  • Cristallo di Wigner

  • Effetto Wigner

  • The Unreasonable Effectiveness of Mathematics in the Natural Sciences



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |



  • (EN) Biografia di Eugene Wigner sul sito ufficiale del Premio Nobel

  • National Academy of Sciences biography, su nap.edu.

  • Wigner sul MacTutor History of Mathematics, su www-groups.dcs.st-and.ac.uk.


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