Potenza (Italia)













































































































Potenza
comune



Potenza – Stemma Potenza – Bandiera
Potenza – Veduta
Localizzazione
Stato
Italia Italia
Regione
Regione-Basilicata-Stemma.svg Basilicata
Provincia
Provincia di Potenza-Stemma.png Potenza
Amministrazione
Sindaco
Dario De Luca (FdI) dal 9-06-2014
Territorio
Coordinate
40°38′N 15°48′E / 40.633333°N 15.8°E40.633333; 15.8 (Potenza)Coordinate: 40°38′N 15°48′E / 40.633333°N 15.8°E40.633333; 15.8 (Potenza)
Altitudine 819 m s.l.m.
Superficie 175,43[1]km²
Abitanti 67 161[2](31-3-2018)
Densità 382,84 ab./km²
Frazioni Barrata, Borgo Giuliano, Borgo Trinità Sicilia, Case Capoiazzo I,Cerreta, Chiàngali, Falcianella, Giarrossa, Lavangone, Macchia Capraia, Masseria Cavalieri, Masseria Viggiani, San Nicola, Tiera, Varco d'Izzo
Comuni confinanti
Anzi, Avigliano, Brindisi Montagna, Picerno, Pietragalla, Pignola, Ruoti, Tito, Vaglio Basilicata
Altre informazioni
Cod. postale 85100
Prefisso 0971
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT
076063
Cod. catastale G942
Targa PZ
Cl. sismica zona 1 (sismicità alta)
Cl. climatica zona E, 2 472 GG[3]
Nome abitanti potentini
Patrono San Gerardo di Potenza
Giorno festivo 30 maggio
Soprannome
Città verticale
Città delle cento scale
Cartografia

Mappa di localizzazione: Italia

Potenza

Potenza



Potenza – Mappa
Posizione del comune di Potenza all'interno dell'omonima provincia
Sito istituzionale

Potenza (ascolta[?·info], AFI: /poˈtɛnʦa/[4]; Puténzë in dialetto potentino, [pu'tenʣə]; talvolta Pozen, ['poʣen]); è un comune italiano di 67 161 abitanti,[2] capoluogo della regione Basilicata e della provincia omonima. È il primo comune della regione per popolazione[5] e l'undicesimo per superficie.


È nota come "Città verticale" per la sua particolare struttura urbanistica[6], che presenta il centro storico posto sull'altura più elevata e i restanti quartieri posti ad altitudini gradualmente inferiori; con i suoi 819 metri di altitudine s.l.m. Potenza è il capoluogo di regione situato alla quota più elevata in Italia.[7] È nota anche come "Città delle cento scale"[8], per via del suo sistema di scale, antiche e moderne, che collega le varie parti del centro urbano: la città possiede, infatti, il sistema di scale mobili per il trasporto pubblico di maggior estensione in Europa[9] ed il secondo al mondo dopo quello di Tokyo[10][11].


Capoluogo della Basilicata dal 1806[12][13], sede dell'Università della Basilicata dal 1982, Potenza è una delle poche città italiane ad essere stata insignita di due medaglie d'oro: la prima come città benemerita del Risorgimento nazionale, nel 1898, la seconda come medaglia d'oro al merito civile, nel 1980.




Indice






  • 1 Geografia fisica


    • 1.1 Territorio


    • 1.2 Clima




  • 2 Storia


    • 2.1 Età antica


    • 2.2 Medioevo


    • 2.3 Età moderna


    • 2.4 Età contemporanea


    • 2.5 Simboli


    • 2.6 Onorificenze




  • 3 Monumenti e luoghi d'interesse


    • 3.1 Architetture religiose


      • 3.1.1 Architetture religiose intramurali


      • 3.1.2 Architetture religiose extramurali




    • 3.2 Architetture civili


    • 3.3 Architetture militari


    • 3.4 Altro


      • 3.4.1 Vie e piazze


      • 3.4.2 Ponti


      • 3.4.3 Statue




    • 3.5 Siti archeologici


    • 3.6 Aree naturali




  • 4 Società


    • 4.1 Evoluzione demografica


    • 4.2 Etnie e minoranze straniere


    • 4.3 Lingue e dialetti


    • 4.4 Istituzioni, enti e associazioni




  • 5 Cultura


    • 5.1 Istruzione


      • 5.1.1 Biblioteche


      • 5.1.2 Ricerca


      • 5.1.3 Scuole


      • 5.1.4 Università


      • 5.1.5 Musei




    • 5.2 Media


    • 5.3 Eventi




  • 6 Geografia antropica


    • 6.1 Urbanistica


    • 6.2 Suddivisioni amministrative




  • 7 Economia


  • 8 Infrastrutture e trasporti


    • 8.1 Strade


    • 8.2 Ferrovie


      • 8.2.1 Ferrovie dello Stato


      • 8.2.2 Ferrovie Appulo Lucane




    • 8.3 Mobilità urbana




  • 9 Amministrazione


    • 9.1 Gemellaggi




  • 10 Sport


    • 10.1 Calcio


    • 10.2 Ciclismo


    • 10.3 Altri sport


    • 10.4 Impianti sportivi




  • 11 Note


  • 12 Bibliografia


  • 13 Voci correlate


  • 14 Altri progetti


  • 15 Collegamenti esterni





Geografia fisica |



Territorio |




Potenza (Piani del Cardillo)


La città sorge nell'alta valle del Basento, lungo una dorsale appenninica a nord delle Dolomiti lucane racchiusa da vari monti più alti, tra i quali i Monti Li Foj, pertanto Potenza sorge in una zona ad alta sismicità.[14]


Il nucleo medievale dell'abitato è posto su un rilievo a 819 metri s.l.m., cosicché per altitudine ufficiale Potenza è seconda solo a Enna tra i capoluoghi di provincia italiani. I quartieri più moderni sorgono invece più in basso, sino a lambire il corso del fiume Basento, il cui alveo a partire dalla seconda metà del XX secolo è stato fortemente antropizzato.


Per superficie il comune di Potenza è l'undicesimo più grande della regione.[15]



Clima |


.mw-parser-output .vedi-anche{border:1px solid #CCC;font-size:95%;margin-bottom:.5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:first-child{padding:0 .5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:last-child{width:100%}



Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Potenza.

Il clima è mediterraneo e montano, quindi freddo e nevoso d'inverno, tiepido e secco d'estate. Gennaio è statisticamente il mese più freddo e la temperatura media è di +3,5 °C, mentre luglio e agosto sono i mesi più caldi e registrano una temperatura media di +20 °C.























































































Potenza Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 5,5 6,1 8,7 12,3 18,1 22,2 25,5 25,8 21,9 16,6 11,5 8,1 6,6 13,0 24,5 16,7 15,2
T. min. media (°C) 0,1 1,0 2,3 4,1 8,2 12,7 15,2 15,6 12,8 9,0 5,2 2,4 1,2 4,9 14,5 9,0 7,4
Vento (direzione-m/s)
W
5,7

W
6,0

W
5,6

W
5,5

W
5,0

W
4,9

W
5,1

W
4,9

W
4,8

W
4,7

W
5,3

W.
5,5
5,7 5,4 5,0 4,9 5,2


Storia |



Età antica |


.mw-parser-output .citazione-table{margin-bottom:.5em;font-size:95%}.mw-parser-output .citazione-table td{padding:0 1.2em 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang{vertical-align:top}.mw-parser-output .citazione-lang td{width:50%}.mw-parser-output .citazione-lang td:first-child{padding:0 0 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang td:nth-child(2){padding:0 1.2em}






«Il tempo divoratore non ha serbato che pochi avanzi di sì celebre città mediterranea dei Lucani; ma quelli che tuttavia rimangono, fan chiara testimonianza ch'ella esser doveva uno de' più ragguardevoli e distinti luoghi dell'antica regione lucana...»


(Andrea Lombardi, La corona di Critonio, 1836)

L'origine della città è certamente antica, ma incerta: secondo alcuni storici, come riporta il Riviello, sarebbe pelasgica, sabellica o di stirpe italo-greca.[16] Il comprensorio della città risulta abitato sin dall'VII secolo a.C. dall'antico popolo indigeno dei Peuketiantes, affini per tradizioni ed usanze alle popolazioni degli Iapigi e dei Peuceti.[17] Tra il V e il IV secolo a.C. avvenne l'insediamento dei Lucani nella zona, che gradualmente si affermarono come l'etnia dominante del territorio.[18] Una delle ipotesi più accreditate è che la città sia stata fondata proprio dai Lucani nel IV secolo a.C. , come testimoniato dal ritrovamento di reperti archeologici dell'epoca.[19]
Tale ipotesi sarebbe confermata dagli storici romani, secondo i quali Potenza rappresentò un centro importante per i Lucani, essendo una delle undici città-Stato cantonali della Lucania preromana, cinque delle quali comprese nel territoro dell'odierna Basilicata, che costituivano la federazione delle città di quell'antico popolo.[20] Potenza sarebbe stata quindi anche la città-Stato lucana più vicina al santuario federale di Rossano, adibito al culto della Dea Mefite, ed ai centri di Braida e Serra, oggi facenti parte del comune di Vaglio.[19]


Se nel IV secolo a.C. oscillarono, durante le guerre sannitiche, tra l'alleanza con i Sanniti e quella con i Romani[21][22], le popolazioni della zona di Potenza, come il resto dei Lucani, furono apertamente ostile nei riguardi della nascente supremazia di Roma a partire dal III secolo a.C. , dato che nelle guerre pirriche si schierarono con i nemici di quest'ultima.[23][24] Al termine di tale conflitto le popolazioni di Potenza e degli altri centri lucani divennero socii dei Romani, mantenendo i loro usi ed istituzioni e, nonostante la vittoria dei nemici, vissero senza particolari ripercussioni fino all'epoca della battaglia di Canne, a seguito della quale passarono nel campo di Annibale. Dopo la battaglia del Metauro, nel corso della quale fu vinto e ucciso il fratello Asdrubale Barca, Annibale si ritira in Africa lasciando alla mercé di Roma le città e le popolazioni che lo avevano supportato, tra cui quelle della stessa Potenza.[25] A partire dal II secolo a.C. quindi, a seguito delle guerre annibaliche, la Lucania ed il comprensorio della città entrano definitivamente nell'orbita di Roma e si assiste ad una loro progressiva romanizzazione, che portò ad una crescita dell'importanza del centro abitato potentino a discapito delle campagne circostanti.[26] È a questo periodo che risalirebbe la fondazione della colonia romana di Potentia che, sebbene non si abbiano fonti certe che attestino l'ordinamento politico assunto dalla città, ebbe verosimilmente la condizione di civitas foederata, governata da un praefectus.[27]Potentia ereditò il ruolo di centro di culto principale in Lucania della Dea Mefite e vi venne quindi eretto un tempio ad essa dedicato, in sostituzione del santuario federale di Rossano, ormai caduto in disuso.[19][26] Tracce di questo culto sono rimaste nella toponomastica cittadina fino all'Ottocento, in cui l'attuale Piazza Martiri Lucani era denominata Largo Dea Mefite.[28]




La città di Potentia all'interno della Lucania romana secondo The Historical Atlas di William R. Shepherd, 1911


Nel I secolo a.C. , durante la guerra civile romana combattuta tra le fazioni di Mario e Silla Potentia si schierò, con le altre popolazioni lucane e sannitiche, dalla parte di Mario; i primi potentini presero quindi verosimilmente parte alla decisiva battaglia di Porta Collina a seguito della quale si ebbe la vittoria finale di Silla, che si vendicò spietatamente di tutti i suoi oppositori: per quanto riguarda Potentia, fu imposta la distruzione delle mura e l'assegnazione di terre e case requisite agli abitanti ai veterani di Silla.[19] La storia si ripetette con la successiva guerra civile romana tra Ottaviano e Marco Antonio, a seguito della quale la città, che si era schierata dalla parte del secondo, subì di nuovo devastazioni e confische a favore dei veterani di Ottaviano vittoriosi nella battaglia di Filippi.[19] Alla tarda età repubblicana risalgono le prime informazioni precise circa lo status amministrativo di Potentia, che risulta essere un municipium assegnato alla tribù Pomptina, con un regolare apparato amministrativo comprendente un senato locale, ovvero l'ordo decurionum, quadrunviri, edili e questori.[27]


In età imperiale Potentia rimane una città relativamente ricca di magistrature imperiali e municipali.[19][29] Nel III secolo d.C. l'amministrazione pubblica della città, identificata come Res Publicae Potentinorum, affrontò un periodo di dissesto finanziario, per far fronte al quale fu inviato un alto funzionario imperiale.[19][30] L'economia della città, secondo le scarse fonti storiche disponibili, doveva fondarsi, oltre che sull'agricoltura e la pastorizia, anche sulla presenza documentata della corporazione degli asinai e dei mulattieri, il che ha fatto ipotizzare per Potentia la funzione di snodo carovaniero per l'antica Lucania[31], anche considerando la posizione geografica e strategica della città, che durante la dominazione romana fu collegata, con l'apertura di strade militari, a molti centri limitrofi quali Oppidum, Venusia, Anxia e Grumentum.[32]


Durante il periodo tardo-imperiale, precisamente tra il 280 d.C. ed il 300 d.C. , venne costruita, per volere degli imperatori Diocleziano e Massimiano Erculeo, la via Herculea, importante strada che collegava Potentia con Grumentum e Venusia.[19]Potentia costituisce nel periodo tardo-antico, anche grazie ai nuovi collegamenti stradali realizzati dall'impero[33], uno dei primi nuclei del nascente cristianesimo lucano: è infatti il potentino Erculenzio il primo vescovo lucano di cui si abbia notizia certa, nel 495, così come la chiesa ritenuta la più antica della regione, ovvero la Cattedrale di Potenza, la cui prima costruzione risale al periodo compreso tra il IV e il V secolo, analogamente alla chiesa di San Michele.[19][33][34]



Medioevo |




La Torre Guevara, ultimo resto del castello di Potenza, risalente all'Alto Medioevo





Potentia all'interno dei confini del Ducato di Benevento e del Principato di Salerno


La città seguì poi le vicissitudini dell'impero fino alla sua decadenza: saccheggiata dai Goti di Alarico nel 402[35], nei primi secoli dell'Alto Medioevo dovette risentire della crisi causata dalle invasioni barbariche e dalla caduta dell'impero, tanto che le fonti relative alla vita cittadina di quel periodo sono scarse.[16] Tra il V ed il VI secolo l'abitato della città doveva già essere racchiuso da mura fortificate, per far fronte alla crisi dei centri urbani ed alle minacce di eventuali invasioni.[36] Conquistata da parte dei bizantini al termine della guerra greco-gotica, sempre nel VI secolo, a seguito dell'invasione dei Longobardi in Italia, entrò a far parte del Ducato di Benevento prima e del Principato di Salerno poi.[16] Durante la dominazione longobarda è attestata l'istituzione a Potenza di una contea e del primo conte di Potenza, Indulfo, nell'803[19]; all'epoca longobarda risale probabilmente anche la costruzione dell'attuale edificio della chiesa di San Michele Arcangelo.[37] Tra il 700 e il 1000 Potenza ebbe un'importante ruolo dal punto di vista religioso, rappresentando per la Chiesa romana l'ultimo baluardo meridionale, a causa della diffusione che aveva avuto la Chiesa di rito greco nel resto della regione e del Sud Italia dovuta alla dominazione bizantina.[34] Tra il IX ed il X secolo fu necessario ricostruire le fortificazioni cittadine, essendo Potenza coinvolta nelle guerre tra Longobardi e Bizantini per il possesso del Sud Italia, ma anche a causa del terremoto che nel 990 distrusse la città.[36] Tra i secoli XI e XII iniziò e si concluse la conquista normanna dell'Italia meridionale, a seguito della quale tutto il Mezzogiorno venne riunito nel Regno di Sicilia[38]; in quel periodo le scorrerie dei saraceni minacciarono anche una zona come quella di Potenza, lontana dalle coste e arroccata sui contrafforti dell'Appennino all'interno: ne sarebbe testimonianza una località denominata fino all'inizio del XIX secolo Campo saraceno, che a detta degli storici locali conservava nel nome il ricordo delle incursioni arabe, sebbene la città non venne mai da essi conquistata.[39]




Raffigurazione scultorea di Gerardo di Piacenza, patrono di Potenza, vescovo della città dal 1111 al 1119, proclamato santo dalla Chiesa cattolica nel 1120


Il periodo normanno fu ricco per Potenza di importanti avvenimenti; la città ospitò infatti in due occasioni illustri protagonisti della politica internazionale del'epoca: nel 1137 al tempo di Ruggero II di Sicilia vennero accolti in città Papa Innocenzo II e l'imperatore Lotario II; nel 1149 re Ruggero II vi ricevette Luigi VII di Francia, liberato a opera della flotta normanna dalle mani dei saraceni mentre ritornava da una sfortunata spedizione in Terra Santa.[36] Sin dai primi anni del XII secolo la città rivestiva particolare importanza come sede vescovile: era infatti sede di raccolta dei Crociati in partenza per il Medio Oriente.[19] Altro importante evento fu la nomina a vescovo di Gerardo Della Porta, noto anche come Gerardo di Piacenza, vescovo di Potenza dal 1111 al 1119, che fu santificato nel 1120 ad un anno dalla morte ed in seguito nominato patrono della città.[19] Il ruolo svolto dal vescovo Gerardo fu importante anche per la cultura e l'istruzione della popolazione: a lui è attribuita l'istituzione a Potenza durante il suo magistero di una scuola di grammatica e teologia, dove egli stesso avrebbe diffuso questi insegnamenti soprattutto tra i giovani del luogo, peraltro in forma gratuita, divenendo così uno dei fondatori della tradizione culturale della città.[40][41][42] Secondo studi di carattere linguistico, che mancano tuttavia di una conferma negli eventi storicamente accertati, sarebbe avvenuta in questo periodo storico (prima metà del XII secolo) una massiccia immigrazione nella zona di Potenza e dei comuni limitrofi di genti provenienti dal Nord Italia, in particolare dall'area compresa tra Piemonte e Liguria, spiegando così l'origine dei dialetti galloitalici di Basilicata, che presentano diverse similitudini con i dialetti dell'Italia settentrionale.[43][44] Tali migrazioni sarebbero state motivate dalle cattive condizioni economiche delle regioni di origine a quel tempo, nonché a motivazioni religiose: gruppi di eretici catari cercarono verosimilmente scampo alle persecuzioni spostandosi in Basilicata, similmente a quanto avvenuto in Sicilia.[44][45] L'invio del vescovo Gerardo a Potenza potrebbe quindi essere stato un tentativo della Chiesa di Roma di far fronte alla diffusione dell'eresia, riconducendo i fedeli alla dottrina ufficiale.[46][47]





Ladislao I d'Angio, re di Napoli, assediò Potenza durante la lotta per il trono contro il fratello Ludovico, ma interruppe le ostilità con la città nel 1399


Con le nozze di Costanza d'Altavilla, ultima erede dei Normanni, con Enrico VI, figlio del Barbarossa, iniziò per il Regno di Sicilia il periodo della dinastia degli Svevi; Potenza restò fedele a tale dinastia anche dopo la presa del potere da parte di Carlo I d'Angiò a seguito della battaglia di Benevento del 1266.[19] Per questa ragione, subito dopo l'avvento degli angioini, assieme alle altre città che avevano parteggiato per gli Svevi, fu soggetta alla punizione e all'ira del vincitore, che per mano del conte di Belcastro e di Ruggiero Sanseverino, conte di Marsico, fece radere al suolo le mura, mentre molti capi della fazione ghibellina, favorevole agli Svevi, vennero assassinati dai membri della fazione guelfa, filo-angioina, e dal popolino inferocito per il timore di ulteriori ripercussioni degli angioini sulla città, nel 1268.[48] Ai danni subite a causa del conflitto si aggiunsero quelli dovuti al devastante terremoto del 18 dicembre 1273.[19][49]


Durante il regno angioino, in particolare nella prima metà del XIV secolo, la città passò di mano più volte tra i vari feudatari del re[50] e fu in seguito coinvolta nelle guerre dinastiche che travagliarono questo periodo storico: Ladislao I di Napoli, che contendeva il regno al cugino Ludovico d'Angiò, assediò la città, alla quale però usò clemenza il 10 aprile 1399 emanando il decreto reale in campo Felia prope Potentiam, rendendola per qualche tempo città regia, sollevandola dalla dipendenza feudale.[51] Per la città perdurò la discontinuità politica anche negli anni del passaggio dalla dinastia angioina a quella aragonese (1382 - 1443), periodo nel quale la famiglia nobiliare dei Sanseverino cercò di mantenere senza successo il possesso della città, dato che re Ladislao ne vendette il titolo comitale nel 1405 e lo stesso fece più volte, a partire dal 1423, la sorella Giovanna, che successe al fratello al trono degli Angiò nel 1414.[52] Tra i vari feudatari che ebbero la giurisdizione della città si annovera anche a partire dal 1427 Francesco Sforza, futuro duca di Milano, che ne cedette presto il possesso al cugino Michele Attendolo da Cotignola.[19]


Potenza trovò una nuova continuità amministrativa solo con l'avvento dei re aragonesi sul trono del Regno di Napoli, con la nomina a conte di Innico de Guevara nel 1435 da parte del nuovo re Alfonso, che tolse la città agli Sforza, sebbene il territorio della città e gli altri possedimenti assegnati al Guevara non fossero stati ancora completamente sottratti agli angioini, ragion per cui il reale inizio del governo dei Guevara è attestato al 1444.[52][53] La dinastia dei Guevara governerà la città continuativamente per 160 anni, esprimendo sei conti di Potenza e dando vita ad un vasto programma di opere pubbliche militari, religiose e civili, oltre a stabilirvi la loro sede personale ed affettiva.[19]



Età moderna |




Lo stemma della famiglia dei Guevara, conti di Potenza dalla metà del XV secolo all'inizio del XVII secolo


Nel XV secolo la famiglia Guevara fece eseguire numerosi interventi di ediliza urbana: fu ricostruito il convento e la chiesa di Santa Maria del Sepolcro, il chiostro di San Francesco, il palazzo del Seggio e quello comitale (oggi Palazzo Loffredo) e venne anche costruito un nuovo acquedotto, nel 1453, per volere della marchesa de Guevara, moglie di Innico.[54] Ad Innico de Guevara successero il figlio Antonio, secondo conte di Potenza e anche Viceré del Regno di Napoli per breve periodo[55], e quindi il nipote Giovanni, che quale terzo conte di Potenza partecipò dalla parte degli aragonesi alle guerre contro Carlo VIII e Luigi XII, distinguendosi per il suo valore militare.[54] I Guevara allacciarono rapporti con alcune delle principali dinastie nobiliari del Nord Italia che furono protagoniste del Rinascimento, quali gli Sforza ed i Borromeo di Milano ed i Gonzaga di Mantova[55] e sebbene il loro operato non fu paragonabile a quello dei principi rinascimentali nelle città dell'Italia centro-settentrionale, essi furono sempre partecipi alle vicende della città.[54] Nell'ambito delle successive lotte di predominio tra francesi e spagnoli per la divisione del Regno di Napoli, nel 1501 Potenza fu scelta come sede della Conferenza di Pace per negoziare un accordo tra le due parti, da tenersi nel 1502 con la partecipazione del Viceré spagnolo Consalvo de Cordova e Luigi d'Armagnac, duca di Nemours; all'evento si presentò però la sola aristocrazia francese ma non quella spagnola, facendo quindi riprendere dopo breve tempo le ostilità fino alla battaglia di Cerignola del 1502.[56] A partire dalla seconda metà del Cinquecento la situazione delle finanze cittadine si aggravò e peggiorò progressivamente nei successivi decenni, a causa della povertà diffusa tra la popolazione e la scarsa produttività delle colture impiegate in agricoltura.[57] La crisi economica costrinse quindi l'amministrazione cittadina ad indebitarsi sempre più, anche a causa delle occasionali carestie, delle spese per l'alloggiamento delle compagnie militari spagnole, dei frequenti donativi ai feudatari.[58] Tale situazione di dissesto economico perdurò con il passaggio della città dalla famiglia Guevara alla famiglia Loffredo, all'inizio del Seicento.[59]




Lo stemma della famiglia dei Loffredo, conti di Potenza dal 1604 al 1806


Nel 1604, infatti, Alfonso de Guevara, sesto conte di Potenza, unì in matrimonio sua figlia Beatrice ad Enrico di Loffredo, marchese di Sant'Agata e di Trevico: con questo evento la città, che costituiva la dote nuziale, passò alla famiglia dei Loffredo, antico casato di presumibile origine normanna che ne manterrà il possesso per 202 anni, fino alla definitiva eversione della feudalità.[60][19] Si deve alla contessa Beatrice e a suo figlio Carlo Loffredo la donazione dell'antico castello cittadino all'ordine dei frati Cappuccini nel 1612, al fine di utilizzarlo per l'assistenza ai malati ed agli infermi, costituendo così il primo nucleo del futuro ospedale San Carlo.[61] Il governo dei Loffredo, in particolare quello del conte Francesco, è ricordato soprattutto per la ferrea opposizione di questa famiglia al trasferimento a Potenza della sede del tribunale della Regia Udienza provinciale di Basilicata, che divenne autonoma rispetto a quella di Salerno a partire dal 1642; questa istituzione, infatti, rappresentava gli interessi del Re e tutelava il rispetto della legge del sovrano, e la sua presenza avrebbe quindi limitato l'influenza ed il potere del feudatario sulla città.[62] Per tale ragione Potenza fu sede della Regia Udienza provinciale di Basilicata solo nel 1645 e in seguito dal 1651 al 1659, mentre a partire dal 1663 la sede di tale istituzione, che corrispondeva all'epoca ad un ruolo di capoluogo amministrativo, venne definitivamente stabilita a Matera, dopo essere stata trasferita in diversi centri della regione tra cui Stigliano, Tolve, Tursi e Vignola (attuale Pignola).[62] Il Seicento a Potenza fu caratterizzato anche dalle continue dispute tra i conti Loffredo e la comunità cittadina ed il clero per l'ottenimento, da parte di questi ultimi, di maggiori libertà politiche ed amministrative, nel tentativo di svincolarsi dall'opprimente potere feudale.[63]




Potenza tra fine XVII e inizio XVIII secolo in un'incisione da Il Regno di Napoli in prospettiva di Giovan Battista Pacichelli


Nel biennio 1647-1648, come molte città e province del Sud Italia, sulla scia della rivolta di Masaniello scoppiata nella città di Napoli, anche Potenza fu sconvolta dai moti di intolleranza popolare antifeudali contro il malgoverno spagnolo[64], durante i quali fu dato alle fiamme il palazzo comitale ed il conte stesso fu costretto a fuggire temporaneamente da Potenza.[62] Nel 1694 un altro violento terremoto provocò ingenti danni alla città, contribuendo a peggiorarne la difficile situazione economica e sociale.[65]


Le difficoltà economiche per Potenza perdurarono nel XVIII secolo, anche con il passaggio del Regno di Napoli prima dagli spagnoli agli Asburgo nel 1713 e poi ai Borbone, nel 1734, sotto il cui governo la città divenne sede di ripartimento, soppiantando Tricarico.[66] Gli introiti dell'amministrazione erano infatti troppo esigui rispetto alle spese che dovette affrontare, anche dovute a continue calamità e disastri naturali, quali l'epidemia del 1745, le crisi alimentari del 1755 e del 1757 e la grave pestilenza del 1764.[67] Inoltre, anche durante tutto il Settecento proseguirono gli scontri politici tra la famiglia dei conti Loffredo, gli organi amministrativi della città ed il ceto borghese, che anche a Potenza si andava ingrandendo e consolidando come nel resto d'Europa[68], reclamando di conseguenza con sempre maggiore forza l'abolizione o la riduzione dei privilegi degli antichi feudatari, che molto spesso danneggiavano gli interessi della comunità.[69]



Età contemporanea |




Il vescovo di Potenza Giovanni Andrea Serrao, eminente intellettuale ed esponente della Repubblica Napoletana del 1799


Nel 1799, a seguito della conquista francese del Regno di Napoli da parte del generale Championnet, Potenza fu, dopo Napoli, la città del Regno dove la rivoluzione filofrancese, antimonarchica e giacobina emerse con più forza.[19] In città ci furono manifestazioni popolari contro il Re Ferdinando[19] e venne innalzato l'albero della libertà nella piazza principale, a simboleggiare l'adesione alla neonata Repubblica Napoletana.[70] Prese parte attiva alla rivoluzione anche l'allora vescovo della città Giovanni Andrea Serrao, illustre intellettuale dell'epoca ed esponente del giansenismo meridionale[71], tanto da benedire egli stesso l'albero della libertà e da essere anche nominato Commissario Civile a Potenza durante la breve vita della Repubblica.[72] La città fu quindi sconvolta dalle lotte tra i giacobini e i sanfedisti fedeli alla monarchia, nelle quali persero la vita eminenti personalità che avevano appoggiato la causa della rivoluzione, tra cui lo stesso Serrao, barbaramente ucciso insieme ad altre vittime il 24 febbraio 1799 nella sua abitazione a Potenza da una banda di reazionari, che esposero le teste mozzate delle vittime per indurre la popolazione all'omertà sull'accaduto.[73] In risposta all'omicidio del vescovo i giacobini potentini trucidarono tre giorni dopo diciannove dei suoi assassini.[73] L'assassinio di Serrao e la conseguente vendetta suscitarono scalpore a Parigi, dove nell'Assemblea Nazionale venne celebrato solennemente il martirio del prelato ed Henri Grégoire condannò fermamente l'accaduto, mentre Alexandre Dumas tratterà la vicenda in alcuni dei suoi romanzi.[73][19]


Nel 1806 il capoluogo regionale fu spostato da Matera a Potenza, per restarvi anche con il ritorno di Ferdinando I di Borbone nel 1815.[74]


Il terremoto del 1857 distrusse ancora una volta gran parte della città, aprì nuove tremende ferite e raffreddò notevolmente le attività e le trame dei patrioti e solo due anni dopo le cospirazioni antiborboniche iniziarono a riallacciarsi in modo concreto, tanto che l'anno successivo dopo lo sbarco di Garibaldi nel continente cominciava la dissoluzione delle truppe borboniche, comandate da ufficiali vecchi e incapaci e già si iniziava a intravedere in modo tangibile un processo di inevitabile disgregazione del Regno delle Due Sicilie: il 18 agosto 1860 la città si sollevava in armi e veniva proclamato un Governo Prodittatoriale[75] presieduto da Giacinto Albini.




Targa commemorativa dell'insurrezione lucana del 18 agosto 1860 a Potenza


Il brigantaggio postunitario, dilagato nel Sud subito dopo l'Unità d'Italia, alimentato da correnti filoborboniche nella speranza di una restaurazione e sostenuto dalle tradizionali ragioni di scompenso sociale, dalla miseria, dall'impoverimento e dall'incapacità dei nuovi governanti italiani a comprendere i veri problemi delle classi oppresse del Mezzogiorno, colpì molti centri dell'entroterra, ma tenne fuori ancora una volta la città di Potenza dagli avvenimenti più cruenti, anche se la maggior parte delle direttive operative e strategiche della repressione furono coordinate e attuate proprio nel capoluogo della provincia.


Gli anni successivi del Regno d'Italia fino alla prima guerra mondiale furono caratterizzati da lotte politiche condotte sempre in uno spirito di rispetto e correttezza anche se appassionate ed accese in duelli polemici legati alle personalità più rappresentative degli uomini che ne furono protagonisti.


Le vicende che nel primo dopoguerra tanto travagliarono non solo le città del Nord, ma anche molte città del Sud, anche di regioni limitrofe e che alla fine portarono all'avvento del fascismo al potere, videro la città di Potenza distinta per moderazione, mentre anche il secondo conflitto mondiale richiese alla città un tributo di molte vite umane e provocò lutti come all'inizio del settembre 1943, quando alcuni bombardamenti aerei, effettuati allo scopo di tagliare le comunicazioni stradali e ferroviarie che consentivano l'afflusso delle truppe tedesche alle zone dello sbarco alleato, costarono alla città molte vittime e portarono alla distruzione anche da parte dei contingenti in arrivo dall'area di Laurenzana, con i pochi obiettivi militari esistenti, di molte costruzioni civili, private e pubbliche, tra le quali l'ospedale San Carlo e la Cattedrale.[76]


Nel dopoguerra[77] con la ricostruzione delle devastazioni apportate dal conflitto e l'affermazione del boom economico iniziava anche per Potenza la espansione urbana e la crescita di nuovi poli di sviluppo civile e sociale, anche se questa crescita avviava la progressiva scomparsa di molte testimonianze del passato di questa città e uno sviluppo edilizio mai del tutto regolamentato, aggravati dal terremoto del 23 novembre 1980 di magnitudo 6.9 che provocò notevoli danni con un bilancio di 12 morti, 50 feriti e 4.000 sfollati. Gli anni successivi al terremoto furono in effetti caratterizzati da una lenta e difficile ricostruzione.



Simboli |




Lo stemma della città di Potenza



La descrizione più completa dello stemma cittadino risale allo storico Giuseppe Gattini, operante ad inizio Novecento e autore di una pubblicazione sulle armi comunali lucane:






«Arma d'azzurro ad un leone coronato d'oro, sostenuto da una banda abbassata e cucita di rosso, e sormontato nel capo da tre stelle d'argento.[78]»



Secondo una tradizione non autentica inoltre il leone dello stemma della città di Potenza sarebbe gradiente su una scala,[79] il che deriva verosimilmente dall'uso dei maestri scalpellini di riprodurre convenzionalmente sul marmo il colore rosso incidendo dei solchi paralleli e verticali[80] (altri colori, come ad esempio l'azzurro, venivano resi tracciando striature oblique), cosa che ha fatto pensare in seguito che la banda rossa fosse appunto una scala. Il gonfalone invece è costituito da un drappo di colore giallo, caricato dello stemma con l'iscrizione centrata in oro della città di Potenza.




Il gonfalone della città di Potenza


La parte di metallo e i cordoni sono dorati, mentre l'asta verticale è ricoperta di velluto giallo con bullette dorate poste a spirale e nella freccia è rappresentato lo stemma della città e sul gambo inciso il nome. Il gonfalone si completa con cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.



Onorificenze |


Potenza è una delle ventisette città decorate con medaglia d'oro come "benemerite del Risorgimento nazionale" con regio decreto dell'11 dicembre 1898 firmato da Umberto I di Savoia per le azioni compiute dalla città nel periodo del Risorgimento, in particolar modo durante la celebre insurrezione lucana.











Medaglia alle città "benemerite del Risorgimento nazionale" - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia alle città "benemerite del Risorgimento nazionale"
«In ricompensa del valore dimostrato dalla cittadinanza nel glorioso episodio del 18 agosto 1860»

Tale medaglia fu conferita come ricompensa per essere stata il 18 agosto 1860 la prima città meridionale a ribellarsi contro i Borbone.[81]


Il comune è stato anche insignito della medaglia d'oro al merito civile in occasione del sisma del 23 novembre 1980.











Medaglia d'oro al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al merito civile
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del proprio tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, economico e produttivo. Mirabile esempio di valore civico ed altissimo senso di abnegazione»
— 23 novembre 1980


Monumenti e luoghi d'interesse |





Vista dall'alto del centro cittadino con il Duomo sulla destra e il Museo nazionale sulla sinistra (Palazzo Loffredo) di largo Pignatari




Architetture religiose |





Arrows-folder-categorize.svg
Le singole voci sono elencate nella Categoria:Chiese di Potenza


Architetture religiose intramurali |





Cattedrale di San Gerardo





Chiesa di San Michele Arcangelo





Chiesa di San Francesco





Cappella del beato Bonaventura





Chiesa di Santa Lucia





Monastero di San Luca


Il centro storico di Potenza è ricco di edifici di culto risalenti principalmente all'epoca medievale, alcuni di essi sorti verosimilmente su preesistenti chiese paleocristiane.[82]



  • Cattedrale di San Gerardo. È la principale chiesa del centro storico; situata in Largo Duomo, è databile al XIII secolo e venne dapprima dedicata alla Vergine Assunta e poi a Gerardo della Porta che divenne patrono della città. La chiesa conserva infatti le spoglie del santo patrono, un'urna in argento e cristallo con le reliquie del santo, oltre alla statua del santo in legno del XV secolo. La cattedrale dovrebbe inoltre sorgere sul sito di una costruzione sacra precedente, visto che durante gli scavi archeologici condotti negli anni sessanta del Novecento sono stati scoperti dei resti sotterranei di frammenti musivi di pavimento policromo risalenti al IV o V secolo. Ricostruito da un allievo del Vanvitelli alla fine del XVIII secolo per volere del vescovo Andrea Serrao, il duomo cambiò radicalmente e passò da basilica romanica ad edificio di chiaro gusto neoclassico. Elementi di rilievo sono la facciata in pietra del Duecento, fatta riedificare tra il 1197 e il 1220 dal vescovo Bartolomeo, l'altare maggiore in marmo con intarsi policromi del Settecento e un crocifisso in legno quattrocentesco, oltre a una cappella in marmo dedicata al Santo Padre edificata nel XVII secolo.[82]


  • Chiesa di San Michele Arcangelo. Ubicata nei pressi dell'estremità occidentale di via Pretoria, è un tipico esempio di chiesa in stile romanico. La sua presenza è attestata per la prima volta nel 1178, ma da rilevamenti archeologici l'impianto originale dell'edificio, appartenente ad una precedente struttura di epoca tardo-romana, è databile al V secolo. Presenta un campanile e una struttura a tre navate, al suo interno sono conservate opere di pregevole valore artistico tra i quali spiccano il dipinto dell'Annunciazione del 1612 realizzato dal Pietrafesa, un affresco con Madonna e bambino in trono tra i santi risalente al Cinquecento e un crocifisso ligneo del XVII secolo.[82][83]


  • Chiesa della Santissima Trinità. Poco distante da piazza Mario Pagano, in direzione del Duomo, è attestata dal 1178. Fu danneggiata dal terremoto del 1857 e venne riedificata con una planimetria diversa da quella originaria, con un'unica navata con varie cappelle, un'abside semicircolare e un soffitto cassettonato.[82]


  • Chiesa e convento di San Francesco. Accanto al Palazzo della Prefettura è situata la chiesa di San Francesco con annesso convento, eretta nel 1274. Presenta un portale a imposte lignee trecentesche intagliate e un campanile edificato del Quattrocento. Nell'interno vi è il sepolcro di gusto rinascimentale del nobile Paride De Grassis, oltre a resti di un affresco con una Madonna di stile bizantineggiante del Duecento e La Pietà del Pietrafesa.[82]


  • Cappella del beato Bonaventura. Dedicata al frate francescano Bonaventura da Potenza beatificato nel 1775, è situata nel vicolo omonimo ed era in origine la casa natale del beato. Presenta un portale di notevole rilievo artistico in pietra calcarea, al cui centro troviamo due teste di cherubini sovrastate da uno stemma francescano. Al suo interno un unico locale diviso in due piccoli ambienti si trovano vari ritratti, fra i quali uno di Michele Busciolano del 1907 che rappresenta l'estasi del beato.[82]


  • Chiesa di Santa Lucia. Si trova al limitare nord del centro storico; venne costruita prima del 1200 ed è costituita da un'unica navata. Custodisce una statua seicentesca di Santa Lucia, alcuni quadri del XVI e XVII secolo e un'acquasantiera del Quattrocento proveniente dalla chiesa di Santa Maria del Sepolcro.


  • Monastero di San Luca. Ospita attualmente la caserma dei carabinieri ed è sito alla fine di via Pretoria in direzione della Torre Guevara. In principio affidato alle suore cisternine dell'ordine delle benedettine, era l'unico monastero di sole donne in città e successivamente passò alle suore clarisse.


  • Chiesa Santissima Annunziata di Loreto. La chiesa dedicata alla Madonna di Loreto è situata fuori dal perimetro dell'antica cinta muraria, appena dopo Porta San Giovanni. Presenta dimensioni ridotte e una struttura rimasta invariata nei secoli, ma caratterizzata dai molti restauri a causa dei molti terremoti. Nella chiesa si trova un dipinto del 1824 del pittore potentino Buonadonna che ritrae l'Annunciazione.


Architetture religiose extramurali |





Chiesa di Santa Maria del Sepolcro





Chiesa di San Rocco



  • Chiesa di Santa Maria del Sepolcro. Ubicata nel rione Santa Maria, subito a valle del centro storico, fu costruita tra XIII e XVII secolo a opera dei Cavalieri dell'Ordine dei Templari su iniziativa del conte di Santa Sofia al ritorno della terza crociata nel 1191. Molte affinità in effetti si evidenziano con la chiesa Madre di Ripacandida che porta lo stesso titolo. Il casale del Santo Sepolcro venne costruito in questa posizione a nord della città, proprio all'incrocio della vie Herculea e Appia, che erano percorse dai pellegrini diretti in Terra santa. Essa custodisce pregevoli tele e sulla parete destra è presente il monumentale altare barocco della reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo.


  • Chiesa di San Rocco. Edificio in stile neoclassico, localizzato nei pressi dell'antico cimitero, fu edificato nello stesso luogo della precedente chiesa dedicata allo stesso santo, che andò distrutta nel 1832. Presenta sia all'interno che all'esterno varie statue, tra cui anche due pregevoli manufatti in legno raffiguranti San Vito e San Rocco, intagliate a metà Ottocento da Michele Busciolano; nella chiesa è anche conservata una stele funeraria d'origine romana, datata tra il I ed il II secolo.[84]


Architetture civili |




Teatro Francesco Stabile in piazza Mario Pagano




Palazzo della Prefettura in piazza Mario Pagano



  • Teatro Francesco Stabile. Situato nella piazza principale, ovvero piazza Mario Pagano, è l'unico esempio di teatro lirico presente in Basilicata.[85] La sua costruzione iniziò nel 1856 ma fu possibile inaugurarlo solo nel 1881 a causa di un'interruzione dei lavori dovuta al terremoto del 1857.[86]


  • Palazzo della Prefettura. L'altro notevole edificio presente nella stessa piazza sul lato adiacente a quello del teatro è l'ottocentesco Palazzo del Governo, che rispecchia i canoni estetici dell'architettura del 1800: linearità, simmetria, razionalità delle forme. Elemento di spicco è la facciata, con diversi elementi architettonici quali paraste, timpani e una trabeazione che sostiene il balcone del salone di rappresentanza. All'interno vi si trovano opere di famosi pittori, tra cui Vincenzo Marinelli e Giacomo Di Chirico.[87]



Palazzo di città visto da piazza Matteotti




Palazzo del Fascio, sede del Consiglio comunale del Comune di Potenza



  • Palazzo di città. Affaccia su piazza Giacomo Matteotti, l'altra importante piazza del centro. Il palazzo ospita l'amministrazione comunale e la sua costruzione originale risalirebbe all'epoca angioina. Come quasi tutti gli edifici storici di Potenza anch'esso è stato più volte restaurato e ricostruito in seguito ai molti terremoti che hanno colpito la zona. L'elemento artistico di rilievo è una facciata del 1882, con un arco a tutto sesto situato tra due grandi finestre e una grande balconata.[88]


  • Casa del Fascio. Sempre in Piazza Matteotti si trova il palazzo della Casa del Fascio, costruita, come le altre case del Fascio presenti in Italia, durante il regime fascista e adibita attualmente a sede del Consiglio comunale. L'edificio rappresenta un esempio di architettura neoclassica e sorge nello stesso luogo dove prima era presente la cappella di San Nicola, sconsacrata ed abbattuta per far posto all'attuale costruzione.[89]



  • Palazzo Loffredo. Situato in largo Pignatari, nei pressi del duomo è sede del Museo archeologico nazionale della Basilicata dedicato a Dinu Adameșteanu.


  • Palazzo Pignatari. Ex palazzo Ciccotti, include un antico portale visibile dall'omonimo largo Pignatari.



  • Palazzo Bonifacio. Palazzo nobiliare del Seicento, probabilmente adibito a fortino data la struttura imponente e la presenza di feritoie.


  • Palazzo Castellucci. Uno dei pochi palazzi importanti del centro storico rimasto di proprietà di una antica famiglia della città. Esso si affacciava sull'omonimo larghetto, abbattuto negli anni sessanta, punto di passaggio obbligato per le persone che si recavano al vicino mercatino di Porta di San Giovanni.


Architetture militari |




La Torre Guevara con annesso giardino


Il centro storico della città, a partire dal medioevo, fu protetto da una cinta muraria, che comprendeva sei porte di accesso, e dalla presenza di un castello, che fungeva anche da punto di osservazione sulla sottostante valle del Basento. I resti di queste fortificazioni sono le rimanenti porte della città e la Torre Guevara.[90][91]



  • Porte di Potenza. Facenti parte del sistema di fortificazioni della città, garantivano l'accesso alla parte antica di Potenza in epoca medievale. Delle sei antiche porte ne sono rimaste soltanto tre, ossia Porta San Giovanni in via Caserma Lucana, Porta San Luca in via Manhes e Porta San Gerardo in largo Duomo; le altre tre, ovvero Porta Salza, Porta Mendola e Porta Trinità, furono abbattute durante i lavori pubblici realizzati per la modernizzazione della città, che ebbero inizio nel 1806.[90]


  • Torre Guevara. In piazza Beato Bonaventura, all'estremità orientale del centro storico, si può ammirare l'unico resto dell'antico castello della città. L'edificio, di forma cilindrica, in posizione dominante rispetto alla valle del Basento, fu verosimilmente costruito prima del resto del castello, che venne edificato probabilmente dai Longobardi intorno all'anno 1000 e inglobò la Torre al suo interno.[91] Gli ultimi proprietari, ovvero Carlo Loffredo e Beatrice Guevara, donarono ai frati cappuccini l'intero edificio ad eccezione della Torre stessa.[91] In seguito il castello fu adibito a lazzaretto, con all'interno una cappella dedicata a San Carlo: divenne così la sede dell'ospedale omonimo fino al 1935, quando l'ospedale si trasferì in una struttura più moderna. Negli anni sessanta venne disposto l'abbattimento del castello per far posto ad un edificio scolastico, permettendo di salvare la sola torre.[91]


Altro |



Vie e piazze |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Centro storico di Potenza.


  • Via Pretoria. L'intero pianoro del centro storico è attraversato da questa antica via, il cui nome e origine rimanderebbero secondo lo storico potentino Emmanuele Viggiano al tempo di Silla e delle guerre civili contro Mario, quando egli vinse quest'ultimo e ridusse a colonie militari romane sei delle città Lucane, tra cui Potenza. In ognuna di queste città Silla avrebbe stabilito il Pretorio e l'accampamento dei Pretoriani. Dunque doveva esistere un collegamento viario fra l'accampamento romano e il loro Comando, che secondo la tradizione romana venne chiamato via Pretoria.[92] Questa via, che fungeva di fatto da decumano maggiore, si estende per tutto il centro storico a partire dal Largo di Portasalza fino alla Torre Guevara.



Veduta di Piazza Mario Pagano, con a sinistra il Teatro Francesco Stabile e a destra il Palazzo della Prefettura



  • Piazza Mario Pagano. La piazza principale della città, detta comunemente Piazza Prefettura poiché ospita l'ottocentesco palazzo della Prefettura, sede del Prefetto e degli uffici provinciali. I lavori per la realizzazione di Piazza Mario Pagano iniziarono nel 1839 per volontà dell'intendente Winspeare, con l'abbattimento delle casette con sottani abitate da contadini e artigiani, ma furono completati solo tra il 1842 e il 1847 a opera dell'intendente Francesco Benzo, duca della Verdura..mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
    [senza fonte] In origine chiamata piazza del Mercato, pioichè vi si svolgeva il mercato della domenica, fu detta ufficialmente piazza dell'Intendenza, dato che vi si affacciava il palazzo del governo, sede dell'intendente e piazza Prefettura dopo l'Unità d'Italia e la sostituzione dell'intendente con il prefetto. Intorno al 1870 fu intitolata a Mario Pagano ed è rimasta invariata fino alla ristrutturazione nel 2012 da parte dell'architetto Gae Aulenti.


  • Piazza Matteotti. Il centro cittadino, situato su un lungo e stretto pianoro a 819 metri di altitudine, gravita intorno a questa piazza, sulla quale si affacciano alcune della case palazziate di maggior interesse architettonico della città. Piazza Matteotti, che era anticamente denominata piazza Sedile, prese il nome di piazza del Fascio durante il ventennio fascista ed il nome attuale dopo il 1944. Probabilmente risalente nel suo impianto originario all'epoca Angioina, ospitava il seggio dell'Università dove si riuniva il popolo in occasione delle assemblee. Sulla piazza si affacciavano botteghe e taverne e per decreto regio del 1810
    [senza fonte] vi si svolgeva il mercato alimentare. Sul lato meridionale, dove sorge il tempietto di San Gerardo, c'erano la cappella di San Domenico con la vicina torre, i locali della neviera per la raccolta della neve, la Porta e il vicolo della Beccheria, dove avveniva la macellazione degli animali e la vendita delle carni. In occasione della festa del patrono della città nella piazza veniva innalzata la cassa armonica per le esibizioni della banda musicale.


Ponti |




Il viadotto dell'industria sul fiume Basento, meglio noto come ponte Musmeci


A Potenza sono stati realizzati diversi ponti per consentire l'attraversamento del fiume Basento, alcuni dei quali sono di notevole interesse storico o architettonico.



  • Viadotto dell'industria o ponte Musmeci. Realizzato dall'ingegnere Sergio Musmeci, mette in comunicazione la città con la tangenziale in direzione Salerno o Taranto. Concepito come oggetto scultoreo a scala urbana, fu progettato a partire dal 1967 e completato nel 1975.[93] Il ponte, un'unica volta di trenta centimetri di spessore e quattro campate di circa settanta metri di luce ciascuna, attraversa sia il fiume Basento che i binari della ferrovia; è, secondo gli esperti, la massima espressione di quella filosofia della progettazione dove la forma è il frutto di un processo di ottimizzazione del regime statico. Si tratta di un'opera di straordinaria importanza per l'ingegneria e architettura mondiale ed è l'unico ponte riconosciuto e protetto come opera d'arte dal MIBACT.[94]


  • Ponte di San Vito. È il ponte sul Basento di maggiore interesse dal punto di vista storico: la costruzione sarebbe da porre in epoca tardo-romana, come evidente dai piloni, l'unico resto della struttura originaria, mentre tutta la parte superiore porta i segni di vari interventi di restauro avvenuti dall'età medioevale in poi. Il ponte è a tre luci a pianta rettilinea e poggia su due piloni centrali fondati nell'alveo del fiume. Anticamente chiamato ponte Sant'Aronzio, il ponte San Vito era parte integrante dell'antico percorso della via Herculea, che attraversando la Lucania toccava anche la città di Potenza. La denominazione iniziale del ponte, stando alla tradizione, si ricollega al ricordo del martirio di Sant'Aronzio, che giunto dall'Africa con i fratelli Onorato, Fortunaziano e Sabiniano, non volendo abiurare la propria fede cristiana, subì con essi tra il 238 e il 288 d.C. l'estremo supplizio presso il fiume Basento.


Statue |




Tempietto di San Gerardo, opera dello scultore Antonio Busciolano


All'estremità Sud di Piazza Giacomo Matteotti si trova il tempietto di San Gerardo, chiamato dai potentini San Gerardo di Marmo: si tratta di un'edicola votiva che ospita al suo interno la statua di San Gerardo, santo patrono della città. Stando all'epigrafe sulla lastra al lato destro della statua, sarebbe stato realizzato nel 1865 dallo scultore potentino Antonio Busciolano. L'edicola ripropone la facciata di un edificio a cupola, con pianta semicircolare, chiusa sul retro. Sul basamento formato a gradoni poggiano cinque colonne con il fusto scanalato, decorato con il capitello a foglie. Le colonne sorreggono degli architravi decorati da figure angeliche e rose. Il retro è costituito da una parete continua, divisa in tre parti: il settore centrale è costituito da una vetrata policroma a raggi, sulla quale poggiano due colonne scanalate che inquadrano la statua del santo, lateralmente invece sono poste due iscrizioni, quella a destra ricorda l'edificazione dell'edicola, mentre quella a sinistra ricorda due momenti importanti della città, ossia l'attacco dei briganti nel 1809 e l'insurrezione del 18 agosto 1860.[95]



Siti archeologici |


Oltre a numerose epigrafi romane presenti in edifici medievali e moderni e al ponte San Vito, negli anni dieci del XXI secolo è stato rinvenuto nella zona Gallitello un complesso abitativo, ubicato presso la confluenza del torrente omonimo con il fiume Basento e che risulta essere il più importante sito mai scoperto nell'ambito urbano di Potenza. Allo stato delle indagini questo insediamento sembrerebbe svilupparsi in almeno sei ambienti rettangolari, di cui si conservano parzialmente i muri perimetrali, occupando un'area di circa trecento metri quadratiː si tratterebbe di un'antica fattoria funzionale allo sfruttamento agricolo dell'area. L'esame dei manufatti ceramici e degli altri reperti rinvenuti fa ipotizzare una datazione tra la fine del IV e i primi decenni del III secolo a.C., quindi da mettere in relazione con il sistema insediativo dei lucani in un momento precedente la romanizzazione del territorio. Il complesso è ancora in corso di scavo, sotto la direzione scientifica della soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata[96].


La villa romana di Malvaccaro è un ulteriore sito archeologico di rilevante interesse, situato in una traversa della moderna via Parigi nel quartiere di Poggio Tre Galliː rinvenuta a metà degli anni ottanta del XX secolo, conserva cinque ambienti con mosaici, gravitanti intorno a un'aula absidata, databile a età post-costantiniana, con arte musiva di almeno III secolo d.C. Della villa si sono trovati i muri perimetrali a nord-ovest e a nord-est e altre strutture verso sud.[97]



Aree naturali |


La città almeno fino all'inizio del XXI secolo si caratterizzava per la massiccia presenza del verde nel tessuto urbano, partendo dalla storica villa comunale di Santa Maria, la cui origine è da far risalire a un decreto del governo francese del 1810, secondo il quale ogni provincia doveva avere un orto botanico sperimentale.


Sulla collina prospiciente il pianoro del centro sorge un altro parco di rilevante interesse storico, il parco di Montereale, al centro del quale si innalza un monumento ai caduti e la cui costruzione avvenne nei primi anni del Novecento.


A metà del centro c'è la villa del Prefetto, annessa al palazzo della prefettura. Inizialmente appartenente al monastero dei padri conventuali di San Francesco nel Settecento e utilizzata per scopi puramente agricoli, la villa vera e propria venne edificata solo nell'Ottocento.



Società |



Evoluzione demografica |


Abitanti censiti[98][99]






Etnie e minoranze straniere |


Al 31 dicembre 2014 risiedevano a Potenza 1.030 cittadini stranieri.[100] Le comunità più numerose sono comunque quella della Romania con 405 residenti, del Marocco con 9 e dell'Ucraina con 75 persone.



Lingue e dialetti |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto potentino e Dialetti galloitalici di Basilicata.

Insieme ai dialetti di alcuni comuni limitrofi (Tito, Vaglio Basilicata, Pignola e Picerno) quello potentino appartiene ai cosiddetti dialetti gallo-italici di Basilicata.



Istituzioni, enti e associazioni |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Ospedale San Carlo.

L'azienda ospedaliera ospedale San Carlo di Potenza è uno degli impianti ospedalieri più importanti e più grandi d'Italia ed è situato nel quartiere di Macchia Romana, mentre la clinica Luccioni situata in via Mazzini è una struttura privata dotata di sessanta posti letto che garantisce la diagnosi e la cura di patologie acute pertinenti alla chirurgia generale e ortopedia traumatologica.


Altrettanto storico è l'istituto ospedaliero centro di riabilitazione Opera Don Uva, fondato a Potenza nel 1954 e che si trova nei pressi dell'ospedale San Carlo in via Ettore Ciccotti.


In città è anche presente l'Azienda Sanitaria Locale N°2 di Potenza Madre Teresa di Calcutta, situata in via del Gallitello, che offre servizi di poliambulatorio.



Cultura |



Istruzione |



Biblioteche |


Come ogni capoluogo di regione la città ospita una Biblioteca nazionale ed una Biblioteca provinciale, oltre alla Biblioteca della Deputazione di Storia Patria per la Lucania e a una Biblioteca per l'infanzia comunale.



Ricerca |


Le istituzioni che si occupano di attività di ricerca presenti in città sono l'Università degli Studi della Basilicata[101], negli ambiti dei rispettivi dipartimenti e scuole, e l'Ospedale San Carlo, che affianca l'attività scientifica in ambito medico all'erogazione dei servizi tipici di una struttura ospedaliera.[102]



Scuole |


Nella città di Potenza, oltre ad isituti scolastici prescolari, scolastici di primo e di secondo grado inferiore, sono presenti la maggior parte degli istituti scolastici superiori, tra cui il liceo classico Quinto Orazio Flacco e il liceo scientifico Galileo Galilei.[103]


La città ospita anche un conservatorio statale, il Conservatorio Carlo Gesualdo Da Venosa, dal 1971.[104]



Università |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Università degli Studi della Basilicata e Università Cattolica del Sacro Cuore.



Cittadella universitaria del polo tecnico-scientifico dell'Unibas


Potenza è la sede legale dell'Università degli Studi della Basilicata, unica università statale lucana, a partire dal 1982, anno della fondazione dell'ateneo.[105]
A Potenza sono operativi due poli dell'Università della Basilicata: il più antico ospita tradizionalmente facoltà e dipartimenti afferenti a discipline umanistiche, mentre il secondo, più moderno, è strutturato come cittadella universitaria e costituisce il polo delle discipline tecniche e scientifiche.[106]


Potenza ospita anche una sede distaccata della facoltà di medicina e chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore a partire dal 1997, a seguito della stipula del protocollo di intesa sottoscritto tra l'ateneo e la regione Basilicata.[107][108]


In passato la città ha ospitato anche una sede distaccata della facoltà di scienze motorie dell'Università degli Studi di Napoli "Parthenope". La sede nacque nel 1980, quando l'ISEF di Napoli stipulò una convenzione con l'amministrazione comunale potentina. Fu in seguito soppressa nel 2011 per effetto della riforma Gelmini.[109]



Musei |



  • Museo archeologico nazionale della Basilicata "Dinu Adamesteanu". Sito nei locali di palazzo Loffredo, è l'istituzione museale principale della città, dedicata alla memoria dell'archeologo Dinu Adameșteanu. Vi sono esposti reperti archeologici delle popolazioni italiche della Lucania preromana, nonchè reperti provenienti dalle colonie romane di Potentia, Grumentum e Venusia.[110]


  • Museo archeologico provinciale. Il secondo museo archeologico della città, custodisce reperti preistorici, protostorici e della prima età del ferro, oltre ad una collezione di oggetti risalenti al periodo compreso tra l’VIII e il V secolo a.C.[110]


  • Pinacoteca provinciale. Ospita sculture e dipinti di proprietà dell’Amministrazione Provinciale, tra i cui si ricordano la Crocifissione e la Deposizione degli artisti Antonio e Costantino Stabile.[110]


  • Museo diocesano. Situato nel centro storico, custodisce reperti storici e artistici di proprietà della diocesi potentina, tra cui spiccano gli oggetti sacri realizzati da maestri artigiani napoletani tra XVI e XIX secolo.[110]


  • Museo d'arte figurativa contemporanea. Dedicato all'arte figurativa della prima metà del Novecento, custodisce circa 450 opere pittoriche e sculture di prestigiosi artisti lucani, italiani e stranieri. Le opere sono esposte, ciclicamente, nell'ambito di mostre temporanee a tema.[111][112]


Media |


Potenza è sede di redazioni giornalistiche locali e areali, quali oltre all'ANSA e alla RAI anche la redazione di Basilicata della Gazzetta del Mezzogiorno e i quotidiani lucani Quotidiano della Basilicata e La Nuova del Sud. In città comunque operano anche giornali minori, quali i settimanali Controsenso,[113]Il Balcone del Conte e Il Lucano Magazine.


Hanno altresì sede in città anche redazioni televisive e radiofoniche quali Telenorba, RadioPotenzaCentrale, Radio Eva, Radio Idea, RadioTour Basilicata e la radio in rete RadioStudioWeb.



Eventi |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Sfilata dei turchi.

Il mese di maggio a Potenza è tradizionalmente dedicato all'organizzazione, da parte dell'amministrazione comunale e delle associazioni culturali cittadine, di manifestazioni ed eventi a tema culturale, enogastronomico e ludico che culminano il 29 maggio con la storica parata dei turchi, sfilata in costume in cui si rappresenta il leggendario intervento di San Gerardo per salvare la città dall'invasione dei Turchi, evento privo di veridicità storica ma che fa parte del folclore locale. Nella parata generalmente sfilano figuranti che rappresentano il popolo della città nei vari periodi storici, indossando i vestiti e i costumi tradizionali di quelle epoche; pur non esistendo una regola precisa, generalmente vengono scelti come periodi da rappresentare il XII, XVI e XIX secolo.[114] Il 30 maggio, nel giorno in cui si venera il santo patrono, i festeggiamenti si concludono con una processione religiosa che percorre le strade del centro storico.


Nei mesi di giugno e luglio si tiene il Woody Groove Festival, un festival musicale che raccoglie i migliori gruppi musicali del panorama della musica indipendente del Sud Italia, mentre agli inizi di settembre si tiene presso la località San Luca Branca, ad est di Potenza, la competizione di fuochi pirotecnici chiamata Fuochi sul Basento, alla quale partecipano concorrenti provenienti da gran parte d'Italia.



Geografia antropica |



Urbanistica |




Potenza vista da ovest


L'area metropolitana di Potenza comprende i comuni di Pignola, Tito, Picerno, Vaglio, Avigliano, Ruoti, Brindisi di Montagna e Pietragalla (comuni contigui); e i comuni di Abriola, Albano, Anzi, Baragiano, Bella, Campomaggiore, Cancellara, Castelmezzano, Filiano, Laurenzana, Oppido, Pietrapertosa, San Chirico Nuovo, Satriano, Savoia, Tolve, Tricarico, Trivigno e Vietri.[115] In questo elenco Tricarico risulta l'unico comune della provincia di Matera facente parte dell'area, mentre il comune più vicino alla città è quello di Pignola, ormai contiguo, distante solo 6 chilometri dal capoluogo.


Le principali zone di espansione della città sono oggi l'area che costeggia il torrente Gallitello e i quartieri di Poggio Tre Galli, Macchia Romana e Macchia Giocoli, che sono attualmente i più popolosi. L'area del Gallitello ha visto negli ultimi decenni una forte espansione urbanistica, dovuta per lo più all'apertura di nuove attività commerciali e allo spostamento in zona di attività originatesi in altre zone della città, il che l'ha resa una zona altamente trafficata, sebbene fino ai primi anni 2000 fosse ancora priva di una completa urbanizzazione. Per migliorare il traffico veicolare nell'area e all'ingresso della città, nel 2007 sono stati avviati i lavori di costruzione del nodo complesso del Gallitello, ovvero un sistema viario pensato per agevolare il flusso in entrata e in uscita dallo svincolo di Potenza ovest, scavalcando la tratta ferroviaria Napoli-Taranto ed eliminando la presenza del passaggio a livello. L'infrastruttura è stata completata nel 2016.[116]


A partire dal 2008 nuove costruzioni stanno ancora interessando anche la zona a sud del parco del Rossellino, scelta come area di espansione per nuovi poli commerciali e direzionali e nuove attività industriali, mentre dal 2013 in poi nuovi insediamenti abitativi hanno visto la luce nell'area nord ovest della città, nelle vicinanze del quartiere Macchia Giocoli.[95]



Suddivisioni amministrative |


La città di Potenza è raggruppata in dodici comitati, aventi ciascuno un presidente eletto direttamente dalla popolazione dei quartieri ricadenti all'interno dello stesso comitato.[117][118]


Di seguito la lista dei comitati.























































Comitato Siti d'interesse
I Centro
Centro, piazza Mario Pagano, via Pretoria, Teatro Stabile, Duomo, chiese: San Francesco, Santa Lucia, San Michele e Trinità, casa e cappella del beato Bonaventura, Porte, Museo nazionale, Palazzo Loffredo
II Murate Murate, Montereale, parco di Montereale, piscina comunale
III Lucania Lucania, parco di via Racioppi e via Nitti, parco Tre Fontane, cimitero monumentale
IV Cerreta Cerreta, Dragonara, seminario nuovo, Teatro nuovo del Seminario
V Malvaccaro Malvaccaro, Macchia Giocoli, centro sociale, chiesa del beato Bonaventura, campo sportivo Macchia Giocoli, cimitero Giovanni Paolo II
VI Cocuzzo Cocuzzo, Gallitello, polo commerciale di via del Gallitello, poliambulatorio Madre Teresa, Biblioteca nazionale
VII Poggio Tre Galli
Poggio Tre Galli, centro direzionale regionale, distretto scolastico, parco Europa Unita
VIII Macchia Romana Macchia Romana, distretto ospedaliero, ospedale San Carlo, istituto psichiatrico Don Uva, parco di Sant'Antonio la Macchia, chiesa di Sant'Antonio la Macchia
IX Betlemme Betlemme, penitenziario maschile, tribunale per i minori, carcere minorile, Biblioteca provinciale
X Rossellino Rossellino, parco di Rossellino, palazzetto dello sport, bosco di Rossellino, polo commerciale di via della Tecnica
XI Botte Botte, Piani del Mattino
XII Lavangone Lavangone, distretto sportivo, Palabasento


Economia |


Come capoluogo regionale Potenza ha accentuato il suo carattere di centro amministrativo e impiegatizio; grande importanza ha infatti per la città il settore terziario: la presenza di uffici di enti pubblici, ospedali, scuole, università ed esercizi commerciali fanno di Potenza la città dei servizi a livello regionale.[119][120]


Diversificata è la tipologia di industrie presenti sul territorio, sia per quanto riguarda il settore di appartenenza sia per la provenienza dei capitali: si registra infatti la presenza di aziende meccaniche, elettriche, chimiche, del cemento, alimentari, che nacquero inizialmente grazie ad iniziative dei gruppi industriali Fiat, Montecatini o parastatali, ma con il prosieguo dello sviluppo industriale della città se ne sono poi aggiunte altre legate a capitali locali.[120] Molti sono anche gli addetti all’agricoltura.[120]


Nel settore dell'artigianato erano storicamente rinomate le lavorazioni del rame e del ferro.[121]



Infrastrutture e trasporti |




Rete tangenziale della città di Potenza



Strade |


L'area urbana di Potenza è servita da due principali arterie: il raccordo autostradale Potenza-Sicignano, che collega la città con l'autostrada del Mediterraneo, e la SS 658 che collega Potenza e Melfi. Gli ultimi chilometri del raccordo autostradale fungono anche da tangenziale per la città nella zona Sud, con le uscite Potenza Ovest, Laurenzana, Potenza Centro, Bucaletto e Potenza Est. La Tangenziale Nord collega invece la zona ospedaliera di Macchia Romana alla zona di Tiera, con innesto sulla Potenza-Melfi.


Le amministrazioni comunali e provinciali, durante gli anni 2000 e gli anni 2010, hanno previsto la costruzione di altri due tratti di tangenziale: il tratto Tangenziale Nord-Dragonara e il tratto Dragonara-Tangenziale Sud, che permetterebbero agli automobilisti di non attraversare la città per spostarsi dalla zona sud alla zona nord della provincia.[122] La realizzazione di questi due tratti è stata posticipata a causa del dirottamento dei fondi stanziati verso la costruzione della Superstrada Oraziana.[123][124]


I tratti di tangenziale già esistenti presentano nove uscite:



  • Uscita 1 – Potenza Ovest

  • Uscita 2 – Laurenzana ► SS92 dell'Appennino Meridionale

  • Uscita 3 – Potenza Centro

  • Uscita 4 – Bucaletto

  • Uscita 5 – Potenza Est

  • Uscita 6 – Melfi ► SS658 Foggia – SS407 Metaponto

  • Uscita 7 – Potenza Nord

  • Uscita 8 – Cugno delle Brecce

  • Uscita 9 – Piani del Mattino



Ferrovie |


Potenza è servita dal collegamento Frecciarossa Milano-Taranto oltre che dalle linee regionali Salerno-Taranto e Foggia-Potenza gestite da RFI. La città è anche servita dalle ferrovie Appulo Lucane con la linea Altamura-Avigliano-Potenza, che funge da collegamento con la provincia di Bari e con i comuni a nord-est del capoluogo.



Ferrovie dello Stato |


Le stazioni delle Ferrovie dello Stato presenti in città sono:




  • Stazione di Potenza Centrale in piazzale Guglielmo Marconi;


  • Stazione di Potenza Università in via La Marmora, nei pressi dell'Ateneo Lucano;


  • Stazione di Potenza Superiore in piazzale Istria;


  • Stazione di Potenza Macchia Romana in viale dell'Ateneo Lucano, nei pressi dell'Ospedale San Carlo.



Ferrovie Appulo Lucane |


Le stazioni delle FAL sono:




  • Stazione di Potenza Inferiore in piazzale Marconi;


  • Stazione di Potenza San Rocco nel borgo San Rocco;


  • Stazione di Potenza Città in piazza Francesco Crispi;


  • Stazione di Potenza Santa Maria in piazza Istria/via Angilla Vecchia



Mobilità urbana |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Servizio ferroviario metropolitano di Potenza.

Potenza è trafficata giornalmente da più di 100.000 utenti ed è la seconda città in italia per indice di motorizzazione, con 75,1 auto ogni 100 abitanti.[125]


Il trasporto pubblico urbano è costituito da linee di autobus che oltre a servire il centro e i quartieri periferici fungono anche da collegamento con le campagne e le contrade situate all'esterno del nucleo urbano principale, attraverso le linee rurali.[126]


Oltre al servizio di autolinee, la città è servita da una serie di impianti di scale mobili, costruiti in più fasi a partire dagli anni novanta, che collegano i quartieri a valle con il centro storico. Il sistema di scale mobili per il trasporto pubblico di Potenza risulta essere quello più esteso in Europa[9] ed il secondo al mondo per estensione dopo quello di Tokyo[10][11].


Nel 2007 l'amministrazione decise di migliorare l'offerta del trasporto pubblico utilizzando la linea ferroviaria a scartamento ridotto di proprietà delle ferrovie Appulo Lucane, che collega la stazione Inferiore alla stazione di Macchia Romana, come servizio ferroviario urbano. Nel 2015 la società gestore del servizio avvia dei lavori di ammodernamento della linea che prevedono l'eliminazione dei passaggi a livello presenti in città, in particolare in via Angilla Vecchia, via Campania e via Roma ed il prolungamento della linea fino al nuovo capolinea nei pressi di via del Gallitello.[95]



Amministrazione |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Potenza.


Gemellaggi |




  • Stati Uniti Denver (dal 1983)


  • Romania Focșani


  • Spagna Osuna


  • Italia Amatrice



Sport |



Calcio |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Potenza Calcio.

La principale squadra di calcio della città è il Potenza Calcio, che fu fondata nel 1919 con il nome di Sport Club Lucano. Il club fu attivo nei primi anni di vita anche nell'atletica leggera, mentre nella stagione 1933-1934 prese parte al primo torneo calcistico ufficiale. Ebbe il suo momento migliore negli anni sessanta, quando disputò cinque stagioni consecutive nel campionato di Serie B.
Nonostante la società abbia avuto una storia turbolenta a partire dal primo fallimento nel 1986, dopo il quale è stata rifondata più volte a seguito di fallimento o scioglimento, rimane la squadra di calcio lucana che vanta la migliore tradizione sportiva secondo i criteri della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Attualmente milita nel campionato di Serie C.



Ciclismo |


Potenza è stata più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia:



  • 1961: Vito Taccone

  • 1963: Vittorio Adorni

  • 1965: Vittorio Adorni

  • 1967: Willy Planckaert

  • 1969: Michele Dancelli

  • 1971: Enrico Paolini

  • 1975: Roger De Vlaeminck

  • 1979: Claudio Bortolotto

  • 1981: Palmiro Masciarelli

  • 1986: Roberto Visentini

  • 1989: (25 maggio): 5ª tappa, vinta da Stefano Giuliani

  • 2001: (22 maggio): 3ª tappa, vinta da Danilo Hondo



Altri sport |


Per quanto concerne la pallacanestro, la squadra maschile Potenza 84 milita nel campionato di A dilettanti, mentre la formazione di femminile Basilia Codra Mediterranea partecipa al campionato di B d'eccellenza.


Ha sede a Potenza una squadra femminile di pallavolo, il Centro KOS Polizia Municipale Volley che milita in serie B2, mentre nella pallavolo maschile la città è rappresentata dalla Virtus Potenza che disputa il campionato di serie B.


L'Accademia Scacchi Potenza ha militato nel massimo campionato scacchistico nazionale, giungendo per tre volte fra le prime quattro.


La Società Schermistica Lucana di Potenza può vantare un'esperienza di oltre trent'anni nelle discipline del fioretto e della spada, ed ha conseguito successi a livello nazionale ed internazionale.[127]


Per quanto riguarda il calcio a 5, la città è rappresentata da quattro squadre che militano in serie C ma con passati in serie B ed in serie A2, che sono lo Shaolin Soccer, il Fustal Potenza, il Real Potenza e il San Gerardo Pz.


Operano in città anche due società di softair: la A.S.D CyberLions Softair Potenza, che disputa attività agonistica a livello interregionale, e l'A.S.D. Ghost Soldiers Potenza.[128]



Impianti sportivi |


Lo stadio cittadino è situato in viale Marconi ed è intitolato ad Alfredo Viviani, fondatore del primo sodalizio calcistico lucano.


Le strutture sportive cittadine comprendono anche il Palazzetto Antonello Pergola ex Palarossellino, sito nel parco Rossellino, il complesso sportivo via Roma, sito in via Roma (rione Risorgimento), la palestra Caizzo, la palestra CONI situata nel parco di Montereale e il PalaBasento in contrada Lavangone.



Note |




  1. ^ Dati di riferimento alla superficie


  2. ^ ab Dato Istat - Popolazione residente al 31 marzo 2018.


  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.


  4. ^ Luciano Canepari, Potenza, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.


  5. ^ Comuni lucani per popolazione


  6. ^ Potenza, le scale, su basilicataturistica.it.


  7. ^ Potenza, su italia.it.


  8. ^ Potenza, città delle cento scale | Viaggi del Gusto - VdG Magazine, su Viaggi del Gusto - VdG Magazine. URL consultato l'11 agosto 2018.


  9. ^ ab Potenza Capoluogo è la città con le scale mobili più lunghe d'Europa, in www.lecronachelucane.it, 4 giugno 2017.


  10. ^ ab A Potenza scale mobili da record. URL consultato il 15 settembre 2018.


  11. ^ ab Liantonio1840 per Niclatouring, Potenza è la città con le scale mobili più lunghe d’Europa | NICLATOURING, su www.niclatouring.org. URL consultato il 15 settembre 2018.


  12. ^ Potenza capoluogo (1806 - 2006). Edizione speciale per il Bicentenario di Potenza capoluogo. Vol. I-II., Potenza, Edizioni Spartaco, 2008.


  13. ^ Dal 1806 al 1970 la Basilicata era classificata come provincia (durante il Regno di Napoli, il Regno delle Due Sicilie e anche durante il Regno d'Italia) e Potenza fu quindi capoluogo provinciale. A partire dal 1970, con la creazione delle Regioni, Potenza divenne capoluogo del neonato ente amministrativo della Regione Basilicata.


  14. ^ Protezione Civile - Rischio Sismico. http://www.comune.potenza.it/index.php?option=com_content&view=article&id=586:sismico&catid=179:rischi&Itemid=351


  15. ^ Comuni lucani per superficie


  16. ^ abc Raffaele Riviello, Costumanze vita e pregiudizi del popolo potentino (PDF), Potenza, tip. Garramone e Marchesiello, 1893, Appendice. Sunto storico della città di Potenza dai più remoti tempi ai giorni nostri..


  17. ^ A. Russo, La storia - Potenza. Archeologia di una città, par. 1, Prima della città, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, pp. 79-82.


  18. ^ A. Russo, La storia - Potenza. Archeologia di una città, par. 1, Prima della città, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, pp. 82-83.


  19. ^ abcdefghijklmnopqrst POTENZA-MATERA, CONFRONTO SULLA STORIA, in Potentia Review, 16 settembre 2018. URL consultato il 19 settembre 2018.


  20. ^ Plinio il Vecchio, Historia Naturalis, Libro III, paragrafo 98.


  21. ^ Livio, X.


  22. ^ Livio, X, 11.


  23. ^ Fasti triumphales celebrano per il 282/281 a.C.: Gaio Fabricio Luscino, console, trionfò su Sanniti, Lucani e Bruzi, alle none di marzo (5 marzo).


  24. ^ A. Piganiol, pag. 181.


  25. ^ E. Viggiano, Memorie della città di Potenza, Napoli, Orsini, 1805, pp. 29 ss.; M. Gualtieri, La Lucania romana: cultura e società nella documentazione archeologica, Napoli, Loffredo, 2003, pp. 96-97.


  26. ^ ab Annarita Di Noia, Potentia. La città romana tra età repubblicana e tardo antica. (PDF), in I quaderni - documentazione regione, Consiglio regionale della Basilicata, 2008, pp. 22-23.


  27. ^ ab Annarita Di Noia, Potentia. La città romana tra età repubblicana e tardo antica. (PDF), in I quaderni - documentazione regione, Consiglio regionale della Basilicata, 2008, p. 29.


  28. ^ http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto%20Archeologico/346, su db.histantartsi.eu. URL consultato il 19 settembre 2018.


  29. ^ Annarita Di Noia, Potentia. La città romana tra età repubblicana e tardo antica (PDF), in I quaderni - documentazione regione, Consiglio regionale della Basilicata, 2008, pp. 29-30.


  30. ^ A Potenza i conti in rosso anche in epoca romana - BasilicataPost.it, in BasilicataPost.it, 5 novembre 2017. URL consultato il 20 settembre 2018.


  31. ^ Annarita Di Noia, Potentia. La città romana tra età repubblicana e tardo antica (PDF), in I quaderni - documentazione regione, Consiglio regionale della Basilicata, 2008, p. 30.


  32. ^ M. Gualtieri, La Lucania romana: cultura e società nella documentazione archeologica, Napoli, Loffredo, 2003, p. 132.


  33. ^ ab Annarita Di Noia, Potentia. La città romana tra età repubblicana e tardo antica (PDF), in I quaderni - documentazione regione, Consiglio regionale della Basilicata, 2008, pp. 31, 40-41.


  34. ^ ab LA CENTRALITA’ STORICA DI POTENZA NELLA CRISTIANIZZAZIONE DELLA LUCANIA (BASILICATA), in Potentia Review, 1º luglio 2018. URL consultato il 20 settembre 2018.


  35. ^ POTENZA in "Enciclopedia Italiana", su www.treccani.it. URL consultato il 14 ottobre 2018.


  36. ^ abc R. Restaino, La storia - La città di Potenza nell'età medievale, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Vol. 1, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, p. 104.


  37. ^ Chiesa di S. Michele Arcangelo - Potenza, su web.archive.org, 7 settembre 2005. URL consultato il 20 settembre 2018.


  38. ^ Sul periodo in generale, cfr. le informazioni desumibili, anche per Potenza, in F. Panarelli, La vicenda normanna e sveva, in Storia della Basilicata, a cura di G. De Rosa e A. Cestaro, vol. 2. Il Medioevo, a cura di C. D. Fonseca, Roma-Bari, Laterza, 2002, pp. 86-124.


  39. ^ E. Viggiano, Memorie della città di Potenza, Napoli, Orsini, 1805, p. 48.


  40. ^ Santi_E' piacentino san Gerardo il Patrono di Potenza, su www.templarisanbernardo.org. URL consultato il 18 novembre 2018.


  41. ^ (IT) LA TRADIZIONE CULTURALE DI POTENZA, in Potentia Review, 15 ottobre 2018. URL consultato il 18 novembre 2018.


  42. ^ San Gerardo di Potenza su santiebeati.it, su Santiebeati.it. URL consultato il 18 novembre 2018.


  43. ^ Federica D’Andrea, Carmela Lavecchia,
    Francesca Vittoria Russo, Carminella Scarfiello,
    Anna Maria Tesoro, Francesco Villone, I dialetti: patrimoni culturali locali nella lingua (rivista di progetti dottorali in corso) (PDF), in Ianua. Revista Philologica Romanica, vol. 17, 2017, pp. 133–168.



  44. ^ ab Il Galloitalico in Basilicata: da ROHLFS alla GRECO, su www.aptbasilicata.it. URL consultato il 5 dicembre 2018.


  45. ^ Tonino Cuccaro, Il "galloitalico" in Basilicata (PDF), in Basilicata Regione - Notizie.


  46. ^ (IT) Sfilata dei Turchi 2015 | Potenza Notizie, su Comuni-Italiani.it. URL consultato il 5 dicembre 2018.


  47. ^ Parata dei Turchi e processione di San Gerardo a Potenza, su www.sagreinbasilicata.com. URL consultato il 5 dicembre 2018.


  48. ^ LA GRANDE E TRAGICA EPOPEA POTENTINA DEL 1268, in Potentia Review, 30 gennaio 2018. URL consultato il 20 settembre 2018.


  49. ^ ITALIAPEDIA | Approfondimento: TERREMOTO, su www.italiapedia.it. URL consultato il 21 settembre 2018.


  50. ^ R. Restaino, La Storia - La città di Potenza nell'età medievale, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Vol. 1, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, p. 112.


  51. ^ R. M. Abbondanza, Storia di una cittàː Potenza. Da un manoscritto della seconda metà del sec. XVII, Salerno, Edisud, 2000, pp. 34, 271.


  52. ^ ab R. Restaino, La storia - La città di Potenza nell'età medievale, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, p. 115.


  53. ^ GUEVARA, Iñigo in "Dizionario Biografico", su www.treccani.it. URL consultato il 14 ottobre 2018.


  54. ^ abc M. De Cunto, La storia - La città di Potenza in età moderna, par. 2, La feudalità a Potenza: i Guevara e i Loffredo, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, p. 151.


  55. ^ ab Pino A. Quartana, DEI GUEVARA DI POTENZA, DEI GONZAGA E DI ALTRE COSE, su potentiareview.it, 15 gennaio 2018.


  56. ^ E. Viggiano, Memorie della città di Potenza, Napoli, Orsini, 1805, pp. 92-95.


  57. ^ U. Mancini, La storia - La città di Potenza in età moderna, par. 3, Università: assetti amministrativi e ceti dirigenti, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, p. 162.


  58. ^ U. Mancini, La storia - La città di Potenza in età moderna, par. 3, Università: assetti amministrativi e ceti dirigenti, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, p. 163.


  59. ^ U. Mancini, La storia - La città di Potenza in età moderna, par. 3, Università: assetti amministrativi e ceti dirigenti, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, pp. 164-165.


  60. ^ M. De Cunto, La storia - La città di Potenza in età moderna, par. 2, La feudalità a Potenza: i Guevara e i Loffredo, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, p. 154.


  61. ^ L. Luccioni, La sanità - Strutture ospedaliere pubbliche e private, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, p. 724.


  62. ^ abc M. De Cunto, La Storia - La città di Potenza in età moderna, par. 2, La feudalità a Potenza: i Guevara e i Loffredo, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, pp. 155-156.


  63. ^ Rocchina Maria Abbondanza Blasi, Scheda - Il manoscritto del canonico Giuseppe Rendina, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, pp. 207-208.


  64. ^ Giuseppe Rendina, Istoria della Città di Potenza, Potenza.


  65. ^ I terremoti nella STORIA: 8 settembre 1694, una scossa devastante colpisce la dorsale appenninica irpino-lucana, su ingvterremoti.wordpress.com.


  66. ^ Cfr. A. D'Andria, "Hic (non) sunt leones". La Basilicata all'inizio del regno di Carlo di Borbone, in "Mediterranea. Ricerche Storiche", n. 27 (2013), p. 99.


  67. ^ U. Mancini, La Storia - La città di Potenza in età moderna, par. 3, Università: assetti amministrativi e ceti dirigenti, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, p. 166.


  68. ^ M. De Cunto, La Storia - La città di Potenza in età moderna, par. 2, La feudalità a Potenza: i Guevara e i Loffredo, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, p. 157.


  69. ^ U. Mancini, La Storia - La città di Potenza in età moderna, par. 3, Università: assetti amministrativi e ceti dirigenti, in Potenza Capoluogo (1806 - 2006) - Edizione Speciale per il Bicentenario di Potenza Città Capoluogo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2008, p. 167.


  70. ^ Potenza, l'albero della libertà come simbolo di città solidale, in Repubblica.it, 13 aprile 2018. URL consultato il 17 novembre 2018.


  71. ^ (IT) Maria Rosaria Bianchi, Giovanni Andrea Serrao, il martirio per la libertà, su Nuovo Monitore Napoletano. URL consultato il 17 novembre 2018.


  72. ^ Giovanni Andrea Serrao: letterato, vescovo, martire della libertà, su polia.org.


  73. ^ abc (IT) Cronologia della repubblica giacobina napoletana. Nona puntata. 17-25 febbraio 1799. Una rivoluzione antifeudale e, insieme, antiborghese. A Potenza è trucidato dai sanfedisti il vescovo A. Serrao. – Gennaro Cucciniello, su www.gennarocucciniello.it. URL consultato il 17 novembre 2018.


  74. ^ Cfr., sul periodo, A. Lerra, La città di Potenza in età napoleonica, in Potenza Capoluogo (1806-2006), vol. 1. Storia, istituzioni, società, S. M. Capua Vetere, Spartaco, 2008, pp. 219-234.


  75. ^ Su cui cfr. A. D'Andria, Tra le seconde file. Cultura e azione politica dei Commissari del governo prodittatoriale del 1860, in "Bollettino Storico della Basilicata", n. 27 (2011).


  76. ^ http://www.canadiansoldiers.com/history/battlehonours/italiancampaign/potenza.htm, URL consultato il giorno 11/7/2017.


  77. ^ Su cui cfr. C. Magistro, Dal fascismo alla Repubblica, in Potenza Capoluogo (1806-2006), vol. 1. Storia, istituzioni, società, S. M. Capua Vetere, Spartaco, 2008, pp. 281-306.


  78. ^ G. Gattini, Delle armi de' Comuni della provincia di Basilicata, Matera, Conti, 1910, p. 68.


  79. ^ Cfr. G. Racioppi, Storia dei popoli della Lucania e della Basilicata, Roma, Loescher, 1889, vol. 2, p. 205.


  80. ^ Giuseppe Gattini, Delle armi de' Comuni della provincia di Basilicata, Matera, Conti, 1910, p. 68.


  81. ^ La lettera di conferimento é riprodotta da A. D'Andria, Potenza Cittá Capoluogo e del Risorgimento. Per un tracciato cronologico e documentario. 1799-1860, Potenza, STES, 2010, quarta di copertina.


  82. ^ abcdef Le Chiese di Potenza, su www.basilicatanet.com. URL consultato il 6 dicembre 2018.


  83. ^ (IT) Chiesa di San Michele Arcangelo | Comune di Potenza, su comune.potenza.it. URL consultato il 6 dicembre 2018.


  84. ^ (IT) Chiesa di San Rocco | Comune di Potenza, su comune.potenza.it. URL consultato il 6 dicembre 2018.


  85. ^ POTENZA-MATERA, CONFRONTO SULLA STORIA, in Potentia Review, 16 settembre 2018. URL consultato il 19 settembre 2018.


  86. ^ Teatro Francesco Stabile | Comune di Potenza, su www.comune.potenza.it. URL consultato il 7 ottobre 2018.


  87. ^ Il Palazzo del Governo di Potenza, Venosa, Appia 2 editrice, pp. 31-56.


  88. ^ Palazzo di Città | Comune di Potenza, su www.comune.potenza.it. URL consultato il 7 ottobre 2018.


  89. ^ Palazzo del Fascio | Comune di Potenza, su www.comune.potenza.it. URL consultato il 7 ottobre 2018.


  90. ^ ab Cfr. A. L. Sannino, Territorio e popolazione a Potenza in età moderna, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1990, pp. 20-21.


  91. ^ abcd Torre Guevara | Centro Storico, su www.comune.potenza.it. URL consultato il 7 ottobre 2018.


  92. ^ E. Viggiano, Memorie della città di Potenza, Napoli, Orsini, 1805, pp. 36-40.


  93. ^ [1].


  94. ^ L’opera di Sergio Musmeci e la sua attualità per la progettazione Italiana, su www.ingenio-web.it. URL consultato il 13 dicembre 2018.


  95. ^ abc La Città - La Storia, su comune.potenza.it. URL consultato il 12 luglio 2017.


  96. ^ Rapporto da Metropolisinfo.it, sezione della Provincia di Potenza.


  97. ^ A. Capano, La villa romana della contrada “Malvarcaro” di Potenza, in "Bollettino Storico della Basilicata", n. 3 (1987), passim.


  98. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.


  99. ^ Vera Armignacco, Potenza: ricerche di geografia urbana, Firenze, 1953


  100. ^ Dati Istat stranieri 2014, su demo.istat.it.


  101. ^ UGOV Ricerca - Portale unibas, su portale.unibas.it. URL consultato l'11 dicembre 2018.


  102. ^ Mission e Vision, su San Carlo - Azienda Ospedaliera Regionale, 25 settembre 2009. URL consultato l'11 dicembre 2018.


  103. ^ Scuole Potenza pubbliche e private, su www.comuni-italiani.it. URL consultato l'11 dicembre 2018.


  104. ^ Cenni storici, su www.conservatoriopotenza.it. URL consultato l'11 dicembre 2018.


  105. ^ Storia dell'Ateneo - Portale unibas, su portale.unibas.it. URL consultato l'11 dicembre 2018.


  106. ^ Dipartimenti e Scuole - Portale unibas, su portale.unibas.it. URL consultato l'11 dicembre 2018.


  107. ^ Potenza, Università Cattolica inaugura ventennale in Basilicata - trmtv, su www.trmtv.it. URL consultato l'11 dicembre 2018.


  108. ^ Università Cattolica, Franconi a inaugurazione anno accademico, su Regione Basilicata. URL consultato l'11 dicembre 2018.


  109. ^ Accademia del Sapere - Polo di Studio eCampus Potenza, Dall'ISEF ai giorni nostri - A Potenza, Laurea Scienze Motorie, Psicologia, Giurisprudenza, su www.polodistudio.it. URL consultato il 13 agosto 2018.


  110. ^ abcd (IT) Musei, su Come To Potenza. URL consultato il 9 dicembre 2018.


  111. ^ Copia archiviata, su comune.potenza.it. URL consultato il 20 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2015).


  112. ^ (IT) Museo di arte figurativa contemporanea, su www.epotenza.it. URL consultato il 9 dicembre 2018.


  113. ^ sito ufficiale Controsenso


  114. ^ Sull'antropologia di questa festa, cfr. F. Mirizzi, Le tradizioni popolari, in Potenza Capoluogo (1806-2006), vol. 1. Storia, istituzioni, società, S.M. Capua Vetere, Spartaco, 2008, pp. 67-75.


  115. ^ http://www.iermb.uab.es/RePEc/doc/wpierm0901.pdf


  116. ^ Potenza, inaugurato nodo del Gallitello - Basilicata, in ANSA.it, 17 maggio 2016. URL consultato il 4 novembre 2018.


  117. ^ Delibera del consiglio comunale del Comune di Potenza n. 3 del 29 gennaio 2009.


  118. ^ Legge 142/90 articolo 6 - Statuto, Titolo III sul Regolamento alla partecipazione popolare.


  119. ^ “Dalla Regione Basilicata grande attenzione alla città di Potenza”. Parola di Nino Grasso (portavoce di De Filippo) - trmtv, su www.trmtv.it. URL consultato il 2018-12-04T19:25:35Z.


  120. ^ abc (IT) Potenza nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 2018-12-04T19:41:58Z.


  121. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 3, Roma, A.C.I., 1985, p. 8..


  122. ^ (IT) TANGENZIALE : priorità strategica del sistema infrastrutturale della Città di Potenza. - Talenti Lucani - Passaggio a Sud, in Talenti Lucani - Passaggio a Sud, 4 settembre 2018. URL consultato il 13 novembre 2018.


  123. ^ Potenza, Molinari su strada tangenziale Centomani-Dragonara, su Regione Basilicata. URL consultato il 13 novembre 2018.


  124. ^ admin, Potenza ovest-Poggio Tre Galli La Tangenziale dimenticata, in Il Quotidiano del Sud, 19 gennaio 2014. URL consultato il 13 novembre 2018.


  125. ^ Dati osservatorio 2018 - Associazione Euromobility, in Associazione Euromobility. URL consultato il 4 novembre 2018.


  126. ^ Trasporto urbano | Comune di Potenza, su www.comune.potenza.it. URL consultato il 4 novembre 2018.


  127. ^ Schermistica Lucana Potenza, su schermisticalucana.tumblr.com. URL consultato il 13 novembre 2018.


  128. ^ Softair Club Basilicata, su www.militaria.it. URL consultato il 13 novembre 2018.



Bibliografia |



  • Emmanuele Viggiano, Memorie della città di Potenza, Napoli, presso Vincenzo Orsini, 1805 (ripr. facs. Sala Bolognese, Forni, 1975).


  • Raffaele Riviello, Cronaca potentina dal 1799 al 1882, Potenza, tip. Garramone e Marchesiello, 1889.


  • Tommaso Pedio, Potenza dai normanni agli aragonesi: note ed appunti, Bari, Edizioni del centro librario, 1964.

  • Alfredo Buccaro (a cura di), Le città nella storia d'Italia. Potenza, Bari-Roma, Laterza, 1997.

  • Rocchina Maria Abbondanza Blasi, Storia di una città: Potenza. Da un manoscritto della seconda metà del sec. XVII, Salerno, Edisud, 2000.

  • Aa. Vv., Potenza Capoluogo (1806-2006), S. M. Capua Vetere, Spartaco, 2008, 2 voll.



Voci correlate |



  • Accademia scacchi Potenza

  • Autorità interregionale di bacino della Basilicata

  • Basilischi

  • Dialetti gallo-italici di Basilicata

  • Dialetto potentino

  • Ospedale San Carlo

  • Teatro Francesco Stabile



Altri progetti |



Altri progetti



  • Wikiquote

  • Wikizionario

  • Wikimedia Commons





  • Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Potenza


  • Collabora a Wikizionario Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Potenza»


  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file su Potenza



Collegamenti esterni |



  • Sito istituzionale del comune

  • Sito turistico della città


.mw-parser-output .navbox{border:1px solid #aaa;clear:both;margin:auto;padding:2px;width:100%}.mw-parser-output .navbox th{padding-left:1em;padding-right:1em;text-align:center}.mw-parser-output .navbox>tbody>tr:first-child>th{background:#ccf;font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_navbar{float:left;margin:0;padding:0 10px 0 0;text-align:left;width:6em}.mw-parser-output .navbox_title{font-size:110%}.mw-parser-output .navbox_abovebelow{background:#ddf;font-size:90%;font-weight:normal}.mw-parser-output .navbox_group{background:#ddf;font-size:90%;padding:0 10px;white-space:nowrap}.mw-parser-output .navbox_list{font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_odd{background:#fdfdfd}.mw-parser-output .navbox_even{background:#f7f7f7}.mw-parser-output .navbox_center{text-align:center}.mw-parser-output .navbox .navbox_image{padding-left:7px;vertical-align:middle;width:0}.mw-parser-output .navbox+.navbox{margin-top:-1px}.mw-parser-output .navbox .mw-collapsible-toggle{font-weight:normal;text-align:right;width:7em}.mw-parser-output .subnavbox{margin:-3px;width:100%}.mw-parser-output .subnavbox_group{background:#ddf;padding:0 10px}







































.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}



Controllo di autorità
VIAF (EN) 3161153532461048820007 · GND (DE) 4243969-3 · BNF (FR) cb122454912 (data)


BasilicataPortale Basilicata: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Basilicata



Popular posts from this blog

Арзамасский приборостроительный завод

Zurdera