Humphry Davy
Sir Humphry Davy (Penzance, 17 dicembre 1778 – Ginevra, 29 maggio 1829) è stato un chimico inglese.
Indice
1 Biografia
2 La statua di Davy
3 Influenza sui media
4 Note
5 Bibliografia
6 Altri progetti
Biografia |
Davy diventò molto conosciuto grazie ai suoi esperimenti sull'azione fisiologica di alcuni gas, tra cui il gas esilarante (ossido di diazoto) – sostanza alla quale era assuefatto, e per la quale dichiarò che le sue proprietà possedevano tutti i benefici dell'alcool pur evitandone i difetti. Davy in seguito ebbe la vista danneggiata da un incidente di laboratorio col tricloruro di azoto. Nel 1801 fu nominato professore alla Royal Institution di Gran Bretagna e membro della Royal Society, della quale ebbe poi anche la presidenza.
Nel 1800 Alessandro Volta presentò la propria pila elettrica, precursore delle moderne batterie. Davy usò la propria batteria per separare sali attraverso quella che oggi viene chiamata elettrolisi. Con un certo numero di batterie in serie Davy fu in grado di separare gli elementi di potassio e sodio nel 1807 e calcio, stronzio, bario, magnesio e boro nel 1808. Studiò anche le energie coinvolte nella separazione di questi sali, diventando uno dei padri dell'elettrochimica moderna.
Nel 1812 fu nominato cavaliere, diede una lezione d'addio alla Royal Institution, e sposò una ricca vedova, Jane Apreece. Nell'ottobre 1813 egli e sua moglie, accompagnati da Michael Faraday come assistente scientifico (nonché valletto di corte), viaggiarono in Francia per ritirare una medaglia di cui Napoleone Bonaparte, seppur in guerra con gli inglesi, lo aveva insignito per la qualità del suo lavoro in campo elettrochimico. Mentre erano a Parigi, Gay-Lussac chiese a Davy di studiare una strana sostanza, ritrovata da Barnard Courtois; Davy provò che si trattava di un elemento, oggi chiamato iodio. In dicembre ripartirono verso sud e attraversarono Montpellier e Nizza per ritrovarsi in Italia.
Dopo aver visitato Genova, arrivarono a Firenze, qui Davy e Faraday fecero uso dei raggi del sole per provare che il diamante è composto di carbonio puro, e dunque può prendere fuoco. Il viaggio di Davy proseguì a Roma, Napoli e sul Vesuvio.
Il 17 giugno Davy e Faraday erano a Milano, dove incontrarono Alessandro Volta, e continuarono il viaggio a nord verso Ginevra. Tornarono poi in Italia dopo aver visitato Monaco di Baviera e Innsbruck, passarono a Venezia e tornarono a Roma. I loro piani di recarsi poi in Grecia e a Costantinopoli furono abbandonati quando Napoleone scappò dall'isola d'Elba, e da lì tornarono poi in Inghilterra nel 1815.
Davy proseguì nella costruzione della lampada di Davy, il cui utilizzo era soprattutto a vantaggio dei minatori, anche se esiste prova che Davy abbia "inventato" questo strumento al pari di un ingegnere, George Stephenson. Davy rivendicò interamente per sé la paternità dell'invenzione.
Davy fu capace di dimostrare che l'ossigeno non si può ottenere dall'acido muriatico e provò l'esistenza di un altro elemento, che chiamò cloro (lo scopritore del cloro era stato Carl Scheele trentasei anni prima). La scoperta sconvolse il lavoro di Lavoisier, che aveva definito gli acidi come composti dell'ossigeno.
Nel 1815 Davy propose l'idea che gli acidi fossero sostanze contenenti ioni sostituibili di idrogeno – idrogeni che potevano essere interamente o parzialmente sostituiti da metalli, ipotizzando che quando tali acidi reagiscono coi metalli, si formano i sali. Sempre in queste ipotesi, le basi sarebbero sostanze che, reagendo con gli acidi, formano sali e acqua. Le definizioni furono utili e trovarono ampio consenso per buona parte del XIX secolo, prima che fosse pubblicata la teoria di Brønsted-Lowry.
Nel 1818 fu nominato baronetto.
Nel 1824 propose di installare lastre di rame per la protezione della parte immersa delle navi contro il fouling. Il rame costituisce un veleno per la vegetazione marina che cresce sulle chiglie delle navi, ritardandone la velocità. Commise un errore: fissò le lastre di rame con dei chiodi di ferro, la corrosione galvanica tra ferro e rame (Il rame è più nobile ed accelera la corrosione del ferro tra l'altro favorita dall'alto rapporto di superfici Rame/Ferro) consumò rapidamente i chiodi e le lastre di rame andarono perdute. Solo successivamente il problema fu risolto con l'uso di chiodi in bronzo.
Davy morì a Ginevra, in Svizzera, principalmente a causa di un collasso respiratorio: il suo apparato respiratorio, infatti, era seriamente danneggiato da anni di inalazioni chimiche. Il suo assistente di laboratorio, Michael Faraday, continuò il suo lavoro tanto da diventare più famoso e influente del maestro – tanto che Davy in vita già reclamava Faraday come la sua più grande scoperta. Comunque, Davy aveva accusato più volte il suo allievo di plagio, portando Faraday a chiudere le ricerche sull'elettromagnetismo fino alla morte del suo mentore.
È sepolto a Ginevra nel cimitero di Plainpalais.
La statua di Davy |
Nella natìa Penzance è stata eretta una statua dedicata a Sir Humphry Davy, in Market Jew Street, una delle principali arterie cittadine. Sul plinto, una placca reca scritto in inglese:[1]
.mw-parser-output .citazione-table{margin-bottom:.5em;font-size:95%}.mw-parser-output .citazione-table td{padding:0 1.2em 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang{vertical-align:top}.mw-parser-output .citazione-lang td{width:50%}.mw-parser-output .citazione-lang td:first-child{padding:0 0 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang td:nth-child(2){padding:0 1.2em}
|
|
Influenza sui media |
Davy ha ispirato la figura del professor Waldman, personaggio immaginario del romanzo Frankenstein di Mary Shelley.
Il suo nome è anche citato nel celebre romanzo di Jules Verne, Viaggio al centro della Terra quando Axel il giovane protagonista narratore, tenta di dimostrare l'aumento di temperatura ogni 100 metri, il Professor Lidenbrock respinge tali considerazioni fiducioso nelle teorie di Humphry Davy che non credeva all'idea del calore centrale. Davy si foga molto.
Note |
^ A destra viene riportata la traduzione in italiano.
Bibliografia |
- (EN) David Knight, Humphry Davy: science & power, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-521-56539-1.
- (EN) June Z. Fullmer, Young Humphry Davy: the making of an experimental chemist, American Philosophical Society, 2000, ISBN 0-87169-237-6.
- (EN) John Davy, Memoirs of the life of sir Humphry Davy, Longman, 1836.
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikisource
- Wikimedia Commons
Wikisource contiene una pagina dedicata a Humphry Davy
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Humphry Davy
.mw-parser-output .navbox{border:1px solid #aaa;clear:both;margin:auto;padding:2px;width:100%}.mw-parser-output .navbox th{padding-left:1em;padding-right:1em;text-align:center}.mw-parser-output .navbox>tbody>tr:first-child>th{background:#ccf;font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_navbar{float:left;margin:0;padding:0 10px 0 0;text-align:left;width:6em}.mw-parser-output .navbox_title{font-size:110%}.mw-parser-output .navbox_abovebelow{background:#ddf;font-size:90%;font-weight:normal}.mw-parser-output .navbox_group{background:#ddf;font-size:90%;padding:0 10px;white-space:nowrap}.mw-parser-output .navbox_list{font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_odd{background:#fdfdfd}.mw-parser-output .navbox_even{background:#f7f7f7}.mw-parser-output .navbox_center{text-align:center}.mw-parser-output .navbox .navbox_image{padding-left:7px;vertical-align:middle;width:0}.mw-parser-output .navbox+.navbox{margin-top:-1px}.mw-parser-output .navbox .mw-collapsible-toggle{font-weight:normal;text-align:right;width:7em}.mw-parser-output .subnavbox{margin:-3px;width:100%}.mw-parser-output .subnavbox_group{background:#ddf;padding:0 10px}
.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}
Controllo di autorità | VIAF (EN) 29630108 · ISNI (EN) 0000 0001 0883 629X · SBN ITICCUCUBV52940 · LCCN (EN) n79142750 · GND (DE) 118524089 · BNF (FR) cb12459774t (data) · NLA (EN) 35034028 · BAV ADV10209244 · CERL cnp01259721 |
---|