Académie française










































Accademia francese
Académie française

Institut de France - Académie française et pont des Arts.jpg
L'Institut de France, sede dell'Académie française.
Fondazione 22 febbraio 1635
Fondatore Armand-Jean du Plessis de Richelieu
Scopo Vegliare sulla lingua francese e compiere atti di mecenatismo.
Sede centrale
Francia Parigi
Segretario generale Hélène Carrère d'Encausse
Lingua ufficiale francese
Membri 40 chiamati "les immortels"
Motto À l'immortalité

Sito web

L'Académie française, o Accademia francese, fondata nel 1635 sotto re Luigi XIII dal cardinale Richelieu, è una delle più antiche istituzioni di Francia ed è composta di quaranta membri eletti dai loro pari.




Indice






  • 1 Funzioni


  • 2 Storia


  • 3 Ruolo dell'Accademia Francese


    • 3.1 Riforme ortografiche


    • 3.2 Arricchimento della lingua francese




  • 4 "Gli Immortali"


  • 5 Membri attuali dell'Accademia Francese


  • 6 Il «41º seggio»


  • 7 Note


  • 8 Voci correlate


  • 9 Altri progetti


  • 10 Collegamenti esterni





Funzioni |


La principale funzione dell'Académie consiste nel vegliare sulla lingua francese, promuovendo un oculato mecenatismo.


Il dovere di vigilare sulla lingua francese le è stata conferito sin dall'origine dai suoi statuti; per assolverla, l'Accademia ha lavorato in passato alla fissazione della lingua, per renderla patrimonio comune a tutti i francesi e a tutti i francofoni. È in effetti precisato, nell'articolo XXIV degli statuti, che «la principale funzione dell'Académie sarà quella di operare con tutta la cura e la diligenza possibili per dare delle regole certe alla nostra lingua e a renderla pura, eloquente e capace di trattare sia le arti che le scienze.»


Oggi essa agisce per mantenerne le qualità e seguirne le necessarie evoluzioni. Ne definisce il buon utilizzo. Essa fa ciò elaborando il “Dizionario dell'Accademia francese” che fissa l'uso della lingua, ma anche attraverso le sue indicazioni e la sua partecipazione alle diverse commissioni di terminologia.[1]


La seconda missione – il mecenatismo – non prevista all'origine, è stata resa possibile dai doni e lasciti che le sono stati fatti. L'Accademia assegna ogni anno circa sessanta premi letterari, tra cui il Grand prix de littérature de l'Académie française.


Particolare menzione va fatta del “Gran premio della Francofonia”, assegnato ogni anno dal 1986, che testimonia l'interesse costante dell'Accademia per la diffusione della lingua francese nel mondo.


L'Académie attribuisce inoltre delle sovvenzioni a società letterarie o erudite, ad opere benefiche, aiuti a famiglie numerose, a vedove, alle persone sfavorite o che si sono distinte per la loro dedizione così come un certo numero di borse di studio (borse "Zellidja", "Neveux", "Corblin", "Damade").



Storia |


L'Académie française fu fondata nel 1635 dal cardinale Richelieu.


Gli statuti e i regolamenti che erano nelle intenzioni del cardinale, con le lettere patenti firmate nel 1635 da Luigi XIII e registrate dal Parlamento nel 1637, consacrarono il carattere ufficiale di una compagnia di letterati, che si riuniva precedentemente in modo informale.


La missione che le fu assegnata dall'origine era di fissare la lingua francese, darle delle regole, renderla pura e comprensibile da tutti. Essa doveva in questo spirito iniziare con la realizzazione di un dizionario, di cui la prima edizione fu pubblicata nel 1694, le seguenti negli anni 1718, 1740, 1762, 1798, 1835, 1878, 1932-1935, 1992. La nona edizione è attualmente (2006) in corso di pubblicazione.


Inizialmente, l'Académie tenne le proprie sedute presso i suoi membri, presso il cancelliere Pierre Séguier a partire dal 1639, al Louvre a partire dal 1672, ed infine al Collège des Quatre-Nations, diventato palazzo dell'Istituto di Francia, dal 1805 fino ai nostri giorni.


Nel corso dei suoi tre secoli e mezzo di esistenza, essa ha saputo mantenere le sue istituzioni, che hanno funzionato con regolarità, eccetto l'interruzione dal 1793 al 1803.


Il cardinale Richelieu si era proclamato protettore dell'Académie. Alla sua morte, questa protezione fu esercitata dal cancelliere Séguier, poi da Luigi XIV e, successivamente, da tutti i successivi re, imperatori e capi di Stato della Francia.



Ruolo dell'Accademia Francese |



Riforme ortografiche |


Nel suo discorso del 24 ottobre 1989, il Primo ministro Michel Rocard pose all'attenzione del Consiglio superiore della lingua francese cinque punti concernenti l'ortografia:



  • il tratto d'unione;

  • il plurale delle parole composte;

  • l'accento circonflesso;

  • il participio passato dei verbi pronominali;

  • varie anomalie.


Proprio su tali punti si basano le proposte formulate in seguito dall'istituzione. Queste non riguardano solamente l'ortografia del vocabolario esistente, ma anche e soprattutto quella del vocabolario nascente, in particolare quello scientifico e tecnico.
Le rettifiche proposte hanno incontrato il parere favorevole all'unanimità dell'Accademia Francese, e con l'accordo del Consiglio della lingua francese del Quebec e del Consiglio della lingua della comunità francese del Belgio, e sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica francese del 6 dicembre 1990[2]. Tali rettifiche sono riassumibili come:



  • tratto d'unione: saldatura di certe parole composte, per esempio portemonnaie (portamonete) e portefeuille (portafoglio);

  • plurale delle parole composte: pluralizzazione secondo le stesse regole previste per le parole semplici. Per esempio pèse-lettre (pesalettere) pluralizza in pèse-lettres, limitandosi al secondo termine della composta;

  • accento circonflesso: non più obbligatorio sulle lettere i e u, salvo nelle terminazioni verbali e in alcune parole, per esempio mûr (maturo);

  • participio passato: invariabile nei casi in cui laisser (lasciare) sia seguito da un infinito (es: elle s'est laissé mourir);

  • anomalie:
    • prestiti linguistici: per l'accentuazione e il plurale, seguono le regole delle parole francesi (es: un imprésario, des imprésarios).




Arricchimento della lingua francese |


Lo sviluppo della scienza e della tecnica, accelerato nel corso degli ultimi decenni, ha la tendenza a favorire l'espansione della lingua inglese a detrimento delle altre lingue, compresa quella francese. Al fine di evitare l'uso di termini anglosassoni, e in generale l'importazione massiccia di termini stranieri, il governo ha istituito un dispositivo[3] di terminologia e neologismi[4]. Lo stesso è stato istituito dal decreto del 3 luglio 1996 conformemente a quanto disposto dalla legge sulla lingua francese, la legge Toubon, del 4 agosto 1994[5].


L'Accademia francese partecipa a tale dispositivo assieme alla "Delegazione generale per la lingua francese e le altre lingue di Francia", la "Commissione generale per la terminologia e i neologismi" e le "Commissioni speciali per la terminologia e i neologismi", che operano nei ministeri. L'Accademia è presente nei diversi stadi del processo di elaborazione dei termini, partecipa ai lavori delle commissioni speciali e propone, in tutti i campi (informatica, telecomunicazioni, trasporti, ingegneria nucleare, sport...) termini francesi per designare i nuovi concetti. È inoltre membro della Commissione generale, che esamina le proposte delle commissioni speciali, e dà il suo accordo per la pubblicazione dei termini nella Gazzetta Ufficiale. I termini e le loro definizioni sono pubblicati sul sito FranceTerme[6], accessibile ai professionisti e al grande pubblico.


L'uso dei termini francesi così coniati diventa obbligatorio nell'amministrazione e nei servizi pubblici, in sostituzione dei termini stranieri, così come previsto dalla legge Toubon.



"Gli Immortali" |




I membri dell'Académie française nel 2007.


L'Académie française è composta di quaranta membri eletti dai loro pari. Dalla sua fondazione ha accolto più di 700 membri. Essa raccoglie poeti, romanzieri, uomini di teatro, filosofi, medici, scienziati, etnologi, critici d'arte, militari, uomini di Stato, uomini di Chiesa, che abbiano illustrato la lingua francese in modo particolare.


Gli accademici devono il loro nome di immortali al motto «All'immortalità», che appare sul sigillo dato all'Académie française dal suo fondatore, il cardinale Richelieu. Essi sono stati spesso chiamati a essere giudici illuminati del buon utilizzo delle parole, e quindi a precisare le nozioni e i valori di cui tali parole sono portatrici.





La divisa

Il celebre «abito verde», la marsina con ricami che indossano gli accademici, con il bicorno, il mantello e la spada, nelle occasioni di sedute solenni sotto la Cupola, è stato disegnato sotto il Consolato.


È segno distintivo di tutti i membri dell'Istituto di Francia.


L'elezione all'Accademia francese è spesso considerata dall'opinione pubblica come suprema consacrazione del successo. Pertanto il loro rango nel cerimoniale della Repubblica riflette la loro autorità morale che è ben radicata negli usi e nelle loro tradizioni.



Nel 1980 Marguerite Yourcenar fu la prima donna eletta nell'Académie. In seguito l'Istituto ha accolto Jacqueline Worms de Romilly nel 1988, Hélène Carrère d'Encausse nel 1990, Florence Delay nel 2000, Assia Djebar nel 2006 e Simone Veil nel 2008.


Nel 1996, Héctor Bianciotti fu il primo membro non di madre lingua francese. Era infatti un autore italo-argentino emigrato in Francia negli anni '60, naturalizzato nel 1981 e che solo a metà anni '80 era passato a scrivere romanzi in francese, anziché in spagnolo.


La qualità degli accademici è una dignità inamovibile. Niente può dimissionare dall'Académie française (nel caso in cui qualcuno si dichiarasse dimissionario non verrebbe comunque rimpiazzato prima del suo decesso – esempi recenti di Pierre Emmanuel e Julien Green).
Possono essere fatte esclusioni dalla Académie per seri motivi che intaccano l'onore; queste esclusioni sono state rarissime nel corso della storia (ma diverse furono messe in opera dopo la Seconda guerra mondiale per collaborazionismo: Charles Maurras, Abel Bonnard, Abel Hermand e la più celebre è quella del maresciallo Pétain).[7]



Membri attuali dell'Accademia Francese |




  1. Claude Dagens, eletto nel 2008


  2. Dany Laferrière, eletto nel 2013


  3. Jean-Denis Bredin, eletto nel 1989


  4. Jean-Luc Marion, eletto nel 2008


  5. Andreï Makine, eletto nel 2016


  6. Marc Fumaroli, eletto nel 1995


  7. Jules Hoffmann, eletto nel 2012


  8. Vacante dal 28 dicembre 2016 (l'ultimo era Michel Déon, eletto nel 1978)


  9. Patrick Grainville, eletto nel 2018


  10. Florence Delay, eletta nel 2000


  11. Gabriel de Broglie, eletto nel 2001


  12. Vacante dal 5 dicembre 2017 (l'ultimo era Jean d'Ormesson, eletto nel 1973)


  13. Vacante dal 30 giugno 2017 (l'ultima era Simone Veil, eletta nel 2008)


  14. Hélène Carrère d'Encausse, eletta nel 1990


  15. Frédéric Vitoux, eletto nel 2001


  16. Valéry Giscard d'Estaing, eletto nel 2003


  17. Érik Orsenna, eletto nel 1998


  18. Michel Serres, eletto nel 1990


  19. Jean-Loup Dabadie, eletto nel 2008


  20. Angelo Rinaldi, eletto nel 2001


  21. Alain Finkielkraut, eletto nel 2014


  22. René de Obaldia, eletto nel 1999


  23. Pierre Rosenberg, eletto nel 1995


  24. Vacante dal 18 luglio 2017 (l'ultimo era Max Gallo, eletto nel 2007)


  25. Dominique Fernandez, eletto nel 2007


  26. Jean-Marie Rouart, eletto nel 1997


  27. Pierre Nora, eletto nel 2001


  28. Jean-Christophe Rufin, eletto nel 2008


  29. Amin Maalouf, eletto nel 2011


  30. Danièle Sallenave, eletta nel 2011


  31. Michael Edwards, eletto nel 2013


  32. François Weyergans, eletto nel 2009


  33. Dominique Bona, eletta nel 2013


  34. François Cheng, eletto nel 2002


  35. Yves Pouliquen, eletto nel 2001


  36. Barbara Cassin, eletta nel 2018


  37. Michel Zink, eletto nel 2017


  38. Marc Lambron, eletto nel 2014


  39. Jean Clair (Gérard Régnier), eletto nel 2008


  40. Xavier Darcos, eletto nel 2013



Il «41º seggio» |


Merita attenzione il fatto che un gran numero di scrittori, spesso illustri, non varcarono mai le porte della nobile Accademia, per diverse ragioni, sia che essi non ne furono mai candidati, sia che la loro candidatura fu rifiutata, o ancora che furono colpiti prematuramente dalla morte. L'espressione «41º seggio» è stata forgiata per designare questi autori dallo scrittore Arsène Houssaye nel 1885.[8]


Tra i nomi di scrittori illustri non inclusi nell'Accademia si possono citare Cartesio, Molière, Blaise Pascal, François de La Rochefoucauld, Jean-Jacques Rousseau, Denis Diderot, Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, André Chénier, Honoré de Balzac, Alexandre Dumas, Théophile Gautier, Stendhal, Gérard de Nerval, Gustave Flaubert, Charles Baudelaire, Paul Verlaine, Émile Zola, Guy de Maupassant, Alphonse Daudet e Marcel Proust.



Note |




  1. ^ Da questo punto di vista, l'Académie Française è il corrispondente francese dell'Accademia della Crusca italiana.


  2. ^ linguafrancese.it, Riforme dell'ortografia francese


  3. ^ juripole.fr, definizione di dispositif-dispositivo


  4. ^ Struttura del dispositivo e legami (in francese)


  5. ^ academie-francaise.fr, difesa della lingua (in francese)


  6. ^ FranceTerme


  7. ^ Sito dell'Académie française Archiviato il 14 ottobre 2009 in Internet Archive.


  8. ^ Arsène Houssaye, Histoire du 41e fauteuil de l'Académie française, 1864



Voci correlate |



  • Membri dell'Académie française per seggio

  • Accademia della Crusca

  • Accademia della lingua ebraica

  • Accademia della lingua e della letteratura persiana

  • Étoile Civique



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |




  • L'Académie française (sito ufficiale)


  • Les Immortels : scheda biografica dei 705 Immortali con alcuni strumenti di ricerca.

  • La lingua francese, su academie-francaise.fr.

  • « Dizionario dell'Accademia francese », su academie-francaise.fr.

  • Storia del dizionario dell'Académie Française, su les-dictionnaires.com.

  • La riforma ortografica del 1990, su renouvo.org.


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Controllo di autorità
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